Investimenti

Donald Trump: inaugurazione economica a base di dazi, petrolio, manifattura e inflazione

Pubblicato

il

Donald Trump ha riservato una parte breve ma intensa del suo discorso inaugurale all’economia: inflazione, dazi e politica energetica sono state affrontati – diversamente non si sarebbe potuto fare – in modo breve, ma comunque significativo. Il 47° presidente degli Stati Uniti d’America ha ribadito quelli che erano stati i temi forti durante la campagna elettorale: più spazio alle trivellazioni, gli USA come principale estrattore (e consumatore) di combustibili fossili (gas e petrolio), dazi e un piano per riportare una parte considerevole della manifattura negli Stati Uniti.

Breve accenno all’inflazione, con tutti i dipartimenti, afferma Trump, che saranno impegnati già dalle prime ore nel tentativo di ridurre l’inflazione e portare giù i prezzi [sic]. Addio anche al green deal, per favorire l’industria dell’auto americana che in realtà ha occupato una parte preponderante dello spazio lasciato all’economia durante il (breve) discorso che ha tenuto subito dopo il giuramento.

Il programma economico di Trump

Il programma economico riassunto da Donald Trump durante il discorso inaugurale non ha offerto grandi occasioni di stupore a chi aveva seguito le proposte elettorali del tycoon.

  • Inflazione

Dipartimenti subito a lavoro per cercare di ridurne l’impatto. Non è chiaro come – operativamente – si procederà. Di governi che hanno provato a combattere l’inflazione sono pieni i libri di storia. Di quelli che ci sono riusciti in realtà non sono granché pieni i libri di economia. Oltre una breve battuta non è stato comunque concesso molto spazio al tema dei prezzi.

  • Green deal

All bets are off: il green deal non esiste più. Nessuno sconto sulle auto elettriche – nonostante i più cinici si aspettassero una posizione diversa, data la vicinanza di Elon Musk al neo-presidente. Il contentino per Musk sarà probabilmente il tentativo di puntare a Marte, con l’elettrico che, nel caso, dovrà provare a farcela con le proprie gambe.

  • Idrocarburi

Drill, baby, drill: è questa la frase con la quale il neo-presidente ha chiuso la breve parentesi sulla politica energetica. Gli USA, secondo il suo programma, estrarranno più idrocarburi e – cosa più importante – li utilizzeranno tutti. Trump in passato aveva parlato della grande sfida energetica affinché gli USA rimanessero al centro non solo della produzione di periferiche per l’AI, ma anche della gestione dei data center necessari. Durante la campagna elettorale si era fatto anche riferimento al mining Bitcoin, senza che questo sia stato però citato durante il discorso inaugurale.

  • Manifattura

L’obiettivo è quello di riportare per quanto possibile la manifattura negli Stati Uniti. Il programma era quello concepito dal vice-presidente JD Vance, che è stato sempre espressione di quella che i giornali italiani chiamano America profonda e che altro non è che l’America che è stata maggiormente penalizzata dalla globalizzazione o comunque dalla delocalizzazione delle produzioni.

  • Dazi

Ci saranno dazi. Con una battuta Trump ha detto di voler trasformare l’IRS (Internal Revenue Service) in ERS (External Revenue Service). Basta far pagare più tasse agli americani, saranno gli altri a pagare gli americani per fare affari con loro. Anche questo è un programma ambizioso, per ora abbozzato, che potrebbe cozzare con la questione inflazione – e che per il momento non è chiaro chi finirà per colpire. L’Europa è salva? L’Italia? Ci saranno figli e figliastri? Probabilmente avremo le prime risposte dai primi ordini esecutivi che saranno firmati dal 47° presidente degli USA – e poi da ciò che deciderà anche il Congresso.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending

Exit mobile version