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Pensione di vecchiaia, chi ci può accedere nel 2025 e con quali regole

Scopriamo quali sono i requisiti per poter accedere alla pensione di vecchiaia nel 2025 e cosa cambierà rispetto a quest’anno.

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Siamo ancora lontani da una riforma delle pensioni vera e propria che metta mano alla disciplina previdenziale. Ma la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto alcune novità in materia, soprattutto per quanto riguarda gli strumenti leggermente più flessibili. In questo ampio contesto, sono in molti a chiedersi quando avranno diritto ad accedere alla pensione di vecchiaia: ossia quando potranno andare in quiescenza senza beneficiare di scivoli anticipati o strumenti passeggeri.

Proviamo, quindi, a vedere quali sono i requisiti necessari per accedere alla pensione di vecchiaia nel corso del 2025. Anticipiamo che le regole sono rimaste pressoché le stesse.

Pensione di vecchiaia, chi ci può andare nel 2025

Ricordiamo che la pensione di vecchiaia è la forma di previdenza pubblica, che viene erogata ogni mese direttamente dall’Inps. Vi possono accedere i lavoratori dipendenti e quelli autonomi, che abbiano maturato almeno 20 anni di contributi con 67 anni di età. È necessario, prima di chiedere l’assegno previdenziale, cessare il rapporto di lavoro dipendente, ma non quello autonomo o parasubordinato.

I soggetti che rientrano nel sistema contributivo, per poter accedere alla pensione di vecchiaia, devono aver maturato il diritto ad ottenere un importo pari all’assegno sociale, che per il 2024 corrisponde a 598,60 euro.

Nulla è cambiato per quanto riguarda la decorrenza. La pensione di vecchiaia prevede una serie di finestre mobili: il primo assegno previdenziale arriva direttamente il mese successivo rispetto a quello nel quale è stata presentata la domanda.

All’orizzonte non si vedono delle particolari novità che abbiano un impatto sugli scatti della pensione. Il decreto annuale del Ministero delle Finanze non ha previsto degli adeguamenti alle aspettative di vita fino al 2026 – in Manovra è stato inserito lo sblocco delle progressioni, ma non sembra aver alcun tipo di impatto a livello pratico, almeno per il momento – alla luce delle aspettative di vita che sono state rilevate dall’Istat.

Pensione di vecchiaia, le deroghe che rimangono in vigore

Le consuete deroghe previste per la pensione di vecchiaia rimangono in vigore anche per il 2025. Stiamo parlando di una serie di eccezioni che vengono riservate ad alcune categorie di lavoratori:

  • lavori gravosi e usuranti. In questo caso è possibile accedere alla pensione di vecchiaia con quota 97,6, quindi a 61 anni e 7 mesi, purché siano stati maturati almeno 35 anni di contributi se dipendenti. I lavoratori autonomi vi accedono con quota 98,6 (con un anno in più). In questo caso non sono previste delle novità;
  • lavoratori con quindici anni di contributi (Legge amato). Alcuni particolari soggetti, che sono stati individuati attraverso l’articolo 2, comma 3, del Dlgs 503/1992 – vi rientrano quanti a fine 1992 avevano 15 anni di contributi – possono avere uno sconto di 5 anni sul regime contributivo dei 20 anni. In questo caso non sono previste delle novità;
  • pensione contributiva di vecchiaia. I contributivi puri – che non hanno dei versamenti antecedenti al 1996 – possono andare in quiescenza con soli cinque anni di contributi, ma devono aver compiuto almeno 71 anni (non sono previsti degli importi minimi per l’assegno previdenziale). Nel caso in cui hanno intenzione di accedere alla pensione anticipata contributiva a 64 anni, il loro assegno previdenziale deve essere pari ad almeno 3 volte il trattamento minimo pari a 2,8 volte se sono delle donne con almeno un figlio;

Pensione anticipata: chi vi può andare nel 2025

La Legge Fornero, nel 2025, permette di accedere alla pensione anticipata ordinaria, purché si sia in possesso di un’anzianità contributiva pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

La Manovra 2024 ha anticipato lo sblocco degli scatti dal 1° gennaio 2025, le stime dell’Istat sulle aspettative di vita hanno confermato che, almeno per il momento, non sono previsti degli adeguamenti ai requisiti anagrafici.

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