Finanza Personale
Tasse, una zavorra che strangola la vita di imprese e privati nel 2024
Le tasse sono una zavorra per le imprese e i privati, che non riescono a tenere il passo con gli altri paesi dell’Unione europea.
Tasse, una zavorra per le imprese italiane. A cui si aggiungono i problemi connessi al conflitto russo-ucraino, che alle aziende del nostro paese è costato qualcosa come 155,1 miliardi di euro. Solo per avere un’idea di quanto stia accadendo, basti pensare che la pressione fiscale in Italia nel 2023 si è trasformata in qualcosa come 36,6 miliardi di euro di maggiori tasse che imprese e cittadini devono pagare. Pari a 620 euro pro capite in più rispetto al resto dell’Eurozona.
A metterlo in evidenza è l’Ufficio Studi Confartigianato: in una recente analisi ha scattato una fotografia su quelli che sono i principali problemi che devono affrontare imprese e cittadini: tasse e la guerra in Ucraina.
Tasse e conflitto in Ucraina, le zavorre delle imprese
155,1 miliardi di euro è il costo che stanno pagando dal 2022 ad oggi le imprese italiane per il conflitto russo-ucraino. A determinare questa pesante fase di stallo economico sono le mancate esportazioni verso i due paesi coinvolti nella guerra, che ha determinato una perdita di 13,4 miliardi di euro. A cui si devono andare ad aggiungere i 18,4 miliardi di euro di mancate esportazioni verso la Germania e i maggiori costi sostenuti per acquistare l’energia, pari a 78,9 miliardi di euro. Da non dimenticare, infine, i 44,3 miliardi di maggiori oneri finanziari che sono stati determinati dall’aumento dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione.
Purtroppo le tensioni geopolitiche non sono destinate a fermarsi. Un altro shock ai prezzi energetici potrebbe arrivare arrivare dal protrarsi della crisi in Medio Oriente, destinata da avere un impatto recessivo sul Pil dell’Italia per 18,8 miliardi di euro nel corso del biennio 2025.
Le tasse, inutile negarlo, pesano sull’attività degli imprenditori: la pressione fiscale nel 2023 ha registrato un aumento pari a 36,6 miliardi di euro di imposte per le imprese e i cittadini. In Italia, rispetto al resto dell’Eurozona, si paga 620 euro di tasse pro capite in più.
A strangolare l’attività delle imprese e la vita delle famiglie non sono solo le tasse e il conflitto in Ucraina: c’è anche il caro bollette. Nel corso del biennio 2022-2023 le piccole imprese hanno dovuto pagare qualcosa come 11,8 miliardi di euro di energia elettrica in più rispetto alla media degli altri paesi dell’Unione europea.
Burocrazia e manodopera, gli altri problemi delle imprese
A preoccupare le imprese non è unicamente il fronte delle tasse, ma anche quello della burocrazia. Almeno il 73% degli imprenditori si è lamentato che le procedure amministrative sono complesse: stiamo parlando di sette punti percentuali in più rispetto al 66% della media dell’Unione europea. Ma non solo: il 78% degli imprenditori ha la sensazione di essere ostacolato dai continui cambiamenti legislativi. In questo caso stiamo parlando di ben 14 punti percentuali in più rispetto al 64% della media dell’Unione europea.
La vita degli imprenditori, inoltre, è complicata dalla carenza di manodopera. Il fenomeno continua a crescere, tanto che nel corso del mese di novembre 2024 le aziende di manifattura e servizi hanno difficoltà a reperire almeno il 47,9% del personale necessario: mancano 207.790 lavoratori. Sono 2,1 punti percentuali in più rispetto al 45,1% del 2023. in Italia si è venuto a generare un paradosso: i giovani non cercano lavoro, ma le aziende cercano lavoratori. Sempre Confartigianato, in un suo rapporto, ha messo in evidenza che i giovani inattivi tra 25 e 34 anni sono pari a 1.495.000 euro: un vero e proprio primato negativo per il nostro paese nell’Unione europea, con un tasso del 24,2% a fronte del 14,1% della media dell’Ue.
Anche in questo contesto pesano le tasse – o più correttamente – il cuneo fiscale sul lavoro. Nel nostro paese è pari al 41,1%, che corrisponde a 3,5 punti in più rispetto al 41,6% della media dei 22 paesi avanzati membri dell’Unione europea e a 10,3 punti in più rispetto alla media dei paesi che fanno parte dell’Ocse.