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Conto corrente a rischio, con una telefonata lo svuotano completamente

Con una telefonata i cyber criminali svuotano il tuo conto corrente. Quali strategie è necessario adottare per difendersi.

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Una volta depositati su un conto corrente sono in molti a ritenere che i propri risparmi siano al sicuro. Che non ci sia alcun rischio per i propri risparmi. Purtroppo i ladri del web sono sempre al lavoro e i tentativi di rapinare telematicamente gli utenti delle banche avvengono quotidianamente.

Ma a cosa è necessario stare attenti per evitare di finire in una truffa e vedersi svuotato il conto corrente? È necessario, prima di tutto, evitare un uso disinvolto della carta di credito, evitare di rispondere in qualche modo alle email sospette che promuovono degli sconti particolarmente invitanti. Ma anche ai messaggi di testo via Whatsapp e Instagram e soprattutto è meglio evitare di rispondere a delle telefonate ambigue che chiedono informazioni personali e dei dati bancari.

Nessuno può ritenersi al sicuro da eventuali truffe online e i furti dei soldi dal conto corrente sono un problema trasversale in tutta Italia: la tecnologia utilizzata dai malviventi è in continua evoluzione ed è sempre più sofisticata.

Conto corrente, aumenta il numero dei truffati

Prestare la massima attenzione e non fornire i propri dati rispondendo a delle mail o a delle telefonate. Sembra un consiglio ovvio, ma il numero delle persone cadute in una truffa che ha portato allo svuotamento del conto corrente sono innumerevoli. Nell’arco di sei mesi, l’Arbitro Bancario Finanziario ha rimborsato 50.000 euro a 17 dei 19 risparmiatori truffati, che hanno provveduto a depositare un rimborso.

A rendere nota la cifra è stata Confconsumatori, che ha spiegato che queste vittime dei cyber criminali si sono rivolti all’Abf in un tentativo di conciliazione per evitare una causa legale: l’obiettivo era riavere dalla banca il denaro che era stato rubato dal conto corrente

Chiedere il rimborso alla banca è una soluzione che può essere adottata nel momento in cui l’istituto di credito non adotta le misure di sicurezza nell’autenticazione, che l’Unione europea ha imposto che debba essere a due fattori. Nel caso in cui, però, il truffato dovesse fornire i dati di accesso ai truffatori le credenziali di accesso al proprio conto, l’Abf rifiuta il rimborso, perché l’istituto di credito non è ritenuto responsabile di quanto accaduto.

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