Guide Indici di Borsa
Migliori Broker Indici di Borsa
I broker indici sono intermediari finanziari che permettono di investire su panieri azionari, che replicano l’andamento di interi indici di borsa. Nella totalità dei casi si tratta di investimenti indiretti e tramite CFD, a meno di non volersi rivolgere all’altro strumento di replica tipico, ovvero gli Exchange Traded Fund.
Gli indici, soprattutto durante un momento di forte ripresa delle borse mondiali, sono diventati un’importante alternativa di investimento a strumenti classici come le azioni, il Forex e le materie prime – e molti dei migliori broker per l’investimento hanno cominciato ad offrire con convinzione questo tipo di strumenti.
Non tutti però lo fanno alle stesse condizioni, con lo stesso assortimento e soprattutto con gli stessi strumenti. Sarà questo il necessario oggetto di indagine da parte di chi è alla ricerca di buoni broker per l’investimento in questo mercato.
Broker per gli Indici di Borsa – caratteristiche:
💰Quanto costano: | Spread + commissioni overnight |
🔍Tipologia trading: | CFD |
🤑Spreads: | Variabili |
👍Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
🥇Migliori broker azioni: | eToro / Capital.com / Trade.com / FP Markets |
Broker indici cosa sono
I broker indici sono broker che hanno, a listino, titoli che replicano l’andamento degli indici di borsa mondiali, continentali o nazionali. La replica avviene tipicamente in modo sintetico – limitandosi a riportare l’andamento confermato dai gestori degli indici stessi e con i tipici strumenti che siamo abituati ad utilizzare per altri tipi di investimento.
Potrebbe essere purtroppo poco chiara l’effettiva essenza dei broker di indici, motivo per il quale scomponiamo anche in questo caso la definizione, per capire la portata di questo tipo di intermediari.
- Broker
Partiamo dal punto fondamentale. I broker indici sono a tutti gli effetti dei broker – ovvero degli intermediari di investimento. Difficilmente operano soltanto sul mercato degli indici – in quanto oggi un broker che vuole definirsi completo non può che inserire anche altri tipi di titoli all’interno della sua offerta.
- Con titoli a listino che replicano l’andamento degli indici
Non esistono titoli di acquisto diretto degli indici. Si tratta di una media matematica che viene calcolata in diversi modi – scelti a totale discrezione del gestore dell’indice. Questo si traduce nella necessità, per chi volesse investire negli indici, di trovare titoli che replichino, direttamente o indirettamente, la composizione dell’indice stesso.
Questo ruolo è stato già ricoperto – e continuerà ad esserlo, dagli ETF. In aggiunta, i broker che vogliono offrire investimenti direttamente in indici, hanno iniziato ad offrire CFD, ovvero i famosi Contratti per Differenza.
Sono questi dei titoli che offrono la possibilità di investire a margine, di operare anche con vendita allo scoperto e che seguono 1:1 l’andamento dell’indice, con una replica di carattere sintetico.
- Integrano una piattaforma di trading
I broker Indici non possono definirsi come tali senza offrire una piattaforma tramite la quale accedere ai mercati, gestire gli ordini, analizzare l’andamento dei titoli. I migliori broker per fare trading in indici offrono tutti questo tipo di servizio, o in soluzione proprietaria e privata, oppure ancora in soluzione terza, come nel caso di MetaTrader.
Tra le funzionalità che devono essere necessariamente offerte da un broker indici, non può comunque mancare una buona piattaforma di negoziazione, che diventerà la stanza dei bottoni dalla quale gestiremo nel complesso il nostro investimento, possibilmente avendo più strumenti possibili a disposizione.
- Selezione di indici
I broker indici devono offrire una buona selezione di questi titoli. Ogni borsa del mondo ha uno più indici sui quali puntare ed è forse anche inutile sottolineare come la scelta giusta in questo senso sia quella di affidarsi ad un broker che ne offre una buona selezione.
Rimane comunque velleitario cercare un broker che quoti tutti gli indici mondiali: sono centinaia, dei quali molti di scarso interesse e altrettanto scarsa liquidità. La qualità precede la quantità, se l’offerta che ci interessa è quella dei migliori broker di indici.
- Servizi aggiuntivi
I migliori broker di indici offrono anche diversi servizi aggiuntivi, che permettono di ottenere migliori analisi – e conseguente migliori performance – sui mercati. Spesso al competizione dei migliori intermediari si traduce proprio in una lotta all’ultimo servizio offerto ai propri clienti. Molti di questi – pensiamo al servizio di CopyTrader di eToro offrono dei vantaggi competitivi molto importanti per i clienti che dovessero scegliere il broker. Altri sono sicuramente meno di impatto, ma comunque utili per migliorare le posizioni e l’investimento in indici in generale.
Migliori broker per Indici di Borsa europei e mondiali: Classifica 2022
Abbiamo selezionato una lista di quattro broker, che riteniamo essere i migliori per fare trading sugli indici. Broker legali, con licenza europea e che offrono piattaforme di qualità, a costi contenuti per il trading.
[broker]
eToro è un broker CFD e DMA che offre, sui suoi listini, anche accesso a contratti per differenza sugli indici. Ad oggi ne sono presenti 13, con una lista è aggiornata periodicamente, per inserire quegli indici che possono essere di maggiore interesse per i clienti del broker.
Gli investimenti di eToro sono gestiti tramite una piattaforma proprietaria, accessibile via web tramite qualunque tipo di computer, nonché via App, scaricabile sia per iPhone che per iPad, nonché per i dispositivi Android.
eToro offre anche, gratuitamente, il CopyTrading, che permette di copiare le posizioni degli altri trader, con un semplice click. Un altro aiuto per chi vuole investire senza avere grande esperienza.
eToro si può provare in demo, conto gratuito con 100.000 USD di capitale virtuale, tramite il quale è possibile investire su tutti gli asset presenti sulla piattaforma (oltre 2.100) e accedendo a tutti i servizi di questo broker, leader mondiale del fintech.
Esclusività: | CopyTrader / Social Trading |
N° indici: | 13+ |
Spread variabili: | Si |
Demo trading azioni: | Si |
Tipologia di trading: | Trading in CFD |
Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
Sito ufficiale: | https://www.etoro.com/it |
Capital.com è un broker esclusivamente in CFD, che propone ai suoi clienti contratti su oltre 3.000 asset. Tra questi sono presenti 20 indici, che rappresentano tutte le migliori borse del mondo, in aggiunta alla possibilità di puntare anche su Russel 2000 (particolarmente raro al di fuori del mondo degli ETF) e anche di indici come il VIX/VXX, dedicato invece alla volatilità dei mercati.
Capital.com propone una piattaforma di trading proprietaria, anche questa disponibile via web, su ogni tipo di computer e in aggiunta come App per dispositivi Apple o Android.
Anche Capital.com propone un conto demo gratuito, con 1.000 USD di capitale virtuale (ricaricabile all’esaurimento), al quale possono essere aggiunti a piacimento trance di 10.000 USD, sempre in modo gratuito.
Esclusività: | Intelligenza artificiale / InvestMate |
N° indici: | 20+ |
Spread variabili: | Si |
Demo trading azioni: | Si |
Tipologia di trading: | Trading in CFD |
Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
Sito ufficiale: | https://capital.com/it/ |
FP Markets è un broker con una grande profondità di mercato principalmente sul mercato azionario. Offre anche diversi indici, selezionati tra i migliori al mondo. Broker australiano, ha una regolare licenza europea e permette a tutti di investire con minimi molto bassi e spread vicini allo zero.
Gli indici attualmente presenti sulla piattaforma sono 17, accessibili sia via MetaTrader, piattaforma di grande qualità e riconosciuta universalmente come una delle migliori al mondo, sia tramite IRESS Platform, con DMA Pricing, ovvero senza spread ma con commissione fissa.
FP Markets si può testare in demo gratis, con 100.000 USD di capitale virtuale e nessun tipo di limite per l’utilizzo temporale del conto stesso. Un broker storico, tra i più apprezzati al mondo e sicuramente uno di quelli da tenere in considerazione anche per gli investimenti in indici.
Esclusività: | MyFXBook + Autochartist |
N° indici: | 17+ |
Spread variabili: | Si |
Demo trading azioni: | Si |
Tipologia di trading: | Trading in CFD / DMA Pricing |
Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
Sito ufficiale: | https://fpmarkets.com/it/ |
Anche Trade.com è un broker CFD e DMA che propone a listino degli indici. Attualmente ne sono disponibili sulla piattaforma 7, che sono quantitativamente pochi, pur rappresentando però i migliori su scala mondiale. Trade.com offre in aggiunta oltre 2.300 titoli i modalità CFD e decine di migliaia in modalità DMA, dove però non sarà possibile investire sugli indici.
Per quanto concerne le piattaforme, siamo davanti ad un broker che propone sia la sua piattaforma proprietaria, sia MetaTrader, in libera scelta per il cliente finale.
Spread contenuti, la possibilità di scegliere Trading Central gratuitamente con investimenti oltre 10.000 euro di investimento e il conto demo gratuito completano il quadro di un broker sicuramente tra i più interessanti per fare trading online.
Esclusività: | Trading Central |
N° indici: | 7+ |
Spread variabili: | Si |
Demo trading azioni: | Si |
Tipologia di trading: | Trading in CFD |
Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
Sito ufficiale: | https://cfd.trade.com |
Broker per trading in indici: come funzionano?
I broker indici operano come intermediari e come controparte effettiva per ogni tipo di ordine sul mercato degli indici. Non essendo possibile inoltre acquistare titoli indice, perché non esistono, devono offrire contratti che ne replicano l’andamento. Sono al tempo stesso pertanto broker e market maker, situazione resasi necessaria dal funzionamento stesso degli indici.
- Market Maker
Nel nostro speciale dedicato agli indici, abbiamo già spiegato il funzionamento di questo tipo di investimento . Nei fatti non è possibile investire direttamente in indici, ma soltanto in titoli che ne replicano l’andamento, fisicamente o sinteticamente. I broker indici pertanto operano in modalità market maker, ovvero emettendo titoli over the counter (OTC) e impegnandosi a riacquistarli quando decideremo di chiudere la nostra posizione.
- A volte manca il collaterale
I broker online per il trading in CFD ci hanno abituato ad una doppia posizione, una nei confronti dei clienti e una replicata sui mercati. Difficilmente con gli indici riescono però a replicare la posizione a tutela della loro esposizione. Perché appunto gli indici sono di composizione modulare e che varia al cambiare dei rapporti tra prezzi e capitalizzazione delle azioni che lo compongono.
Il broker CFD può comunque scegliere di investire in un paniere di beni con composizione simile, a tutela della posizione aperta tra egli stesso e il cliente.
- Cosa acquistiamo da un broker indici quando apriamo una posizione
Quando apriamo una posizione presso un broker CFD di Indici – che ripetiamo essere oggi l’unica alternativa disponibile, soprattutto per chi investe piccoli capitali – stiamo in realtà acquistando un contratto, che rappresenta il valore dell’indice stesso. Il contratto per differenza è un titolo che però non può essere ceduto a terzi, e che è valido soltanto tra noi e il broker. Pertanto, quando apriremo una posizione, sarà il broker ad essere sempre nostra controparte, ovvero a venderci il contratto.
- Cosa vendiamo quando chiudiamo una posizione
In realtà non stiamo vendendo nulla, ma piuttosto dicendo al broker di indici che vogliamo che il contratto sia portato a termine. Viene pertanto valutata la differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo attuale e il broker si preoccupa di saldarci. Nel caso in cui il nostro investimento dovesse essere in profitto, sarà il broker a doverci pagare. In caso contrario, tratterà una parte del nostro capitale investito.
- L’investimento a margine
I broker di indici che operano tramite CFD offrono sempre la possibilità di operare a margine, ovvero di applicare della leva finanziaria. Possiamo moltiplicare la nostra esposizione – cioè operare coprendo solo una parte del nostro investimento totale.
Con una leva di 1:10, ad esempio, possiamo bloccare 1.000 USD per un investimento di 10.000 USD. L’andamento effettivo dell’indice sul quale avremo investito verrà moltiplicato per 10. E dunque se l’indice registrerà un +10%, il nostro profitto effettivo sarà del 100%. La leva finanziaria funziona anche però in senso inverso: davanti ad una perdita del 10% dell’indice, con una leva 1:10 ci troveremmo a perdere il 100%!
- La possibilità di vendere allo scoperto
I broker di indici offrono anche la possibilità di puntare sul ribasso degli indici che ci interessano. Si chiama vendita allo scoperto ed è un altro strumento la cui presenza dipende dall’impostazione a margine di questi broker. La vendita allo scoperto può essere particolarmente utile durante momenti di crisi, oppure ancora per fare hedging nei confronti di posizioni aperte su titoli in correlazione inversa.
- Orari di operatività
I broker in CFD – anche se offrono la possibilità di fare trading 24 ore su 24, devono necessariamente uniformarsi per gli orari di negoziazione del singolo titolo, a quelli della piazza che li quota. Pertanto in relazione all’indice o agli indici che avremo scelto per i nostri investimenti, dovremo operare secondo gli orari della borsa di riferimento.
Broker indici: varie tipologie
I broker che offrono indici sono tipicamente broker CFD e dunque broker Market Maker. Questo è dovuto all’impossibilità di trovare un titolo indice che viene negoziato direttamente sui mercati. L’alternativa più vicina che possiamo trovare all’investimento in indici è quanto viene offerto dai broker di ETF.
- Broker market maker in CFD
È la versione più classica dei broker per indici e permettono di accedere all’investimento su questi panieri tramite contratti per differenza. Uno strumento che oggi è molto apprezzato da chi investe, anche con piccole somme, grazie alla duttilità offerta da leva finanziaria, vendita allo scoperto e anche ordini frazionali.
I minimi di investimento sono molto bassi, così come sono bassi i minimi di ordine – permettendo di fatto a tutti di poter investire su questo tipo di strumenti, anche nel caso in cui i capitali investiti fossero particolarmente ridotti.
- Broker di ETF che replicano indici
Anche se non stiamo tecnicamente parlando di broker indici, gli intermediari che offrono ETF possono, sempre indirettamente, offrire accesso a questo tipo di mercato. Gli ETF replicano fisicamente o virtualmente l’andamento dell’intero indice, acquistando e vendendo titoli. Sono quotati presso le principali borse e replicano tutti i principali indici.
Rispetto ai CFD però presentano delle commissioni di gestione interne più alte, oltre ai costi di transazione tipicamente applicati dagli intermediari bancari che li trattano. Possono anche questi essere trattati dai broker CFD, che spesso li includono all’interno dei loro listini.
Come scegliere il miglior broker per Indici
Abbiamo scelto i quattro migliori broker applicando dei criteri e dei requisiti verificabili da tutti. Sono requisiti in larga parte applicabili a qualunque tipo di broker, che riguardano poi nello specifico anche i broker di indici. Alcuni di questi requisiti, inoltre, saranno maggiormente importanti per talune categorie di investitori. Li elenchiamo per equidistanza e trasparenza – in quanto ci permettono di considerare correttamente anche altri broker che potremmo incontrare in futuro.
Licenza di intermediari finanziari
L’Unione Europea regola molto strettamente i broker e gli intermediari. Devono dotarsi di una licenza, rilasciata da una delle autorità nazionali di controllo dei mercati e degli intermediari, come in Italia lo è CONSOB.
Un broker sprovvisto di questo tipo di licenza, è un broker che legalmente non può operare in Europa e che contestualmente non può offrire alcuna delle garanzie che la legge prevede a favore dei risparmiatori e degli investitori.
I migliori broker indici che abbiamo selezionato nella nostra guida sono tutti provvisti di regolare licenza europea – accompagnata talvolta da altre licenze, valide in ulteriori giurisdizioni. Si può decidere di investire tramite un broker sprovvisto di licenza europea, sebbene questo sia a nostro rischio e pericolo, perché le tutele legali, tutte, verrebbero a mancare.
eToro: | CySEC 🇨🇾 FCA 🇬🇧 ASIC 🇦🇺 |
Capital.com: | CySEC 🇨🇾 FCA 🇬🇧 |
Trade.com: | CySEC 🇨🇾 FCA 🇬🇧 |
FP Markets: | CySEC 🇨🇾 ASIC 🇦🇺 |
Numero di indici presenti e qualità degli stessi
La scelta di indici, anche presso i migliori broker indici a livello mondiale, è in genere ristretta. Vi è presente una selezione dei migliori, dei più liquidi e di quelli che ospitano le principali azioni del globo. La selezione non deve essere solo di quantità, ma anche di qualità. Inutile investire in un broker indici che non sia in grado di offrire i migliori indici del mondo, che notoriamente sono NASDAQ 100, DOW 30, DAX 30 ed altri in relazione anche alle necessità di investimento di ciascuno.
Bisogna pertanto, per decidere quali siano i migliori broker di indici, spulciare tra i listini presenti presso ciascun intermediario. A tale scopo, si possono anche preferire i broker che sono più attivi nell’inserimento di nuovi titoli sulle loro piattaforme.
eToro: | 13+ |
Capital.com: | 20+ |
Trade.com: | 7+ |
FP Markets: | 17+ |
Piattaforme di trading offerte
C’è bisogno di una grande piattaforma per investire al meglio sugli indici – e anche questa è responsabilità dei broker che sceglieremo. Le scuole di pensiero a riguardo sono 2: piattaforme di trading proprietarie e sviluppate dai broker, oppure soluzioni terze come MetaTrader.
La seconda è universalmente riconosciuta come una delle migliori piattaforme al mondo per fare trading. Tra le soluzioni proprietarie invece troviamo sia piattaforme di qualità, sia invece piattaforme ampiamente rivedibili.
È inoltre importante che siano date a noi investitori opportunità e operatività anche tramite i dispositivi mobili di ultima generazione. Cosa che ancora oggi non tutti fanno. Le piattaforme sono responsabili di offrire strumenti per l’analisi tecnica e per la gestione degli ordini, nonché per l’uso di leva finanziaria e vendita allo scoperto.
eToro: | Piattaforma web proprietaria e App |
Capital.com: | Piattaforma web proprietaria e App |
Trade.com: | Piattaforma web proprietaria e MetaTrader |
FP Markets: | MetaTrader e IRESS |
Altri asset disponibili
La scelta degli asset è altrettanto fondamentale. Anche se volessimo investire principalmente in indici, avere a disposizione altri strumenti rende la nostra vita finanziaria molto più semplice e potenzialmente redditizia. La strategia di base, per qualunque investitore, deve essere quella della diversificazione, che è impossibile presso broker, di indici o meno, che offrono troppi pochi titoli a listino.
Tutti i broker che abbiamo segnalato come migliori per gli indici offrono oltre 2.000 titoli, con alcuni che superano addirittura quota 10.000. Anche in questo caso, come abbiamo già detto per il numero di indici disponibili, scegliere un broker che offra anche qualità è fondamentale. Perché è assolutamente inutile affidarsi ad intermediari che hanno magari centinaia di titoli per comparto, scelti però tra quelli meno interessanti per gli investitori.
eToro: | +2.100 |
Capital.com: | +3.000 |
Trade.com: | +2.300 |
FP Markets: | +11.000 |
Affidabilità e sicurezza
Prescinde in larga parte dalla presenza o meno di licenze. Quando parliamo di affidabilità e sicurezza ci riferiamo principalmente a due aspetti: quello informatico e quello monetario, cose che non possono essere certificate da nessuna licenza europea o meno.
Dovremo verificare, per quanto ci è tecnicamente possibile, che le infrastrutture informatiche utilizzate siano di qualità e che utilizzino gli ultimi sistemi disponibili per la sicurezza degli ordini e dei capitali, nonché degli account dei clienti. Per quanto concerne invece l’affidabilità finanziaria, non può che fare fede il comportamento del broker in passato in termini di pagamenti.
Servizi aggiuntivi ed esclusivi
Oggi i broker indici sono diventati dei veri e propri hub degli investimenti, che offrono pacchetti completi che partono dall’accesso ai mercati e passano per piattaforme, liquidità e anche servizi aggiuntivi e talvolta esclusivi. Dagli strumenti per l’analisi tecnica agli strumenti di copia come CopyTrader di eToro, passando poi per nuovi strumenti, come ad esempio l’intelligenza artificiale offerta per l’analisi di Capital.com.
Tutti i broker migliori di indici hanno qualcosa da offrire in più a determinate categorie di trader e di investitori, che possono farne tesoro per migliorare le performance dei loro investimenti.
eToro: | CopyTrader, Social Trading |
Capital.com: | Investmate, Intelligenza Artificiale |
Trade.com: | IPO, Trading Central |
FP Markets: | Autochartist e MyFXBook |
Costi e commissioni
Tutti i migliori broker di indici sono broker CFD e applicano pertanto, per tipologia, le stesse commissioni. Si tratta di spread e di commissioni overnight, entrambe modalità di costi che si applicano in percentuale sul capitale investito.
Possono comunque esistere delle grandi differenze tra i diversi spread applicati e sarà pertanto opportuno controllare, anche attraverso un conto demo gratis, quanto venga offerto dai diversi broker in questo senso.
Noi per comodità riportiamo gli spread dei broker indici che abbiamo già segnalato, per rendere evidente anche un altro fatto: non tutti sono i più competitivi su tutti gli indici sui quali si può fare trading. Alcuni sono più forti in alcuni mercati, altri invece offrono commissioni più basse su altri tipi di titoli.
BROKER | DOW 30 | DAX 30 | NASDAQ 100 |
eToro: | 600 pips | 200 pips | 240 pips |
Capital.com: | 7.0 punti | 6.0 punti | 1.6 punti |
Trade.com: | 8.00 USD | 5.40 EUR | 2.50 USD |
FP Markets: | 3.56 punti | 1.73 punti | 1.56 punti |
Broker Indici di Borsa Opinioni e recensioni verificate
Ci sono diverse fonti di opinioni e recensioni che possiamo utilizzare per farci un’idea sui migliori broker di indici e approfondirla, anche in relazione alle nostre specifiche necessità. Abbiamo raccolto qui, oltre alle opinioni della nostra redazione, le fonti più autorevoli online per leggere opinioni e recensioni attendibili e di qualità.
Broker Indici opinioni TrustPilot
TrustPilot è un sito internet che raccoglie recensioni indipendenti, da parte degli stessi clienti di un determinato servizio. Attivo anche sui broker, può essere una fonte importante per rendersi conto di quale sia il sentiment intorno ad un broker specifico.
- FP Markets: 4,9 su 5 – con oltre 1.410+ recensioni
FP Markets è il broker e intermediario con il punteggio più alto al mondo, tra quelli segnalati da TrustPilot. Indice questo che siamo davanti ad un broker che soddisfa pienamente i propri clienti, sia tramite i servizi di trading, sia tramite il suo servizio clienti.
- Capital.com: 4,4 su 5 – con oltre 790+ recensioni
Stesso discorso, almeno parzialmente, per il broker trading Capital.com, che porta a casa comunque un ottimo 4.4 su 5 come voto complessivo, basato su oltre 790 recensioni. Capital.com è un broker che ha fatto della sua affidabilità e della sua attenzione per i clienti uno dei suoi punti di forza, oltre che ad un’offerta pressoché impareggiabile di servizi e di accesso ai mercati.
Broker Indici segnalazioni AltroConsumo
Anche AltroConsumo è un’importante fonte di informazioni quando parliamo di broker e intermediari finanziari. Il gruppo è infatti sempre in prima linea nella segnalazione di truffe o di broker che si comportano in modo scorretto. Difficilmente si occupa di recensioni di broker e pertanto quello che ci interesserà maggiormente è controllare se il broker che abbiamo scelto sia stato mai segnalato da questo servizio.
In assenza di segnalazioni – cosa che possiamo confermare per tutti i broker migliori di indici che abbiamo elencato in questa guida – possiamo dormire sonni tranquilli. AltroConsumo è particolarmente reattivo e in genere non impiega molto prima di segnalare anche il minimo comportamento scorretto da parte di un broker.
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Migliori forum broker indici di borsa
I forum rimangono il luogo prediletto, per i trader indipendenti, per andare a discutere di ogni questione inerente il mondo degli investimenti, compresi i broker migliori ai quali affidarsi. Non tutti possono essere però considerati sullo stesso livello. Non tutti offrono la stessa qualità nelle discussioni, né tantomeno la stessa quantità di informazioni. Ne abbiamo scelti cinque, tra quelli in italiano e in inglese, che sono tra le migliori piazze digitali per discutere anche di broker indici.
- FinanzaOnline
FinanzaOnline è il primo forum in Italia – a tema finanza – per numero di iscritti, di partecipanti e di discussioni. Il luogo ideale per chi vuole discutere in generale di investimenti e anche per chi è a caccia di qualche consiglio sulle piattaforme e sui broker da scegliere. Da tempo si occupa anche di indici, con approfondimenti anche sui broker che trattano questo specifico tipo di titoli.
- InvestireOggi
InvestireOggi è un altro importantissimo forum in lingua italiana, molto frequentato e molto attivo, anche per quanto concerne il mondo degli investimenti in indici. Può pertanto essere considerato come un altro hub digitale in lingua italiana utile per verificare la bontà dei broker che abbiamo illustrato, oppure per chiedere delucidazioni su eventuali altri che potremmo incontrare nel corso della nostra vita.
- Investing.com
Investing.com è forse più conosciuto per il suo sito internet – dedicato alle quotazioni di tutti i titoli sulle principali borse mondiali, in tempo reale. Esiste però una meno conosciuta sezione forum, all’interno della quale è possibile gestire discussioni, chiedere informazioni e anche consultare l’enorme mole di discussioni passate sul tema.
Non è un forum specialistico sulla finanza, ma ospita comunque diverse sezioni per utenti che si occupano di investimenti. Pertanto può essere sicuramente considerato come un ottimo punto informativo, anche per incontrare trader con esperienza maggiore della nostra.
- MT5.COM
Il miglior forum in lingua inglese per chi vuole saperne di più del mondo degli investimenti. Nato per ospitare utenti e appassionati di MetaTrader, nel tempo si è trasformato in un grande punto di snodo informativo, consultato e frequentato anche da grandissimi trader privati. Anche qui si può discutere liberamente di broker indici, chiedere consigli e opinioni sui diversi operatori.
Il nostro parere sui broker per trading in indici
Per investire in indici è assolutamente necessario affidarsi ad un buon broker – che sia in grado di offrire un buon accesso ai mercati, commissioni possibilmente basse e strumenti idonei per fare trading.
La scelta deve vertere necessariamente sui broker CFD, che oggi sono gli unici ad offrire un buon assortimento di titoli che replicano l’andamento dei principali indici di borsa. Una buona notizia – dato che oggi sono in molti i broker CFD di qualità, che abbiamo a disposizione anche in Italia.
La scelta deve essere sempre fatta tenendo conto dei criteri generali di qualità di un broker, poi in relazione alle nostre specifiche esigenze, che siano queste dettate dalla necessità di avere una determinata piattaforma a disposizione, oppure commissioni particolarmente basse o accesso a specifici titoli.
Rimane comunque, nonostante la scelta di broker indici di qualità sia ampia, valido l’avvertimento che facciamo sempre ai nostri lettori quando si sceglie un intermediario per gli investimenti: bisogna sincerarsi della qualità e dell’affidabilità del broker prima di versare anche il minimo indispensabile per fare trading.
I conti trading demo gratuiti offrono oggi questa opportunità – una chance che dovrebbe essere sfruttata sia da chi non ha una grande esperienza, sia da chi invece opera già sui mercati. Perché il conto demo rimane un presidio di trasparenza assoluto, al quale nessuno dovrebbe rinunciare.
La scelta di un broker sbagliato – pur senza voler spaventare nessuno – può avere un impatto importante sulle nostre finanze e sul capitale che abbiamo investito: perché anche una strategia di trading ottima sugli indici ha bisogno di infrastrutture e piattaforme di qualità per esprimersi.
Considerazioni finali
Esiste oggi un’ottima scelta di broker indici, che offrono accesso ai migliori titoli di questo segmento. Lo fanno tramite strumenti comodi, anche per i piccoli investitori, aprendo le porte di mercati geograficamente lontani anche a chi investe da casa.
Sceglierli è questione di conoscenza dei mercati, ma anche delle caratteristiche che rendono un broker più o meno affidabile. Inoltre, sarà una scelta personale, sulla quale nessuno potrà indirizzarci fino in fondo.
Un buon broker di indici può offrirci un accesso neutro a qualunque tipo di indice e assisterci con le migliori piattaforme di trading e i migliori strumenti di analisi. Strumenti fondamentali per ottenere buoni risultati sui mercati.
Nella nostra guida abbiamo fornito le basi per una scelta che dovrà comunque essere personale, partendo da basi per quanto possibili oggettive e trasparenti. Nel caso di dubbi, saranno i conti demo – che invitiamo ancora una volta ad utilizzare – a dirimere qualunque tipo di questione o di dubbio.
FAQ – Broker Indici di Borsa: domande e risposte comuni
Cosa sono i broker indici?
Sono broker che permettono di investire su titoli che replicano l’andamento dei principali indici di borsa mondiali. Offrono questo tipo di investimento – di solito – via CFD.
Quali sono i migliori broker indici?
Nella nostra guida abbiamo consigliato eToro, Capital.com, Trade.com e FP Markets. Abbiamo spiegato i motivi della nostra scelta, motivandola nei dettagli e comparandone le caratteristiche.
A quali mercati offrono accesso i broker di indici?
Gli indici tipicamente inseriti nei listini sono Dow 30, NASDAQ 100, S&P 100 o 500, CAC 40, DAX 30, FTSE MIB, NIKKEI 225 e gli altri delle principali borse a livello mondiale.
Che tipo di piattaforme offrono i broker indici?
I broker indici offrono piattaforme proprietarie via web, App e in alcuni casi anche accesso a piattaforme terze come MetaTrader.
Quanto costa investire con i broker di indici?
I broker di indici offrono piani con commissioni spread e commissioni overnight. Nel complesso le commissioni incidono raramente per più dello 0,1% per posizione.
I migliori broker indici si possono testare?
Sì. Tutti i migliori broker di indici permettono di testare le loro piattaforme e i loro servizi tramite conti trading demo gratuiti, aperti a tutti.
Conviene investire con un broker indici?
Oggi i broker indici sono l’unica scelta per chi vuole accedere a questo tipo di investimenti. Non possono essere trovati da altri intermediari titoli di questo tipo.
Guide Indici di Borsa
Indice VIX
L’indice Cboe della volatilità (VIX) è uno strumento che esprime in modo sintetico le previsioni sulla volatilità dei mercati azionari nei prossimi 30 giorni. L’indice viene calcolato e mantenuto aggiornato dal Chicago Board Options Exchange (CBOE), cioè l’autorità che regola il mercato delle opzioni di Chicago.
Questo indice calcola, più precisamente, la volatilità prevista sull’indice S&P 500. Dal momento in cui questo è anche l’indice più utilizzato come riferimento per l’andamento dei mercati finanziari, spesso il VIX viene impiegato come indice della volatilità in generale. Nella nostra guida avremo modo di approfondire tutti i suoi meccanismi di funzionamento e il suo calcolo.
Indice di volatilità VIX CBOE Volatility Index – Principali caratteristiche:
❓Cosa rappresenta: | Indice di paura e volatilità sui mercati |
📈Indice di riferimento: | S&P 500 |
🏦Dove fare trading: | Migliori piattaforme consigliate |
🔍Analisi: | Efficace – Rate 9,8🟢 |
💪Funziona: | Si – ottimi segnali Buy & Sell |
Cos’è l’indice di volatilità VIX?
L’indice VIX misura la volatilità attesa sull’indice Standard & Poor’s 500 nei prossimi 30 giorni. Per volatilità si intende quanto facilmente i mercati potrebbero andare incontro a oscillazioni, e quanto grandi queste oscillazioni potrebbero essere. Uno strumento che tende ad avere un andamento molto scostante nel tempo, con grandi e frequenti oscillazioni, è uno strumento considerato volatile. Uno strumento che tende a oscillare più raramente e in maniera contenuta è considerato poco volatile.
La volatilità è uno degli elementi che gli investitori tengono maggiormente in considerazione quando scelgono le loro entrate sul mercato. Tipicamente le situazioni in cui il mercato è poco volatile sono anche quelle in cui è più prevedibile. Una volatilità contenuta è ciò che i gestori di fondi e gli investitori istituzionali ritengono ottimale per i loro investimenti.
Quando i mercati sono soggetti a panic selling, cioè a vendite date dal panico per qualche notizia, tipicamente la volatilità si alza. Per questo l’indice VIX viene detto anche “indice della paura“. Non è comunque una definizione corretta da un punto di vista tecnico, come avremo modo di spiegare nel corso della guida.
L’indice VIX ha il compito molto importante di dare a tutte le persone che operano sul mercato un riferimento comune per la volatilità. Un singolo numero, uguale per tutti, che esprime in modo sintetico le attese per le oscillazioni nelle prossime quattro settimane. Per questo, anche se non è un indice azionario, è comunque considerato uno dei più importanti al mondo.
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Indice della paura VIX come funziona
Ci sono diversi modi in cui si può calcolare la volatilità. Ci sono strumenti matematici e statistici, dati macroeconomici o anche qualitativi (come un sondaggio). Questi metodi possono essere divisi in due:
- Misure esplicite della volatilità – Sono rilevazioni statistiche, come la deviazione standard, che vengono calcolate sulla base dei prezzi passati dell’indice Standard & Poor’s 500;
- Misure implicite della volatilità – Si basano sul comportamento dei mercati. Se per esempio un sondaggio rivelasse che l’80% dei trader si sente preoccupato di un crollo imminente dei mercati, implicitamente vorrebbe dire che si aspettano una volatilità piuttosto alta.
L’indice VIX viene calcolato attraverso una misura implicita. Questo è molto importante, perché le misure esplicite possono solo usare i prezzi passati per i loro calcoli. Esattamente come avviene nel mondo degli indicatori di trading, questo rischierebbe di fornire più dati sul passato che sul futuro.
Nello specifico, viene utilizzato il prezzo delle azioni in scadenza tra 30 giorni come misura implicita della volatilità. Più sono alti i premi per acquistare le opzioni, più questo dimostra che il mercato si aspetta una volatilità elevata. Questo è un meccanismo fondamentale per comprendere il VIX, quindi vale la pena di approfondirlo.
Se un’azione costa 50$ in questo preciso momento, le sue opzioni a 30 giorni avranno grossomodo dei prezzi di esercizio che vanno da 40$ a 60$. Chiaramente, se il mercato si aspetta poca volatilità, ci saranno poche persone disposte a comprare un’opzione con un prezzo di esercizio di 55$. Sarebbe quasi certo che l’opzione scadrà senza valore, per cui la domanda sarà bassa e di conseguenza il prezzo dell’opzione sarà molto vicino a zero.
Se dall’altra parte il mercato si aspetta molta volatilità, allora un’opzione di questo genere può diventare un buon affare. Magari il titolo salirà a 60$ per azione e l’opzione scadrà in-the-money, quindi può valere la pena di acquistarla. La domanda aumenta e il prezzo dell’opzione sale. Misurando questo tipo di oscillazioni, il CBOE mantiene sempre aggiornato l’indice VIX.
Come si calcola l’indice di volatilità VIX?
Come è facile immaginare, ci vogliono calcoli piuttosto complessi per tenere traccia di tutte le oscillazioni che avvengono su tutte le opzioni delle 500 dell’indice S&P. La logica di base è che maggiori sono i prezzi per le opzioni out-of-the-money, cioè quelle che attualmente non sarebbero profittevoli, maggiore è la volatilità attesa. Il calcolo viene fatto direttamente sulle opzioni dello Standard & Poor’s 500, non sulle opzioni di tutte le aziende che compongono l’indice.
Il calcolo avviene in diversi passaggi:
- Si trovano tutte le opzioni con scadenza a 30 giorni sull’indice S&P 500 che non abbiano un prezzo di mercato attuale pari a zero;
- Per ogni titolo si considerano tutti gli strike price (i prezzi di esercizio delle opzioni) in due date distinte. Queste due date non possono essere più vicine di 23 giorni né più lontane di 37 giorni;
- Per ogni strike price e per ogni scadenza si calcola la varianza;
- Si sommano le varianze delle due scadenze definite per ciascuno strike price. Prima di sommarle, a ognuna viene dato un peso. Più vicina è la scadenza, maggiore è il peso. La somma dei due pesi dati alle opzioni deve essere parti a 1.00;
- Si calcola la radice quadrata del risultato ottenuto, in modo da ottenere la deviazione standard dei prezzi delle opzioni;
- Il valore della deviazione standard viene moltiplicato per 100 e così si ottiene il valore preciso dell’indice VIX
Il passaggio critico, che rende praticamente impossibile calcolare a mano il valore dell’indice, è quello in cui viene assegnato un peso a ciascuna delle due scadenze relative allo stesso strike price. Il peso, come abbiamo detto, dipende da quanto vicina sia la scadenza dell’opzione; il problema è che questo tempo va calcolato in minuti, per cui il rapporto tra il peso delle due scadenze cambia continuamente.
Indice VIX Formula
La formula per il calcolo del valore dell’indice VIX è la seguente:
σ2 = (2/T) Σ(i) (ΔKi / Ki2)eRT Q(k(i)) – 1/T(F/K0 -1)2
All’interno di questa formula può sembrare difficile orientarsi. Per cominciare, bisogna sapere che cosa significa ogni variabile di questa equazione:
- T è il tempo rimanente, espresso in minuti, prima che l’opzione scada;
- Σ(i) indica che bisogna fare la sommatoria di tutto ciò che viene dopo per ogni opzione valida;
- ΔKi è la metà della distanza tra due strike price. Se un’opzione ha uno strike price di 440 e quella successiva ne ha uno di 441, significa che ΔKi vale 0,50;
- K0 è il primo strike price out-of-the-money, cioè il più vicino al valore attuale dell’indice;
- Ki è lo strike price che stiamo considerando ora nel processo della sommatoria, dal momento in cui il calcolo va ripetuto per tutti gli strike price validi;
- R è il tasso di interesse risk-free, cioè quanto renderebbe detenere la semplice liquidità parcheggiata nell’opzione fino alla sua scadenza. Come numero si usa il rendimento dei bond americani a 3 mesi;
- Q(k(i)) è la metà dello spread tra domanda e offerta per l’opzione che si sta tenendo in considerazione.
Una volta fatta questa prima parte dei calcoli va ancora calcolata la radice quadrata del risultato, dopodiché si moltiplica per 100.
Come fare trading online con l’indice di Volatilità & Paura VIX
Utilizzare il VIX per fare trading è molto semplice. Come abbiamo spiegato, normalmente un maggior valore di questo indice indica una maggiore paura sui mercati finanziari. La paura e l’incertezza generano vendite, che come conseguenza portano il prezzo degli asset verso il basso. Tutte le volte che il VIX si è alzato molto al di sopra della media, di lì a poco il prezzo delle azioni è sceso in modo significativo.
Più che darci segnali per capire il momento esatto in cui entrare e uscire dal mercato, questo indice ci dà delle indicazioni per capire quali siano i periodi migliori per investire e quando invece è il caso di aspettare. Può aiutarti a prevedere un crollo delle Borse prima che arrivi, aiutandoci a comprendere il rischio implicito di investire in ogni fase del mercato. Possiamo interpretarlo come un “semaforo” per capire quali sono i periodi migliori e peggiori per investire.
Questa è una regola generale. Come tutte le regole generali ha le sue eccezioni: il valore dell’indice della paura potrebbe aumentare anche in totale assenza di paura, paradossalmente. Se i mercati si aspettano una crescita rapida e importante nel valore delle azioni, come tra 2017 e 2018, il prezzo delle opzioni out-of-the-money aumenta. Di conseguenza aumenta anche il valore del VIX, ma è difficile che in un mercato del genere arrivi un crollo degli indici.
In linea generale, un investitore dovrebbe cercare di entrare sul mercato quando il VIX segna un valore basso. Questo indica che c’è poca incertezza, poca paura e che di conseguenza è difficile ipotizzare un crollo nel breve termine. Al contrario, quando l’indice ha un valore alto conviene aspettare che i mercati scarichino la tensione e che la volatilità attesa sia più bassa.
Dove investire sull’indice VIX – Migliori piattaforme consigliate
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Il team di TradingOnline.com® ha selezionato, tra tutte le piattaforme attualmente disponibili per investire in Italia, quelle più sicure e convenienti per farlo. Tutti i broker consigliati sono regolamentati in Europa e autorizzati da Consob, oltre a essere stati messi a dura prova dagli analisti della nostra redazione.
I broker che consigliamo sono aggiornati regolarmente e la tabella, in questo modo, rimane sempre attuale. I criteri che utilizziamo per la nostra selezione sono quelli più rilevanti per la scelta di un broker online: strumenti disponibili, qualità delle piattaforme di trading, costi di negoziazione, assistenza al cliente e facilità di utilizzo. Inoltre tutti questi servizi dispongono di un conto demo gratuito e illimitato che ti permette di testarli senza correre rischi.
Idee di trading sull’indice della paura
Ci sono molti modi in cui approcciarsi al trading sul VIX. Da una parte, siccome stiamo parlando di un indice, non si può investire direttamente sul VIX. Dall’altra parte, esistono degli ETF che replicano il suo andamento attraverso l’acquisto e la vendita di futures e opzioni. Tra questi fondi a gestione passiva ne ricordiamo tre in particolare, cioè i più liquidi:
- iPath Series B S&P 500 Dynamic VIX ETN
- ProShares VIX Mid-Term Futures ETF
- Simplify Volatility Premium ETF
Questi fondi cercano di replicare il più fedelmente possibile l’andamento del VIX. Tuttavia, dal momento in cui l’indice è il frutto di un calcolo statistico, non possono seguire istante per istante il suo andamento in un modo perfettamente preciso. Il loro compito, più che altro, è quello di aumentare in valore quando aumenta la volatilità sullo S&P 500 e di fare l’opposto quando la volatilità diminuisce.
Attraverso gli ETF è possibile trattare il VIX come un prodotto finanziario vero e proprio, ma questo indice nasce soprattutto per fornire informazioni. Per questo si presta soprattutto a essere utilizzato come un oscillatore con cui negoziare gli altri strumenti finanziari. Per esempio, un trader potrebbe decidere di entrare sul mercato azionario solo quando il VIX segna un valore basso e potrebbe invece puntare sui beni rifugio quando l’indice della volatilità aumenta.
Esistono anche i futures sul VIX. Il mercato dei futures, esattamente come quello di qualunque altro indice, è fatto di contratti che hanno una scadenza determinata. Il loro valore continua a oscillare finché non arriva il momento della scadenza, scontando anche un premio per il rischio dovuto alla volatilità stessa. I trader che basano le loro strategie solo o in gran parte sul VIX, di solito, lo fanno proprio attraverso il mercato dei futures.
Da ultimo, si può creare una strategia di trading sulle opzioni basata sull’andamento del VIX. Quando l’indice è alto significa che le opzioni sono più care, per cui potrebbe essere il momento di vendere delle covered calls (vendere opzioni call mantenendo già i titoli in portafoglio) per incassare i premi. Quando il VIX è basso, invece, potrebbe essere un buon momento per comprare opzioni approfittando dei prezzi scontati.
Come interpretare i segnali dell’indice di volatilità: esempi pratici
L’indice VIX non genera segnali per la maggior parte del tempo. In una situazione normale, l’indice continua a oscillare in un range di valori considerati “standard” e non produce indicazioni particolarmente interessanti. Normalmente si considerano standard i valori compresi tra 12 e 30. Sotto al 18 la volatilità è particolarmente bassa, mentre sopra al 25 la volatilità è particolarmente alta.
Dall’altra parte ci sono delle situazioni in cui il VIX genera segnali e quando lo fa, di solito sono segnali molto importanti. Significa che potrebbe essere imminente un’ondata di vendite, l’esplosione di una bolla speculativa o qualunque altro grande evento finanziario al quale gli investitori devono fare particolare attenzione. Tenere sotto controllo regolarmente il VIX è importante per capire che tipo di periodo i mercati stiano attraversando.
Indice di Volatilità – Segnale BUY
Il VIX ci suggerisce di comprare quando il suo valore è compreso tra 12 e 30, indicativamente. Questi sono i valori più tipici che l’indice assume nel corso di un periodo normale, in cui non ci sono grandi preoccupazioni che stanno muovendo i mercati. Non significa che sia il momento ideale per comprare, ma solo che non c’è una situazione particolarmente preoccupante in corso.
Si può anche considerare il trend del VIX per decidere quando investire. Se l’indice mostra un trend ribassista significa che la volatilità e la preoccupazione sono in calo, dunque potrebbe essere un momento valido per entrare sul mercato. Un trend rialzista indica invece che la preoccupazione sta crescendo, per cui rappresenta un piccolo campanello d’allarme da tenere sotto controllo.
Indice di Volatilità – Segnale SELL
I segnali sell sono meno frequenti, ma anche più netti. In questo caso vedremo il valore dell’indice VIX impennarsi oltre il 40, in alcuni casi -come a febbraio 2020- anche oltre il 50 o il 60. Sono valori estremi che indicano uno stato di elevata incertezza sui mercati e che normalmente avvengono prima di un crollo importante.
Teoricamente un valore molto basso, sotto il 12, non dovrebbe essere una preoccupazione. Stando alla semplice definizione dell’indice VIX, una situazione di questo genera indica soltanto una bassa volatilità sui mercati. Nella pratica, però, le cose sono spesso diverse da come vengono dipinte nella teoria.
Nel corso del tempo è diventato abbastanza evidente che, quando il VIX segna un valore troppo basso, spesso questo anticipa un momento di panico e calo del valore degli strumenti finanziari. Infatti è normale e strutturale per il mercato che ci sia un premio per le opzioni rispetto ai prezzi spot. Se il premio è troppo basso, normalmente significa che i volumi di scambio sono bassi e gli investitori preferiscono stare fuori dal mercato.
Lettura consigliata: Come imparare a fare trading
HODL: quando tenere la posizione? Informazioni dall’indice di paura
Il VIX può essere uno strumento utile per tenere sotto controllo la volatilità, ma utilizzarlo come se fosse un oracolo rischia di portare a molte decisioni sbagliate. Liquidare le posizioni solo perché il VIX segna un valore più alto della media non è un buon modo di gestire il rischio del portafoglio. Non solo perché spesso i grandi crac dei mercati arrivano prima che la volatilità si alzi, ma anche perché la volatilità può essere positiva.
Quando i mercati salgono, di fatto i prezzi delle azioni cambiano. Gli investitori ritengono che valga la pena di acquistare delle opzioni adesso per bloccare il prezzo delle loro azioni per il futuro, quando potranno rivenderle a un prezzo maggiore. Questo aumento nella domanda di opzioni ne aumenta i prezzi e di conseguenza fa aumentare il valore del VIX.
Il meccanismo che abbiamo appena descritto è alla base del motivo per cui chiamare il VIX “indice della paura” non è corretto. Il VIX è puramente una misura della volatilità, e la volatilità può essere generata anche da situazioni in cui il mercato cresce. Vale la pena di vendere solo quando ci sono dei forti fondamentali a difendere questa decisione.
I fondamentali possono riguardare la paura per un aumento repentino del tasso di inflazione, la possibilità di un conflitto internazionale importante, il sentore che la prossima stagione di report trimestrali sarà problematica o qualunque altro tipo di situazione che spinga a ragion veduta il prezzo delle azioni a ribasso. Il panico è una cosa che sui mercati non si può prevedere con esattezza, nemmeno usando il VIX, per cui non vale la pena di basare delle decisioni importanti solamente su questo indice.
Indice VIX di volatilità: risorse didattiche ed approfondimenti scientifici
Ci sono risorse molto interessanti pubblicate dal mondo accademico riguardo all’indice VIX. Molte di queste sono puramente dedicate all’analisi dell’indice, ma alcune riguardano da vicino il modo in cui può essere sfruttato per cogliere delle opportunità di trading profittevoli. Uno dei paper più interessanti in questo senso è quello dell’analista Ing-Haw Cheng pubblicato sul The Review of Financial Studies.
Lo studio si chiama The VIX Premium e riguarda il modo in cui gli investitori possono trarre un vantaggio dall’andamento dei futures sul VIX. Lo studio mostra come il premio per il rischio nell’acquisto di questi futures non sia effettivamente correlato al reale rischio di investire in quel periodo. Analizzando con il senno di poi l’andamento dei futures e dei mercati, Cheng ha notato che acquistare i futures sul VIX quando il premio per il rischio aumenta è una strategia profittevole nel lungo termine.
Sempre sulla correlazione tra i futures del VIX e la direzione presa dall’indice, un altro studio merita attenzione. Si chiama Is the VIX Futures Market Able to Predict the VIX Index? A Test of the Expectation Hypothesis ed è stato pubblicato nel 2009 sul Journal of Alternative Investments. La ricerca condotta da Marcus Nossman e Anders Wilhelmsson nota che il 73% delle volte, il premio per il rischio con cui vengono prezzati i futures del VIX è in grado di predire l’andamento spot dell’indice nel corso del giorno successivo.
Il lavoro più interessante, a nostro avviso, rimane quello pubblicato nel 2007 da Jiang e Tian. Si chiama Extracting Model-Free Volatility from Option Prices e prende in considerazione tutte le approssimazioni che vengono utilizzate nel calcolo del VIX. L’articolo si concentra su due approssimazioni in particolare: l’uso dei soli strike price che hanno un prezzo diverso da zero e l’uso dei minuti per contare il tempo alla scadenza dell’opzione.
Calcolando a ritroso il valore dell’indice e della volatilità effettivamente riscontrata sull’indice S&P 500, i due autori hanno dimostrato che la formula con cui viene calcolato il VIX è in grado di produrre errori di valutazione sostanziali. Il paper si conclude con la proposta di un algoritmo, realizzato dagli stessi Jiang e Tian, che sarebbe in grado di eliminare questi errori di approssimazione.
Indice di Volatilità VIX Videocorsi
Abbiamo raccolto alcune delle migliori fonti disponibili online riguardo al VIX. Si trovano risorse interessanti e gratuite direttamente su Youtube, dove tanto in italiano quanto in inglese sono disponibili dei piccoli videocorsi validi sull’argomento. Il primo che riportiamo è un video di Assistenza Brokers, un team di investitori navigati che hanno spiegato nel dettaglio il VIX all’interno di un video.
Come per la maggior parte degli argomenti che riguardano i mercati, le risorse più complete e approfondite sono disponibili in lingua inglese. Vogliamo dunque riportare alcuni videocorsi utili internazionali, il primo dei quali è quello di Clay Trader. Già citato in altre nostre guide, è un canale autorevole e serio che tratta tutti i principali argomenti di finanza.
Per chi desidera una spiegazione più breve, invece, TD Ameritrade ha pubblicato un video sull’argomento. TD Ameritrade è uno dei più importanti broker online accreditati negli Stati Uniti: anche se il servizio non è disponibile in Europa, i loro video sono comunque molto interessanti grazie alla capacità di spiegare molto in poco tempo.
Migliori libri Indice di Volatilità
Anche se non esistono dei libri totalmente dedicati all’indice VIX, l’argomento della volatilità è soggetto di due opere molto interessanti che hanno resistito alla prova del tempo. La prima è Volatility Trading, pubblicato nel 2008 da Euan Sinclair. Il libro tratta di tutte le strategie possibili per investire utilizzando la volatilità come indicatore.
Il secondo libro è ancora più in linea con l’argomento dell’indice VIX. Si chiama Option Volatility and Pricing Strategies di Sheldon Natenberg. Pubblicato nel 1988, rimane comunque estremamente attuale. All’interno del libro è spiegato in dettaglio il modo in cui le opzioni vengono influenzate dalla volatilità, dalla loro scadenza e da altri fattori. Molto utile per capire i meccanismi alle base dei movimenti che spostano il prezzo delle opzioni, influenzando di conseguenza il VIX.
Migliori Forum per imparare
Un altro luogo dove andare a cercare informazioni interessanti e scambiare opinioni sull’indice della volatilità sono i forum. Ne riportiamo quattro particolarmente interessanti, anche in questo caso unendo le migliori fonti italiane a quelle internazionali:
- InvestireOggi – Un forum italiano sempre molto attivo in cui si parla soprattutto di mercati azionari, che come abbiamo avuto modo di spiegare sono molto influenzati dall’andamento della volatilità;
- BabyPips.com – Totalmente dedicato al Forex, questo è un forum dove comunque si parla molto spesso del VIX e del suo particolare impatto sul mercato delle valute;
- TradingVolatility.net – Un forum internazionale totalmente dedicato a chi utilizza la volatilità come elemento chiave delle sue strategie di trading;
- Strategyquant.com – Particolarmente interessante in quanto di nicchia. Questo forum è dedicato alle strategie di trading algoritmico e spesso si parla di come combinare il VIX a questo tipo di operatività.
Indice della volatilità e paura VIX: Opinioni e recensioni
Le opinioni sul VIX sono sempre molto divisive, perché malgrado il calcolo di questo indice sia oggettivo, la sua interpretazione è molto personale. Ci sono persone che utilizzano il VIX come base per le loro strategie, al punto che come abbiamo visto esistono dei libri che trattano solo questo argomento; dall’altra parte ci sono investitori che lo ritengono quasi inutile.
La critica più comune al VIX è che questo indice sia spesso in ritardo nel generare i segnali. Questo accade, ad esempio, quando i premi sulle opzioni aumentano in modo importante perché è appena avvenuto un crollo degli indici: il crollo dà origine alla volatilità, non il contrario. Inoltre, come abbiamo spiegato, la volatilità non è direzionale e può segnalare semplicemente un periodo di forte crescita sui mercati.
Prima di concludere la nostra guida vorremmo riportare le opinioni di alcuni analisti rilevanti, nonché le opinioni dei trader che compongono la nostra redazione e che da anni ormai utilizzano il VIX come parte della loro attività sui mercati.
Opinioni autorevoli sull’analisi corretta dell’indice
Abbiamo raccolto alcune delle citazioni più rilevanti sul VIX dai mercati finanziari e dalle pubblicazioni degli analisti. Un’opinione interessante è sicuramente quella pubblicata nel 2017 su Bloomberg: l’articolo, chiamato The VIX tells us very little about tomorrow, spiega in modo molto lucido le motivazioni per cui l’indice non è efficace nel predire l’andamento dei prezzi delle azioni. Questo rimarca la distinzione, su cui siamo tornati più volte, tra volatilità e andamento dei mercati.
Il giornalista di Barron’s Randall W. Forsyth è stato altrettanto brillante, nel corso della sua carriera, scrivendo sull’andamento ciclico del VIX. L’indice tende ad aumentare in estate per effetto di una connaturale volatilità data dai volumi di scambio più bassi, mentre nei mesi con più giorni lavorativi si abbassa nello stesso modo. Questo è un fattore da considerare quando si fa trading basandosi sull’indice della paura.
Da ultimo vogliamo ricordare l’opinione di Scott Wren, analista di Wells Fargo che si è pronunciato sul VIX in un’intervista con la CNBC. Wren ha spiegato che nella sua esperienza il VIX è un indice di concomitanza e non di previsione. La sua opinione è che l’indice sia più efficace nel misurare la volatilità attuale che quella prevista tra 30 giorni.
Cosa ne pensa TradingOnline.com sull’indice VIX?
Essendo sempre molto aderenti alle pubblicazioni accademiche e all’andamento dei mercati, l’opinione dei nostri analisti non si discosta molto da quelle degli analisti che abbiamo appena menzionato.
Riteniamo che il VIX sia un indice utile quando la sua lettura è unita allo studio dei fondamentali del mercato. Se mancano le buone ragioni per un crollo, difficilmente questo avverrà; dall’altra parte, se i mercati sono in una fase di eccessivo entusiasmo o addirittura di bolla speculativa, un crollo potrebbe essere dietro l’angolo anche se i prezzi delle opzioni non spingono il VIX verso l’alto.
Bisogna ricordare che il panico e la paura sono due elementi naturali sui mercati, così come lo sono l’entusiasmo e l’ottimismo. Possiamo prevedere che nel corso dei prossimi 10 anni assisteremo a momenti dove domina ognuna di queste sensazioni, ma è praticamente impossibile dire quando. Se davvero si intende investire sull’indice S&P 500, il nostro consiglio è quello di trascorrere più tempo possibile dentro il mercato e tralasciare il timing con cui entrare sul mercato stesso.
Il VIX può essere, piuttosto, una buona indicazione per capire quando l’effetto di un crollo sta passando per lasciare spazio a una nuova fase di crescita. In questo caso vedremmo gradualmente diminuire il valore dell’indice, che una volta rientrato nella sua zona normale potrebbe indicare seriamente un buon momento per entrare sul mercato. Si tratta comunque di avvenimenti sporadici, che rendono il VIX utile nella gran parte del tempo ma fondamentale solo in attimi molto circoscritti.
Considerazioni finali
Il VIX, il celebre “indice della volatilità”, è uno dei nomi che tornano più spesso quando si parla di mercati finanziari. Questa notorietà gli attribuisce, soprattutto da parte dei trader meno esperti, qualità che non è in grado di soddisfare. Ma prendendo il VIX per quello che è realmente, cioè un tachimetro che misura la volatilità attuale e quella prevista nel futuro a brevissimo termine, rappresenta una valida indicazione da tenere a mente.
Come sempre, non è un singolo strumento che rende un investitore più lucido, più consapevole o più profittevole. È il bagaglio di strumenti nel loro insieme che fa la differenza, soprattutto quando bisogna interpretare il potenziale rischio di un crollo o il sentiment generale del mercato. Un singolo numero può dare indicazioni, ma non può cogliere tutti i dettagli che formano il mercato.
Il VIX è utile soprattutto per costruire un portafoglio che mitiga i rischi, ad esempio aggiungendo delle quote di un ETF calcolato sul suo valore, oppure per stabilire i momenti in cui vale più la pena di comprare e vendere opzioni. Nel restante dei casi va interpretato come uno dei tanti indicatori di analisi tecnica che possono aggiungere informazioni al quadro complessivo, non come un punto nodale in una strategia di investimento.
FAQ – Indice VIX: Domande e Risposte comuni sull’indice della paura
Cos’è l’indice VIX?
L’indice VIX misura la volatilità attesa nei prossimi 30 giorni sull’indice S&P 500. Lo fa utilizzando la volatilità implicita nei prezzi delle opzioni sull’indice.
Perché il VIX è chiamato “indice della paura”?
Il VIX segnala i momenti in cui il mercato è più volatile. Normalmente i picchi di volatilità si hanno nei momenti in cui i mercati sono spaventati e prevalgono le vendite dovute al panico: da qui il soprannome “indice della paura“.
Come posso investire sul VIX?
Si può investire sul VIX attraverso i futures su questo indice, attraverso l’esposizione alle opzioni dell’indice S&P 500 o attraverso gli ETF che tracciano la volatilità in modo simile a questo indice.
Quale valore del VIX si considera particolarmente alto?
Il VIX si considera particolarmente alto quando il suo valore supera il 30, ma l’interpretazione dell’indice è comunque soggettiva.
Quali sono i valori “normali” per il VIX?
Per la maggior parte del tempo, il valore di questo indice oscilla tra 12 e 20. Normalmente questi sono considerati valori medi, in cui sui mercati non c’è una volatilità né troppo alta né troppo bassa.
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