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ETF Idrogeno: Migliori su cui Puntare

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Gli ETF legati all’idrogeno sono fondi quotati in Borsa che investono su società che derivano la gran parte dei loro ricavi da prodotti o servizi legati alla filiera dell’idrogeno. Si tratta di un settore collegato all’economia green, in forte espansione, che vede al suo interno tanto grandi colossi dell’energia quanto giovani startup. In un settore così dinamico, gli ETF sono un modo intelligente per diversificare il rischio sui vari attori della filiera ed esporsi alla crescita di questa tecnologia senza puntare tutto su una singola azione.

L’idrogeno è un settore promettente, con diversi tipi di applicazioni. Potenzialmente i motori a idrogeno possono diventare il futuro dei mezzi pesanti -come navi, camion e addirittura aerei- e i generatori a idrogeno sono già largamente impiegati come fonte di sostegno alla rete elettrica principale. La riduzione dei costi di produzione e l’efficientamento delle celle a combustibile, nel corso del tempo, potrà portare questa tecnologia a operare su una scala sempre più ampia.

Particolarmente interessante è il cosiddetto idrogeno green, cioè quello prodotto a partire da energia rinnovabile. A differenza dell’idrogeno “blu”, prodotto solitamente a partire dal gas naturale, quello verde non prevede alcun impatto ambientale e può essere prodotto senza far ricorso a nessun combustibile fossile.

ETF Idrogeno – Riassunto dei concetti principali:

Cosa sonoFondi quotati in Borsa legati all’idrogeno
🎯Dove investireDegiro, Scalable Capital
💲Costi di gestioneDallo 0,30% allo 0,50% annuo
📊Aziende più presentiPlug Power, Nel, FuelCell
🔎Miglior ETF idrogeno BNP Paribas Hydrogen Economy UCITS
📈Conviene investire?Sì, con orizzonte di lungo termine
ETF Idrogeno – Riassunto sintetico tabellare

Migliori ETF legati all’idrogeno: lista completa 2024

Dopo aver esaminato gli ETF a disposizione, li abbiamo riuniti in una lista che raccoglie i migliori per esporsi alle azioni legate all’idrogeno. I criteri di selezione sono stati:

  • La percentuale di fondi effettivamente allocati in asset coerenti con l’economia dell’idrogeno;
  • L’esposizione geografica, favorendo ETF che diversificano il portafoglio su più aree per ridurre i rischi di mercato, politici e di valuta;
  • I costi annui di gestione;
  • L’armonizzazione dell’ETF, favorendo gli ETF che presentano la denominazione UCITS e che pertanto sono soggetti a una tassazione più favorevole per gli investitori europei.
Il video di TradingOnline.com dedicato alle prospettive del mercato dell’idrogeno verde e ai pro e contro di investire sugli ETF legati al settore

A fronte di tutto questo, gli ETF selezionati sono cinque e sono facilmente reperibili presso le piattaforme dei broker online più conosciuti. Un consiglio pratico è quello di aprire un conto su eToro per investire in ETF, dal momento che questa piattaforma è particolarmente sul fronte dei costi -molti ETF si possono acquistare senza commissioni- ed è allo stesso tempo molto facile da utilizzare.

ISINTERAssetGeoDividendi
Global X Hydrogen ETFUS37954Y15250.50%25GlobalSemestrali
Invesco Hydrogen Economy UCITS ETF AccIE00053WDH640.60%53GlobalReinvestiti
🥉 L&G Hydrogen Economy UCITS ETF USD AccIE00BMYDM7940.49%26GlobalReinvestiti
🥈 VanEck Hydrogen Economy UCITS ETF USD AIE00BMDH15380.55%26GlobalReinvestiti
🥇 BNP Paribas Easy ECPI Global ESG Hydrogen Economy UCITSLU23654581450.30%40GlobalReinvestiti
Tabella di confronto dei migliori ETF legati al mercato dell’idrogeno

5° – Global X Hydrogen ETF

Global X Hydrogen ETF è un fondo non armonizzato, quotato negli Stati Uniti, che investe su 25 delle società più importanti al mondo tra quelle legato al mercato dell’idrogeno. Attualmente il fondo ha una dimensione relativamente piccola, gestendo circa 40 milioni di dollari in capitale investito totale. Investe su 25 società, tracciando l’indice Solactive Global Hydrogen Index. Si tratta di un ETF a gestione passiva, che cerca esclusivamente di rispecchiare le performance dell’indice senza tentare di batterlo. Da notare che il fondo non è armonizzato UCITS, per cui per gli investitori europei la scelta più semplice è quella di investire attraverso i CFD.

Le società più rappresentate nel portafoglio sono:

  1. Nel Asa
  2. Bloom Energy Corp
  3. Plug Power Inc
  4. Ballard Power Systems Inc
  5. AFC Energy
  6. MCPHY Energy
  7. Ceres Power Holdings
  8. SFC Energy
  9. Powercell Sweden AB
  10. ITM Power

Il TER (Total Expense Ratio) è dello 0.50%, in linea con gli altri prodotti elencati all’interno della guida. I dividendi vengono distribuiti due volte l’anno, anche se attualmente pressoché nessuna società del fondo è già arrivata alla fase di stacco di dividendi. In generale, quando si investe in un settore in forte espansione, ha senso reinvestire i dividendi ed esporsi il più possibile alla capitalizzazione composta del proprio capitale nel lungo termine.

Dove investire: Degiro / Scalable Capital

4° – Invesco Hydrogen Economy UCITS ETF Acc

Al secondo posto troviamo uno degli ETF di Invesco, che si sta affermando sempre di più come uno degli operatori leader per i fondi a gestione passiva. Anche in questo caso un fondo armonizzato che rispetta le regole UCITS, con una diversificazione nettamente superiore a quella delle alternative viste in precedenza. In questo caso, infatti, il portfolio dell’ETF conta 52 azioni. L’indice di riferimento è il WilderHill Hydrogen Economy Index, che l’ETF segue con il metodo della replica fisica. Significa che il portafoglio del fondo e quello dell’indice sono sempre esattamente uguali.

Il WilderHill Hydrogen Economy Index è composto da società che aiutano a far avanzare la tecnologia e l’economia dell’idrogeno, ma senza requisiti specifici. Altri indici ed ETF sono più severi, richiedendo che almeno una certa percentuale dei ricavi di una società provenga dall’idrogeno e dai servizi correlati affinché questa possa far parte del portafoglio. Attualmente le 10 società più rappresentate nel portafoglio sono:

  1. Chart Industries
  2. NFI Group
  3. Verbio
  4. ITM Power
  5. Gevo
  6. Colon
  7. Wolfspeed
  8. Bloom Energy
  9. OX2 AB
  10. Plug Power

Le quote del fondo sono denominate in dollari, ma solo il 20.6% del capitale complessivo è investito in azioni legate agli Stati Uniti. Nel concreto il fondo diversifica molto le aree geografiche su cui investe, per cui il rischio di cambio è ben distribuito. Il “problema” di questo ETF è che, effettivamente, l’indice di riferimento non ha un legame così forte con il mondo dell’idrogeno. Per quanto tutte le società che ne fanno parte abbiano una parte dei loro affari che è correlata a questo settore, non è il business principale per quasi tutte le aziende del fondo.

Dove investire: Degiro / Scalable Capital

🥉 – L&G Hydrogen Economy UCITS ETF USD Acc

Al terzo posto si colloca un ETF di Legal & General, anche in questo caso un prodotto a gestione passiva che replica un indice di Solactive. Attenzione a non confondersi con il fondo di Global X, perché l’indice di riferimento è leggermente diverso: si tratta del Solactive Hydrogen Economy Index, pensato per includere tutti i principali titoli che hanno a che fare con il mondo dell’idrogeno anche se non sono direttamente coinvolti nella sua produzione. Esempi di attività collegate all’economia dell’idrogeno sono lo stoccaggio, il trasporto e le applicazioni per l’utilizzo finale. Il TER annuo è dello 0,49% e il fondo adotta un metodo di replica fisica completa, cioè possiede direttamente tutte le azioni dell’indice di riferimento.

Oltre ad avere dei requisiti legati ai legami con l’economia dell’idrogeno, ci sono dei requisiti anche di capitalizzazione di mercato e liquidità del titolo. A fronte di tutti questi parametri, oggi le società più rappresentate all’interno di questo ETF sono:

  1. Nippon Sanso
  2. Toyota
  3. Chemours
  4. Air Products and Chemicals
  5. Air Liquide
  6. Plug Power
  7. Ballard Power Systems
  8. Cummins
  9. Linde
  10. Hyundai

In questo caso si nota una forte diversità del portfolio rispetto ai due ETF precedenti, indicando che sarebbe possibile investire su questo e su uno dei due spiegati in precedenza senza causare squilibri a favore di certe azioni. Il fondo è armonizzato e reinveste i dividendi. Sembra che il mercato stia dando ragione alla nostra considerazione di questo ETF, che riteniamo più conveniente rispetto ai due precedenti. Non a caso è più grande degli altri due messi insieme, con un AUM di oltre 390 milioni di dollari a ottobre 2023.

Dove investire: Degiro / Scalable Capital

🥈 – VanEck Hydrogen Economy UCITS ETF USD A

La proposta di VanEck per le azioni legate all’idrogeno è un ETF armonizzato con 26 azioni in portafoglio. Il TER è leggermente più alto rispetto a quello di Global X, con spese complessive dello 0.55% annuo. Dall’altra parte, però, bisogna anche ricordare che si tratta di un fondo armonizzato e che offre una diversificazione leggermente più ampia. Da notare che il fondo utilizza una replica parzialmente sintetica, utilizzando dei derivati per ottenere esposizione ad alcune azioni su cui non investe direttamente attraverso le azioni.

Attualmente le società più presenti nel portafoglio sono:

  1. Bloom Energy
  2. Plug Power Inc
  3. Air Liquide
  4. Nel Asa
  5. Air Products and Chemicals Inc
  6. Mitsubishi Chemical Holdings
  7. Linde Plc
  8. Ballard Power Systems Inc
  9. Nikola
  10. Doosan Fuel Cell

Malgrado l’esposizione sia simile a quella del fondo di Global X, ci sono comunque delle differenze importanti. Nel caso di VanEck, l’indice di riferimento dell’ETF contiene una maggior concentrazione di strumenti quotati all’estero. Bisogna tuttavia segnalare che è anche meno centrato sull’idrogeno, con dei criteri leggermente più flessibili in tema di quali società possono far parte dell’indice di riferimento e del patrimonio del fondo. I dividendi, in questo caso, vengono reinvestiti ed è possibile investire direttamente in euro.

Dove investire: Degiro / Scalable Capital

🥇 – BNP Paribas Easy ECPI Global ESG Hydrogen Economy UCITS

Al primo posto si colloca un ETF europeo, quotato su XETRA e gestito da BNP Paribas. Oltre a offrire una grande diversificazione e ad essere armonizzato, è anche il fondo meno costoso dell’intera lista: con un TER dello 0.30% annuo, le commissioni sono quasi dimezzate rispetto alle alternative che abbiamo menzionato fino a questo momento. Quando si investe in ETF, tenere al minimo i costi di gestione è uno dei punti essenziali per massimizzare il potenziale di rendimento a lungo termine.

Attualmente è un fondo ancora molto piccolo, con un AUM di appena 9 milioni di euro. Questo è un tratto comune a molti ETF europei, che ricevono meno esposizione rispetto a quelli americani, ed è in parte dovuto al fatto che si tratta di un ETF molto recente. Con 40 azioni in portafoglio, gli investitori si possono assicurare una notevole diversificazione. L’indice di riferimento è il ECPI Global ESG Hydrogen Economy Index, che viene seguito in modo totalmente passivo. Le 10 società più rappresentate nel portafoglio sono:

  1. Nippon Sanso Holdings
  2. Chart Industries
  3. Air Liquide
  4. Solvay
  5. Mitsubishi
  6. Air Products and Chemicals
  7. Jtket
  8. Enel
  9. Bloom Energy Corp
  10. Iberdrola

In questo caso il fondo riesce a garantire un buon equilibrio tra la diversificazione del portafoglio e la coerenza con l’appartenenza dei titoli al settore dell’idrogeno. Questo aspetto, insieme ai costi molto ridotti, è il motivo principale per cui si colloca nel punto più alto della nostra lista.

Dove investire: Degiro / Scalable Capital

ETF idrogeno: migliori piattaforme per investire

Un aspetto importante da tenere a mente quando si vogliono comprare quote di ETF legati all’idrogeno è che non è semplice riuscire a trovare una piattaforma che permetta di farlo in sicurezza, con costi ridotti e con una certa facilità. Purtroppo, dal momento che questi fondi sono ancora relativamente piccoli, si trovano pochi intermediari che offrano questo tipo di asset. Persino un broker ottimo come eToro, che di solito è un’ottima scelta per investire in ETF, non offre questi ETF.

Degiro e Scalable Capital, al momento, sono tra i pochi broker che offrono ETF legati all’idrogeno e riescono a farlo in sicurezza, con costi minimi

Degiro è un broker estremamente conosciuto e con milioni di clienti in tutta Europa. Viene utilizzato soprattutto dagli investitori orientati al lungo termine, che vogliono accedere al più ampio elenco possibile di azioni ed ETF. Tutti gli ETF menzionati in questa guida si possono facilmente ritrovare su questa piattaforma, dove le commissioni per investire sono estremamente basse e in alcuni casi addirittura nulle.

Più in generale, la varietà degli ETF disponibili su Degiro fa sì che sia uno dei nostri broker preferiti. Quando si tratta di ETF legati all’idrogeno, in particolare, è una delle pochissime piattaforme a livello europeo che li presenta tra gli strumenti negoziabili e che aggiunge anche la possibilità di pagare appena 1-2€ in costi per eseguito. La piattaforma include anche vari dettagli per ciascun ETF, aiutando gli investitori a orientarsi tra i vari prodotti disponibili.

Per saperne di più: leggi la recensione di Degiro

Scalable Capital è un altro ottimo broker, con sede in Germania, che ha raccolto un notevole successo nel corso degli ultimi anni. Si tratta di una piattaforma pensata soprattutto per essere utilizzata tramite app, con la piattaforma desktop che è presente ma meno ben strutturata. Ottimo servizio per comprare ETF, anche al di là di quelli menzionati nel corso della guida.

Gli utenti hanno la possibilità di scegliere se limitarsi al conto gratuito, pagando appena 1€ per eseguito, oppure passare a uno dei due conti con abbonamento mensile per limitare i costi sul transato. Con l’abbonamento Prime da 2.99€ al mese gli utenti hanno la possibilità di ridurre a zero i costi per eseguito, mentre con quello da 4.99€ al mese, oltre ad azzerare le commissioni si ottiene un interesse annuo garantito sulla liquidità non investita. Da segnalare anche ci sono oltre 750 ETF, tra cui quelli di Invesco e iShares, sui quali tutti i clienti hanno la possibilità di non pagare commissioni.

Per saperne di più: leggi la recensione di Scalable

Conviene investire in ETF sull’idrogeno?

Gli ETF legato all’idrogeno in questo momento sono un’opportunità interessante, considerando quanti investimenti pubblici stanno aiutando il comparto a crescere. Negli Stati Uniti, l’Inflation Reduction Act ha concesso degli incentivi molto forti per ogni chilogrammo di idrogeno verde prodotto; l’Europa ha poi risposto nel 2024 mettendo sul piatto €6,9 miliardi per finanziare nuovi progetti, tra cui grandi infrastrutture per produzione e stoccaggio di idrogeno nel Sud Italia.

La transizione energetica è un qualcosa che non si può evitare, in parte perché la dipendenza dai combustibili fossili significa continuare a immettere CO2 e altre emissioni inquinanti nell’atmosfera; in parte perché è un fattore scomodo sul fronte geopolitico, con le nazioni esportatrici di gas e petrolio che acquisiscono un peso molto forte sullo scacchiere internazionale da cui gli importatori vorrebbero liberarsi. Con due forze del genere che agiscono nella direzione dell’idrogeno verde, la crescita del comparto continuerà a essere estremamente forte anche nel corso dei prossimi anni.

Panoramica del settore

Il settore è in fortissima espansione, soprattutto per quanto concerne l’idrogeno verde, con un tasso di crescita annuo composto del 54+% secondo le previsioni di Precedence Research. Dall’altra parte, bisogna anche dire che fino a questo momento le dimensioni del mercato per l’idrogeno verde sono relativamente piccole: appena 4 miliardi di dollari nel 2022, considerando tutta la filiera. La distanza è notevole rispetto ai 332 miliardi di dollari previsti per il 2032.

Da una parte significa che c’è molto spazio per crescere per le società del settore, anche se chiaramente le valutazioni rispecchiano già le attese legate a questa crescita. Più che altro, è importante notare che in un settore che deve ancora affrontare la sua fase di rapida espansione possono emergere delle variabili pericolose. Potremmo accorgerci che a livello tecnologico esistono soluzioni migliori rispetto all’idrogeno, oppure una startup ancora inesistente potrebbe trovare un nuovo modo di produrlo a prezzi molto più bassi.

Per questo motivo, è importante attendersi che le azioni connesse a questo settore vadano incontro a una notevole volatilità. Sicuramente c’è molto spazio per la loro crescita, ma è importante che chi investe lo faccia con un orizzonte di lungo termine e sapendo che, nel breve-medio periodo, ci potrebbero essere momenti di flessioni negative anche importanti. Spesso, quello che fa la differenza quando si investe in trend emergenti è avere una comprensione chiara del potenziale tecnologico ed economico del settore, lasciando che questa convinzione prevalga sulla tentazione di vendere quando le cose vanno male.

ETF vs singole azioni

Un’altra delle considerazioni da fare è se sia più conveniente investire comprando singole azioni o in modo più diversificato, scegliendo di puntare sugli ETF. Ci sono pro e contro per ciascuna di queste decisioni, soprattutto in un settore così giovane e volatile. I maggiori vantaggi di investire sugli ETF sono:

  • La possibilità di diversificare facilmente il portafoglio su tutti i titoli più importanti legati all’idrogeno;
  • L’esposizione a tante società che utilizzano tecnologie diverse, riducendo il rischio tecnologico legato alla posizione;
  • Il fatto di esporsi a tanti mercati geografici e a diverse valute, diversificando anche i rischi geopolitici e di cambio valuta;
  • La possibilità di lasciare che i dividendi vengano automaticamente reinvestiti dal fondo, evitando la tassazione che sorgerebbe se si ricevessero personalmente.

Dall’altra parte, è importante ricordare anche che ci sono degli svantaggi nello scegliere questo tipo di prodotti rispetto alle singole azioni:

  • La gestione del fondo ha un costo che viene riflesso sui clienti, motivo per cui si paga la commissione di gestione;
  • Spesso gli ETF hanno in portafoglio società su cui un investitore non vorrebbe investire, perché magari ritiene che siano sopravvalutate o che non siano abbastanza attinenti al settore;
  • In alcuni casi gli ETF lasciano fuori dal portafoglio alcune società su cui invece un investitore vorrebbe investire;
  • Talvolta un portafoglio molto diversificato non è la strada migliore, perché magari un investitore ha già chiaro che una o poche società siano quelle destinate ad avere il maggior successo nel settore.

Bisogna quindi decidere in base alle proprie previsioni e in base al proprio profilo da investitori, ma complessivamente gli ETF si adattano molto bene alle dinamiche del mercato dell’idrogeno. Con molte tecnologie in competizione tra loro, oltre a politiche governative diverse in tutto il mondo, la forte diversificazione offerta dagli ETF è un vantaggio notevole.

Come investire su ETF idrogeno [Tutorial]

Per investire su ETF legati all’idrogeno, la prima cosa da fare è scegliere un intermediario. La nostra redazione è sempre molto attenta a consigliare quelli più sicuri e convenienti, dal momento che noi stessi siamo investitori da oltre un decennio. Nel caso degli ETF legati all’idrogeno, gli intermediari a disposizione in Italia sono davvero pochi: la maggior parte delle banche, ad esempio, non li presenta tra gli strumenti negoziabili o chiede commissioni esorbitanti. Ci sono due broker in particolare, che abbiamo già menzionato, che offrono le migliori condizioni per investire in ETF idrogeno.

  • Registrazione

Il primo passo è quello di aprire un conto su Degiro qui. Il processo di registrazione è guidato ed è piuttosto semplice, anche se il broker è tenuto dalla legge a fare un’attenta verifica dei dettagli di ogni cliente. Una volta terminato il processo, il broker chiede di verificare la propria identità attraverso l’invio della foto di un documento con fotografia. Questa è una prassi legale necessaria per tutti i broker che operano a livello europeo.

Il processo di registrazione si può completare in meno di 10 minuti
  • Eseguire il primo deposito

Degiro rende molto semplice aggiungere dei fondi al proprio conto, dal momento che il broker è parte del gruppo Solaris Bank AG. Si tratta di una grande banca tedesca abilitata a operare in tutta Europa, per cui tutti gli utenti italiani ricevono un IBAN che inizia con IT e che permette di ricaricare il conto direttamente attraverso bonifico bancario. Solitamente il bonifico viene visualizzato sul proprio account già il giorno successivo a quello in cui è stato inviato. Questo garantisce anche che i fondi depositati sul conto siano oggetto delle regolamentazioni previste dal Fondo di Protezione dei Depositi tedesco.

Il deposito minimo è di appena 1€
  • Comprare l’ETF

L’ultimo passaggio prevede semplicemente di comprare le quote dell’ETF in questione, un’operazione piuttosto semplice che si può completare in meno di due minuti. La prima cosa da fare è cercare il nome dello strumento finanziario nella barra di ricerca in alto; in alternativa si può scrivere l’ISIN e la piattaforma farà comparire in automatico il prodotto richiesto.

La piattaforma di Degiro è molto intuitiva

Una volta incontrato il prodotto richiesto, è sufficiente cliccare in alto su “Compra” o “BUY“. Verrà visualizzata una schermata in cui gli utenti possono scegliere quante quote comprare, a che prezzo e per quanto deve essere considerato valido l’ordine. Se il prezzo specificato consente al broker di trovare liquidità sui mercati, allora l’ordine verrà eseguito in pochi istanti.

Sul menu di sinistra presente in ogni pagina della piattaforma si trova una voce “Portafoglio“. Da questa sezione è sempre possibile controllare lo stato del proprio investimento, le perdite o gli utili realizzati, e in ogni momento è possibile inviare l’ordine per chiudere la posizione.

ETF idrogeno: la nostra opinione

A fronte dell’esperienza che abbiamo maturato investendo nel corso degli anni, visti anche i numeri legati al settore dell’idrogeno e alle società quotate in Borsa che se ne occupano, vorremmo concludere la guida con un’opinione personale sugli investimenti in ETF legati a questo settore.

L’idrogeno, soprattutto quando si parla di green hydrogen, è una delle tecnologie su cui il mondo intero sta puntando di più per accelerare la transizione ecologica. Detto questo, il mercato relativo all’idrogeno è ancora molto piccolo e le applicazioni industriali devono ancora decollare. I generatori di emergenza e i muletti a idrogeno sono già una realtà e sono economicamente competitivi, ma serve di più per far decollare la domanda.

Nel corso dei prossimi anni sarà essenziale che le società legate a questo settore riescano a fare economie di scala per abbassare i prezzi e permettere all’idrogeno di competere con le batterie al litio per alimentare i motori dei mezzi pesanti.

Soprattutto camion e navi possono essere una fonte molto importante di fatturato per le società che producono idrogeno, ma al momento esistono solo prototipi e produzioni su piccola scala.
Una spinta molto forte in questa direzione dovrebbe provenire dai nuovi incentivi dell’amministrazione Biden: 3$ per chilo di idrogeno verde sono tanti e potenzialmente potrebbero accelerare di anni la velocità con cui l’idrogeno verde diventerà conveniente a livello economico come combustibile per i motori.

Questa potrebbe essere proprio la svolta necessaria per permettere alle azioni di questo comparto di trovare slancio nei prossimi 5-10 anni. L’incentivo alla produzione arriva insieme a miliardi di investimenti diretti da parte del Department of Energy, replicati in piccola parte anche in Europa e in Brasile. Ci sono i presupposti affinché questo sia un combustibile essenziale nella transizione ecologica, sia da un punto di vista tecnologico che di capitali.

Ricordiamo che le opinioni della nostra redazione non rappresentano una consulenza o un consiglio d’investimento.

Conclusioni

Gli ETF legati all’idrogeno sono ancora pochi, ma visto l’interesse per il settore sono probabilmente destinati ad aumentare. Già oggi, in ogni caso, è possibile trovare dei prodotti interessati che offrono un’alta diversificazione del portafoglio e costi di gestione piuttosto bassi; tra questi, il BNP Paribas Easy ECPI Global ESG Hydrogen Economy UCITS è quello che oggi offre i costi più bassi a fronte della più ampia diversificazione possibile. Il portafoglio del fondo è molto strettamente correlato all’idrogeno e il fatto di aderire alle regole UCITS lo rende conveniente anche sul fronte fiscale.

Il fatto che ci siano ancora pochi ETF legati a questo settore, poi, rende più difficile trovare piattaforme con cui operare. Sia le principali banche italiane che grandi broker come eToro non offrono ancora questi ETF, oppure lo fanno a fronte di costi per eseguito di 15-20€. Fortunatamente è possibile utilizzare Degiro o Scalable Capital per risparmiare sui costi di intermediazione.

Un elemento molto importante per il successo di questi prodotti, in futuro, sarà il continuo sviluppo tecnologico. Con l’aumento delle iniziative per contrastare il cambiamento climatico e le sovvenzioni al settore, l’idrogeno verde riesce a costare sempre meno. Questo favorisce l’aumento della produzione e dunque le economie di scala, abbassando i costi. Se la traiettoria del mercato rimarrà questa, c’è il potenziale per un ritorno davvero importante per gli azionisti capaci di rimanere pazienti.

FAQ: Domande e risposte frequenti sugli ETF legati all’idrogeno

Su quali società investono gli ETF idrogeno?

Ogni ETF segue un certo indice e ha un suo portafoglio, ma società comunemente presenti in questi fondi sono FuelCell Energy, Plug Power, Weichai Power, Air Liquide e Nel ASA.

Quali sono i costi associati agli ETF idrogeno?

Solitamente gli ETF non prevedono un costo di ingresso, ma tutti gli ETF legati all’idrogeno attualmente in circolazione prevedono un costo di gestione annuo. Questo, alle condizioni attuali di mercato, va dallo 0,30% allo 0,50%.

Che piattaforma usare per comprare ETF idrogeno?

Due piattaforme che offrono costi di intermediazioni bassi, sicurezza e un’ampia offerta di ETF legati all’idrogeno sono Degiro e Scalable Capital.

Gli ETF legati all’idrogeno sono un buon investimento?

L’idrogeno è una delle tecnologie più promettenti in questo momento, con un tasso di crescita annuo composto previsto per il prossimo decennio che supera il 50%. Questo potrebbe essere un momento interessante per esporsi alle società che operano nel settore.

Come scegliere un ETF sull’idrogeno?

Elementi da considerare sono le commissioni di gestione, la diversificazione del portafoglio, l’indice che il fondo sta replicando e il tipo di replica, la politica sui dividendi e l’eventuale copertura dei rischi di valuta.

Quanti ETF associati all’idrogeno esistono?

Al momento esistono solo una manciata di ETF legati al mercato dell’idrogeno, sei in totale se si considerano tutti quelli quotati sulle Borse europee e americane.

Perché investire sull’idrogeno con un ETF?

Gli ETF legati all’idrogeno permettono all’investitore di diversificare la sua esposizione su varie società connesse al settore, ottenendo esposizione anche a diversi mercati geografici e diverse valute.

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