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Lunedì il CROLLO: Black Monday stile 1987 sulle borse USA? I dati che ti aiutano a capire

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BLACK MONDAY

C’è chi chiama il lunedì nero per il 7 aprile, dopo una settimana da incubo sui mercati americani e più in generale su tutti i principali mercati azionari a livello globale. Ciclo ribassista e di scarico che è stato fortemente influenzato dall’annuncio dei dazi che colpiranno – anche se in modo distinto – il grosso delle economie mondiali, anche tra i partner degli USA. Nonostante NASDAQ sia già ampiamente in territorio da bear market e nonostante manchi poco a SPX500 per entrarvi a pieno diritto, c’è chi ritiene che non sia finita qui.

Da Jim Cramer, che dice che non è escluso uno scenario in stile 19 ottobre 1987 – il lunedì nero che tutti gli appassionati di borsa dovrebbero conoscere, ad altri analisti che guardano a dati poco incoraggianti. La paura però vende più dell’ottimismo, da sempre, e ci sarà da capire se in realtà si tratti o meno di qualcosa di credibile. Guardando, anche noi, ai dati.

Un altro lunedì nero?

Il campo va certamente sgomberato da un luogo comune che finisce spesso per azzerare i portafogli dei retail. Sì, dopo un crash ci può essere un altro crash e poi un altro crash ancora. Non esiste alcuna statistica che ci dice che tutto debba limitarsi alle prime 24 o 48 ore – anche quando si tratta di crolli consistenti. Ne è la riprova il fatto che dopo un giovedì terribile abbiamo avuto… un venerdì terribile. Quindi sì, in termini filosofici di possibilità, questa esiste.

  • I retail hanno comprato

Giovedì, mentre i fondi e i grandi investitori scaricavano, per quanto in modo ordinato, i retail hanno avrebbero comprato oltre 4,7 miliardi di dollari in azioni in una sola seduta, quella del 4 aprile. Questo secondo dati diffusi da J.P. Morgan. Se sono dati buoni, non sono certamente i dati di una capitolazione. Mentre i fondi scaricavano, i piccoli investitori compravano, credendo poco nella durata del dump. Per chi ritiene i retail quanto di più lontano ci possa essere dal cosiddetto nucleo di smart money.

Nel frattempo sempre il 4 aprile sarebbe stato il giorno di maggiore scarico da parte dei fondi hedge.

  • Situazione andata avanti di poco

Nel corso del weekend sono arrivate poche soluzioni positive alla situazione dei dazi (Argentina, qualche altra economia di seconda fascia) e tante ulteriori incertezze. Alla riapertura delle piazze asiatiche ne sapremo di più sul sentiment di un mercato che è stato letteralmente massacrato nel corso della scorsa settimana, con punte minime del Fear & Greed Index a 4 su 100.

  • Tutto si gioca sul supporto più importante per S&P 500?

Di numeri ne circolano tanti. Il consenso sembrerebbe essere sulla necessità dei 4.800 per SPX500 di dimostrarsi supporto forte, stabile e in grado di far paura prima che ci si arrivi. Il precedente, quello a 5.089 è stato perso, senza che però ci siano stati grossi sfaceli (la chiusura è stata di qualche punto sotto).

Ora starà alla sessione prima asiatica, poi europea, far capire che aria tira. E che tipo di vento arriverà a spingere – o respingere – la ripresa sui principali indici degli States.

Analista economico dal 2009. Collabora con TradingOnline.com offrendo analisi su Forex, Macroeconomia e Azioni, con un occhio vigile sui mercati emergenti come Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Gianluca Grossi è anche caporedattore per la nota testata giornalistica Criptovaluta.it, quotidiano dedicato al mondo Crypto e Bitcoin ed è anche analista per Criptovaluta.it® Magazine, il settimanale della medesima organizzazione. Segue da vicino il mercato ETF, in particolare sulla piazza di New York.

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