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Indice VIX
L’indice Cboe della volatilità (VIX) è uno strumento che esprime in modo sintetico le previsioni sulla volatilità dei mercati azionari nei prossimi 30 giorni. L’indice viene calcolato e mantenuto aggiornato dal Chicago Board Options Exchange (CBOE), cioè l’autorità che regola il mercato delle opzioni di Chicago.
Questo indice calcola, più precisamente, la volatilità prevista sull’indice S&P 500. Dal momento in cui questo è anche l’indice più utilizzato come riferimento per l’andamento dei mercati finanziari, spesso il VIX viene impiegato come indice della volatilità in generale. Nella nostra guida avremo modo di approfondire tutti i suoi meccanismi di funzionamento e il suo calcolo.
Indice di volatilità VIX CBOE Volatility Index – Principali caratteristiche:
❓Cosa rappresenta: | Indice di paura e volatilità sui mercati |
📈Indice di riferimento: | S&P 500 |
🏦Dove fare trading: | Migliori piattaforme consigliate |
🔍Analisi: | Efficace – Rate 9,8🟢 |
💪Funziona: | Si – ottimi segnali Buy & Sell |
Cos’è l’indice di volatilità VIX?
L’indice VIX misura la volatilità attesa sull’indice Standard & Poor’s 500 nei prossimi 30 giorni. Per volatilità si intende quanto facilmente i mercati potrebbero andare incontro a oscillazioni, e quanto grandi queste oscillazioni potrebbero essere. Uno strumento che tende ad avere un andamento molto scostante nel tempo, con grandi e frequenti oscillazioni, è uno strumento considerato volatile. Uno strumento che tende a oscillare più raramente e in maniera contenuta è considerato poco volatile.
La volatilità è uno degli elementi che gli investitori tengono maggiormente in considerazione quando scelgono le loro entrate sul mercato. Tipicamente le situazioni in cui il mercato è poco volatile sono anche quelle in cui è più prevedibile. Una volatilità contenuta è ciò che i gestori di fondi e gli investitori istituzionali ritengono ottimale per i loro investimenti.
Quando i mercati sono soggetti a panic selling, cioè a vendite date dal panico per qualche notizia, tipicamente la volatilità si alza. Per questo l’indice VIX viene detto anche “indice della paura“. Non è comunque una definizione corretta da un punto di vista tecnico, come avremo modo di spiegare nel corso della guida.
L’indice VIX ha il compito molto importante di dare a tutte le persone che operano sul mercato un riferimento comune per la volatilità. Un singolo numero, uguale per tutti, che esprime in modo sintetico le attese per le oscillazioni nelle prossime quattro settimane. Per questo, anche se non è un indice azionario, è comunque considerato uno dei più importanti al mondo.
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Indice della paura VIX come funziona
Ci sono diversi modi in cui si può calcolare la volatilità. Ci sono strumenti matematici e statistici, dati macroeconomici o anche qualitativi (come un sondaggio). Questi metodi possono essere divisi in due:
- Misure esplicite della volatilità – Sono rilevazioni statistiche, come la deviazione standard, che vengono calcolate sulla base dei prezzi passati dell’indice Standard & Poor’s 500;
- Misure implicite della volatilità – Si basano sul comportamento dei mercati. Se per esempio un sondaggio rivelasse che l’80% dei trader si sente preoccupato di un crollo imminente dei mercati, implicitamente vorrebbe dire che si aspettano una volatilità piuttosto alta.
L’indice VIX viene calcolato attraverso una misura implicita. Questo è molto importante, perché le misure esplicite possono solo usare i prezzi passati per i loro calcoli. Esattamente come avviene nel mondo degli indicatori di trading, questo rischierebbe di fornire più dati sul passato che sul futuro.
Nello specifico, viene utilizzato il prezzo delle azioni in scadenza tra 30 giorni come misura implicita della volatilità. Più sono alti i premi per acquistare le opzioni, più questo dimostra che il mercato si aspetta una volatilità elevata. Questo è un meccanismo fondamentale per comprendere il VIX, quindi vale la pena di approfondirlo.
Se un’azione costa 50$ in questo preciso momento, le sue opzioni a 30 giorni avranno grossomodo dei prezzi di esercizio che vanno da 40$ a 60$. Chiaramente, se il mercato si aspetta poca volatilità, ci saranno poche persone disposte a comprare un’opzione con un prezzo di esercizio di 55$. Sarebbe quasi certo che l’opzione scadrà senza valore, per cui la domanda sarà bassa e di conseguenza il prezzo dell’opzione sarà molto vicino a zero.
Se dall’altra parte il mercato si aspetta molta volatilità, allora un’opzione di questo genere può diventare un buon affare. Magari il titolo salirà a 60$ per azione e l’opzione scadrà in-the-money, quindi può valere la pena di acquistarla. La domanda aumenta e il prezzo dell’opzione sale. Misurando questo tipo di oscillazioni, il CBOE mantiene sempre aggiornato l’indice VIX.
Come si calcola l’indice di volatilità VIX?
Come è facile immaginare, ci vogliono calcoli piuttosto complessi per tenere traccia di tutte le oscillazioni che avvengono su tutte le opzioni delle 500 dell’indice S&P. La logica di base è che maggiori sono i prezzi per le opzioni out-of-the-money, cioè quelle che attualmente non sarebbero profittevoli, maggiore è la volatilità attesa. Il calcolo viene fatto direttamente sulle opzioni dello Standard & Poor’s 500, non sulle opzioni di tutte le aziende che compongono l’indice.
Il calcolo avviene in diversi passaggi:
- Si trovano tutte le opzioni con scadenza a 30 giorni sull’indice S&P 500 che non abbiano un prezzo di mercato attuale pari a zero;
- Per ogni titolo si considerano tutti gli strike price (i prezzi di esercizio delle opzioni) in due date distinte. Queste due date non possono essere più vicine di 23 giorni né più lontane di 37 giorni;
- Per ogni strike price e per ogni scadenza si calcola la varianza;
- Si sommano le varianze delle due scadenze definite per ciascuno strike price. Prima di sommarle, a ognuna viene dato un peso. Più vicina è la scadenza, maggiore è il peso. La somma dei due pesi dati alle opzioni deve essere parti a 1.00;
- Si calcola la radice quadrata del risultato ottenuto, in modo da ottenere la deviazione standard dei prezzi delle opzioni;
- Il valore della deviazione standard viene moltiplicato per 100 e così si ottiene il valore preciso dell’indice VIX
Il passaggio critico, che rende praticamente impossibile calcolare a mano il valore dell’indice, è quello in cui viene assegnato un peso a ciascuna delle due scadenze relative allo stesso strike price. Il peso, come abbiamo detto, dipende da quanto vicina sia la scadenza dell’opzione; il problema è che questo tempo va calcolato in minuti, per cui il rapporto tra il peso delle due scadenze cambia continuamente.
Indice VIX Formula
La formula per il calcolo del valore dell’indice VIX è la seguente:
σ2 = (2/T) Σ(i) (ΔKi / Ki2)eRT Q(k(i)) – 1/T(F/K0 -1)2
All’interno di questa formula può sembrare difficile orientarsi. Per cominciare, bisogna sapere che cosa significa ogni variabile di questa equazione:
- T è il tempo rimanente, espresso in minuti, prima che l’opzione scada;
- Σ(i) indica che bisogna fare la sommatoria di tutto ciò che viene dopo per ogni opzione valida;
- ΔKi è la metà della distanza tra due strike price. Se un’opzione ha uno strike price di 440 e quella successiva ne ha uno di 441, significa che ΔKi vale 0,50;
- K0 è il primo strike price out-of-the-money, cioè il più vicino al valore attuale dell’indice;
- Ki è lo strike price che stiamo considerando ora nel processo della sommatoria, dal momento in cui il calcolo va ripetuto per tutti gli strike price validi;
- R è il tasso di interesse risk-free, cioè quanto renderebbe detenere la semplice liquidità parcheggiata nell’opzione fino alla sua scadenza. Come numero si usa il rendimento dei bond americani a 3 mesi;
- Q(k(i)) è la metà dello spread tra domanda e offerta per l’opzione che si sta tenendo in considerazione.
Una volta fatta questa prima parte dei calcoli va ancora calcolata la radice quadrata del risultato, dopodiché si moltiplica per 100.
Come fare trading online con l’indice di Volatilità & Paura VIX
Utilizzare il VIX per fare trading è molto semplice. Come abbiamo spiegato, normalmente un maggior valore di questo indice indica una maggiore paura sui mercati finanziari. La paura e l’incertezza generano vendite, che come conseguenza portano il prezzo degli asset verso il basso. Tutte le volte che il VIX si è alzato molto al di sopra della media, di lì a poco il prezzo delle azioni è sceso in modo significativo.
Più che darci segnali per capire il momento esatto in cui entrare e uscire dal mercato, questo indice ci dà delle indicazioni per capire quali siano i periodi migliori per investire e quando invece è il caso di aspettare. Può aiutarti a prevedere un crollo delle Borse prima che arrivi, aiutandoci a comprendere il rischio implicito di investire in ogni fase del mercato. Possiamo interpretarlo come un “semaforo” per capire quali sono i periodi migliori e peggiori per investire.
Questa è una regola generale. Come tutte le regole generali ha le sue eccezioni: il valore dell’indice della paura potrebbe aumentare anche in totale assenza di paura, paradossalmente. Se i mercati si aspettano una crescita rapida e importante nel valore delle azioni, come tra 2017 e 2018, il prezzo delle opzioni out-of-the-money aumenta. Di conseguenza aumenta anche il valore del VIX, ma è difficile che in un mercato del genere arrivi un crollo degli indici.
In linea generale, un investitore dovrebbe cercare di entrare sul mercato quando il VIX segna un valore basso. Questo indica che c’è poca incertezza, poca paura e che di conseguenza è difficile ipotizzare un crollo nel breve termine. Al contrario, quando l’indice ha un valore alto conviene aspettare che i mercati scarichino la tensione e che la volatilità attesa sia più bassa.
Dove investire sull’indice VIX – Migliori piattaforme consigliate
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Idee di trading sull’indice della paura
Ci sono molti modi in cui approcciarsi al trading sul VIX. Da una parte, siccome stiamo parlando di un indice, non si può investire direttamente sul VIX. Dall’altra parte, esistono degli ETF che replicano il suo andamento attraverso l’acquisto e la vendita di futures e opzioni. Tra questi fondi a gestione passiva ne ricordiamo tre in particolare, cioè i più liquidi:
- iPath Series B S&P 500 Dynamic VIX ETN
- ProShares VIX Mid-Term Futures ETF
- Simplify Volatility Premium ETF
Questi fondi cercano di replicare il più fedelmente possibile l’andamento del VIX. Tuttavia, dal momento in cui l’indice è il frutto di un calcolo statistico, non possono seguire istante per istante il suo andamento in un modo perfettamente preciso. Il loro compito, più che altro, è quello di aumentare in valore quando aumenta la volatilità sullo S&P 500 e di fare l’opposto quando la volatilità diminuisce.
Attraverso gli ETF è possibile trattare il VIX come un prodotto finanziario vero e proprio, ma questo indice nasce soprattutto per fornire informazioni. Per questo si presta soprattutto a essere utilizzato come un oscillatore con cui negoziare gli altri strumenti finanziari. Per esempio, un trader potrebbe decidere di entrare sul mercato azionario solo quando il VIX segna un valore basso e potrebbe invece puntare sui beni rifugio quando l’indice della volatilità aumenta.
Esistono anche i futures sul VIX. Il mercato dei futures, esattamente come quello di qualunque altro indice, è fatto di contratti che hanno una scadenza determinata. Il loro valore continua a oscillare finché non arriva il momento della scadenza, scontando anche un premio per il rischio dovuto alla volatilità stessa. I trader che basano le loro strategie solo o in gran parte sul VIX, di solito, lo fanno proprio attraverso il mercato dei futures.
Da ultimo, si può creare una strategia di trading sulle opzioni basata sull’andamento del VIX. Quando l’indice è alto significa che le opzioni sono più care, per cui potrebbe essere il momento di vendere delle covered calls (vendere opzioni call mantenendo già i titoli in portafoglio) per incassare i premi. Quando il VIX è basso, invece, potrebbe essere un buon momento per comprare opzioni approfittando dei prezzi scontati.
Come interpretare i segnali dell’indice di volatilità: esempi pratici
L’indice VIX non genera segnali per la maggior parte del tempo. In una situazione normale, l’indice continua a oscillare in un range di valori considerati “standard” e non produce indicazioni particolarmente interessanti. Normalmente si considerano standard i valori compresi tra 12 e 30. Sotto al 18 la volatilità è particolarmente bassa, mentre sopra al 25 la volatilità è particolarmente alta.
Dall’altra parte ci sono delle situazioni in cui il VIX genera segnali e quando lo fa, di solito sono segnali molto importanti. Significa che potrebbe essere imminente un’ondata di vendite, l’esplosione di una bolla speculativa o qualunque altro grande evento finanziario al quale gli investitori devono fare particolare attenzione. Tenere sotto controllo regolarmente il VIX è importante per capire che tipo di periodo i mercati stiano attraversando.
Indice di Volatilità – Segnale BUY
Il VIX ci suggerisce di comprare quando il suo valore è compreso tra 12 e 30, indicativamente. Questi sono i valori più tipici che l’indice assume nel corso di un periodo normale, in cui non ci sono grandi preoccupazioni che stanno muovendo i mercati. Non significa che sia il momento ideale per comprare, ma solo che non c’è una situazione particolarmente preoccupante in corso.
Si può anche considerare il trend del VIX per decidere quando investire. Se l’indice mostra un trend ribassista significa che la volatilità e la preoccupazione sono in calo, dunque potrebbe essere un momento valido per entrare sul mercato. Un trend rialzista indica invece che la preoccupazione sta crescendo, per cui rappresenta un piccolo campanello d’allarme da tenere sotto controllo.
Indice di Volatilità – Segnale SELL
I segnali sell sono meno frequenti, ma anche più netti. In questo caso vedremo il valore dell’indice VIX impennarsi oltre il 40, in alcuni casi -come a febbraio 2020- anche oltre il 50 o il 60. Sono valori estremi che indicano uno stato di elevata incertezza sui mercati e che normalmente avvengono prima di un crollo importante.
Teoricamente un valore molto basso, sotto il 12, non dovrebbe essere una preoccupazione. Stando alla semplice definizione dell’indice VIX, una situazione di questo genera indica soltanto una bassa volatilità sui mercati. Nella pratica, però, le cose sono spesso diverse da come vengono dipinte nella teoria.
Nel corso del tempo è diventato abbastanza evidente che, quando il VIX segna un valore troppo basso, spesso questo anticipa un momento di panico e calo del valore degli strumenti finanziari. Infatti è normale e strutturale per il mercato che ci sia un premio per le opzioni rispetto ai prezzi spot. Se il premio è troppo basso, normalmente significa che i volumi di scambio sono bassi e gli investitori preferiscono stare fuori dal mercato.
Lettura consigliata: Come imparare a fare trading
HODL: quando tenere la posizione? Informazioni dall’indice di paura
Il VIX può essere uno strumento utile per tenere sotto controllo la volatilità, ma utilizzarlo come se fosse un oracolo rischia di portare a molte decisioni sbagliate. Liquidare le posizioni solo perché il VIX segna un valore più alto della media non è un buon modo di gestire il rischio del portafoglio. Non solo perché spesso i grandi crac dei mercati arrivano prima che la volatilità si alzi, ma anche perché la volatilità può essere positiva.
Quando i mercati salgono, di fatto i prezzi delle azioni cambiano. Gli investitori ritengono che valga la pena di acquistare delle opzioni adesso per bloccare il prezzo delle loro azioni per il futuro, quando potranno rivenderle a un prezzo maggiore. Questo aumento nella domanda di opzioni ne aumenta i prezzi e di conseguenza fa aumentare il valore del VIX.
Il meccanismo che abbiamo appena descritto è alla base del motivo per cui chiamare il VIX “indice della paura” non è corretto. Il VIX è puramente una misura della volatilità, e la volatilità può essere generata anche da situazioni in cui il mercato cresce. Vale la pena di vendere solo quando ci sono dei forti fondamentali a difendere questa decisione.
I fondamentali possono riguardare la paura per un aumento repentino del tasso di inflazione, la possibilità di un conflitto internazionale importante, il sentore che la prossima stagione di report trimestrali sarà problematica o qualunque altro tipo di situazione che spinga a ragion veduta il prezzo delle azioni a ribasso. Il panico è una cosa che sui mercati non si può prevedere con esattezza, nemmeno usando il VIX, per cui non vale la pena di basare delle decisioni importanti solamente su questo indice.
Indice VIX di volatilità: risorse didattiche ed approfondimenti scientifici
Ci sono risorse molto interessanti pubblicate dal mondo accademico riguardo all’indice VIX. Molte di queste sono puramente dedicate all’analisi dell’indice, ma alcune riguardano da vicino il modo in cui può essere sfruttato per cogliere delle opportunità di trading profittevoli. Uno dei paper più interessanti in questo senso è quello dell’analista Ing-Haw Cheng pubblicato sul The Review of Financial Studies.
Lo studio si chiama The VIX Premium e riguarda il modo in cui gli investitori possono trarre un vantaggio dall’andamento dei futures sul VIX. Lo studio mostra come il premio per il rischio nell’acquisto di questi futures non sia effettivamente correlato al reale rischio di investire in quel periodo. Analizzando con il senno di poi l’andamento dei futures e dei mercati, Cheng ha notato che acquistare i futures sul VIX quando il premio per il rischio aumenta è una strategia profittevole nel lungo termine.
Sempre sulla correlazione tra i futures del VIX e la direzione presa dall’indice, un altro studio merita attenzione. Si chiama Is the VIX Futures Market Able to Predict the VIX Index? A Test of the Expectation Hypothesis ed è stato pubblicato nel 2009 sul Journal of Alternative Investments. La ricerca condotta da Marcus Nossman e Anders Wilhelmsson nota che il 73% delle volte, il premio per il rischio con cui vengono prezzati i futures del VIX è in grado di predire l’andamento spot dell’indice nel corso del giorno successivo.
Il lavoro più interessante, a nostro avviso, rimane quello pubblicato nel 2007 da Jiang e Tian. Si chiama Extracting Model-Free Volatility from Option Prices e prende in considerazione tutte le approssimazioni che vengono utilizzate nel calcolo del VIX. L’articolo si concentra su due approssimazioni in particolare: l’uso dei soli strike price che hanno un prezzo diverso da zero e l’uso dei minuti per contare il tempo alla scadenza dell’opzione.
Calcolando a ritroso il valore dell’indice e della volatilità effettivamente riscontrata sull’indice S&P 500, i due autori hanno dimostrato che la formula con cui viene calcolato il VIX è in grado di produrre errori di valutazione sostanziali. Il paper si conclude con la proposta di un algoritmo, realizzato dagli stessi Jiang e Tian, che sarebbe in grado di eliminare questi errori di approssimazione.
Indice di Volatilità VIX Videocorsi
Abbiamo raccolto alcune delle migliori fonti disponibili online riguardo al VIX. Si trovano risorse interessanti e gratuite direttamente su Youtube, dove tanto in italiano quanto in inglese sono disponibili dei piccoli videocorsi validi sull’argomento. Il primo che riportiamo è un video di Assistenza Brokers, un team di investitori navigati che hanno spiegato nel dettaglio il VIX all’interno di un video.
Come per la maggior parte degli argomenti che riguardano i mercati, le risorse più complete e approfondite sono disponibili in lingua inglese. Vogliamo dunque riportare alcuni videocorsi utili internazionali, il primo dei quali è quello di Clay Trader. Già citato in altre nostre guide, è un canale autorevole e serio che tratta tutti i principali argomenti di finanza.
Per chi desidera una spiegazione più breve, invece, TD Ameritrade ha pubblicato un video sull’argomento. TD Ameritrade è uno dei più importanti broker online accreditati negli Stati Uniti: anche se il servizio non è disponibile in Europa, i loro video sono comunque molto interessanti grazie alla capacità di spiegare molto in poco tempo.
Migliori libri Indice di Volatilità
Anche se non esistono dei libri totalmente dedicati all’indice VIX, l’argomento della volatilità è soggetto di due opere molto interessanti che hanno resistito alla prova del tempo. La prima è Volatility Trading, pubblicato nel 2008 da Euan Sinclair. Il libro tratta di tutte le strategie possibili per investire utilizzando la volatilità come indicatore.
Il secondo libro è ancora più in linea con l’argomento dell’indice VIX. Si chiama Option Volatility and Pricing Strategies di Sheldon Natenberg. Pubblicato nel 1988, rimane comunque estremamente attuale. All’interno del libro è spiegato in dettaglio il modo in cui le opzioni vengono influenzate dalla volatilità, dalla loro scadenza e da altri fattori. Molto utile per capire i meccanismi alle base dei movimenti che spostano il prezzo delle opzioni, influenzando di conseguenza il VIX.
Migliori Forum per imparare
Un altro luogo dove andare a cercare informazioni interessanti e scambiare opinioni sull’indice della volatilità sono i forum. Ne riportiamo quattro particolarmente interessanti, anche in questo caso unendo le migliori fonti italiane a quelle internazionali:
- InvestireOggi – Un forum italiano sempre molto attivo in cui si parla soprattutto di mercati azionari, che come abbiamo avuto modo di spiegare sono molto influenzati dall’andamento della volatilità;
- BabyPips.com – Totalmente dedicato al Forex, questo è un forum dove comunque si parla molto spesso del VIX e del suo particolare impatto sul mercato delle valute;
- TradingVolatility.net – Un forum internazionale totalmente dedicato a chi utilizza la volatilità come elemento chiave delle sue strategie di trading;
- Strategyquant.com – Particolarmente interessante in quanto di nicchia. Questo forum è dedicato alle strategie di trading algoritmico e spesso si parla di come combinare il VIX a questo tipo di operatività.
Indice della volatilità e paura VIX: Opinioni e recensioni
Le opinioni sul VIX sono sempre molto divisive, perché malgrado il calcolo di questo indice sia oggettivo, la sua interpretazione è molto personale. Ci sono persone che utilizzano il VIX come base per le loro strategie, al punto che come abbiamo visto esistono dei libri che trattano solo questo argomento; dall’altra parte ci sono investitori che lo ritengono quasi inutile.
La critica più comune al VIX è che questo indice sia spesso in ritardo nel generare i segnali. Questo accade, ad esempio, quando i premi sulle opzioni aumentano in modo importante perché è appena avvenuto un crollo degli indici: il crollo dà origine alla volatilità, non il contrario. Inoltre, come abbiamo spiegato, la volatilità non è direzionale e può segnalare semplicemente un periodo di forte crescita sui mercati.
Prima di concludere la nostra guida vorremmo riportare le opinioni di alcuni analisti rilevanti, nonché le opinioni dei trader che compongono la nostra redazione e che da anni ormai utilizzano il VIX come parte della loro attività sui mercati.
Opinioni autorevoli sull’analisi corretta dell’indice
Abbiamo raccolto alcune delle citazioni più rilevanti sul VIX dai mercati finanziari e dalle pubblicazioni degli analisti. Un’opinione interessante è sicuramente quella pubblicata nel 2017 su Bloomberg: l’articolo, chiamato The VIX tells us very little about tomorrow, spiega in modo molto lucido le motivazioni per cui l’indice non è efficace nel predire l’andamento dei prezzi delle azioni. Questo rimarca la distinzione, su cui siamo tornati più volte, tra volatilità e andamento dei mercati.
Il giornalista di Barron’s Randall W. Forsyth è stato altrettanto brillante, nel corso della sua carriera, scrivendo sull’andamento ciclico del VIX. L’indice tende ad aumentare in estate per effetto di una connaturale volatilità data dai volumi di scambio più bassi, mentre nei mesi con più giorni lavorativi si abbassa nello stesso modo. Questo è un fattore da considerare quando si fa trading basandosi sull’indice della paura.
Da ultimo vogliamo ricordare l’opinione di Scott Wren, analista di Wells Fargo che si è pronunciato sul VIX in un’intervista con la CNBC. Wren ha spiegato che nella sua esperienza il VIX è un indice di concomitanza e non di previsione. La sua opinione è che l’indice sia più efficace nel misurare la volatilità attuale che quella prevista tra 30 giorni.
Cosa ne pensa TradingOnline.com sull’indice VIX?
Essendo sempre molto aderenti alle pubblicazioni accademiche e all’andamento dei mercati, l’opinione dei nostri analisti non si discosta molto da quelle degli analisti che abbiamo appena menzionato.
Riteniamo che il VIX sia un indice utile quando la sua lettura è unita allo studio dei fondamentali del mercato. Se mancano le buone ragioni per un crollo, difficilmente questo avverrà; dall’altra parte, se i mercati sono in una fase di eccessivo entusiasmo o addirittura di bolla speculativa, un crollo potrebbe essere dietro l’angolo anche se i prezzi delle opzioni non spingono il VIX verso l’alto.
Bisogna ricordare che il panico e la paura sono due elementi naturali sui mercati, così come lo sono l’entusiasmo e l’ottimismo. Possiamo prevedere che nel corso dei prossimi 10 anni assisteremo a momenti dove domina ognuna di queste sensazioni, ma è praticamente impossibile dire quando. Se davvero si intende investire sull’indice S&P 500, il nostro consiglio è quello di trascorrere più tempo possibile dentro il mercato e tralasciare il timing con cui entrare sul mercato stesso.
Il VIX può essere, piuttosto, una buona indicazione per capire quando l’effetto di un crollo sta passando per lasciare spazio a una nuova fase di crescita. In questo caso vedremmo gradualmente diminuire il valore dell’indice, che una volta rientrato nella sua zona normale potrebbe indicare seriamente un buon momento per entrare sul mercato. Si tratta comunque di avvenimenti sporadici, che rendono il VIX utile nella gran parte del tempo ma fondamentale solo in attimi molto circoscritti.
Considerazioni finali
Il VIX, il celebre “indice della volatilità”, è uno dei nomi che tornano più spesso quando si parla di mercati finanziari. Questa notorietà gli attribuisce, soprattutto da parte dei trader meno esperti, qualità che non è in grado di soddisfare. Ma prendendo il VIX per quello che è realmente, cioè un tachimetro che misura la volatilità attuale e quella prevista nel futuro a brevissimo termine, rappresenta una valida indicazione da tenere a mente.
Come sempre, non è un singolo strumento che rende un investitore più lucido, più consapevole o più profittevole. È il bagaglio di strumenti nel loro insieme che fa la differenza, soprattutto quando bisogna interpretare il potenziale rischio di un crollo o il sentiment generale del mercato. Un singolo numero può dare indicazioni, ma non può cogliere tutti i dettagli che formano il mercato.
Il VIX è utile soprattutto per costruire un portafoglio che mitiga i rischi, ad esempio aggiungendo delle quote di un ETF calcolato sul suo valore, oppure per stabilire i momenti in cui vale più la pena di comprare e vendere opzioni. Nel restante dei casi va interpretato come uno dei tanti indicatori di analisi tecnica che possono aggiungere informazioni al quadro complessivo, non come un punto nodale in una strategia di investimento.
FAQ – Indice VIX: Domande e Risposte comuni sull’indice della paura
Cos’è l’indice VIX?
L’indice VIX misura la volatilità attesa nei prossimi 30 giorni sull’indice S&P 500. Lo fa utilizzando la volatilità implicita nei prezzi delle opzioni sull’indice.
Perché il VIX è chiamato “indice della paura”?
Il VIX segnala i momenti in cui il mercato è più volatile. Normalmente i picchi di volatilità si hanno nei momenti in cui i mercati sono spaventati e prevalgono le vendite dovute al panico: da qui il soprannome “indice della paura“.
Come posso investire sul VIX?
Si può investire sul VIX attraverso i futures su questo indice, attraverso l’esposizione alle opzioni dell’indice S&P 500 o attraverso gli ETF che tracciano la volatilità in modo simile a questo indice.
Quale valore del VIX si considera particolarmente alto?
Il VIX si considera particolarmente alto quando il suo valore supera il 30, ma l’interpretazione dell’indice è comunque soggettiva.
Quali sono i valori “normali” per il VIX?
Per la maggior parte del tempo, il valore di questo indice oscilla tra 12 e 20. Normalmente questi sono considerati valori medi, in cui sui mercati non c’è una volatilità né troppo alta né troppo bassa.