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Reuters SHOCK: maxi multa per Apple da Commissione Europea. Prima violazione del DSA

Commissione Europea: arriva multa per Apple? Indiscrezioni di Reuters

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European Commission APPLE

Secondo notizie diffuse da Reuters, che cita fonti anonime ma informate dei fatti, Apple sarà la prima grande azienda ad essere multata in seguito alle norme incluse nel Digital Services Act, framework interno all’UE che impone restrizioni, lacci e lacciuoli e controlli ai giganti e ai meno giganti del web. Non è chiaro per il momento quali siano le motivazioni che porteranno alla sanzione, né al quantitativo di multa che verrà inflitta al gigante di Cupertino.

Si tratterebbe di una pietra miliare – così come la definiscono in genere i giornali americani – nell’applicazione di una norma che è stata già contestata dai grandi colossi del web, tutti di matrice statunitense o quasi. Per il momento non sono stati registrati commenti da parte di Cupertino e la notizia deve essere confermata anche da parte della Commissione Europea. Per il momento il titolo Apple non ha accusato il colpo successivamente alla diffusione della notizia, che rimane comunque ancora da confermare.

DSA: prima applicazione verso Apple?

Farebbe certamente doppia notizia. Mentre il mondo guarda con attenzione le evoluzioni elettorali negli USA, dall’Europa arriva un metaforico siluro ad una delle società più capitalizzate della borsa USA. Secondo indiscrezioni che per il momento rimangono tali e che sono state diffuse da Reuters, che però conferma di aver ricevuto la soffiata da fonti informate dai fatti e interni alla Commissione.

Con ogni probabilità la notizia verrà ufficializzata nei prossimi giorni, con i dialoghi tra l’azienda e la Commissione che dovrebbero essere già iniziati, almeno a rigor di logica. Interlocuzioni che però non avrebbero portato a risultati concreti o comunque positivi per Apple. Si attenderanno dunque sia entità della multa sia le motivazioni che avrebbero portato la Commissione ad agire, per quello che sarà un caso che certamente passerà alla storia, a patto che appunto si tratti di una questione concreta.

Analista economico dal 2009. Collabora con TradingOnline.com offrendo analisi su Forex, Macroeconomia e Azioni, con un occhio vigile sui mercati emergenti come Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Gianluca Grossi è anche caporedattore per la nota testata giornalistica Criptovaluta.it, quotidiano dedicato al mondo Crypto e Bitcoin ed è anche analista per Criptovaluta.it® Magazine, il settimanale della medesima organizzazione. Segue da vicino il mercato ETF, in particolare sulla piazza di New York.

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I mercati anticipano le elezioni: 3 asset che prevedono il prossimo presidente degli Stati Uniti

Andamento dei mercati utile per anticipare l’esito delle elezioni? Ecco tre asset che ci provano.

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AZIONI FORECAST ELEZIONI

Per quanto si potrebbe brancolare nel buio per i prossimi giorni – e più avanti vedremo perché – i mercati cominciano a posizionarsi in relazione al possibile esito delle elezioni USA. Molti titoli sono una sorta di scommessa binaria sulle elezioni e sono anche quelli che stanno muovendosi maggiormente in queste ore ancora a urne aperte negli USA.

Una concomitanza di votazioni a borse aperte – tra le altre cose con i primi early vote che vengono conteggiati già – che agli europei e in particolare agli italiani sembrerà relativamente strana. Sia perché in genere le elezioni si tengono nei festivi, con la possibilità di una coda il lunedì, sia perché difficilmente le elezioni hanno un impatto così radicale sull’andamento delle borse, almeno dalle nostre parti. C’è l’andamento di almeno tre titoli e comparti che è interessante analizzare in queste prime ore.

I mercati aprono a Donald Trump? Tre sì che arrivano dai mercati

C’è da fare una premessa prima di guardare alle performance degli asset che starebbero confermando una sorta di pregiudizio pro-Trump. Con ogni probabilità in diversi si stanno posizionando con l’arrivo dei primi early vote conteggiati, non tenendo conto del fatto che anche nelle precedenti elezioni questi finirono per favorire Trump, salvo poi essere smentiti. In Florida il candidato repubblicano sembrerebbe essere sufficientemente tranquillo, ma è anche vero che mai era stata messa in discussione la possibilità che la Florida diventasse blu.

  • DJT

È il titolo a mo’ di opzione sull’elezione di Donald Trump. Dopo un andamento in larga parte ondivago nel corso dell’ultima settimana di ottobre, il titolo ha ripreso a crescere. Oggi fa registrare un solido +14%, che sembrerebbe essere un messaggio dei mercati su quanto si aspettano che arrivi dalle elezioni. Scommessa però assai rischiosa, almeno in questo preciso momento, quando di dati concreti se ne hanno ancora molto pochi e forse troppo pochi.

  • Bitcoin

È tornato sopra i 70.000$, con una corsa importante che ha occupato quasi tutta la sessione di scambi negli USA. Anche Bitcoin è ritenuto una sorta di Trump trade, ovvero un asset che avrebbe giovamento dall’eventuale vittoria repubblicana. Anche qui però è consigliata la massima attenzione. Siamo sia in un campo invero assai volatile, sia ancora nella speculazione più assoluta e totale.

  • SPX500

Pimpante, molto. Un vecchio adagio di Wall Street dice che SPX500 difficilmente si interessa delle elezioni, ed è forse la cosa più saggia da portare a casa nel contesto attuale. Prima di attribuire il potere di vaticinio ai movimenti di mercato oggi, sarà il caso di vedere almeno i primi voti importanti che… arriveranno.

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Netflix sospettata di frode fiscale. Vengono perquisite le sedi in Francia e in Olanda

Per un sospetto di frode fiscale le autorità hanno perquisito le sedi di Parigi e di Amsterdam di Netflix.

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Netflix sospettata di frode fiscale. Vengono perquisite le sedi in Francia e in Olanda

Aperta un’indagine fiscale nei confronti di Netflix, i cui uffici sono stati perquisiti in Francia e nei Paesi Bassi a seguito di un’indagine preliminare per frode fiscale. A comunicare la notizia è stata una fonte giudiziaria francese.

A condurre l’indagine francese è il PNF, un’unità speciale che ha il compito di perseguire la criminalità finanziaria, specializzata nelle indagini nei confronti dei cosiddetti colletti bianchi ad alto rischio, che nella maggior parte dei casi coinvolgono le più importanti società a livello internazionale. L’indagine ha preso il via nel corso del mese di novembre 2022.

Netflix sono indagine in Francia e nei Paesi Bassi

Benché siano stati interpellati, almeno per il momento, i rappresentanti di Netflix in Francia e nei Paesi Bassi non hanno rilasciato delle dichiarazioni o dei commenti sulla vicenda.

Nel corso della mattinata gli investigatori specializzati hanno fatto irruzione all’interno degli uffici dell’azienda collocati al centro di Parigi. Nello stesso momento le autorità olandesi stavano perquisendo la sede europea dell’azienda, che è collocata ad Amsterdam.

Stando a quanto ha riferito una fonte francese citata da Reuters, la cooperazione tra le autorità francesi e olandesi è in corso da molti mesi e ha portato a queste perquisizioni. 

È importante sottolineare, ad ogni modo, che un’indagine preliminare in Francia non implica necessariamente delle accuse penali, ma soprattutto non porta necessariamente a un processo. Al momento non sono stati nemmeno chiariti i presupposti che avrebbero portato all’apertura dell’indagine. In altre parole, per il momento non ci sono ancora delle accuse precise nei confronti di Netflix, ma solo delle indagini. 

Le grandi aziende tecnologiche, come Netflix, che offrono i loro servizi online e abbonamenti oltre confine spesso incontrano difficoltà con le autorità fiscali europee.

Il sito web di notizie La Lettre ha riferito, l’anno scorso, che la filiale francese di Netflix è diventata oggetto di controllo da parte delle autorità fiscali per il suo basso fatturato, che secondo i media era in contrasto con il numero di utenti paganti nel paese.

Secondo La Lettre, tra il 2019 e il 2020, Netflix Services France ha pagato meno di un milione di euro in imposte sulle società, coinvolgendo un’unità separata registrata nei Paesi Bassi. la società ha interrotto la pratica nel 2021.

Reuters è riuscita ad esaminare i registri aziendali, dai quali sembrerebbe che le entrate della divisione francese di Netflix sono salite a circa 1,2 miliardi di euro nel 2021, dai 47 milioni dell’anno precedente.

Nel 2022, Netflix aveva accettato di risolvere una controversia fiscale con l’Italia pagando 55,8 milioni di euro.

Netflix riferito di aver aperto il suo ufficio di Parigi, situato proprio dietro l’angolo dall’Opera Garnier, nel 2020 quando impiega circa 40 dipendenti.

Netflix, molti manager se ne vanno

Nei giorni scorsi Netflix ha comunicato che il vicepresidente di Global Public Policy Dean Garfield e il Chief Communications Officer Rachel Whetstone stanno lasciando l’azienda.

Il co-ceo della piattaforma di streaming Ted Sarandos è alla ricerca di candidati per un ruolo di nuova creazione, chief global affairs officer, per supervisionare le politiche pubbliche e le comunicazioni.

Secondo una fonte interna all’azienda per il momento nessuno sarebbe stato ancora identificato per il nuovo ruolo. La fonte ha aggiunto che Garfield non ha esperienza nelle comunicazioni e che Whetstone non era interessato al ruolo, portando alle loro partenze previste.

Garfield, che è entrato a far parte di Netflix nel 2019, era stato precedentemente CEO dell’Information Technology Industry Council e aveva ricoperto posizioni presso la Motion Picture Association.

Whetstone, che ha quasi due decenni di esperienza di lavoro su questioni di comunicazione e politiche per aziende tecnologiche statunitensi come Google di Alphabet, Uber e Meta Platforms.

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5 titoli che saranno sconvolti dalle elezioni USA: se vince Donald Trump e se vince Kamala Harris…

Le elezioni USA condizioneranno mercati e titoli. Ecco i 5 più importanti.

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ELEZIONI USA TOP AZIONI

Martedì 5 novembre sarà il gran giorno che concluderà le elezioni per il prossimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Elezioni che hanno già avuto e che con ogni probabilità avranno anche effetti su diversi mercati e titoli. Sono 5 quelle che abbiamo individuato e che potrebbero essere oggetto degli swing più feroci nel corso dello spoglio e anche nelle settimane successive.

Per quanto in termini di spesa e di politica fiscale i programmi dei due candidati, Kamala Harris e Donald Trump, non sembrerebbero essere granché differenti, ci sono comunque delle questioni che potrebbero cambiare l’inerzia intorno a specifici titoli, comparti e anche paesi e intere aree geografiche.

5 azioni e mercati da guardare da domani

I titoli che saranno impattati saranno in realtà diversi, ma per i trader più incalliti sono 5 quelli da tenere tra i preferiti:

  • $DJT

È la compagnia Trump Media, che già durante la marcia di avvicinamento alle elezioni ha avuto degli alti e bassi estremi. I più cinici dicono che a prescindere da chi vincerà, il titolo è estremamente sovracapitalizzato. I meno cinici dicono che potrebbe andare a zero o quasi nel caso di vittoria di Kamala Harris.

  • $MSTR

MicroStrategy è una ex-azienda normale che ormai da qualche anno accumula Bitcoin. Ne ha una quantità enorme – per un controvalore ad oggi di circa 17 miliardi di dollari – e ha in piano di diluire gli investitori per comprarne altri 42. Donald Trump è ritenuto il candidato più vicino a Bitcoin e crypto. E nel caso di vittoria di Kamala Harris il titolo, proprio come $BTC, potrebbe soffrire non poco.

  • $SXPARO

È il ticker dell’indice che raccoglie le migliori aziende del settore aerospaziale e difesa d’Europa. Trump ha promesso di lasciare l’Europa al suo destino in termini di spesa per la difesa. E se i mercati dovessero prendere per buona la promessa elettorale di Trump, questo è uno degli indici da avere in portafoglio.

  • $DXY

Se dovesse ripetersi quanto avvenuto nel corso del precedente mandato di Trump, il dollaro potrebbe giovarsene. E potrebbe essere opportuno, per chi crede che sarà il candidato Repubblicano a prevalere, posizionarsi long sul dollaro.

  • Bond USA

Rendimenti dei bond più alti se dovesse vincere Trump? È un’interpretazione che circola da tempo e che vorrebbe una Fed più restia ai tagli nel caso in cui dovesse venire sconfitta Kamala Harris. È l’ipotesi meno convincente delle 5 che abbiamo elencato in questo approfondimento: i programmi di entrambi i candidati sembrano essere lassisti – per utilizzare un eufemismo – in termini di politica fiscale. Il che vorrebbe dire, sempre a patto che tutte le promesse vengano mantenute – che Fed dovrà probabilmente tirare i cordoni della borsa.

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Folle investimento del fondo pensione statale da 20 miliardi: il Michigan punta sulle criptovalute

Il fondo pensione del Michigan ha già puntato su Bitcoin, e ora lo fa su Ethereum.

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Fondo michigan ethereum

I fondi pensione negli Stati Uniti seguono spesso strategie che in Europa verrebbero ritenute come – al minimo – poco ortodosse. Tra questi c’è anche il Fondo Pensione Statale del Michigan, un gigante che vale circa 20 miliardi di dollari in gestione e che già qualche mese fa si era esposto, con una manciata di milioni, su Bitcoin. La novità ora è che sempre lo stesso fondo si è esposto su Ethereum, sempre tramite ETF, segnando una strada che almeno nel caso di Bitcoin fu seguito anche da altri investitori istituzionali della stessa taglia o comunque della stessa specie.

Il Fondo Pensione del Michigan ha confermato l’acquisto di 460.000 quote dell’ETF di Grayscale $ETHE, che al controvalore attuale delle quote vuol dire circa 10 milioni di dollari di investimenti nel fondo. Poca cosa rispetto ai 20 miliardi di dollari di AUM, ma un impegno comunque più importante di quello ai tempi su Bitcoin.

Le misteriose vie dei fondi pensione

Basta guardare alla lunga lista di investimenti del fondo pensione del Michigan per rendersi conto di come le cose, negli USA, si fanno diversamente. Un profilo di rischio che probabilmente farebbe impallidire qualunque allocator europeo e che però nel caso di questa categoria di investitori istituzionali negli USA sembra la normalità.

Capiamoci: l’allocazione è minima, così come era minima su Bitcoin, ma è il segnale che qualcosa si sta muovendo in quella che Larry Fink definisce una nuova asset class e che al tempo stesso è entrata prepotentemente nel mondo della politica, sempre USA, con le elezioni di martedì 5 novembre che potrebbero cambiarne il destino anche a livello pubblico.

Un investimento che in molti riterranno folle – soprattutto su una seconda della classe, Ethereum, che in pochi tra i non appassionati di crypto conoscono, ma che potrebbe essere il primo di tanti passi per la normalizzazione di una asset class sulla quale di recente hanno iniziato a puntare anche grandi gestori come BlackRock, Franklin Templeton, Fidelity. Gli ETF sono in Europa (anche se in forma di ETP e ETN per regole locali) da tempo, ma di fondi statali pronti ad investirci, per ora, non se ne vedono.

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Trump e Harris, come si è chiuso l’ultimo giorno di campagna elettorale

Domani arriva il tanto atteso election day negli Usa, quando gli americani dovranno scegliere tra Donald Trump e Kamala Harris.

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Arriva l’atteso election day, nel quale la candidata democratica Kamala Harris e il suo rivale repubblicato Donald Trump si contenderanno la poltrona di presidente degli Stati Uniti. L’attuale vicepresidente ha  chiuso la sua campagna in una chiesa storicamente nera, mentre l’ex presidente ha deciso di abbracciare una retorica particolarmente violenta nel corso di una manifestazione in Pennsylvania.

Tump e Harris stanno disputando una battaglia serrata e avvincente, nella quale il primo sta guadagnando terreno tra gli elettori ispanici; mentre la seconda è sostenuta principalmente dalle elettrici donne.

Dando uno sguardo leggermente più ampio, gli elettori non sembrerebbero vedere di buon occhio entrambi i candidati. Anche se questo, secondo un sondaggio Reuters/Ipsos, non sembra dissuaderli dal votare. Sono 78 milioni gli statunitensi che lo hanno già già fatto: secondo il laboratorio elettorale dell’Università della Florida ci si starebbe avvicinando alla metà dei 160 milioni di voti totali che sono stati espressi nel 2020, quando l’affluenza è stata la più alta mai registrati negli Usa in un secolo.

Trump Vs Harris, cosa c’è in palio

Oltre alla presidenza, in palio c’è il controllo del Congresso: in questo caso i repubblicani sembrano essere favoriti per conquistare la maggioranza al Senato, mentre i democratici avrebbe il 50% delle possibilità di ribaltare la stretta maggioranza dei repubblicani alla Camera dei Rappresentanti. Il controllo delle Camere è importante, perché i presidenti i cui partiti non sono riusciti a conquistarle entrambe hanno faticato a far approvare delle norme.

Kamala Harris ai parrocchiani della Greater Emmanuel Institutional Church of God in Christ a Detroit ha detto che in soli due giorni il popolo americano ha il potere di decidere il destino della nazione per generazioni future. Nel corso di una manifestazione a East Lansing, nel Michigan, si è rivolta ai 200.000 arabi americani dello stato, iniziando il suo discorso con un cenno alle vittime civili delle guerre israeliane a Gaza e in Libano.

Tra gli applausi ha affermato che quest’anno è stato difficile, data la portata della morte e della distruzione a Gaza e date le vittime civili e gli sfollamenti in Libano. Come presidente ha intenzione di fare tutto ciò che è in suo potere per porre fine alla guerra a Gaza.

Trump ha visitato Dearborn, Michigan, il cuore della comunità arabo-americana, venerdì e ha promesso di porre fine al conflitto in Medio Oriente senza dire come. Trump, al suo primo di tre raduni di domenica, ha spesso abbandonato il suo teleprompter con commenti improvvisati in cui ha denunciato sondaggi di opinione che mostrano movimento per Harris. Ha definito i democratici un partito demoniaco, ha ridicolizzato il presidente democratico Joe Biden e ha parlato dell’alto prezzo delle mele.

Trump – che è sopravvissuto a un tentativo di assassinio a luglio quando il proiettile di un uomo armato gli ha sfiorato l’orecchio a Butler, in Pennsylvania – domenica si è lamentato con i sostenitori delle lacune nel vetro antiproiettile che lo circondava mentre parlava e rifletteva sul fatto che un assassino avrebbe dovuto sparare attraverso i media per prenderlo.

Trump attacca il governo in carica

Donald Trump ha parlato a Kinston, Carolina del Nord, e a Macon, in Georgia, dove prendendo spunto dal rapporto sull’occupazione della scorsa settimana ha mostrato che l’economia degli Stati Uniti ha prodotto solo 12.000 posti di lavoro a settembre.

Ha spiegato a una grande folla riunita in un anfiteatro che il rapporto mostrava che gli Stati Uniti sono una nazione in declino e ha avvertito oscuramente – senza però portare prove a supporto della sua affermazione – che potenzialmente potrebbe ripetersi la Grande Depressione del 1929.

Alti funzionari della campagna di Harris hanno detto che la sua argomentazione di chiusura è progettata per raggiungere una piccola fetta di elettori indecisi.

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