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Investimenti

BP: il disastro green costa 8.000 posti di lavoro. Arriva la mail peggiore

Arrivano licenziamenti che valgono il 5% della forza lavoro. E ora?

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BP WIND

Il gigante petrolifero BP ha annunciato oggi, giovedì 16 gennaio, che taglierà circa il 5% dei suoi dipendenti. A tornare a casa e a doversi trovare un’occupazione saranno 4.700 dipendenti diretti, in aggiunta a 3.000 tra consulenti esterni e collaboratori. Sono numeri enormi, per un gigante petrolifero che è in difficoltà in termini di costi. Si tratta ancora di effetti a cascata dopo l’addio di Bernard Looney, il CEO che aveva provato a trasformare l’azienda in senso green, evidentemente lasciando per strada almeno parte degli importanti profitti incassati dai concorrenti.

Una situazione incresciosa, con la quale si incrociano anche temi diventati estremamente politici nel corso degli ultimi mesi, come quelli dell’agenda green che alcune aziende rispetto a altre hanno abbracciato in modo più convinto, spingendo per un cambiamento che però ha avuto per ora impatto principalmente sui bilanci. Un titolo che è uscito quasi massacrato dal 2024, complici anche certe tendenze green che poco hanno convinto anche gli azionisti.

I conti che non tornano

A non tornare sono principalmente i conti che riguardano l’eolico off-shore, una delle avventure più disastrose nel corso della lunga e gloriosa storia del gruppo. La scommessa del vecchio CEO sul calo del consumo di petrolio è stata più che persa, almeno sul breve periodo, con conseguenze nefaste per un gruppo che era arrivato a valere oltre 100 miliardi di capitalizzazione e che oggi si deve accontentare di più del 30% in meno.

La questione farà discutere: da un lato a detta del CEO e secondo la comunicazione che ha inviato ai dipendenti questi dovrebbero essere quasi tutti i tagli previsti per il 2025. Dall’altro, soprattutto con il cambio di rotta negli USA, giustificare investimenti green di lungo periodo sarà sempre più difficile, con BP che verrà portata al tavolo della discussione come esempio di ciò che non si deve fare.

Analista economico dal 2009. Collabora con TradingOnline.com offrendo analisi su Forex, Macroeconomia e Azioni, con un occhio vigile sui mercati emergenti come Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Gianluca Grossi è anche caporedattore per la nota testata giornalistica Criptovaluta.it, quotidiano dedicato al mondo Crypto e Bitcoin ed è anche analista per Criptovaluta.it® Magazine, il settimanale della medesima organizzazione. Segue da vicino il mercato ETF, in particolare sulla piazza di New York.

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