Finanza Personale
Superbonus, chi ne ha usufruito adesso deve pagare l’Imu più alta del 30%
Chi ha usufruito delle agevolazioni connesse al Superbonus adesso dovrà versare un’Imu più alta del 30%. Cerchiamo di capire il perché.
Riflettori puntati sulle famiglie che, nel corso degli ultimi anni, hanno usufruito delle agevolazioni connesse con il Superbonus e non hanno aggiornato la posizione catastale dell’immobile sul quale sono stati effettuati gli interventi. Partono le prime verifiche per accertare che siano stati effettuati i debiti aggiornamenti al catasto.
Ricordiamo, infatti, che la Legge di Bilancio 2024 (per la precisione i commi 86 e 96) aveva previsto che l’Agenzia delle Entrate si accertasse che i diretti interessati avessero presentato la dichiarazione di variazione dello stato dei beni. L’operazione avrebbe dovuto coinvolgere tutte le unità immobiliari oggetto di interventi agevolati con il Superbonus.
Nuovi chiarimenti su questo obbligo sono arrivati attraverso la Legge di Bilancio 2025. Il Ministro all’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha poi confermato l’avvio delle supervisioni.
Ma cerchiamo di capire quale impatto ha il Superbonus e a quali controlli verranno sottoposti i contribuenti coinvolti dalle operazioni di verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Superbonus, i dati al vaglio dell’AdE
A fare il punto della situazione sui controlli che ha intenzione di effettuare l’Agenzia delle Entrate è l’ex direttore Ernesto Maria Ruffini, che nel corso della relazione di fine anno ha spiegato che si comincerà dalle cessioni dei crediti d’imposta.
Quello che verrà effettuato non sarà un avvio formale del controllo, ma un semplice invito ad illustrare agli uffici competenti la propria posizione. All’invio delle lettere si arriverà dopo aver incrociato una serie di dati. All’interno della relazione di Ruffini viene spiegato che il fulcro dell’operazione è costituito dal confronto tra:
le comunicazioni dell’opzione relativa agli interventi di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, rischio sismico, impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica.
In altre parole si andranno a prendere in considerazione i dati contenuti all’interno del catasto e verranno confrontati con quelli contenuti all’interno delle varie comunicazioni.
L’azione del governo sembrerebbe avere un obiettivo ben preciso: quello di applicare due diverse misure al momento già esistenti, ma che sono state attuate troppo poco.
La prima è relativa al censimento delle cosiddette case fantasma, ossia quegli immobili completamente sconosciuti al fisco, che potrebbero essere portati in evidenza anche grazie a delle foto aeree. Questa operazione potrebbe essere effettuata grazie al Piano Integrato di attività e organizzazione dell’Agenzia delle Entrate 2024-2026, che prevede di portare dal 45% al 70% la percentuale del territorio nazionale che verrà sottoposto a controllo cartografico.
La seconda misura è quella citata in apertura di articolo, che prevede l’obbligo di presentare la dichiarazione di variazione dello stato dei beni per aggiornare i dati del catasto degli immobili oggetto di interventi agevolati con il Superbonus. L’operazione deve essere effettuata entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori, quando questi abbiano variato lo stato dell’immobile. Stiamo parlando di un adempimento che è previsto fin dal 1994.
Aggiornamento catasto ed impatto sull’Imu
I lavori agevolati con il Superbonus, a questo punto, vanno ad impattare direttamente sull’Imu, nei casi in cui deve essere pagato. Ricordiamo, infatti, che l’importo da versare cresce in modo proporzionale alla rendita catastale.
Stando ad alcune simulazioni che sono apparse sul portale della Gazzetta Ufficiale, la rendita potrebbe crescere fino al 30% nell’ipotesi in cui i lavori abbiano coinvolto degli immobili nelle zone semicentrali di Roma e Milano che passino due classi catastali a fine lavori. Oltre all’Imu crescerebbero anche le imposte di registro e l’Iva nelle compravendite.
Stando ai dati contenuti all’interno dell’ultimo rapporto dell’Enea – aggiornato a fine agosto 2024 – gli edifici ristrutturati grazie al Superbonus sono stati 496.315 dei quali 133.902 erano dei condomini, al cui interno c’erano due o più case.
I soggetti che potrebbero essere essere sottoposti a dei controlli, però, potrebbero essere molti di più, se si dovessero prendere in considerazione tutte le migliorie apportate agli immobili nel corso degli anni grazie ai vari bonus edilizi. Complessivamente i soggetti tenuti al versamento dell’Imu sono 25 milioni.