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Il governo di Donald Trump apre a Bitcoin e crypto: un affare che vale già 1.000 miliardi

Il nuovo governo degli Stati Uniti ha un tasso vicino al 100% di bitcoiner e appassionati crypto. E i mercati già brindano.

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Era qualcosa che tra gli investitori crypto era già nell’aria, tant’è che dalle elezioni del 5 novembre le criptovalute hanno guadagnato 1.000 miliardi di capitalizzazione. E ora sembrerebbe essere arrivato il turno anche della stampa mainstream, con Yahoo Finance che dedica lo spazio più rilevante di una domenica avida di notizie… proprio all’onda dei crypto-investitori che avranno spazio nel prossimo governo Trump. Da Robert Kennedy Jr. che prima di affiliarsi a Trump si era già speso per Bitcoin, passando poi a Howard Lutnick, Pete Hegseth e anche Tulsi Gabbard. Senza dimenticare il fatto che anche sia Donald Trump – il futuro presidente – sia il vice-presidente JD Vance hanno importanti detenzioni di crypto. È lo scenario forse più inverosimile, ma anche più bullish per tutto il mondo crypto e per Bitcoin, tra le altre cose in un momento topico per il settore negli Stati Uniti.

Momento topico che riguarda la regolamentazione sia delle crypto classiche, sia invece degli stablecoin – con i più capitalizzati che hanno ormai in cassa una quantità di debito pubblico USA di una certa rilevanza e che non potrà essere ignorato dal governo federale. Una situazione che ha già prodotto effetti importanti a mercato e che potrebbe continuare a produrli nel corso del ciclo attuale e di quello che verrà inaugurato una volta che il nuovo governo si sarà installato alla Casa Bianca.

Tutti gli uomini di Bitcoin, nel governo più importante del mondo

Il governo degli USA è a capo di una potenza militare e finanziaria di primo piano. Una potenza con la quale tutti devono fare i conti e che – come ricorda un recente approfondimento di Yahoo Finance – sarà praticamente dominata da Bitcoin.

Se in Europa si continua a guardare, almeno a livello istituzionale, con una certa diffidenza al settore, le cose sembrerebbero essere piuttosto diverse negli USA. O meglio, lo diventeranno dal prossimo 20 gennaio, dopo il giuramento di Trump. Non solo Kennedy, che si è già battuto pubblicamente e più volte a favore di Bitcoin, ma anche Tulsi Gabbard, e – cosa più importante – Howard Lutnick.

È questo l’uomo chiave per il settore crypto: sarà plenipotenziario al Commercio, dopo aver trascorso il grosso della sua vita da Cantor Fitzgerald, società finanziaria di primo profilo che – tra le altre cose – è anche custode dei bond USA detenuti da Tether, crypto legata al dollaro che vale 130 miliardi di riserve e che se fosse uno stato sarebbe tra i principali detentori di debito USA anche a livello statale.

Una situazione potenzialmente esplosiva per Bitcoin e crypto: nel solo mese di Novembre sono stati aggiunti 1.000 miliardi di capitalizzazione. Non saranno soldi veri, ma fanno comunque gola ora anche ai grandi investitori. Basta pensare ai circa 300 milioni entrati, solo per la seduta di venerdì, negli ETF su Ethereum quotati negli USA.

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