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La Germania non raggiungerà gli obiettivi climatici per il 2030, dicono i consiglieri del governo
Secondo il Consiglio degli Esperti sui Problemi Climatici, l’ente preposto a consigliare il governo tedesco in materia di sostenibilità, è altamente probabile che la Germania non riesca a raggiungere i suoi obiettivi per il 2030 legati alle emissioni inquinanti. Si è parlato spesso del fatto che l’Italia sia in ritardo sul raggiungimento dei target europei e di quelli fissati con le Nazioni Unite, ma a quanto pare in Germania le cose non stanno andando tanto meglio. I due paesi, che prima dell’invasione dell’Ucraina erano i più dipendenti dal gas naturale prodotto in Russia, sono riusciti a far fronte alla crisi ma per farlo hanno dovuto rallentare la velocità della transizione energetica. E non è solo il settore dell’energia a causare le difficoltà attuali, ma anche altre filiere come quella del fast fashion e dei generi alimentari.
L’obiettivo principale fissato dalla Germania era quello di diminuire del 65% le emissioni di gas serra entro il 2030, rispetto a quelle del 1990. Questo avrebbe dovuto essere un passo avanti fondamentale verso il raggiungimento del net zero, che teoricamente nei piani tedeschi dovrebbe essere raggiunto entro il 2050. Quest’anno è prevista l’ultima revisione quinquennale dei progressi verso il raggiungimento di questo obiettivo, ma le notizie non sono positive: a meno che il governo non riesca a cambiare passo sulle riforme e sugli investimenti, i pochi anni rimasti a disposizione per raggiungere l’obiettivo non basteranno.
Criticate le parole del governo
A marzo il governo tedesco si è presentato di fronte all’opinione pubblica con delle ottime notizie, dicendo che il calo delle emissioni del 10% nel 2023 aveva reso il paese per la prima volta in linea con l’obiettivo fissato per il 2030. Il Consiglio però ha duramente criticato questo annuncio, spiegando che i calcoli del governo sono stati basati su delle stime poco attendibili e che soprattutto non tengono in considerazione diverse fonti di emissioni inquinanti. Ora che il governo Scholz ha anche rimosso gli incentivi ai pannelli fotovoltaici e ai veicoli elettrici, diventa persino più difficile pensare che il paese possa tornare ad allinearsi con gli obiettivi per la fine del decennio.
Hans-Martin Henning, il presidente del Consiglio degli Esperti sui Problemi Climatici, ritiene comunque che sia ancora possibile raggiungere gli obiettivi fissati dal paese. Non solo lo ritiene possibile, ma esorta il governo a prendere una scelta netta: quella di non aspettare che si manchino gli obiettivi, ma piuttosto di finanziare i cambiamenti necessari a raggiungerli. Si guarda in particolare al settore dell’energia e a quello delle costruzioni, che rimangono i due più facili da decarbonizzare e al tempo stesso quelli che possono portare al maggiore impatto sulle emissioni.
Una questione di redditività
Pensare che la spesa pubblica per ridurre le emissioni sia una minaccia per le casse del Tesoro, soprattutto nel caso della Germania, sarebbe errato. L’Unione Europea ha collegato gli obiettivi climatici a un sistema di certificati sulle emissioni: se non si raggiungono gli obiettivi UE, bisogna pagare per la quantità di gas serra che si immette nell’atmosfera al di sopra della soglia concordata. Questo significa potenzialmente miliardi di euro in sanzioni che la Germania potrebbe essere costretta a pagare nel caso in cui gli obiettivi non venissero raggiunti, al punto che semplicemente finanziare le riforme per abbassare i livelli di inquinamento sarebbe più conveniente che pagare le sanzioni connesse a un mancato raggiungimento.