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Cina da record nel fotovoltaico: +48% di capacità installata a maggio, 2,76 milioni di lavori nel settore

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La Cina continua a rompere ogni record legato alla produzione di energia fotovoltaica, confermandosi il gancio di traino mondiale nella produzione di questa forma di energia. A maggio sono stati installati 19 GW di nuova capacità, segnando un aumento del 48% rispetto a maggio dello scorso anno. Un risultato importante che sembra essere l’espressione non soltanto della volontà di Pechino di ridurre la propria impronta climatica, ma anche di ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili da paesi terzi. Complessivamente la capacità totale di produzione di energia solare installata in Cina ha raggiunto 690 GW, più di Europa e Stati Uniti messi insieme. Questo è un risultato di grande portata per un paese che, purtroppo, continua a produrre la maggior parte della sua energia dal carbone.

Cresce in maniera significativa anche la produzione di energia eolica: a oggi sono stati installati oltre 460 GW, con un aumento del 20,6% tra fine maggio del 2024 e lo stesso momento dello scorso anno. Complessivamente le rinnovabili rappresentano poco più di un terzo della capacità installata, mentre il nucleare continua a rappresentare meno del 5% della produzione energetica e il resto continua ad arrivare dal carbone. L’economia cinese, con i suoi venti di coda, rimane una delle economie che crescono più velocemente al mondo. Di conseguenza rimane molto difficile far sì che la capacità installata da rinnovabili riesca tanto a coprire l’aumento della domanda di energia quanto a sostituire il carbone, ma questo trend risulta sempre più evidente nel corso del tempo.

Pechino è avanti di 5 anni rispetto ai suoi obiettivi sull’energia rinnovabile

Sempre più in vetta nel fotovoltaico

Secondo la IEA, circa il 60% della capacità mondiale di produzione di energia rinnovabile che verrà installata tra oggi e il 2028 sarà installata in Cina. Nel frattempo soltanto l’industria fotovoltaica impiega in questo paese oltre 2,6 milioni di persone, contro il poco più di mezzo milione di addetti in Europa e negli Stati Uniti. I produttori cinesi di pannelli fotovoltaici stanno dimostrando una leadership sempre più forte a livello mondiale, controllando addirittura l’80% della filiera a livello globale. Nessun paese in questo momento può compararsi, soprattutto per quanto riguarda il livello dei prezzi e di tecnologia. Anche per questo motivo l’UE e gli USA riescono a resistere soltanto introducendo dazi e limiti alle importazioni di pannelli cinesi, che altrimenti soppianterebbero completamente i produttori locali.

Gli investimenti sulla rete elettrica nel frattempo mantengono il passo, con $23 miliardi che sono stati mossi nel 2023 tra settore pubblico e privato per collegare il crescente numero di centri per la produzione di energia rinnovabile alla rete elettrica nazionale. Questa cifra rappresenta un aumento del 6,5% su base annua. A poco a poco il paese si sta anche facendo largo nel mondo dell’idrogeno verde, avendo già inaugurato due degli impianti più grandi al mondo e avendo annunciato investimenti per decine di miliardi di dollari nei prossimi anni.

Negli USA, i produttori locali di pannelli ricevono dei pagamenti pubblici per colmare il gap con le importazioni cinesi

In anticipo di 6 anni sugli obiettivi

Secondo la IEA, alla fine di quest’anno la capacità di produzione di energia rinnovabile in Cina sarà superiore ai target che il paese aveva fissato per il 2030. Nel frattempo, in Europa, Giorgia Meloni ha già dichiarato che in nessun modo l’Italia potrà raggiungere i suoi obiettivi fissati per la fine del decennio e la maggior parte degli analisti sono d’accordo nel dire che nemmeno Francia e Germania ci riusciranno. Anche quando i paesi europei danno segnali di aumento della velocità con cui avanzano nella transizione energetica, rimane comunque il fatto che più del 90% dei pannelli installati in Europa sono comunque prodotti in Cina. In questo settore è evidente il distacco tra la capacità industriale cinese e quella europea, non solo ormai in termini di prezzi ma anche di tecnologia.

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