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Dati Istat sull’agricoltura confermano l’impatto del cambiamento climatico sul settore in Italia

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La produzione agricola italiana risente degli effetti del cambiamento climatico: i dati Istat lo confermano ed è difficile negarli, considerando che l’estate scorsa è stata la più calda degli ultimi 2.000 anni e che in Italia continuano ad alternarsi momenti di siccità a bombe d’acqua. La situazione è delicata in tutta Europa, specialmente in Grecia e Spagna, dove sono state intraprese anche misure drastiche per ridurre il consumo di acqua. In tutto questo, il cambiamento climatico minaccia alcune delle filiere a più alto valore aggiunto per il nostro paese: l’olio di oliva, gli agrumi, il vino e i prodotti che ne derivano.

Quando si parla di cambiamento climatico può sembrare che non sia facile vedere direttamente gli effetti di quello che sta succedendo in questo momento. Invece i dati Istat mostrano in modo molto chiaro che ci sono già oggi degli effetti sulle filiere più sensibili che valgono miliardi di euro ogni anno, con la prospettiva che le cose possano peggiorare andando avanti nel tempo. In molte aree del continente, già a giugno si stanno registrando temperature oltre 40 °C lasciando presagire quello che potrebbe accadere andando avanti nel corso della stagione. Con queste basi, la situazione per il comparto agricolo rischia di entrare in emergenza nei prossimi anni.

Il 43% del territorio italiano è dedicato all’agricoltura

Drastico impatto sull’agricoltura italiana

Lo scorso anno la produzione agricola italiana ha registrato un calo del volume del 3,9%, peggiorato dal fatto che il valore della produzione è calato in maniera ancora più drastica. Infatti i raccolti più duramente colpiti dal cambiamento climatico sono stati quelli ad alto valore aggiunto: la produzione di vino, olive e frutta da tavola è diminuita del 11,1%. Lo scorso anno è stato segnato soprattutto da un regime di siccità, che ha colpito tutto il Sud Europa. La produzione dei beni agricoli più esportati dai paesi UE è calata in modo drastico, specie con la crisi dell’olio di oliva in Spagna e la mancanza di raccolti di uva per poter processarla in vino e altri alcolici.

La produzione vinicola italiana è calata del 17% nel 2023, tornando sugli stessi livelli del 2017. L’uva ha bisogno di temperature controllate in estate per poter arrivare al giusto momento di maturazione in autunno, conservando le sue proprietà per poter produrre vini di alta qualità. La produzione di frutta è invece stata compromessa dalle gelate primaverili, un tema sempre più comune. Se poi si parla della produzione di miele, che ha risentito di entrambe le cose, la situazione ormai è emergenziale già da diversi anni.

L’Italia rappresenta il 21% dell’export mondiale di vino

Male anche il 2024

Con l’estate alle porte, la siccità che sta colpendo la Sardegna e la Sicilia è già allarmante per Coldiretti. In diversi allevamenti l’acqua non basta per garantire la vita del bestiame e delle piante. Siccità e forti piogge sono cose che purtroppo il nostro paese ha sempre conosciuto, ma questi avvenimenti vengono esasperati dal cambiamento climatico. Questo non è considerato scientificamente come la causa dei problemi climatici che l’agricoltura italiana si trova ad affrontare in questo momento, ma è considerato un amplificatore che rende esasperate delle situazioni che in passato potevano essere più facilmente superate dai raccolti. La speranza è che, oltre al contenimento del cambiamento tecnologico, la tecnologia corra in soccorso per offrire delle soluzioni in grado di rendere le tecniche agricole più adattabili agli avvenimenti meteorologici estremi.

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