Investimenti
Bitcoin: nuovo record a 107.000$, in Italia più tasse per tutti già dal 2025
Bitcoin: è nuovo record sui mercati. Intanto in Italia polemica sulle tasse. Operatori contenti, investitori meno.
Washington ride, Roma un po’ meno. Al centro un nuovo massimo di Bitcoin, inarrestabile dopo le elezioni presidenziali e che oggi supera anche i 107.000$. Cifre importanti e che confermano come l’onda lunga post-elettorale sia lungi dall’esaurirsi e come gli investitori si aspettino degli interventi – possibilmente diretti – del nuovo governo dopo il 20 gennaio, giorno del giuramento.
Sull’altra sponda, quella europea, le cose vanno meno bene. Ci hanno provato prima i francesi, interrotti soltanto dal cambio di governo (e che volevano comunque stratassare solo gli enormi capitali), ci provano e ci riescono invece gli italiani, che portano a casa un aumento di tasse già dal 2025. Un aumento di tasse che colpirà in prima battuta soltanto i piccoli investitori e che dal 2026 invece colpirà tutti, con un aumento dell’aliquota di 7 punti percentuali, via di mezzo tra il precedente 26% e il 42% che fu annunciato dal vice-ministro Leo e poi confermato dal ministro Giorgetti in fase di bozza della Legge di Bilancio.
Così vicini ma così lontani
Il ritrovato feeling tra Roma e Washington non sembrerebbe colpire il mondo delle criptovalute. Se da un lato c’è il presidente investitore, quel Donald Trump che ha lanciato anche un suo progetto di finanza decentralizzata, dall’altro c’è il governo italiano, che nonostante le rimostranze dell’industria (e degli investitori), aumenta comunque le tasse sulle criptovalute.
Non aumenta come previsto però, tant’è che i leader dell’industria crypto italiana cantano vittoria a fronte di un aumento che – al netto di quanto riportato nei comunicati stampa – ci sarà già dal 2025. La vecchia soglia/franchigia (la confusione non è nostra, ma di un ormai celebre comunicato dell’Agenzia delle Entrate) è sparita. E quindi anche per pochi euro di plusvalenza si pagheranno tasse dal prossimo anno.
Vittoria? Giudicheranno i contribuenti, che poi anche nel nostro Paese finiscono per essere elettori. La discussione ora si ripeterà, forse, nel 2025. E il tentativo sarà quello di neutralizzare l’aumento che sarà, con quello che già è che sarà parte permanente della fiscalità italiana.