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Tether e Juventus: si punta a più del 5% e si parla di sponsor. Giornali sbagliano ancora numeri

Juventus e Tether: arrivano i primi apprezzamenti. Sponsor possibile, e anche “scalata”?

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JUVE VERITA

È tornata la calma, accompagnata da qualche sorriso compiaciuto. Il weekend aveva lasciato spazio a dubbi e isterie della stampa italiana, poco preparata a giudicare una società come Tether e la sua solidità, aveva riempito social, articolesse e editoriali di detti-non-detti, di dubbi, di FUD e di sesquipedali fesserie. Ora che qualcuno ha spiegato loro – spesso dalla viva voce di Paolo Ardoino – cosa sta succedendo nel calcio italiano e in particolare nella Juventus, c’è addirittura chi si fa ingolosire. Ma andiamo con ordine: venerdì è arrivata la notizia dell’acquisizione da parte di Tether, società del mondo crypto, del 5% delle quote di Juventus FC, il club più titolato almeno all’interno dei confini nazionali e di gran lunga quello che può contare su più tifosi.

Club che si incrocia con la storia italiana anche per la lunga e pesante proprietà della Famiglia Agnelli e che dunque, con i barbari del mondo crypto alle porte, era stata oggetto di preoccupazioni e sghignazzi. Tutto rientrato: Tether è società solida, ha quello che conta (ovvero i soldi) e deve essere benvenuta. Mentre però si stendono tappeti rossi a Paolo Ardoino e compagnia, c’è chi continua a non capire niente di ciò che è successo, di chi è coinvolto, di quali sono gli ordini di grandezza e in ultimo di come funziona il mondo. O almeno questo mondo.

Chi è Tether, perché può comprare tutto (se vuole) e perché è una manna dal cielo

La Juventus sarà sempre di Exor, o forse no. Senza fare dietrologie o prevedere il futuro come i cartomanti, meglio partire dai fatti. Tether ha speso poco meno di 50 milioni di euro per rastrellare sul mercato più del 5% delle azioni di Juventus FC. Ha inviato regolare comunicazione a CONSOB (è obbligatoria) e finalmente può giocare a carte scoperte. In un’intervista al Corriere della Sera il CEO Paolo Ardoino ha detto tanto, con la sintesi che lo contraddistingue.

Non è esclusa una sponsorizzazione – e dunque soldi immediatamente fruibili dalla società. Non è escluso che Tether arrivi a quote più sostanziose (con il beneplacito di Exor?), ed è stata principalmente una questione di cuore, dato che sia Paolo Ardoino sia Giancarlo Devasini sono tifosi della zebra.

Detto questo, dove Paolo Ardoino non è stato didascalico, i giornali hanno inventato numeri, teorie, contro-teorie e sovra-rappresentato o sotto-rappresentato la solidità finanziaria del gruppo.

  • 140 miliardi di capitalizzazione

Lo ha scritto CNBC Italia. Non è così. Ad avere 140 miliardi e rotti di capitalizzazione è USDt, uno dei prodotti di Tether. È uno stablecoin, utilizza quel denaro come riserva sul circolante e NON È nella libera disponibilità di Tether. Quindi no, non sono quelli i soldi che Tether può spendere liberamente.

Si il circolante è 142B . Tether ha di sua proprietà 20B

Queste sono le parole di Paolo Ardoino, per i microfoni di Criptovaluta.it, che chiariscono una volta per tutte la questione.

  • Impegno crescente?

Siamo nella fase in cui qualunque parola viene prima soppesata dagli avvocati e poi data in pasto alla stampa. Non è escluso. Da quello che ci è sembrato di percepire la volontà ci sarebbe – e probabilmente c’è volontà di vendere da parte di qualche grande azionista. E comunque il gruppo potrebbe continuare a rastrellare quote in borsa fino al 30%, quota oltre la quale scatta la OPA obbligatoria. Ai prezzi attuali e contando un premium del 10%, Tether potrebbe andare al 51% con una cifra superiore ai 400 milioni di euro. Forse troppo.

  • Sponsor?

Non è escluso. Sarebbe probabilmente ciò che interesserebbe di più la Juventus sul breve periodo. Soldi veri, soldi freschi, soldi che possono fare la differenza in un campionato di Serie A che è impegnato in un’eterna questua e che però poi si tura il naso quando arrivano società solide a metterci il grano.

Analista economico dal 2009. Collabora con TradingOnline.com offrendo analisi su Forex, Macroeconomia e Azioni, con un occhio vigile sui mercati emergenti come Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Gianluca Grossi è anche caporedattore per la nota testata giornalistica Criptovaluta.it, quotidiano dedicato al mondo Crypto e Bitcoin ed è anche analista per Criptovaluta.it® Magazine, il settimanale della medesima organizzazione. Segue da vicino il mercato ETF, in particolare sulla piazza di New York.

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