Finanza Personale
Lavorerai 200 ore più di un francese e sarai più POVERO. I ponti TI COSTERANNO più dei dazi
Italiani sempre peggio sul fronte lavoro: 200 ore più dei francesi, per redditi molto più bassi.

In vacanza da cosa, chiedeva uno degli amministratori delegati più amati (e odiati) della storia recente d’Italia. La risposta – almeno secondo un recente studio della CGIA di Mestre – è dal PIL. Secondo il report del centro studi i ponti primaverili del 25 aprile e del 1^ maggio costeranno al PIL italiano più dei dazi di Trump che pur stanno terrorizzando un’economia che fa dell’export una delle sue vocazioni principali.
Hai deciso di chiudere bottega già da giovedì e goderti, per la prossima settimana, un weekend lungo dopo averne già fatto uno in occasione del 25 aprile? Sarà anche colpa tua se l’Italia andrà a rotoli.
Non c’è però soltanto questo nel rapporto di CGIA Mestre. Gli italiani dovranno lavorare 200 ore in più per stare al passo dei cugini francesi. Un’altra possibile risposta a quel in vacanza da cosa che continua a riecheggiare nella bocca di chi si lamenta di italiani che sarebbero… troppo vacanzieri.
Il Messico d’Europa: benvenuti in Italia
Gli italiani? Per stare al passo con la Francia, secondo lo studio di CGIA Mestre, dovranno lavorare 200 ore in più. Un mix di scarsa produttività e di bassa partecipazione alla vita lavorativa restituisce una fotografia un po’ diversa degli italiani.
Saremo anche tutti a caccia di ponti, saremo anche tutti amanti delle spiagge e degli apertivi, ma i numeri che risultano dall’indagine di CGIA sono impietosi: lavoriamo di più, lavoriamo peggio e siamo anche meno ricchi dei nostri confinanti.
- Valore aggiunto: vince il nord
Interessante anche il valore aggiunto abitante per abitante sul dato provinciale. Domina il nord (con l’eccezione di Roma), mentre la parte bassa della classifica è tutta occupata dalle provincie del sud.
Migliori 5 | VA per abitante al giorno | Peggiori 5 | |
---|---|---|---|
Milano | 184,9 | Barletta-Trani-Andria | 50,6 |
Bolzano | 154,1 | Cosenza | 50,7 |
Bologna | 127,6 | Sud Sardegna | 50,8 |
Roma | 122,0 | Vibo Valentia | 51,5 |
Modena | 121,3 | Agrigento | 52,8 |
Un’Italia divisa in due, a sua volte all’interno di un’Europa divisa in due, all’interno della quale l’Italia è sempre più vicina al gruppo di coda e più lontana dal gruppo di testa.
Su una situazione già precaria, si abbatterà la scure di ponti primaverili che forse i Paesi che ci precedono potranno concedersi a cuore più leggero. Tutto questo senza neanche parlare di salari, che rimangono fermi al palo da due decenni testimoniando, più di ogni altro dato, la crisi del sistema lavorativo italiano, pur con qualche eccezione, come dimostrato dalla tabella.
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