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Pivot Point

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I Pivot Point, detti anche punti di rotazione, sono un indicatore grafico di trading che permette l’analisi dei punti critici di prezzo nel grafico di un asset, evidenziando livelli di resistenza e supporto basati sui prezzi.

Questo strumento è stato introdotto per la prima volta nella letteratura sull’analisi dei mercati finanziari settore da Neil Weintraub, un trader statunitense, e successivamente trattato in maniera estesa da C. Le Beau e D. W. Lucas, i quali pubblicarono formula completa dei pivot points in “Computer Analysis of the Future Market .

I Pivot Point sono in grado di determinare, attraverso lo studio della statistica, quali sono i livelli critici che il prezzo andrà a toccare nelle prossime sedute, aumentando dunque i punti d’ingresso generati attraverso l’analisi grafica.

La guida completa all’indicatore Punti di Pivot a cura degli esperti di ©TradingOnline.com – cosa sono, come funzionano e usano correttamente

Questo indicatore grafico è particolarmente indicato per il trading intraday poiché permette di avere una visione chiara ed efficace del possibile movimento del prezzo a time frame ridotti, individuando livelli di supporto e resistenza basati sull’analisi delle sedute precedenti, i quali rappresentano efficienti proiezioni di ciò che non si è ancora verificato sui mercati. 

Indicatore Pivot Point – Introduzione:

Cos’è:Indicatore grafico per analizzare i punti critici del prezzo
🎮Come testare:Conti di trading demo [I migliori sono gratis]
💪Difficoltà:Medio/Bassa
👍Efficacia Trading:Medio/Alta
👨‍🎓Didattica:Corsi di trading / eBook / Seminari / LiveCoach 1:1
🤔Opinioni:⭐⭐⭐⭐⭐
Introduzione ai punti di Pivot : cosa sono e come si usano per fare trading on line

Pivot Point cosa sono

I pivot point sono dei livelli di supporto o resistenza ottenibili dall’applicazione di semplici formule matematiche e dal monitoraggio dei dati forniti dalle candele di prezzo: Prezzo Massimo (H), Prezzo Minimo (L), Prezzo di Chiusura (C) e Prezzo Medio (AP).

Questi valori permettono di individuare potenziali aree di supporto e resistenza, validi per li periodi successivi alle candele analizzate. Per comprendere al meglio l’utilizzo di questo strumento è dunque necessario avere ben presente il concetto di supporti e resistenze

Una linea di supporto è un indicatore grafico tracciato manualmente dall’investitore sul grafico, a sua discrezione. Per essere tracciato correttamente, un supporto deve necessariamente collegare due o più minimi di prezzo, maggiore sarà il numero di punti toccati dal supporto, più grande sarà la sua rilevanza. Le linee di supporto, se tracciate correttamente, evidenziano dei punti critici di prezzo dove un rimbalzo o un breakout può generare segnali operativi.

Una linea di resistenza, invece, si tratta di un altro indicatore di analisi grafica che respinge l’ascesa del prezzo. Una resistenza è affidabile se collega almeno due massimi generati dalla linea di prezzo e genera segnali operativi in caso di rimbalzo (segnale di sell) o di breakout (segnale di buy).

Il difetto di questi due strumenti è che sono tracciati soggettivamente dal trader in base alla sua visione di mercato. Nello stesso grafico dello stesso assets, dunque, esistono migliaia di differenti linee di supporto e resistenza disegnate da trader diversi in base alla loro visione e alla loro analisi tecnica.

I pivot points, invece, generano supporti e resistenza oggettive, basate su dati reali, ovvero i prezzi di chiusura, massimo e minimo registrati in precedenza nel grafico. La visione uniforme per tutti gli operatori finanziari è il vantaggio principale dell’utilizzo di questo strumento rispetto a supporti e resistenze tracciati manualmente.

È possibile ricavare diversi pivot points, più precisamente 7 differenti livelli di supporto e di resistenza, ed utilizzare questi punti perno come indicatori di probabili cambi di direzione del mercato durante una sessione di trading. I livelli determinati dai Pivot Points possono essere toccati ed anche infranti più volte per sessione, generando ogni volta segnali di ingresso che, se confermati da altri indicatori, possono tramutarsi in ottimi punti per l’apertura di operazioni short e long.

L’utilizzo di questo indicatore come unico strumento su cui basare una strategia di trading è una pratica sconsigliata, trattandosi di uno strumento di analisi grafica. La versatilità dei Pivot Point, però, unita all’alto valore predittivo dello strumento, rendono efficace la sua combinazione con oscillatori come RSI e Stocastico.

Proseguendo nella lettura potrai approfondire ulteriormente il funzionamento dei Pivot Point e comprendere a fondo la loro utilità all’interno del grafico di un asset.

Pivot Point Come Funziona

I pivot Points sono dei livelli critici di prezzo che permettono di individuare visivamente le zone cosiddette “critiche dove posso avvenire ritracciamenti e inversioni all’interno di un grafico del prezzo di uno strumento finanziario.

La determinazione dei pivot points è definita da precise formule matematiche che portano a distinguere questi indicatori per la loro oggettività rispetto a supporti e resistenze tradizionali, tracciati manualmente dell’investitore e quindi in modo soggettivo.

Questo strumento è formato da 7 livelli critici:

  • 3 resistenze (R1, R2, R3)
  • 3 supporti (S1, S2, S3)
  • 1 punto di svolta

Attraverso l’analisi di fattori quali il prezzo massimo, il prezzo minimo ed il prezzo di chiusura del periodo precedente, l’indicatore individua dunque alcuni punti cardine attorno ai quali potranno formarsi nuovi livelli di supporto e resistenza nella giornata di contrattazione successiva.

Il funzionamento alla base dell’indicatore è piuttosto semplice e intuitivo.
Il punto di svolta, detto anche Pivot Centrale, è composto da una linea nera e la sua funzione principale è indicare il trend di giornata:

  • Se il prezzo giornaliero apre al di sotto del pivot centrale, sono gli orsi a prevalere sul mercato (trader ribassisti) ed è dunque sconsigliata l’apertura di operazioni long perché contro tendenza;
  • Se l’inizio delle contrattazioni giornaliere avviene al di sopra del pivot centrale, il trend giornaliero è rialzista ed l’investitore andrà alla ricerca di eventuali punti di ingresso per operazioni di acquisto.

Se però la linea di prezzo rimane tra la prima resistenza (R1) e supporto (S1), l’andamento del trend è costante e il mercato si trova in una fase di stallo.

Alla rottura della resistenza R1, si evidenzia una forte spinta rialzista che culmina al raggiungimento di R2. La fase tra R2 e R3 è identificata, invece, come fase di ipercomprato.

Viceversa, la rottura del supporto S1 provocherà un rally ribassista caratterizzato da forte momentum fino al raggiungimento di S2. La zona di prezzo compresa tra S2 e S3 è interpretata anche in questo caso come una zona di prezzo estrema, ovvero zona di ipervenduto.

I pivot points sono utilizzati su base quotidiana al fine di inquadrare i movimenti di prezzo all’interno di precisi pattern ed ottenere preziose indicazioni su cui incentrare la propria strategia di trading ed le proprie decisioni di investimento.

Utilizzati come supporti permettono di delineare la zona di prezzo sulla quale l’andamento al ribasso dei prezzi tende a fermarsi. Usati invece come resistenze, invece, identificano il livello prezzo sulla quale al contrario è l’andamento al rialzo dei prezzi che tende ad arrestarsi.

Un’altra rilevante differenza tra i classici supporti e le resistenze ed i pivot point riguarda il timing di tracciamento. Mentre gli indicatori grafici tradizionali vengono tracciati basandosi su movimenti di prezzi già avvenuti sul mercato e sono, dunque, fondati sul sentiment del mercato e sull’influenza psicologica che un livello toccato in passato eserciterà sugli operatori finanziari in futuro.

I punti pivot invece sono dati da calcoli fondati sui dati di prezzo relativi al giorno precedente e validi nella successiva giornata di contrattazione, fornendo così delle fasce di prezzo più affidabili e non vincolate all’andamento passato del grafico.

Leggi anche: Psicologia del Trading

Come si calcolano i Pivot Point

Pur essendo il metodo di calcolo dei pivot points estremamente lineare, non è compito dell’investitore calcolare manualmente i livelli di supporto e resistenza.

Le piattaforme di trading online moderne sono infatti dotate di algoritmi in grado di generare in pochi istanti i pivot points per la giornata presente. I dati restituiti dai software sono dati standard, modificabili e customizzabili a seconda delle esigenze del trader, il quale può aumentare o diminuire i periodi analizzati in base all’orizzonte temporale che analizza nel corso della sua operatività.

Comprendere però quali sono i fattori che influiscono nel calcolo dei pivot points è necessario. Ogni buon trader conosce a fondo i meccanismi che influenzano i movimenti degli indicatori utilizzati per meglio riconoscere i falsi segnali e le situazioni in cui è meglio non entrare sul mercato.

I fattori che determinano il calcolo dei punti di rotazione sono:

  • il prezzo massimo (H)
  • il prezzo minimo (L)
  • il prezzo di chiusura (C)

Questi dati solitamente si riferiscono alla candela precedente in D1, ma molto dipende dal lasso temporale utilizzato dall’investitore.

I Punti Pivot sono in totale 6, escluso il Pivot Centrale, 3 livelli di supporto e 3 livelli di resistenza, ognuno di essi ha una formula differente. Al completamento di tutte le elaborazioni dei dati richiesti, sarà possibile visualizzare sul grafico i livelli fissi dei pivot, di cui il mercato dovrebbe statisticamente tenere conto nella giornata di contrattazione.

Ecco di seguito le principali formule per calcolare i punti perno.

Il calcolo del prezzo medio, o Average Price (AP), è necessario per l’ottenimento dei livelli di resistenza e supporto.

AP= (H + C + L) /3

Dato il valore di AP si può procedere al calcolo dei Pivot Points mediante le seguenti formule:

S1 —> 1° Livello di Supporto = ( 2 x AP) – H

S2 —> 2° Livello di Supporto = AP – (R1 – S1 )

S3 —> 3° Livello di Supporto = S 2 – (H – L )

R1 —> 1° Livello di Resistenza = (2 x AP) – L

R2 —> 2° Livello di Resistenza = ( AP – S1 ) + R1

R3 —> 3° Livello di Resistenza = R 2 + (H – L )

Esiste però una seconda metodologia di calcolo dei punto di rotazione.
Il secondo metodo di calcolo dei Pivot Point è legato al matematico pisano Fibonacci: le formule da lui lasciare in eredità sono state adattate dagli investitori al calcolo di una particolare tipologia di punti pivot , considerata ancora più dettagliata e precisa che quella tradizionale appena illustrata.

Le equazioni di Fibonacci così riadattate permettono di individuare i seguenti punti:

1° Livello di Resistenza = Pivot + 0.382 x (H – L)

2° Livello di Resistenza = Pivot + 0.618 x (H – L)

3° Livello di Resistenza = Pivot + 1.000 x (H – L)

1° Livello di Supporto = Pivot – 0.382 x (H – L)

2° Livello di Supporto = Pivot – 0.618 x (H – L)

3° Livello di Supporto = Pivot – 1.000 x (H – L)

Anche questi calcoli non sono effettuati dall’investitore ma dalle piattaforme di trading, il compito principale dell’analista è lo studio del grafico per comprendere se le zone evidenziate dai Pivot sono affidabili per l’apertura di un’operazione.

Vediamo quindi come vengono rappresentati graficamente questi livelli di resistenza e supporto.

Pivot Point Grafico

A livello grafico i Pivot Point sono rappresentati da 7 linee orizzontali in totale, come si può vedere nell’immagine sottostante.

Come si presentano i Pivot Point – Nell’immagine un pivot centrate (in nero), 3 line di resistenza (in rosso) e 3 linee di supporto (in verde)

Il Pivot Centrale è di colore nero ed è la linea grafica che indica il trend di giornata del grafico (o il trend di fondo, se utilizzato a time frame più alti).

Le 3 linee di resistenza sono di colore rosso e sono disposte nel seguente ordine dal basso verso l’alto: R1, R2, R3. Graficamente le 3 linee di supporto, invece, sono disposte dall’alto verso il basso nell’ordine S1, S2, S3 e sono identificate con il colore verde.

Essendo i punti pivot direttamente discendenti dalle oscillazioni dei prezzi della giornata di contrattazione precedente, inserendoli all’interno del grafico si potrà immediatamente notare come l’andamento del titolo sembra rispettare esattamente la presenza dei punti pivot .

L’andamento dei livelli è però fittizio poiché si aggiorna giornalmente in base ai dati del periodo precedente, a differenze di supporti e resistenze tradizionali, i quali non subiscono variazioni dal momento in cui sono tracciati. Occorre fare attenzione, dunque, a non farsi ingannare dall’ipotetica infallibilità dei Pivot Point poiché la loro posizione varia periodicamente insieme al prezzo. 

Sui mercati finanziari non esistono certezze e indicatori capaci di garantire una validità assoluta: può capitare che anche i punti di rotazione restituiscano falsi segnali ed è necessaria l’integrazione con altri strumenti tecnici, come oscillatori e indicatori.

Come si usano i Pivot Point

Attraverso l’analisi di prezzi minimi, massimi e di chiusura del giorno precedente, il trader ricava 7 punti critici da utilizzare come livelli di prezzo durante l’operatività giornaliera: 3 di resistenza, 3 di supporto ed il punto di prezzo medio (AP), detto anche Pivot Centrale.

L’utilizzo dei punti pivot prevede innanzitutto l’analisi della direzione primaria del mercato nel time frame in cui il trader aprirà le sue operazioni. Per adempiere a questo compito è fondamentale il Pivot Centrale, il quale indica il trend giornaliero dell’asset in base all’apertura della prima candela della seduta.

Un’apertura al di sopra del Pivot Centrale indica buone possibilità che sia una giornata caratterizzata da contrattazioni al rialzo, viceversa, l’apertura della candela al di sotto del punto centrale aumenta le possibilità che il trend giornaliero sia ribassista.

La funzione principale dei punti di rotazione è aiutare l’investitore nell’identificare i migliori punti di ingresso e di uscita dal mercato , in aggiunta ai livelli di prezzo maggiormente sensibili in prossimità dei quali è possibile aspettarsi un significativo rimbalzo o caduta dei prezzi. Per adempiere alla sua funzione di supporto, i Punti Pivot sono composti da 6 livelli di supporto e di resistenza.

Come qualsiasi indicatore grafico, la loro funzione è interscambiabile a seconda della posizione del prezzo, ovvero quando la linea di prezzo è posta al di sopra del punto pivot, esso è considerabile come un supporto mentre quando il prezzo si trova al di sotto di tale punto, il pivot è considerabile come una resistenza . 

Naturalmente i livelli sono calcolati esattamente per accompagnare il movimento del prezzo come previsto (R1, R2, R3, S1, S2, S3) ma notizie macroeconomiche possono generare violente fluttuazioni di prezzo e invertire la funzione di supporti e resistenze.

Più un punto pivot resiste alla pressione del prezzo, più sarà considerato agli occhi dell’investitore un livello di resistenza o supporto importante.
In seguito all’apertura di un’operazione short o long, la versatilità dei Pivot Point permette di utilizzare i livelli individuato come target di prezzo dove posizionare il Take Profit e come punto di uscita per posizionare lo Stop Loss.

Come Fare Trading con Pivot Point

L’operatività del trader che si avvale dell’utilizzo dei pivot point è caratterizzata da due distinti utilizzi dello strumento.

La prima analisi effettuata attraverso i punti pivot consiste nella determinazione del trend primario di mercato nel time frame selezionato per operare. Il Pivot centrale, ossia l’average price, posizionato al centro dei livelli di supporto e resistenza, definisce la direzione attuale del prezzo. L’apertura dei prezzi giornalieri al di sopra del Pivot centrale indica un trend rialzista e viceversa nel caso di un’apertura al di sotto, dove il mercato sarà caratterizzato da spinte ribassiste.

Per i titoli caratterizzati da fenomeni di Mean Reversion (ovvero la predisposizione del prezzo a tornare sempre verso il suo prezzo medio), il Pivot Centrale medio viene considerato un punto naturale di attrazione dei prezzi, fondamentale per formulare le strategie operative di breve termine.

L’utilizzo dei pivot points come strumento ausiliare della propria strategia di trading, invece, prevede una funzione del tutto identica alle tradizionali linee di supporto e resistenza. I livelli critici identificati dall’indicatore sono dunque necessari per decidere quando aprire posizioni short o long e quando chiuderle, attraverso l’identificazione dei corretti punti di ingresso e uscita.

I rimbalzi e i breakout dei livelli di supporto e resistenza generano segnali di ingresso per l’apertura di trade. 

A livello prettamente operativo, il Pivot centrale è identificato come punto di svolta. La zona del grafico compresa tra R1 e S1 è una fase di congestione e accumulazione, il breakout di uno dei due livelli genera una spinta direzionale caratterizzata da momentum (ovvero un movimento di prezzo forte e veloce). Il raggiungimento dei livelli R2 o S2 indica l’ingresso di una fase di Ipervenduto/ipercomprato che accompagna l’esaurimento della spinta direzionale fino a R3 o S3, dove è plausibile avvenga un’inversione di prezzo.

Vediamo ora quali sono gli eventi attraverso i quali i Pivot Points generano segnali di buy o di sell

Pivot Point: Segnale di acquisto (buy)

I pivot points possono fornire segnali di acquisto e spingere all’apertura di posizioni long in due casi principali: i rimbalzi e i breakout. Come nel caso degli indicatori grafici tradizionali, il rimbalzo su un livello di supporto genera un forte segnale di buy.

Nell’immagine sottostante, il rimbalzo su S1 genera un ritracciamento di prezzo che si manifesta in una spinta rialzista.

Nell’immagine il prezzo rimbalza su S1 dopo il breakout del Pivot Centrale e genera così un punto di ingresso per un’operazione long nel in un contesto di day trading

Il breakout delle linee di resistenza (R1,R2,R3) genera simultaneamente segnali di buy, ma occorre fare attenzione e qual è la linea rotta dal prezzo.

Un breakout del livello R1 ha un valore molto più importante agli occhi di un trader rispetto alla rottura della resistenza R3, la quale rappresenta molto più probabilmente un pull-back di prezzo in quanto la spinta direzionale ha ormai esaurito il suo corso. 

Pivot Point: Segnale di vendita (sell)

L’ apertura di una posizione short, ossia di vendita allo scoperto, ha delle meccaniche simili ma inverse rispetto all’apertura delle operazioni di acquisto. Il rimbalzo della linea di prezzo su una delle 3 resistenze (R1,R2,R3) genera un chiaro punto di ingresso per un’operazione short.

Viceversa, il breakout di uno dei livelli di supporto (S1,S2,S3) non sempre genera un valido segnale di Sell. La rottura del supporto S1 ha molto più valore, infatti, delle rotture dei valori S2 e S3, dove vi è rispettivamente l’ingresso in fase di ipercomprato e l’esaurimento della spinta direzionali ribassista.

L’immagine qui sotto mostra un segnale di sell generato dalla rottura del livello S1.

Dopo un’apertura rialzista, il breakout del Pivot Centrale e della linea S1 genera un forte segnale di vendita – Nell’immagine vediamo anche un pullback su S1 a conferma del segnale

Nel caso di un breakout dei pivot points, al rialzo o al ribasso, è consigliabile avere chiara la propria strategia di trading e saper padroneggiare anche gli eventuali punti di uscita dal mercato che si desidera rispettare, che siano in linea con il proprio modo di operare sui mercati e con le proprie possibilità di rischio.

È possibile in quest’ottica usare i punti S1 ed R1 come principali livelli di supporto e di resistenza, e considerare, in caso di rottura di questi, gli altri punti pivot individuati tramite i calcoli (R2, R3, S2, S3) come papabili punti di uscita dai mercati . Essi rappresentano infatti un raggiungimento delle fasi di ipercomprato o ipervenduto, ovvero aree limite dove è verosimile che si verifichino inversioni del trend e dove può essere oculato posizionare i propri stop loss o i target price desiderati, per garantirsi la dovuta copertura operativa.

Ulteriori consigli utili

Esistono alcune regole di base che rendono l’applicazione dei pivot points più efficace e migliorano l’esperienza di utilizzo dell’investitore con questo indicatore.

La volatilità crea movimenti di prezzo forti e imprevedibili che portano a breakout e rimbalzi dei pivot Point senza generare realmente segnali operativi. Quando si sceglie, dunque, di applicare una strategia basata sui Pivot points, bisogna valutare preventivamente la volatilità di un titolo poiché potrebbe falsare i segnali generati dall’indicatore.

La scelta del mercato finanziario è importante se si vuole utilizzare questo indicatore, mercati come quello azionario sono sconsigliati in quanto molto volatili e soggetti a gap e lap di prezzo. Il mercato ideale dove applicare strategie che sfruttano le i livelli di prezzo generati da i Pivot Points è quindi il Forex.

Nel creare una strategia efficace di investimento, il compito dell’investitore è quello di adattare l’uso dei pivot points al proprio personale stile di trading. Esistono tipologie di investitori che possono trarre maggiori vantaggi dall’utilizzo di questo indicatore, in particolare chi opera in contesti di trading intraday e swing trading.

Il trading intraday, ovvero una tecnica di investimento che prevede l’apertura e la chiusura delle operazione nell’arco della giornata, privilegia l’utilizzo di punti pivot quotidiani (D1), mentre nel quadro di una tattica di swing trading, che operazioni che possono durare da 1 a 4 giorni, occorre utilizzare dei punti pivot settimanali (W1) che permettano di avere una visone del mercato più a lungo raggio.

Considerazioni finali

I Pivot point sono un ottimo strumento per ottenere una rapida visone grafica dei punti critici di mercato, ovvero i livelli su cui statisticamente si registrano le maggiori reazioni prezzo.

Poiché tali livelli di prezzo possono essere soggetti a rotture e ritracciamenti, tanto al rialzo quanto al ribasso, è necessario validare il segnale dato dai pivot con altri indicatori tecnici per determinare ad esempio la volatilità di un mercato o la forza di un movimento.

I pivot Point non sono infatti in grado di generare segnali del tutto affidabili se utilizzati in solitaria, ma occorre validare i punti di ingresso individuati tramite l’ausilio di altri indicatori, inserendo lo strumento all’interno di una strategia di trading ben precisa.

Esistono infatti altri indicatori che, se abbinati e settati correttamente, possono confermare i segnali di buy e sell generati dai Pivot Points. Ti consigliamo quindi di approfondire la nostra categoria “Indicatori e oscillatori” per leggere altre guide dettagliate sull’utilizzo di questi indicatori di trading e altri tra i più performanti dell’ultimo anno.

Imparare dunque a padroneggiare il metodo dei pivot points e ad abbinarlo con altri indispensabili indicatori di analisi tecnica può portare a risultati di investimento decisamente soddisfacenti, a patto che si comprendano a fondo i meccanismi di questo strumento e i fattori di mercato che possono portarlo a generare segnali meno affidabili.

2 Comments

  1. Antonio

    22 Febbraio 2024 at 19:40

    Salve mi e stato molto utile leggere come fare trading con pivot adesso ho cominciato a capire come fare trading mi sento più sicuro grazie

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