Investimenti
Ilva: 10 offerte e 3 complete. Ora la palla al governo. Sindacati insoddisfatti
Per Ilva un totale di 10 offerte. Cosa succede ora e chi ha partecipato alla gara.
È arrivata a termine la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisto di quella che è l’ex Ilva. L’acciaieria di Taranto ha registrato l’interesse da parte di Vulcan Steel (di Jindal Steel), nonché degli azeri di Baku Steel e del fondo americano Bedrock Industries. Continua il calciomercato nel settore acciaio – che ha avuto forse il suo apice nel niet di Joe Biden per il passaggio di mano di US Steel – per modalità di intervento che però in Italia sono ora impensabili.
Le offerte di cui sopra sono le uniche che vorrebbero rilevare tutti gli asset di ex Ilva, mentre ce ne sarebbero altre sette, di cui una del gruppo Marcegaglia, per rilevare invece divisioni specifiche del gruppo. In totale dunque le offerte sono 10. Fuori invece gli ucraini di Metinvest. Ora la palla passa al governo, che già da oggi comincerà a valutare la questione anche tenendo conto di obiettivi aggiuntivi: garantire i posti di lavoro e avviare un’importante strategia di decarbonizzazione.
I tre paletti aggiuntivi
Ci sono tre paletti aggiuntivi che i commissari hanno imposto e che saranno parte del processo che porterà a una decisione: continuità nell’attività produttiva, sviluppo della produzione siderurgica nel nostro Paese insieme al sostegno delle comunità locali. Tuttavia – viste le cifre arrivate – si potrebbe essere molto lontani dal miliardo e mezzo che ci si prefiggeva di raccogliere.
Potrebbero inoltre arrivare altre offerte, dato che il termine del 10 gennaio non era affatto perentorio. Se dovessero arrivare altre offerte, affermano i commissari in una nota specifica, verranno considerate, a patto però che includano delle condizioni favorevoli – e superiori di molto a quelle già presentate. Una gara che ha avuto già uno strascico di polemiche importante a livello politico, e che probabilmente continuerà a produrne.
Arriva però la soddisfazione da parte del Ministro del Made in Italy Adolfo Urso, che si compiace della partecipazione di tanti attori internazionali di grandi dimensioni, che ritiene congrui con l’obiettivo di rilanciare l’industria siderurgica italiana. I sindacati però sottolineano come non ci siano fondamentalmente novità rispetto ai mesi precedenti, esprimendo così scarsa soddisfazione per la situazione al 10 gennaio, termine che ha concluso la presentazione delle offerte.
Ci vorranno mesi, ricordano i sindacati, prima di arrivare a un’eventuale conclusione della vicenda.