Finanza Personale
Residenza fiscale, ecco cosa cambia con le nuove regole
L’Agenzia delle Entrate ha spiegato le nuove regole sulla residenza fiscale, che impattano in maniera diretta sulle tasse da pagare.
Quando si devono pagare le tasse in Italia? A rispondere a questa domanda ci ha pensato l’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 20/e, che ha spiegato che le persone fisiche hanno la residenza fiscale nel nostro Paese quando vivono la maggior parte dell’anno nel nostro Paese.
Sostanzialmente, l’AdE ha fornito le nuove indicazioni relative alla residenza fiscale, grazie alle quali si definisce dove una persona debba pagare le tasse.
Residenza fiscale, quali sono le novità più importanti
Ad essere rivoluzionato, sostanzialmente, è il concetto di domicilio, che non viene più mutuato dal Codice Civile. Seguendo la prassi consolidata a livello internazionale viene riconosciuto come il luogo nel quale un determinato soggetto ha le proprie relazioni personali e familiari a prescindere da quelle economiche. Vengono, ad ogni modo, applicate le disposizioni che sono contenute all’interno delle Convenzioni contro le doppie imposizioni che l’Italia ha firmato con altri Paesi.
Un soggetto, in altre parole, ha la residenza fiscale in Italia nel caso in cui nel corso dell’anno trascorra nel Paese almeno 183 giorni (o 184 negli anni bisestili). A differenza di quanto previsto in passato vengono considerati anche le frazioni di giorno.
A seguito dell’introduzione dei nuovi criteri di presenza fisica, le persone, che lavorano in smart working in Italia per la maggior parte dell’anno, risultano essere fiscalmente residenti in Italia.
Le novità vanno ad impattare anche sulle società e sugli enti. Le nuove regole, infatti, le considerano come residenti in Italia nel caso in cui sia presente la sede legale, la sede di direzione effettiva o la gestione ordinaria in via principale. Si tratta di tre criteri alternativi, ossia basta che ricorra uno solo di essi per configurare la residenza in Italia. Le nuove regole sono in vigore dal 1° gennaio 2024 per le società e gli enti aventi l’esercizio coincidente con l’anno solare.