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Fed non tocca i tassi. Proiezioni invariate. Jerome Powell spara sui dazi ma chiama alla calma

Fed chiama alla calma: nessun taglio, preoccupazione per i dazi, proiezioni invariate.

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Fed non cambia nulla. Nessun taglio ai tassi, cosa ampiamente preventivata dai mercati e nessun cambiamento alle proiezioni che sono immortalate nel dot plot – all’interno del più ampio documento di previsioni sull’outlook economico di quella che è la banca centrale statunitense. Poche novità nei numeri, molte però nell’atteggiamento di Jerome Powell e anche nel comunicato stampa che viene consegnato al mondo insieme alla decisione sui tassi.

Il tema principale – anche durante il question time con i giornalisti – è quello dei dazi. Avranno un impatto sull’inflazione? Sì, secondo Jerome Powell, anche se di entità incerta. Incertezza che è l’altro tema principale della conferenza stampa tenuta dal Presidente di Fed. Mala tempora currunt? Non necessariamente. Jerome Powell, per quanto più teso delle sue ultime uscite, è apparso comunque sicuro di sé. E ha ricordato agli astanti che in realtà dato l’andamento positivo dell’economia e del mercato del lavoro, Fed può concedersi il lusso di aspettare e di non avere alcuna fretta per i prossimi tagli.

Impossibile ora immaginare tagli per Maggio

Il FOMC – la speciale riunione che si tiene ogni circa 6 settimane per modificare la politica monetaria degli Stati Uniti – si riunirà di nuovo il 7 Maggio, per quella che però, almeno con i dati di oggi, dovrebbe essere un’altra riunione di attesa. Jerome Powell non si è sbottonato e i documenti del FOMC parlano chiaro: con l’inflazione che ancora morde non vi è alcun bisogno di correre con i tagli. Fino a quando non ci sarà un percorso chiaro per un ritorno al 2% di inflazione, non ci sarà spazio per i tagli.

Questo a patto che l’economia tenga e soprattutto in attesa degli effetti sui dazi. Jerome Powell tra le altre cose ha parlato di spesa dei consumatori in calo, cosa anche questa prevedibile – e di dati di breve sull’inflazione che segnalerebbero un rialzo, in buona parte imputabile ai dazi.

QT: si passa a 5 miliardi al mese

Per quanto Jerome Powell si sia affannato a dichiarare che non si è trattato di una misura di policy e dunque di politica monetaria, è difficile pensare che il passaggio da 25 a 5 miliardi deciso durante la riunione per il QT non sia in realtà un allentamento per dare respiro ad alcuni mercati.

Qualche scricchiolio infatti inizia a vedersi, in particolare nel settore immobiliare, che è storicamente quello che sopporta con maggior fatica lunghi periodi di tassi alti.

Per il resto, è il Jerome Powell che ricorderemo nei prossimi decenni: calmo, poco abituato a sbottonarsi e molto prudente. I mercati hanno risposto in modo positivo. NASDAQ chiude la seduta a +1,70%, S&P 500 a 1,11%, Bitcoin recupera con agilità il territorio superiore agli 85.000$. Tutto è bene quel che finisce bene, almeno sul breve.

Analista economico dal 2009. Collabora con TradingOnline.com offrendo analisi su Forex, Macroeconomia e Azioni, con un occhio vigile sui mercati emergenti come Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Gianluca Grossi è anche caporedattore per la nota testata giornalistica Criptovaluta.it, quotidiano dedicato al mondo Crypto e Bitcoin ed è anche analista per Criptovaluta.it® Magazine, il settimanale della medesima organizzazione. Segue da vicino il mercato ETF, in particolare sulla piazza di New York.

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