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Il caffè al bar arriverà a costare 2 euro. Ecco perché

Il caffè al bar è destinato ad arrivare a costare due euro. La siccità in Brasile e in Vietnam, impattano direttamente sul raccolto.

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Quanto costerà prendere un buon caffè al bar? Due euro? La domanda diventa lecita in un momento in cui il caffè Arabica sta correndo sulla Piazza di New York. I contratti future relativi al mese di dicembre hanno registrato un pesante rialzo, sfiorando i 3,9 dollari per libbra, raggiungendo i massimi che si erano visti nel 1977. Ma soprattutto registrando un aumento del 70% da inizio anno.

A brillare è anche il caffè Robusta, una varietà meno nobile, i cui future su dicembre sono cresciuti del 2,9% arrivando a 5.306 dollari la tonnellata, un valore che non si vedeva dagli anni Settanta. Il prezzo di questa importante commodity è condizionato da diversi fattori, che passano dalle condizioni climatiche nei Paesi produttori, per arrivare alle difficoltà legate alla logistica del settore. Cause che avranno un impatto diretto anche sui consumatori, quando dovranno acquistare il caffè.

Caffè, quali sono le cause degli aumenti

Sono diverse le cause che stanno determinando l’aumento del costo del caffè. E che stanno spingendo le quotazioni sulla piazza di New York. Una delle principali è la siccità che ha colpito il Brasile nel corso degli ultimi mesi: una situazione che ha innescato una serie di preoccupazioni relative al livello di produzione in questo paese. Altri problemi, poi, arrivano dal Vietnam: una delle più importanti zone di produzione è stata, anch’essa, colpita da una siccità nel periodo della crescita e, nel momento del raccolto, da forti piogge.

Quanto è accaduto in Brasile e nel Vietnam sono andati ad impattare sulla produzione di caffè: i due Paesi sono i maggiori coltivatori di questa materia prima. Il Brasile esporta principalmente la varietà premium Arabica, mentre il Vietnam è leader per la varietà Robusta.

A pesare sul prezzo del caffè non ci sono solo i problemi climatici di Vietnam e Brasile: alcune difficoltà sono state riscontrate anche in Colombia, il secondo produttore a livello mondiale della varietà Arabica. Il settore si sta ancora cercando di rimettere in piedi dagli effetti provocati da El Niño nel 2024. In una situazione diversa si trovano Costa Rica e Honduras, dove l’integrità dei raccolti è stata messa in dubbio dalle violenti piogge che hanno colpito recentemente i due paesi.

Quanto sta accadendo ai raccolti rischia di avere un duro impatto sulla produzione del caffè a livello mondiale, che, in ultima analisi, determinerà un aumento dei costi a carico dei consumatori finali. I venditori hanno aumentato i prezzi e tagliato gli sconti in modo da riuscire a proteggere i margini di profitto.

L’impatto sulla tazzina di caffè

Cosa cambia, a questo punto, per i consumatori italiani? Il rischio, secondo Assoutenti, è che una tazzina di caffè possa arrivare a costare 2 euro al bar.

Le forti tensioni che hanno investito le quotazioni del caffè si ripercuoteranno sui listini praticati al pubblico, portando a inevitabili ritocchi al rialzo per la classica tazzina servita al bar, ma anche per il cappuccino – spiega Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti -. Negli ultimi anni l’espresso ha subito continui aumenti di prezzo, al punto che nel primo semestre del 2024 il prezzo medio nelle principali città si è attestato a 1,19 euro rispetto a 1,03 del 2021, con un rincaro del +16,1% in tre anni. Per non parlare del caffè consumato al tavolo, che in alcune zone d’Italia a forte vocazione turistica può arrivare anche a 5 euro.

A far impennare i listini, in un primo momento, era stato il caro energia. Adesso i livelli record che hanno toccato le quotazioni del caffè rischiano di far diventare reale la preoccupazione che una tazzina possa arrivare a costare due euro, cosa già paventata nel corso degli ultimi mesi dai produttori. ipotesi, inutile dirlo, che comporterebbe l’ennesima stangata per i consumatori , che potrebbero essere costretti a modificare radicalmente le proprie abitudini. Ogni anno vengono serviti nei locali pubblici qualcosa come 6 miliardi di caffè, che generano un giro d’affari pari a 7 miliardi l’anno.

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