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Presto le Azioni Amazon CROLLERANNO? La telefonata di Donald Trump a Jeff Bezos

Siparietto tra Bezos e Trump per colpa di una “fake news”. Ma ora il titolo è ancora da tenere?

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BEZOS TRUMP

Cominciano i primi attriti anche tra gli imprenditori che avevano sostenuto Trump e il vulcanico presidente degli Stati Uniti. Poche ore fa si è consumato un siparietto che ha visto da un lato Jeff Bezos con la sua Amazon e dall’altro il POTUS, indispettito da una scelta del gigante del retail online che però è stata prontamente ritirata.

Andiamo con ordine, in quella che è stata una giornata per certi versi preoccupante per $AMZN, come riflette d’altronde il prezzo in borsa. Ha iniziato a circolare insistentemente la voce del prossimo inserimento, a fianco ai prezzi praticati da Amazon, dell’indicazione di quanti dazi aggiuntivi sarebbero stati pagati sul singolo prodotto.

Una sorta di messaggio non è colpa nostra, ma della Presidenza, che però la Casa Bianca non ha mandato giù. Ci sarebbe poi stato un contatto tra Bezos e Trump, che avrebbe portato al ritiro della proposta — che, secondo Bezos, però non sarebbe mai esistita.

Quella che Amazon ritiene essere una fake news è stata diffusa da Punchbowl News. Intanto però i fondi scaricano le magnifiche 7, aspettandosi tempi assai duri.

Giornata da incubo per Amazon, bersagliata anche da UPS

Non è stato soltanto Donald Trump a prendersela con il gruppo fondato da Jeff Bezos. Anche UPS — che ha annunciato una riduzione del personale di 20.000 unità — ha indicato in Amazon la causa di tanto sconquasso.

Condizioni economiche che non si vedevano da almeno 100 anni, con una forte riduzione delle consegne dovuta proprio al rallentamento di questo tipo di affari, causato anche e soprattutto dai dazi.

  • Se hai azioni Amazon

Ci sono almeno due questioni da affrontare a riguardo. La prima è che è ragionevole aspettarsi un calo degli introiti e dei movimenti di Amazon. Una parte enorme della merce venduta sulla piattaforma arriva dalla Cina o comunque da altri Paesi finiti sotto la scure dei dazi.

Prodotti un tempo molto convenienti lo saranno sempre meno — e questo indurrà molti a rinunciare agli acquisti.

Meno vendite, meno introiti, meno profitti.

La seconda parte del ragionamento riguarda il fatto che i mercati abbiano già scontato questo calo. È possibile, ma è anche vero che finora le previsioni sull’impatto dei dazi sono state tutte poi sconfessate — in peggio — dai dati reali.

Dalla bilancia commerciale USA di marzo fino alla fiducia dei consumatori: il dato reale ha sempre dipinto poi un quadro assai più fosco di quanto immaginato dagli analisti.

Il rischio che per Amazon — soprattutto in caso di recessione — le cose possano complicarsi ulteriormente c’è tutto.

Rimarrà poi da valutare quanto Amazon potrà comportarsi da staples — ovvero quei titoli di aziende che producono beni irrinunciabili e la cui domanda tende a rispondere poco alla variazione dei prezzi. Quelle azioni che sono ideali nelle fasi di recessione o stagflazione.

Analista economico dal 2009. Collabora con TradingOnline.com offrendo analisi su Forex, Macroeconomia e Azioni, con un occhio vigile sui mercati emergenti come Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Gianluca Grossi è anche caporedattore per la nota testata giornalistica Criptovaluta.it, quotidiano dedicato al mondo Crypto e Bitcoin ed è anche analista per Criptovaluta.it® Magazine, il settimanale della medesima organizzazione. Segue da vicino il mercato ETF, in particolare sulla piazza di New York.

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