Finanza Personale
Arriva la tassa su Internet nel 2025, ecco come ti fregano se hai l’Adsl
Un emendamento dalla Legge di Bilancio 2025 propone di introdurre una tassa su internet a quanti abbiano un’Adsl lenta.
Tra i mille risvolti e l’infinità di emendamenti alla Legge di Bilancio c’è una novità poco piacevole per le famiglie: la tassa su Internet. Una sorta di obolo da versare nel caso in cui si è titolari di un’Adsl lenta. A presentare l’emendamento è Fratelli d’Italia, la cui mossa ha immediatamente acceso un vivace dibattito sull’argomento.
Almeno sulla carta l’intento dell’iniziativa è nobile: punta ad accelerare la dismissione della vecchia rete Internet in rame. Ossia delle ormai desuete connessioni Adsl. L’intento è quello di favorire il passaggio verso la fibra ottica pura. Ma l’emendamento ha sollevato una serie di critiche da parte dell’Associazione Italiana Internet Provider e di Federconsumatori, che non hanno potuto fare a meno di mettere in risalto le criticità della novità e le ripercussioni negative che potrebbe avere sugli operatori del settore e sui consumatori. In un certo senso si potrebbe affermare che la transizione alla fibra ottica verrebbe finanziata da una tassa sull’Adsl.
Tassa su internet, l’emendamento alla manovra
Stando a quanto prevede l’emendamento, la tassa su Internet sarebbe costituita da un aumento del 10% sui prezzi dei servizi Adsl a partire dal 1° gennaio 2025. Quanto arriverebbe da questi rincari dovrebbe essere destinato alla costituzione di un fondo per sostenere gli operatori nella migrazione verso la fibra ottica.
Ma non solo. L’emendamento relativo alla tassa su Internet prevederebbe anche uno switch-off della rete in rame a tappe forzate. La cessazione dei servizi forniti attraverso l’Adsl dovrebbe avvenire entro termini prestabiliti. L’intento sarebbe quello di riuscire a raggiungere l’obiettivo di una copertura globale della fibra ottica rispettando le seguenti tappe:
- il 50% entro il 2026;
- il 100% entro il 2030.
Rimanendo, quindi, in linea con il calendario previsto dall’Unione europea attraverso il Digital Compass 2030.
Quante famiglie sarebbero interessate dalla tassa su Internet? Stando agli ultimi dati sulla copertura della fibra ottica in Italia, al 31 ottobre 2024 sarebbero stati raggiunti complessivamente dal Piano BUL 6.514 comuni in commercializzazione. Dal 2016, anno del lancio del piano Banda Ultra Larga, Infratel ha commissionato lavori per un importo complessivo pari a 2,6 miliardi di euro.
Le critiche in arrivo
L’emendamento che introduce questa sorta di tassa su Internet ha sollevato una marea di preoccupazioni. L’Aiip ha denunciato la sua irragionevolezza e i potenziali effetti distorsivi sul mercato. L’aumento dei prezzi dell’Adsl, secondo l’associazione, costituisce a tutti gli effetti una nuova imposta diretta a carico delle famiglie e delle imprese.
L’Italia ha bisogno di una transizione tecnologica sostenibile e razionale – spiega Giovanni Zorzoni, Presidente di Aiip -. Interventi affrettati, non ponderati e dirigistici rischiano di generare più danni che benefici, minando la fiducia degli operatori e rallentando gli investimenti in infrastrutture di qualità. Altre misure, in primis i Voucher connettività, hanno già dato prova di essere uno strumento efficiente, pluralistico e alla portata di tutti gli operatori, anche quelli medi e piccoli, per spingere il ridisegno delle reti e la conversione dal rame alla fibra”.
L’Aiip, inoltre, solleva una serie di dubbi sulla fattibilità dello switch-off accelerato, anche perché al momento manca la manodopera specializzata.
A condividere le preoccupazioni di Aiip c’è Federconsumatori, che, tra l’altro, sottolinea i potenziali risvolti negativi di una tassa su internet per i cittadini. Tra l’altro, secondo l’associazione, ci potrebbero essere dei disservizi determinati da una sostituzione affrettata della rete in rame. A cui si potrebbero accompagnare degli aumenti pesanti dei costi per gli abbonamenti ai servizi di telefonia.
Ma non solo, un emendamento di questo tipo non prende letteralmente in considerazione le aree del Paese nelle quali non è ancora presente una connettività a banda larga, e dove ci potrebbero essere dei disagi di non poco conto.