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Assegno unico, le date di pagamento previste nel mese di novembre 2024

L’Inps ha reso noto le date nelle quali l’assegno unico verrà messo in pagamento nel corso del mese di novembre 2024.

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Attraverso il messaggio n. 2302 del 20 giugno 2024, l’Inps ha comunicato ufficialmente le date nelle quali verrà messo in pagamento l’assegno unico nel corso del secondo semestre dell’anno. Nel corso di questo mese e del prossimo, il contributo verrà erogato nelle seguenti date:

  • 18, 19 e 20 novembre 2024;
  • 17, 18 e 19 dicembre 2024.

Quanti percepiscono l’assegno unico per la prima volta riceveranno la prestazione nel corso dell’ultima settimana del mese successivo a quello in cui è stata inoltrata la domanda per ricevere il contributo. Nel caso in cui l’importo dovesse essere soggetto a conguaglio – sia a credito che a debito – alla stessa data verranno accreditate le eventuali differenze.

Nel suo rapporto annuale l’Inps mette in evidenza che i beneficiari dell’assegno unico sono aumentati: facendo riferimento agli anni compresi tra il 2023 e il 2024, in termini di figli unici (tra AUU a domanda e AUU/RdC) i soggetti che percepiscono la prestazione sono passati da circa 9,7 milioni a 10,1 milioni.

Assegno unico, come verificare quando arriverà

Come abbiamo accennato in precedenza l’assegno unico è destinato ad arrivare tra il 18 ed il 20 novembre. Ma come è possibile sapere se arriverà davvero o se, per qualche motivo, non dovesse essere erogato? Per rispondere a questa domanda è necessario accedere all’area personale MyInps.

Usando le proprie credenziali digitali, infatti, i diretti interessati hanno la possibilità di prendere visione del fascicolo previdenziale, nel quale sono presenti le informazioni aggiornate. Valida alternativa a questa soluzione è l’app Io, che permette di avere una notifica puntuale e precisa sugli eventuali accrediti. L’app Mobileconsente – gestita dall’Inps – permette di monitorare a quale punto sia la domanda.

Quanti, invece, non fossero avvezzi con la tecnologia hanno la possibilità di contrattare direttamente il numero verde dell’Inps o si possono recare ad un patronato per ottenere la necessaria assistenza. Chi volesse accedere all’assistenza diretta può appoggiarsi al numero verde dell’istituto di previdenza, che offre il servizio Inps Risponde attraverso un numero verde dedicato: 

  • 803164 da rete fissa;
  • 06.164164 da rete mobile.

Nel caso in cui fosse necessario richiedere ulteriori dettagli o assistenza relativi all’assegno unico, i diretti interessati hanno la possibilità di rivolgersi ad un patronato, grazie al quale è possibile ottenere l’assistenza necessaria a titolo gratuito.

Assegno unico, come fare se l’accredito non arriva

Purtroppo può capitare che l’assegno unico non venga accreditato nelle tempistiche previste. A questo punto è necessario effettuare una serie di verifiche per appurare cosa sia accaduto. Il primo controllo è strettamente legato allo stato della domanda sul portale dell’Inps: è opportuno controllare che le coordinate bancarie fornite siano corrette, ma soprattutto aggiornate.

Il secondo passo è verificare eventuali comunicazioni che sono state ricevute direttamente dall’Inps: al loro interno ci potrebbe essere la richiesta di nuovi documenti per integrare quelli già consegnati o la necessità di rispondere a particolari requisiti specifici.

Per finire c’è anche un’ulteriore importante novità per chi percepisce l’assegno unico. Con l’avvicinarsi del 2025 l’importo verrà adeguato all’aggiornamento dell’inflazione, che è stimata intorno all’1%. Pragmaticamente cosa significa tutto questo: molto semplicemente che l’ammontare massimo del contributo percepito ad oggi – che risulta essere pari a 199,40 euro – arriverà a superare la soglia di 200 euro, anche se solo di pochi euro. Non stiamo parlando di un aumento che permetterà ai beneficiari di arricchirsi, ma che è senza dubbio apprezzabile e che, se non altro, tiene conto, almeno in piccola parte, dell’aumento del costo della vita. L’unica domanda che rimane aperta ad oggi è se l’Inps erogherà l’aumento già da gennaio o se aspetterà il mese di febbraio – come è già successo in passato – riconoscendo, agli aventi diritto, gli arretrati.

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