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USA e Texas pronti alle riserve in Bitcoin. Tra il dire e il fare c’è però un mare politico e tecnico

Doppia proposta negli USA: sia Trump, sia un parlamentare texano vogliono una riserva Bitcoin.

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L’onda lunga dell’innamoramento tra Donald Trump e Bitcoin colpisce anche il Texas. Lo stato della Stella Soliaria potrebbe presto prepararsi ad attivare una riserva strategica in Bitcoin, in una giornata che per la prima delle criptovalute per capitalizzazione di mercato è stata di quelle importanti, almeno sotto il profilo degli annunci elettorali. Di fatti ne sono successi diversi e hanno contribuito ad una forza relativa di Bitcoin rispetto agli altri asset risk on, in una sessione USA che è stata piuttosto convulsa. Ma sarà necessario andare con ordine per capire cosa è successo davvero e che tipo di impatto potrebbe avere sui mercati, anche sul medio e lungo periodo.

Donald Trump ha suonato la simbolica campanella del NYSE, la borsa più importante del mondo, e nel mentre è stato intercettato da Jim Cramer, storico presentatore di CNBC, che lo ha intrattenuto anche parlando delle criptovalute. Una gestione molto diversa da quella della precedente amministrazione, ha detto Cramer, che ha raccolto da Donald Trump una rivelazione sconvolgente, per quanto nell’aria ormai da tempo: Trump sarebbe a favore di una riserva strategica di Bitcoin e crypto, sulla scorta di quella federale petrolifera, per quanto i dettagli sono ancora fumosi. Poco dopo, è arrivato l’annuncio di un disegno di legge in Texas per creare qualcosa di simile, con dettagli ancora più interessanti, perché in realtà… non prevederanno acquisti diretti. Tra il dire e il fare ci sono però in questo caso due mari diversi. Sulla riva federale le modalità con le quali il governo si doterà effettivamente di una riserva. Sulla riva texana invece il consenso effettivo intorno ad una proposta del genere.

Trump, Capriglione e Bitcoin

Donald Trump ha risposto in modo affermativo sulla possibilità di avere una riserva federale USA di Bitcoin e crypto. La questione, almeno secondo le brevi battute che Donald Trump ha consegnato a Jim Cramer, sarebbe anche geopolitica: tanti paesi si stanno muovendo verso l’apertura a questi asset, e Trump non vorrebbe vedere un’America rimasta indietro. E anzi, vorrebbe vedere gli USA primeggiare anche in questa tecnologia, che ha curiosamente abbinato a quella AI. In realtà il trait d’union è un altro dei temi cari a Trump, che è quello energetico. Gli USA avrebbero bisogno del doppio di energia che producono oggi, ha tuonato il presidente che giurerà il 20 gennaio, e le tecnologie che ne sono più avide, aggiungiamo noi, sono AI e mining Bitcoin, settore quest’ultimo dove Trump vorrebbe vedere gli USA primeggiare più di quanto facciano adesso.

Lontano da New York, in Texas, si sta consumando un altro pezzetto della storia di Bitcoin. Questa volta è un semi-sconosciuto deputato del parlamento nazionale a volerne scrivere una pagina. Giovanni Carpiglione, Repubblicano, ha presentato un disegno di legge che imporrebbe al Texas di accettare pagamenti in Bitcoin per le tasse locali, per le multe e per altri tipi di attività. I Bitcoin così accumulati però non potranno essere venduti per i primi 5 anni, andando a creare così una riserva strategica. L’obiettivo di Capriglione sarebbe quello di proteggere le casse statali dall’inflazione, proprietà che però Bitcoin, dati alla mano, sembrerebbe non aver ancora dimostrato. Ora ci sarà da fare la conta dei parlamentari a favore. E nel caso di ampio consenso, Capriglione ha affermato di voler fare ancora di più. Per ora però, tanto a Washington quanto a Austin, siamo ancora in altissimo mare.

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