Guide ETF
ETF Idrogeno: Migliori su cui Puntare
Gli ETF legati all’idrogeno sono fondi quotati in Borsa che investono su società che derivano la gran parte dei loro ricavi da prodotti o servizi legati alla filiera dell’idrogeno. Si tratta di un settore collegato all’economia green, in forte espansione, che vede al suo interno tanto grandi colossi dell’energia quanto giovani startup. In un settore così dinamico, gli ETF sono un modo intelligente per diversificare il rischio sui vari attori della filiera ed esporsi alla crescita di questa tecnologia senza puntare tutto su una singola azione.
L’idrogeno è un settore promettente, con diversi tipi di applicazioni. Potenzialmente i motori a idrogeno possono diventare il futuro dei mezzi pesanti -come navi, camion e addirittura aerei- e i generatori a idrogeno sono già largamente impiegati come fonte di sostegno alla rete elettrica principale. La riduzione dei costi di produzione e l’efficientamento delle celle a combustibile, nel corso del tempo, potrà portare questa tecnologia a operare su una scala sempre più ampia.
Particolarmente interessante è il cosiddetto idrogeno green, cioè quello prodotto a partire da energia rinnovabile. A differenza dell’idrogeno “blu”, prodotto solitamente a partire dal gas naturale, quello verde non prevede alcun impatto ambientale e può essere prodotto senza far ricorso a nessun combustibile fossile.
ETF Idrogeno – Riassunto dei concetti principali:
❓Cosa sono | Fondi quotati in Borsa legati all’idrogeno |
🎯Dove investire | Degiro, Scalable Capital |
💲Costi di gestione | Dallo 0,30% allo 0,50% annuo |
📊Aziende più presenti | Plug Power, Nel, FuelCell |
🔎Miglior ETF idrogeno | BNP Paribas Hydrogen Economy UCITS |
📈Conviene investire? | Sì, con orizzonte di lungo termine |
Migliori ETF legati all’idrogeno: lista completa 2024
Dopo aver esaminato gli ETF a disposizione, li abbiamo riuniti in una lista che raccoglie i migliori per esporsi alle azioni legate all’idrogeno. I criteri di selezione sono stati:
- La percentuale di fondi effettivamente allocati in asset coerenti con l’economia dell’idrogeno;
- L’esposizione geografica, favorendo ETF che diversificano il portafoglio su più aree per ridurre i rischi di mercato, politici e di valuta;
- I costi annui di gestione;
- L’armonizzazione dell’ETF, favorendo gli ETF che presentano la denominazione UCITS e che pertanto sono soggetti a una tassazione più favorevole per gli investitori europei.
A fronte di tutto questo, gli ETF selezionati sono cinque e sono facilmente reperibili presso le piattaforme dei broker online più conosciuti. Un consiglio pratico è quello di aprire un conto su eToro per investire in ETF, dal momento che questa piattaforma è particolarmente sul fronte dei costi -molti ETF si possono acquistare senza commissioni- ed è allo stesso tempo molto facile da utilizzare.
ISIN | TER | Asset | Geo | Dividendi | |
Global X Hydrogen ETF | US37954Y1525 | 0.50% | 25 | Global | Semestrali |
Invesco Hydrogen Economy UCITS ETF Acc | IE00053WDH64 | 0.60% | 53 | Global | Reinvestiti |
🥉 L&G Hydrogen Economy UCITS ETF USD Acc | IE00BMYDM794 | 0.49% | 26 | Global | Reinvestiti |
🥈 VanEck Hydrogen Economy UCITS ETF USD A | IE00BMDH1538 | 0.55% | 26 | Global | Reinvestiti |
🥇 BNP Paribas Easy ECPI Global ESG Hydrogen Economy UCITS | LU2365458145 | 0.30% | 40 | Global | Reinvestiti |
5° – Global X Hydrogen ETF
Global X Hydrogen ETF è un fondo non armonizzato, quotato negli Stati Uniti, che investe su 25 delle società più importanti al mondo tra quelle legato al mercato dell’idrogeno. Attualmente il fondo ha una dimensione relativamente piccola, gestendo circa 40 milioni di dollari in capitale investito totale. Investe su 25 società, tracciando l’indice Solactive Global Hydrogen Index. Si tratta di un ETF a gestione passiva, che cerca esclusivamente di rispecchiare le performance dell’indice senza tentare di batterlo. Da notare che il fondo non è armonizzato UCITS, per cui per gli investitori europei la scelta più semplice è quella di investire attraverso i CFD.
Le società più rappresentate nel portafoglio sono:
- Nel Asa
- Bloom Energy Corp
- Plug Power Inc
- Ballard Power Systems Inc
- AFC Energy
- MCPHY Energy
- Ceres Power Holdings
- SFC Energy
- Powercell Sweden AB
- ITM Power
Il TER (Total Expense Ratio) è dello 0.50%, in linea con gli altri prodotti elencati all’interno della guida. I dividendi vengono distribuiti due volte l’anno, anche se attualmente pressoché nessuna società del fondo è già arrivata alla fase di stacco di dividendi. In generale, quando si investe in un settore in forte espansione, ha senso reinvestire i dividendi ed esporsi il più possibile alla capitalizzazione composta del proprio capitale nel lungo termine.
Dove investire: Degiro / Scalable Capital
4° – Invesco Hydrogen Economy UCITS ETF Acc
Al secondo posto troviamo uno degli ETF di Invesco, che si sta affermando sempre di più come uno degli operatori leader per i fondi a gestione passiva. Anche in questo caso un fondo armonizzato che rispetta le regole UCITS, con una diversificazione nettamente superiore a quella delle alternative viste in precedenza. In questo caso, infatti, il portfolio dell’ETF conta 52 azioni. L’indice di riferimento è il WilderHill Hydrogen Economy Index, che l’ETF segue con il metodo della replica fisica. Significa che il portafoglio del fondo e quello dell’indice sono sempre esattamente uguali.
Il WilderHill Hydrogen Economy Index è composto da società che aiutano a far avanzare la tecnologia e l’economia dell’idrogeno, ma senza requisiti specifici. Altri indici ed ETF sono più severi, richiedendo che almeno una certa percentuale dei ricavi di una società provenga dall’idrogeno e dai servizi correlati affinché questa possa far parte del portafoglio. Attualmente le 10 società più rappresentate nel portafoglio sono:
- Chart Industries
- NFI Group
- Verbio
- ITM Power
- Gevo
- Colon
- Wolfspeed
- Bloom Energy
- OX2 AB
- Plug Power
Le quote del fondo sono denominate in dollari, ma solo il 20.6% del capitale complessivo è investito in azioni legate agli Stati Uniti. Nel concreto il fondo diversifica molto le aree geografiche su cui investe, per cui il rischio di cambio è ben distribuito. Il “problema” di questo ETF è che, effettivamente, l’indice di riferimento non ha un legame così forte con il mondo dell’idrogeno. Per quanto tutte le società che ne fanno parte abbiano una parte dei loro affari che è correlata a questo settore, non è il business principale per quasi tutte le aziende del fondo.
Dove investire: Degiro / Scalable Capital
🥉 – L&G Hydrogen Economy UCITS ETF USD Acc
Al terzo posto si colloca un ETF di Legal & General, anche in questo caso un prodotto a gestione passiva che replica un indice di Solactive. Attenzione a non confondersi con il fondo di Global X, perché l’indice di riferimento è leggermente diverso: si tratta del Solactive Hydrogen Economy Index, pensato per includere tutti i principali titoli che hanno a che fare con il mondo dell’idrogeno anche se non sono direttamente coinvolti nella sua produzione. Esempi di attività collegate all’economia dell’idrogeno sono lo stoccaggio, il trasporto e le applicazioni per l’utilizzo finale. Il TER annuo è dello 0,49% e il fondo adotta un metodo di replica fisica completa, cioè possiede direttamente tutte le azioni dell’indice di riferimento.
Oltre ad avere dei requisiti legati ai legami con l’economia dell’idrogeno, ci sono dei requisiti anche di capitalizzazione di mercato e liquidità del titolo. A fronte di tutti questi parametri, oggi le società più rappresentate all’interno di questo ETF sono:
- Nippon Sanso
- Toyota
- Chemours
- Air Products and Chemicals
- Air Liquide
- Plug Power
- Ballard Power Systems
- Cummins
- Linde
- Hyundai
In questo caso si nota una forte diversità del portfolio rispetto ai due ETF precedenti, indicando che sarebbe possibile investire su questo e su uno dei due spiegati in precedenza senza causare squilibri a favore di certe azioni. Il fondo è armonizzato e reinveste i dividendi. Sembra che il mercato stia dando ragione alla nostra considerazione di questo ETF, che riteniamo più conveniente rispetto ai due precedenti. Non a caso è più grande degli altri due messi insieme, con un AUM di oltre 390 milioni di dollari a ottobre 2023.
Dove investire: Degiro / Scalable Capital
🥈 – VanEck Hydrogen Economy UCITS ETF USD A
La proposta di VanEck per le azioni legate all’idrogeno è un ETF armonizzato con 26 azioni in portafoglio. Il TER è leggermente più alto rispetto a quello di Global X, con spese complessive dello 0.55% annuo. Dall’altra parte, però, bisogna anche ricordare che si tratta di un fondo armonizzato e che offre una diversificazione leggermente più ampia. Da notare che il fondo utilizza una replica parzialmente sintetica, utilizzando dei derivati per ottenere esposizione ad alcune azioni su cui non investe direttamente attraverso le azioni.
Attualmente le società più presenti nel portafoglio sono:
- Bloom Energy
- Plug Power Inc
- Air Liquide
- Nel Asa
- Air Products and Chemicals Inc
- Mitsubishi Chemical Holdings
- Linde Plc
- Ballard Power Systems Inc
- Nikola
- Doosan Fuel Cell
Malgrado l’esposizione sia simile a quella del fondo di Global X, ci sono comunque delle differenze importanti. Nel caso di VanEck, l’indice di riferimento dell’ETF contiene una maggior concentrazione di strumenti quotati all’estero. Bisogna tuttavia segnalare che è anche meno centrato sull’idrogeno, con dei criteri leggermente più flessibili in tema di quali società possono far parte dell’indice di riferimento e del patrimonio del fondo. I dividendi, in questo caso, vengono reinvestiti ed è possibile investire direttamente in euro.
Dove investire: Degiro / Scalable Capital
🥇 – BNP Paribas Easy ECPI Global ESG Hydrogen Economy UCITS
Al primo posto si colloca un ETF europeo, quotato su XETRA e gestito da BNP Paribas. Oltre a offrire una grande diversificazione e ad essere armonizzato, è anche il fondo meno costoso dell’intera lista: con un TER dello 0.30% annuo, le commissioni sono quasi dimezzate rispetto alle alternative che abbiamo menzionato fino a questo momento. Quando si investe in ETF, tenere al minimo i costi di gestione è uno dei punti essenziali per massimizzare il potenziale di rendimento a lungo termine.
Attualmente è un fondo ancora molto piccolo, con un AUM di appena 9 milioni di euro. Questo è un tratto comune a molti ETF europei, che ricevono meno esposizione rispetto a quelli americani, ed è in parte dovuto al fatto che si tratta di un ETF molto recente. Con 40 azioni in portafoglio, gli investitori si possono assicurare una notevole diversificazione. L’indice di riferimento è il ECPI Global ESG Hydrogen Economy Index, che viene seguito in modo totalmente passivo. Le 10 società più rappresentate nel portafoglio sono:
- Nippon Sanso Holdings
- Chart Industries
- Air Liquide
- Solvay
- Mitsubishi
- Air Products and Chemicals
- Jtket
- Enel
- Bloom Energy Corp
- Iberdrola
In questo caso il fondo riesce a garantire un buon equilibrio tra la diversificazione del portafoglio e la coerenza con l’appartenenza dei titoli al settore dell’idrogeno. Questo aspetto, insieme ai costi molto ridotti, è il motivo principale per cui si colloca nel punto più alto della nostra lista.
Dove investire: Degiro / Scalable Capital
ETF idrogeno: migliori piattaforme per investire
Un aspetto importante da tenere a mente quando si vogliono comprare quote di ETF legati all’idrogeno è che non è semplice riuscire a trovare una piattaforma che permetta di farlo in sicurezza, con costi ridotti e con una certa facilità. Purtroppo, dal momento che questi fondi sono ancora relativamente piccoli, si trovano pochi intermediari che offrano questo tipo di asset. Persino un broker ottimo come eToro, che di solito è un’ottima scelta per investire in ETF, non offre questi ETF.
- Degiro (visita il sito ufficiale)
Degiro è un broker estremamente conosciuto e con milioni di clienti in tutta Europa. Viene utilizzato soprattutto dagli investitori orientati al lungo termine, che vogliono accedere al più ampio elenco possibile di azioni ed ETF. Tutti gli ETF menzionati in questa guida si possono facilmente ritrovare su questa piattaforma, dove le commissioni per investire sono estremamente basse e in alcuni casi addirittura nulle.
Più in generale, la varietà degli ETF disponibili su Degiro fa sì che sia uno dei nostri broker preferiti. Quando si tratta di ETF legati all’idrogeno, in particolare, è una delle pochissime piattaforme a livello europeo che li presenta tra gli strumenti negoziabili e che aggiunge anche la possibilità di pagare appena 1-2€ in costi per eseguito. La piattaforma include anche vari dettagli per ciascun ETF, aiutando gli investitori a orientarsi tra i vari prodotti disponibili.
Per saperne di più: leggi la recensione di Degiro
- Scalable Capital (visita il sito ufficiale)
Scalable Capital è un altro ottimo broker, con sede in Germania, che ha raccolto un notevole successo nel corso degli ultimi anni. Si tratta di una piattaforma pensata soprattutto per essere utilizzata tramite app, con la piattaforma desktop che è presente ma meno ben strutturata. Ottimo servizio per comprare ETF, anche al di là di quelli menzionati nel corso della guida.
Gli utenti hanno la possibilità di scegliere se limitarsi al conto gratuito, pagando appena 1€ per eseguito, oppure passare a uno dei due conti con abbonamento mensile per limitare i costi sul transato. Con l’abbonamento Prime da 2.99€ al mese gli utenti hanno la possibilità di ridurre a zero i costi per eseguito, mentre con quello da 4.99€ al mese, oltre ad azzerare le commissioni si ottiene un interesse annuo garantito sulla liquidità non investita. Da segnalare anche ci sono oltre 750 ETF, tra cui quelli di Invesco e iShares, sui quali tutti i clienti hanno la possibilità di non pagare commissioni.
Per saperne di più: leggi la recensione di Scalable
Conviene investire in ETF sull’idrogeno?
Gli ETF legato all’idrogeno in questo momento sono un’opportunità interessante, considerando quanti investimenti pubblici stanno aiutando il comparto a crescere. Negli Stati Uniti, l’Inflation Reduction Act ha concesso degli incentivi molto forti per ogni chilogrammo di idrogeno verde prodotto; l’Europa ha poi risposto nel 2024 mettendo sul piatto €6,9 miliardi per finanziare nuovi progetti, tra cui grandi infrastrutture per produzione e stoccaggio di idrogeno nel Sud Italia.
La transizione energetica è un qualcosa che non si può evitare, in parte perché la dipendenza dai combustibili fossili significa continuare a immettere CO2 e altre emissioni inquinanti nell’atmosfera; in parte perché è un fattore scomodo sul fronte geopolitico, con le nazioni esportatrici di gas e petrolio che acquisiscono un peso molto forte sullo scacchiere internazionale da cui gli importatori vorrebbero liberarsi. Con due forze del genere che agiscono nella direzione dell’idrogeno verde, la crescita del comparto continuerà a essere estremamente forte anche nel corso dei prossimi anni.
Panoramica del settore
Il settore è in fortissima espansione, soprattutto per quanto concerne l’idrogeno verde, con un tasso di crescita annuo composto del 54+% secondo le previsioni di Precedence Research. Dall’altra parte, bisogna anche dire che fino a questo momento le dimensioni del mercato per l’idrogeno verde sono relativamente piccole: appena 4 miliardi di dollari nel 2022, considerando tutta la filiera. La distanza è notevole rispetto ai 332 miliardi di dollari previsti per il 2032.
Da una parte significa che c’è molto spazio per crescere per le società del settore, anche se chiaramente le valutazioni rispecchiano già le attese legate a questa crescita. Più che altro, è importante notare che in un settore che deve ancora affrontare la sua fase di rapida espansione possono emergere delle variabili pericolose. Potremmo accorgerci che a livello tecnologico esistono soluzioni migliori rispetto all’idrogeno, oppure una startup ancora inesistente potrebbe trovare un nuovo modo di produrlo a prezzi molto più bassi.
Per questo motivo, è importante attendersi che le azioni connesse a questo settore vadano incontro a una notevole volatilità. Sicuramente c’è molto spazio per la loro crescita, ma è importante che chi investe lo faccia con un orizzonte di lungo termine e sapendo che, nel breve-medio periodo, ci potrebbero essere momenti di flessioni negative anche importanti. Spesso, quello che fa la differenza quando si investe in trend emergenti è avere una comprensione chiara del potenziale tecnologico ed economico del settore, lasciando che questa convinzione prevalga sulla tentazione di vendere quando le cose vanno male.
ETF vs singole azioni
Un’altra delle considerazioni da fare è se sia più conveniente investire comprando singole azioni o in modo più diversificato, scegliendo di puntare sugli ETF. Ci sono pro e contro per ciascuna di queste decisioni, soprattutto in un settore così giovane e volatile. I maggiori vantaggi di investire sugli ETF sono:
- La possibilità di diversificare facilmente il portafoglio su tutti i titoli più importanti legati all’idrogeno;
- L’esposizione a tante società che utilizzano tecnologie diverse, riducendo il rischio tecnologico legato alla posizione;
- Il fatto di esporsi a tanti mercati geografici e a diverse valute, diversificando anche i rischi geopolitici e di cambio valuta;
- La possibilità di lasciare che i dividendi vengano automaticamente reinvestiti dal fondo, evitando la tassazione che sorgerebbe se si ricevessero personalmente.
Dall’altra parte, è importante ricordare anche che ci sono degli svantaggi nello scegliere questo tipo di prodotti rispetto alle singole azioni:
- La gestione del fondo ha un costo che viene riflesso sui clienti, motivo per cui si paga la commissione di gestione;
- Spesso gli ETF hanno in portafoglio società su cui un investitore non vorrebbe investire, perché magari ritiene che siano sopravvalutate o che non siano abbastanza attinenti al settore;
- In alcuni casi gli ETF lasciano fuori dal portafoglio alcune società su cui invece un investitore vorrebbe investire;
- Talvolta un portafoglio molto diversificato non è la strada migliore, perché magari un investitore ha già chiaro che una o poche società siano quelle destinate ad avere il maggior successo nel settore.
Bisogna quindi decidere in base alle proprie previsioni e in base al proprio profilo da investitori, ma complessivamente gli ETF si adattano molto bene alle dinamiche del mercato dell’idrogeno. Con molte tecnologie in competizione tra loro, oltre a politiche governative diverse in tutto il mondo, la forte diversificazione offerta dagli ETF è un vantaggio notevole.
Come investire su ETF idrogeno [Tutorial]
Per investire su ETF legati all’idrogeno, la prima cosa da fare è scegliere un intermediario. La nostra redazione è sempre molto attenta a consigliare quelli più sicuri e convenienti, dal momento che noi stessi siamo investitori da oltre un decennio. Nel caso degli ETF legati all’idrogeno, gli intermediari a disposizione in Italia sono davvero pochi: la maggior parte delle banche, ad esempio, non li presenta tra gli strumenti negoziabili o chiede commissioni esorbitanti. Ci sono due broker in particolare, che abbiamo già menzionato, che offrono le migliori condizioni per investire in ETF idrogeno.
- Registrazione
Il primo passo è quello di aprire un conto su Degiro qui. Il processo di registrazione è guidato ed è piuttosto semplice, anche se il broker è tenuto dalla legge a fare un’attenta verifica dei dettagli di ogni cliente. Una volta terminato il processo, il broker chiede di verificare la propria identità attraverso l’invio della foto di un documento con fotografia. Questa è una prassi legale necessaria per tutti i broker che operano a livello europeo.
- Eseguire il primo deposito
Degiro rende molto semplice aggiungere dei fondi al proprio conto, dal momento che il broker è parte del gruppo Solaris Bank AG. Si tratta di una grande banca tedesca abilitata a operare in tutta Europa, per cui tutti gli utenti italiani ricevono un IBAN che inizia con IT e che permette di ricaricare il conto direttamente attraverso bonifico bancario. Solitamente il bonifico viene visualizzato sul proprio account già il giorno successivo a quello in cui è stato inviato. Questo garantisce anche che i fondi depositati sul conto siano oggetto delle regolamentazioni previste dal Fondo di Protezione dei Depositi tedesco.
- Comprare l’ETF
L’ultimo passaggio prevede semplicemente di comprare le quote dell’ETF in questione, un’operazione piuttosto semplice che si può completare in meno di due minuti. La prima cosa da fare è cercare il nome dello strumento finanziario nella barra di ricerca in alto; in alternativa si può scrivere l’ISIN e la piattaforma farà comparire in automatico il prodotto richiesto.
Una volta incontrato il prodotto richiesto, è sufficiente cliccare in alto su “Compra” o “BUY“. Verrà visualizzata una schermata in cui gli utenti possono scegliere quante quote comprare, a che prezzo e per quanto deve essere considerato valido l’ordine. Se il prezzo specificato consente al broker di trovare liquidità sui mercati, allora l’ordine verrà eseguito in pochi istanti.
Sul menu di sinistra presente in ogni pagina della piattaforma si trova una voce “Portafoglio“. Da questa sezione è sempre possibile controllare lo stato del proprio investimento, le perdite o gli utili realizzati, e in ogni momento è possibile inviare l’ordine per chiudere la posizione.
ETF idrogeno: la nostra opinione
A fronte dell’esperienza che abbiamo maturato investendo nel corso degli anni, visti anche i numeri legati al settore dell’idrogeno e alle società quotate in Borsa che se ne occupano, vorremmo concludere la guida con un’opinione personale sugli investimenti in ETF legati a questo settore.
L’idrogeno, soprattutto quando si parla di green hydrogen, è una delle tecnologie su cui il mondo intero sta puntando di più per accelerare la transizione ecologica. Detto questo, il mercato relativo all’idrogeno è ancora molto piccolo e le applicazioni industriali devono ancora decollare. I generatori di emergenza e i muletti a idrogeno sono già una realtà e sono economicamente competitivi, ma serve di più per far decollare la domanda.
Nel corso dei prossimi anni sarà essenziale che le società legate a questo settore riescano a fare economie di scala per abbassare i prezzi e permettere all’idrogeno di competere con le batterie al litio per alimentare i motori dei mezzi pesanti.
Soprattutto camion e navi possono essere una fonte molto importante di fatturato per le società che producono idrogeno, ma al momento esistono solo prototipi e produzioni su piccola scala.
Una spinta molto forte in questa direzione dovrebbe provenire dai nuovi incentivi dell’amministrazione Biden: 3$ per chilo di idrogeno verde sono tanti e potenzialmente potrebbero accelerare di anni la velocità con cui l’idrogeno verde diventerà conveniente a livello economico come combustibile per i motori.
Questa potrebbe essere proprio la svolta necessaria per permettere alle azioni di questo comparto di trovare slancio nei prossimi 5-10 anni. L’incentivo alla produzione arriva insieme a miliardi di investimenti diretti da parte del Department of Energy, replicati in piccola parte anche in Europa e in Brasile. Ci sono i presupposti affinché questo sia un combustibile essenziale nella transizione ecologica, sia da un punto di vista tecnologico che di capitali.
Ricordiamo che le opinioni della nostra redazione non rappresentano una consulenza o un consiglio d’investimento.
Conclusioni
Gli ETF legati all’idrogeno sono ancora pochi, ma visto l’interesse per il settore sono probabilmente destinati ad aumentare. Già oggi, in ogni caso, è possibile trovare dei prodotti interessati che offrono un’alta diversificazione del portafoglio e costi di gestione piuttosto bassi; tra questi, il BNP Paribas Easy ECPI Global ESG Hydrogen Economy UCITS è quello che oggi offre i costi più bassi a fronte della più ampia diversificazione possibile. Il portafoglio del fondo è molto strettamente correlato all’idrogeno e il fatto di aderire alle regole UCITS lo rende conveniente anche sul fronte fiscale.
Il fatto che ci siano ancora pochi ETF legati a questo settore, poi, rende più difficile trovare piattaforme con cui operare. Sia le principali banche italiane che grandi broker come eToro non offrono ancora questi ETF, oppure lo fanno a fronte di costi per eseguito di 15-20€. Fortunatamente è possibile utilizzare Degiro o Scalable Capital per risparmiare sui costi di intermediazione.
Un elemento molto importante per il successo di questi prodotti, in futuro, sarà il continuo sviluppo tecnologico. Con l’aumento delle iniziative per contrastare il cambiamento climatico e le sovvenzioni al settore, l’idrogeno verde riesce a costare sempre meno. Questo favorisce l’aumento della produzione e dunque le economie di scala, abbassando i costi. Se la traiettoria del mercato rimarrà questa, c’è il potenziale per un ritorno davvero importante per gli azionisti capaci di rimanere pazienti.
FAQ: Domande e risposte frequenti sugli ETF legati all’idrogeno
Su quali società investono gli ETF idrogeno?
Ogni ETF segue un certo indice e ha un suo portafoglio, ma società comunemente presenti in questi fondi sono FuelCell Energy, Plug Power, Weichai Power, Air Liquide e Nel ASA.
Quali sono i costi associati agli ETF idrogeno?
Solitamente gli ETF non prevedono un costo di ingresso, ma tutti gli ETF legati all’idrogeno attualmente in circolazione prevedono un costo di gestione annuo. Questo, alle condizioni attuali di mercato, va dallo 0,30% allo 0,50%.
Che piattaforma usare per comprare ETF idrogeno?
Due piattaforme che offrono costi di intermediazioni bassi, sicurezza e un’ampia offerta di ETF legati all’idrogeno sono Degiro e Scalable Capital.
Gli ETF legati all’idrogeno sono un buon investimento?
L’idrogeno è una delle tecnologie più promettenti in questo momento, con un tasso di crescita annuo composto previsto per il prossimo decennio che supera il 50%. Questo potrebbe essere un momento interessante per esporsi alle società che operano nel settore.
Come scegliere un ETF sull’idrogeno?
Elementi da considerare sono le commissioni di gestione, la diversificazione del portafoglio, l’indice che il fondo sta replicando e il tipo di replica, la politica sui dividendi e l’eventuale copertura dei rischi di valuta.
Quanti ETF associati all’idrogeno esistono?
Al momento esistono solo una manciata di ETF legati al mercato dell’idrogeno, sei in totale se si considerano tutti quelli quotati sulle Borse europee e americane.
Perché investire sull’idrogeno con un ETF?
Gli ETF legati all’idrogeno permettono all’investitore di diversificare la sua esposizione su varie società connesse al settore, ottenendo esposizione anche a diversi mercati geografici e diverse valute.
Guide ETF
ETF Aerospazio
Analisi dei migliori ETF aerospazio. In questo articolo la nostra redazione ha recensito i migliori exchange traded funds aerospaziali che riteniamo convenienti.
Gli ETF aerospazio permettono di ottenere esposizione a portafogli diversificati di azioni connesse all’esplorazione spaziale. Dalle prime missioni lunari a oggi, l’industria aerospaziale è cambiata drasticamente: sempre di più, le opportunità offerte da satelliti e viaggi fuori dall’atmosfera stanno diventando interessanti per il settore privato.
L’industria aerospaziale è fatta di centinaia di società sparse in tutto il mondo: chi si occupa di ingegneria, chi di componenti, chi di lanci aerospaziali, satelliti e così via. Gli ETF, essendo per loro natura dei prodotti con un’alta componente di diversificazione, aiutano molto a ottenere esposizione ai tanti segmenti dell’industria aerospaziale.
Ci troviamo in una seconda corsa allo spazio, segnata soprattutto dal boom dell’interesse delle società private. Si sente sempre di più parlare di “space economy”, il valore economico legato a ciò che si trova al di fuori della nostra atmosfera. E mentre assistiamo ai miracoli della tecnologia che ci permettono di aprire nuove strade per esplorare lo spazio, si aprono anche nuove opportunità economiche per gli investitori.
Abbiamo fatto un’analisi completa delle opportunità a disposizione degli investitori e a fronte delle informazioni che abbiamo trovato, abbiamo scelto 5 ETF in particolare. A nostro avviso questi sono i prodotti migliori per esporsi all’industria aerospaziale e al suo alto tasso di crescita.
💡Conviene investire oggi: | Sì |
⛔Rischio dell’investimento: | Medio-Alto |
💸Costi e commissioni: | 0,40-0,97% TER annuo |
💼Dove acquistare: | Capital.com / eToro / FP Markets / Degiro |
💰Investimento minimo: | 50 euro |
Migliori ETF aerospazio 2025
Nella nostra scelta dei fondi migliori abbiamo tenuto conto di alcuni fattori precisi:
- Effettiva appartenenza al settore;
- Costi di gestione annua;
- Liquidità e dimensione del fondo;
- Diversificazione su vari segmenti dell’industria aerospaziale;
- Diversificazione su varie aree geografiche.
Ricordiamo, in ogni caso, che la nostra guida rappresenta esclusivamente le opinioni della nostra redazione e non deve essere interpretata come un consiglio finanziario o una consulenza d’investimento.
1. iShares US Aerospace & Defense ETF
📍ISIN | US4642887602 |
⭐Dove comprare | Capital.com / eToro / FP Markets |
💲TER | 0.40% annuo |
📈Metodo di replica | Fisica parziale |
💱Valuta del fondo | Dollaro USA |
💰Strategia di reinvestimento | Distribuzione trimestrale |
Il primo fondo che menzioniamo è anche il più grande della sua categoria. Si tratta di un prodotto molto diversificato, che incorpora anche una parte di società legate al settore della difesa -ma purché siano legate anche all’aerospazio-. L’obiettivo dei gestori è replicare il Dow Jones US Select Aerospace & Defense Index, e attualmente le società più rappresentate nel portafoglio sono:
- RTX
- Lockheed Martin
- Boeing
- Transdigm
- Northrop Grumman
Interessante notare che il fondo ha un profilo più conservativo rispetto ad altri che si concentrano di più sulle società small-cap, dedicate in modo esclusivo alla space economy. Il fondo di iShares è molto focalizzato sulle società di grandi dimensioni, cosa che lo rende meno volatile. Una nota leggermente negativa è il fatto che il fondo investa esclusivamente in società americane, cosa che limita la diversificazione geografica.
2. ARK Space Exploration & Innovation ETF
📍ISIN | US00214Q8078 |
⭐Dove comprare | Capital.com / eToro / FP Markets |
💲TER | 0.75% annuo |
📈Metodo di replica | Gestione attiva |
💱Valuta del fondo | Dollaro USA |
💰Strategia di reinvestimento | Accumulazione |
ARK, la società guidata dalla carismatica Cathie Woods, è stato uno degli sponsor più discussi nel mondo degli ETF nel corso degli ultimi anni. Nella sua offerta include anche questo fondo esclusivamente dedicato all’esplorazione spaziale, con la caratteristica molto particolare di non avere un benchmark. Questo è infatti un ETF a gestione attiva, in cui il gestore non tenta di replicare un indice bensì di ottenere la migliore performance possibile.
Attualmente le azioni più presenti nel portafoglio sono:
- Aerovironment
- Kratos Defense & Security
- Iridium Communications
- Trimble
- Teradyne
Interessante notare che, in realtà, nel corso del tempo il gestore si sia leggermente allontanato rispetto agli obiettivi iniziali. Archer Aviation, ad esempio, è una società legata al mondo eVTOL e non all’esplorazione spaziale; il 3D Printing ETF, che attualmente è il sesto asset più detenuto dal fondo, è altrettanto piuttosto slegato dall’industria aerospaziale.
3. Procure Space ETF
📍ISIN | US74280R2058 |
⭐Dove comprare | Capital.com / eToro / FP Markets |
💲TER | 0.75% annuo |
📈Metodo di replica | Fisica completa |
💱Valuta del fondo | Dollaro USA |
💰Strategia di reinvestimento | Distribuzione trimestrale |
Questo è un ETF aerospazio che ci piace molto, perché riesce a garantire al tempo stesso una grande diversificazione geografica e sui vari segmenti della space economy. Inoltre ha una gestione passiva, tentando semplicemente di replicare l’indice S-Network Space Index. L’indice è composto complessivamente da 35 società altamente pertinenti al mondo dell’esplorazione spaziale. Quelle più rappresentate nel fondo sono:
- Sirium XM
- Garmin
- Sky Perfect
- GlobalStar
- Virgin Galactic
Interessante notare che attualmente nessuna società pesa per oltre il 6% sul capitale totale investito, garantendo che non ci sia un’esposizione eccessiva a una o poche aziende. Attualmente il 76% dei fondi è investito in società statunitensi, seguite da quelle giapponesi (7%) e olandesi (7%). Interessante notare che il fondo offre esposizione anche alla “nostra” Leonardo, ed è uno dei pochissimi ETF aerospazio che investe almeno una piccola parte del proprio portafoglio su questa realtà italiana.
4. Invesco Aerospace & Defense ETF
📍ISIN | US46137V1008 |
⭐Dove comprare | Capital.com / eToro / FP Markets |
💲TER | 0.57% annuo |
📈Metodo di replica | Sintetica con leva |
💱Valuta del fondo | Dollaro USA |
💰Strategia di reinvestimento | Distribuzione trimestrale |
Progettato per permettere di investire nelle società coinvolte nei settori aerospaziali e della difesa, l’ETF Invesco Aerospace & Defens tiene traccia dello Space Defense Index. All’interno di questo indice ci sono aziende impegnate nello sviluppo, nella produzione e nelle operazioni a supporto della difesa, della sicurezza nazionale. Alcune di queste sono anche impegnate in alcune operazioni aerospaziali.
ETF Invesco Aerospace & Defens ha importanti partecipazioni in queste società:
- RTX Corp;
- Boeing;
- Lockheed Martin;
- Northrop Grumman;
- GE Electric.
5. VanEck Space Innovators UCITS ETF
📍ISIN | IE000YU9K6K2 |
⭐Dove comprare | Degiro / Capital.com / eToro / FP Markets |
💲TER | 0.55% annuo |
📈Metodo di replica | Fisica completa |
💱Valuta del fondo | Euro |
💰Strategia di reinvestimento | Accumulazione |
In quinta posizione troviamo l’unico fondo armonizzato UCITS del nostro elenco. La sigla “UCITS” indica che il prodotto è pensato per il mercato europeo, e questo offre dei benefici dal punto di vista fiscale. Si tratta di un ETF ancora molto piccolo, con soli 6 milioni di euro in gestione, ma comunque di un prodotto ben diversificato e con costi relativamente contenuti. L’obiettivo del fondo è replicare l’andamento del MVIS Global Space Industry ESG Index, un indice composto da 25 azioni di cui le principali sono:
- EchoStar
- Wistron NeWeb
- SES
- Rocket Lab
- Hanwha Aerospace
Soltanto la metà del capitale del fondo è investito in società statunitensi, cosa che lo rende uno dei più efficienti dal punto di vista della diversificazione geografica. Inoltre è quotato anche presso Borsa Italiana, cosa che rende più facile investire sul prodotto e abbassa le commissioni di intermediazione.
Conviene investire in ETF aerospazio?
L’economia dello spazio sta rivelando nuove frontiere, spesso inimmaginabili fino a pochi anni fa: viaggi commerciali fuori dall’orbita terrestre, vendita di big data raccolti attraverso i satelliti, mappatura satellitare del cambiamento climatico, servizi commerciali per il lancio di satelliti e persino per il trasporto di astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale. Tutto questo sta facendo sì che le società del settore possano approfittare di forte espansione dei ricavi e dei margini.
Con così tante applicazioni e opportunità legate all’economia dello spazio, gli ETF aerospazio sono molto utili per poter diversificare il proprio investimento senza aver bisogno di comprare manualmente decine di azioni. Soprattutto nel contesto di un mercato in rapida evoluzione come quello aerospaziale, il valore aggiunto dei fondi a gestione passiva è notevole. I prossimi 10-20 anni saranno molto probabilmente segnati da grandi traguardi per la space economy, non soltanto in termini di risultati scientifici ma anche della loro conversione in opportunità economiche per le imprese del settore.
Ovviamente gli investimenti in azioni portano sempre con sé un margine di rischio, specialmente quando si tratta di piccole società connesse a tecnologie ancora poco mature. Detto questo, i rischi sono anche proporzionali al ritorno potenziale: indubbiamente il settore aerospaziale è piuttosto volatile, ma porta con sé delle opportunità difficili da ignorare in questo preciso momento storico.
Dove investire in ETF aerospazio
Di seguito riportiamo una tabella con le migliori piattaforme per investire negli ETF che abbiamo menzionato nel corso della guida. Sono tutti broker autorizzati Consob, con piattaforme intuitive disponibili anche tramite app, che offrono bassi costi d’intermediazione e molta varietà in termini di strumenti negoziabili.
FP Markets – Visita la piattaforma;
Capital.com – Visita la piattaforma;
Trade.com – Visita la piattaforma;
Skilling – Visita la piattaforma;
Bitpanda – Visita la piattaforma;
Avatrade – Visita la piattaforma.
Migliori alternative agli ETF aerospazio
Oggi il mondo fintech offre soluzioni molto valide per investire in modo diversificato sull’industria dell’aerospazio, anche al di fuori del contesto degli ETF. Un esempio molto interessante è lo Smart Portfolio SpaceTech proposto da eToro.
Gli Smart Portfolios sono dei prodotti d’investimento creati da eToro che offrono esposizione a un portafoglio diversificato di azioni legate a un certo settore. Sono quindi molto simili agli ETF, ma non sono quotati in Borsa e soprattutto non prevedono commissioni di gestione. Considerando che gli ETF legati al mondo dell’aerospazio hanno un TER piuttosto alto, risparmiare questi costi ha un impatto significativo nel corso del tempo.
Attualmente il portafoglio contiene 30 titoli ad alta esposizione all’industria aerospaziale. Nel corso degli anni ha ottenuto delle performance molto positive, a dimostrazione della capacità di eToro di scegliere strumenti validi da inserire nel fondo. Anche se non si tratta di un ETF a tutti gli effetti, il suo funzionamento molto simile a fronte di minori costi ci porta a considerarlo un’ottima alternativa.
Considerazioni finali
L’industria aerospaziale sta conoscendo una privatizzazione molto rapida, sospinta dalle tante opportunità che si stanno aprendo nel mondo delle costellazioni di satelliti, dei viaggi spaziali a scopo ricreativo e dei contratti tra agenzie spaziali governative e società private. La filiera è estremamente lunga, dalle società che si occupano di progettare le singole componenti fino alle aziende che spediscono i satelliti dei loro clienti nello spazio. Gli ETF sono una soluzione pratica per esporsi al settore in modo diversificato a mantenendo esposizione a tutte le principali aziende del settore.
Con le dovute considerazioni su rischi e opportunità, riteniamo che attualmente gli ETF legati all’aerospazio siano tra i prodotti che possono performare meglio nel ramo azionario nel corso dei prossimi 10-15 anni. La privatizzazione del settore spaziale è un trend di lungo termine, per cui è molto importante avere un orizzonte di lungo termine per poter allineare le prospettive del settore con il proprio investimento.
FAQ: Domande e risposte frequenti sugli ETF aerospazio
Gli ETF aerospazio sono rischiosi?
Il settore della space economy è giovane e investire porta con sé, come sempre, dei rischi. Detto ciò, è anche uno dei settori che offrono il maggiore ritorno potenziale in termini di crescita nei prossimi 10-15 anni.
Dove comprare ETF aerospazio?
Le piattaforme più efficienti per acquistare ETF connessi all’aerospazio sono Capital.com, eToro, FP Markets e Degiro. Tutte e quattro sono registrate Consob e abbinano un ottimo profilo di costi a una vasta gamma di strumenti negoziabili.
Perché investire sugli ETF aerospazio?
L’industria aerospaziale è molto diversificata in termini di segmenti e modelli di business, per cui gli ETF sono un modo conveniente di ottenere esposizione al settore nella sua interezza.
Quali sono le migliori alternative agli ETF aerospazio?
Lo Smart Portfolio di eToro chiamato SpaceTech offre una solida alternativa agli ETF aerospaziali, con un portafoglio ben diversificato di 30 azioni che non prevede commissioni di gestione.
Guide ETF
ETF Oro
La nostra redazione ha effettuato un’analisi dei migliori ETF oro legati all’andamento del prezzo di questa materia prima. Scopriamo quali sono i migliori exchange traded funds sull’oro più convenienti.
Gli ETF oro permettono di ottenere esposizione sia alle azioni che al prezzo di questo metallo prezioso. Prima di proseguire è bene ricordare che gli ETF (Exchange Traded Funds) investono in azioni, mentre gli ETC (Exchange Traded Commodities) investono direttamente sul bene fisico sottostante. In entrambi i casi, esiste una grande varietà di prodotti tra cui scegliere.
L’oro rimane il principale bene rifugio in cui gli investitori possono cercare conforto nei tempi incerti per l’economia. Gli ETF e gli ETC offrono dei vantaggi importanti per gli investitori al dettaglio che vogliono ottenere esposizione alla filiera dell’oro. Gli ETF sono molto utili per investire in modo diversificato su asset produttivi come le azioni, mentre gli ETC sono un modo comodo per possedere indirettamente oro fisico evitando derivati complessi o la consegna fisica del bene.
Investire in questo modo sull’oro è decisamente più intelligente rispetto a comprare oro fisico e mantenerlo in casa o in banca. Questo perché le commissioni imposte sulla vendita di oro al dettaglio sono assolutamente proibitive, e lo sono nuovamente nel momento in cui si vuole liquidare il proprio investimento.
💡Conviene investire oggi: | Sì |
⛔Rischio dell’investimento: | Basso |
💸Costi e commissioni: | 0,12-0,51% TER annuo |
💼Dove acquistare: | Capital.com / FP Markets / eToro / Degiro |
💰Investimento minimo: | 50 euro |
Migliori ETF oro 2025
Gli ETF e gli ETC sull’oro sono decine, e molti di questi esistono sia in versione UCITS che non-UCITS. Abbiamo navigato attraverso tutti gli strumenti disponibili per identificarne 5 in particolare che si distinguono per caratteristiche specifiche:
- Diversificazione geografica
- Costi di gestione
- Liquidità
- Volatilità
Ricordiamo, come sempre, che le nostre sono opinioni della redazione. Il nostro contenuto non va dunque inteso come un consiglio finanziario o una consulenza d’investimento, ma come la nostra lista di ETF preferiti in base alla ricerca di mercato che abbiamo condotto.
1. Invesco Physical Gold A
📍ISIN | IE00B579F325 |
⭐Dove comprare | Capital.com / eToro / FP Markets |
💲TER | 0.46% annuo |
📈Metodo di replica | Fisica completa |
💱Valuta del fondo | Dollaro USA |
💰Strategia di reinvestimento | Accumulazione |
Invesco Physical Gold A sostanzialmente replica il prezzo dell’oro in dollari Usa.
Invesco Physical Gold A è uno dei più importante ETC che segue passo a passo l’indice Gold e riesce a replicare anche la performance dell’indice sottostante grazie ad un’obbligazione garantita da dei titoli di debito, la quale viene sostenuta dalla detenzione fisica dell’oro.
Le dimensioni di Invesco Physical Gold A sono indubbiamente particolarmente grandi ed ha un patrimonio gestito che è pari a 16.998 milioni di euro. È stato lanciato il 25 giugno 2009 ed il suo domicilio fiscale è in Irlanda.
2. SDPR Gold Shares ETF
📍ISIN | US78463V1070 |
⭐Dove comprare | Capital.com / eToro / FP Markets |
💲TER | 0.40% annuo |
📈Metodo di replica | Fisica completa |
💱Valuta del fondo | Dollaro USA |
💰Strategia di reinvestimento | Accumulazione |
SDPR Gold Shares è un fondo storico. Per avere un’idea di quanto sia grande, stiamo parlando di una delle prime dieci entità al mondo che possiedono più oro. Uno dei motivi per cui questo fondo è molto importante è determinato dal fatto che è stato il primo ETF costruire un proprio patrimonio composto solo e soltanto da oro fisico. Non possiede, infatti, azioni o altri asset. Per ogni 100.000 azioni, il fondo acquista 10.000 once d’oro: in questo modo, ogni azione ha sempre lo stesso valore di 0,1 once di oro.
Il fondo è quotato esclusivamente negli Stati Uniti e non è disponibile in versione UCITS, dal momento che le normative europee escludono la possibilità che un ETF possa investire su un solo asset. Fortunatamente è comunque possibile investire e fare trading sul fondo utilizzando broker con accesso agli strumenti quotati negli Stati Uniti, come quelli che abbiamo riportato nella tabella. L’unico punto a sfavore di questo ETF è il fatto che il suo TER dello 0,40% annuo sia più alto rispetto ad altri fondi simili.
3. VanEck Gold Miners ETF
📍ISIN | US92189F1066 |
⭐Dove comprare | Capital.com / eToro / FP Markets |
💲TER | 0.51% annuo |
📈Metodo di replica | Fisica completa |
💱Valuta del fondo | Dollaro USA |
💰Strategia di reinvestimento | Distribuzione annuale |
Il secondo fondo che presentiamo non investe sull’oro fisico, ma sulle azioni delle principali società connesse al mondo dell’estrazione e della commercializzazione di oro. Questo è un punto a favore importante, dal momento che in ogni caso le azioni legate all’oro tendono ad avere una performance estremamente correlata al prezzo del metallo. Al tempo stesso le azioni sono quote di società produttive, che ottengono degli utili e li possono distribuire sotto forma di dividendi o reinvestire nel proprio business.
L’ETF di VanEck ha l’obiettivo di replicare il più fedelmente possibile l’indice NYSE Arca Gold Miners Index. Le società più rappresentate nel patrimonio del fondo sono:
- Newmont
- Agnico Eagle Miners
- Barrick Gold
- Wheaton Precious Metals
- Franco-Nevada
Per quanto riguarda l’esposizione geografica, il 41% del capitale è attualmente investito in società canadesi. Seguono gli Stati Uniti (17%) e l’Australia (12%). La grande maggioranza capitale, oltre il 72%, è investito in azioni large-cap. Una piccola parte del capitale viene investito anche in derivati per coprire il rischio di cambio dovuto all’esposizione a molte azioni quotate in mercati emergenti.
4. Aberdeen Standard Physical Swiss Gold Shares
📍ISIN | US00326A1043 |
⭐Dove comprare | Capital.com / eToro / Degiro / FP Markets |
💲TER | 0.30% annuo |
📈Metodo di replica | Fisica completa |
💱Valuta del fondo | Dollaro USA / Euro |
💰Strategia di reinvestimento | Accumulazione |
Aberdeen Standard Physical Swiss Gold Shares mira a fornire agli investitori un modo efficiente per investire direttamente sull’oro senza possederlo fisicamente. I gestori hanno strutturato il fondo come un vero e proprio trust, che impedisce ai fiduciari di prestare l’oro sottostante.
L’ETF viene cambiato da quando Aberdeen ha concluso ha acquistato il fondo il 27 aprile 2018 da ETF Securities. Dopo la conclusione di questa operazione, Aberdeen ha ampliato i suoi accordi di custodia. Ora le attività del Trust di SGOL sono custodite da JPMorgan, con caveau a Zurigo e Londra. Il 21 giugno 2019, SGOL ha cambiato il suo nome da Aberdeen Standard Physical Swiss Gold Shares ETF ad Aberdeen Standard Physical Gold Shares.
5. iShares Physical Gold ETC
📍ISIN | IE00B4ND3602 |
⭐Dove comprare | Degiro / Capital.com / FP Markets |
💲TER | 0.12% annuo |
📈Metodo di replica | Fisica completa |
💱Valuta del fondo | Euro |
💰Strategia di reinvestimento | Nessun reinvestimento |
Nella quarta posizione della nostra classifica troviamo il primo ETC, quindi un prodotto che investe esclusivamente in oro fisico. Si tratta di un fondo estremamente interessante per chi vuole ottenere esposizione diretta al valore dell’oro, senza passare attraverso strumenti derivati. Inoltre è un fondo con spese molto contenute, visto il TER annuo dello 0.12% che si configura come uno dei più bassi all’interno delle categorie.
Trattandosi di un ETC, però, è uno strumento che di fatto serve esclusivamente da bene rifugio. Non permette direttamente di avere esposizione a strumenti produttivi come le azioni delle società che producono oro, per cui non ci sono dividendi o flussi di cassa che possono venire reinvestiti. Per questo motivo siamo sempre un po’scettici quando si parla di ETC, per lo meno se si tratta di investimenti di lungo periodo.
Conviene investire in ETF oro?
Gli ETF oro e argento sono molto utili per ottenere esposizione ai beni rifugio, senza dover utilizzare contratti derivati e senza dover incorrere nelle commissioni molto elevate a cui solitamente si è soggetti nel momento in cui si compra oro in qualità di investitori al dettaglio. Inoltre hanno il grande vantaggio di poter scegliere tra gli investimenti in oro fisico e quelli in società produttive.
Gli investimenti legati all’oro sono sempre utili per la gestione del portafoglio, a prescindere dalle prospettive di breve termine. Gli ETF sono uno strumento efficiente per ottenere esposizione a strumenti che possono performare bene in tempi difficili, bilanciando le perdite che si potrebbero avere su altre componenti del proprio portafoglio.
A differenza di molti altri settori, in cui è difficile trovare dei prodotti validi, gli ETF connessi all’oro sono estremamente più interessanti dal punto di vista dei costi e della qualità dell’offerta. Ci sono decine di fondi tra cui abbiamo potuto scegliere, in modo molto selettivo, quelli da includere all’interno di questa guida. In generale, riteniamo comunque che la scelta più conveniente sia sempre quella di preferire gli ETF azionari a quelli che possiedono oro fisico. Questo perché rimane molto utile avere la possibilità di esporsi al prezzo dell’oro ma continuando a incassare dividendi e flussi di cassa.
Dove investire in ETF oro
Di seguito riportiamo le migliori piattaforme per investire in ETF oro. Si tratta di broker autorizzati da Consob, con basse commissioni e che offrono sia piattaforme che app per negoziare in modo intuitivo.
FP Markets – Visita la piattaforma;
eToro – Visita la piattaforma;
Capital.com – Visita la piattaforma;
Trade.com – Visita la piattaforma;
Skilling – Visita la piattaforma;
Bitpanda – Visita la piattaforma;
Avatrade – Visita la piattaforma;
Scalable Capital – Visita la piattaforma.
ETF oro, conclusioni finali
Gli ETF oro e all’argento sono strumenti indubbiamente utili. Gli investitori al dettaglio hanno poche opportunità concrete per esporsi ai metalli preziosi. Essenzialmente i piccoli risparmiatori sono esclusi dal mercato dei futures, e l’unica alternativa concreta agli ETF sono i CFD o comprare direttamente oro fisico. Comprare direttamente oro fisico, però, prevede dei costi così alti in termini di commissioni d’intermediazione che a conti fatti si tratta di una pessima decisione.
Gli ETF hanno semplificato molto il processo d’investimento in oro: niente consegna fisica del bene, niente derivati complessi, bassi costi d’intermediazione e costi di gestione annui decisamente inferiori a quelli dei classici fondi comuni attivi. Considerando che è sempre consigliabile avere almeno una piccola esposizione ai beni rifugio, questi strumenti sono una risorsa da non sottovalutare. Detto questo, è importante ricordare che sul lungo periodo i beni rifugio non sono l’investimento più produttivo o con il maggiore potenziale per rivalutarsi nel tempo: anche se meritano un ruolo nel portafoglio, non dovrebbero diventarne la colonna portante.
FAQ: Domande e risposte frequenti sugli ETF oro
Gli ETF oro sono sicuri?
L’oro è uno dei beni meno volatili su cui si possa investire, per cui tendenzialmente gli ETF connessi al metallo prezioso hanno un basso rischio. Detto ciò, gli ETF azionari sono più volatili rispetto a quelli che possiedono oro fisico.
Che differenza c’è tra ETF e ETC sull’oro?
Gli ETF, per lo meno in Europa, investono in azioni legate alle società di estrazione e commercializzazione di oro. Gli ETC, invece, tendono soprattutto a detenere direttamente la materia prima sottostante.
Dove comprare ETF oro?
I migliori broker per investire in ETF legati all’oro sono eToro, Capital.com, FP Markets e Degiro. Tutti e quattro offrono bassi costi d’intermediazione, piattaforme intuitive e sono molto validi anche per investire su altri ETF o azioni.
Perché investire sull’oro con gli ETF?
Gli ETF legati all’oro permettono di ottenere esposizione all’andamento del metallo prezioso evitando il problema della consegna fisica o strumenti derivati complessi, offrendo al tempo stesso dei bassi costi di gestione.
Guide ETF
ETF Tecnologia
Il team di Tradingonline.com ha recensito i migliori ETF tecnologia su cui investire nel 2025 legati al settore tecnologico. Ecco quali sono e dove comprarli.
Gli ETF tecnologia permettono di esporsi all’andamento di diverse società legate alla tecnologia, diversificando l’investimento su più segmenti e aree geografiche. Non ci sono dubbi che le azioni tech siano state le protagoniste degli ultimi 15 anni sui mercati finanziari: il rally di Big Tech, il boom della pandemia e ora l’esplosione dell’AI generativa hanno segnato una generazione di investitori. La logica conseguenza è stata anche una proliferazione degli ETF tecnologia che hanno a che fare con il settore, sia sulle Borse europee che su quelle americane.
Oggi il tech è un settore estremamente ampio, che abbraccia qualunque cosa vada da internet fino alle batterie al litio, passando per i semiconduttori, i big data e la robotica. In un mondo così ampio, è davvero difficile valutare singolarmente tutte le azioni a disposizione. Gli ETF sono di grande aiuto per riuscire a ottenere esposizione a diverse tecnologie, diversi mercati e segmenti di mercato. Inoltre questo è un settore dove c’è grande concorrenza tra i fornitori di ETF, cosa che ha portato a un drastico abbattimento delle commissioni di gestione nel corso degli anni.
Dopo aver analizzato approfonditamente il mercato, abbiamo identificato 5 ETF tecnologia che si distinguono da tutti gli altri. Ci teniamo a precisare che il nostro lavoro di ricerca e i nostri contenuti presentati in questa guida rappresentano esclusivamente l’opinione degli analisti di ®TradingOnline.com e non sono da intendersi come una consulenza finanziaria o un consiglio d’investimento.
💡Conviene investire oggi: | Sì |
⛔Rischio dell’investimento: | Medio |
💸Costi e commissioni: | 0,10-0,69% TER annuo |
💼Dove acquistare: | Capital.com / eToro / FP Markets / Degiro |
💰Investimento minimo: | 50 euro |
Top-5: ETF Tecnologia da comprare nel 2025
Abbiamo selezionato gli ETF in base a dei criteri molto specifici:
- Effettiva appartenenza al settore
- Dimensione del fondo (AUM)
- Diversificazione dei segmenti del tech
- Diversificazione geografiche
- Commissioni di gestione
- Tipo di replica
- Armonizzazione UCITS
Abbiamo invece scelto di dare meno peso alla politica sulla distribuzione o sull’accumulazione dei dividendi, dal momento che si tratta di una preferenza personale che varia da investitore a investitore. Inoltre il settore tech è famoso per essere uno di quelli con meno distribuzioni di dividendi, per cui non è gli ETF tecnologia non sono già a priori un prodotto ideale per chi cerca una rendita periodica.
1. Invesco QQQ
📍ISIN | US46090E1038 |
⭐Dove comprare | Capital.com / eToro / FP Markets / Degiro |
💲TER | 0.20% annuo |
📈Metodo di replica | Fisica completa |
💱Valuta del fondo | Dollaro / Euro |
💰Strategia di reinvestimento | Accumulazione (US), Distribuzione (EU) |
Il nostro elenco non potrebbe cominciare da un altro fondo. Invesco QQQ è considerato l’ETF tecnologia per eccellenza, pur non nascendo come un ETF che intende essere esclusivamente legato al tech. Invesco ha creato questo fondo nel 1999 con l’intenzione di fornire ai clienti una replica fisica del Nasdaq 100, l’indice che segue la performance delle 100 aziende più grandi quotate sul Nasdaq escludendo quelle del comparto finanziario. Importante notare che questo fondo è disponibile anche in versione armonizzata UCITS.
Nel tempo il Nasdaq si è confermata la Borsa di riferimento per i titoli tech di tutto il mondo, al punto che QQQ è diventato l’ETF di riferimento per tutto il comparto tecnologico. Considerando il TER dello 0,20%, che è estremamente basso, questo ETF offre un modo davvero ottimo di esporsi alle azioni tech. Le società più rappresentate nel patrimonio del fondo sono:
- Microsoft
- Apple
- Nvidia
- Amazon
- Broadcom
L’elenco procede attraverso tutti i principali colossi tech, ordinati per capitalizzazione e fornendo esposizione soprattutto a società large-cap. L’unica pecca di questo fondo è la scarsa diversificazione geografica, dal momento che le società su cui investe possono essere quotate solo sul Nasdaq. Considerando che questa piazza attira però tutte le principali aziende tech mondiali, anche non americane, questo non è in realtà un problema granché rilevante.
2. Xtrackers MSCI USA Information Technology UCITS ETF
📍ISIN | IE00BGQYRS42 |
⭐Dove comprare | Capital.com / eToro / Degiro |
💲TER | 0.12% annuo |
📈Metodo di replica | Fisica completa |
💱Valuta del fondo | Euro |
💰Strategia di reinvestimento | Accumulazione |
Questo è l’ETF tecnologia più grande d’Europa, con un AUM di oltre 2 miliardi di euro. Come suggerisce il nome, investe esclusivamente in società tech quotate negli Stati Uniti. L’indice di riferimento è il MSCI USA Information Technology 20/35 Custom, un indice in cui la società più rappresentata nel patrimonio del fondo può avere un peso massimo del 35% e tutte le altre possono avere un peso massimo del 20%. Questo per evitare che i colossi tech possano pesare troppo, limitando la diversificazione. Le società più rappresentate nel patrimonio di questo ETF sono:
- Apple
- Microsoft
- Nvidia
- Broadcom
- Salesforce
Interessante notare che il profilo di costi è persino più basso rispetto a QQQ. Inoltre si tratta di un ETF realmente pensato per investire sul comparto tecnologico, al contrario di quello di Invesco che è diventato quasi “per caso” il punto di riferimento del settore. Un’unica pecca va notata: le tre società più grandi su cui il fondo investe rappresentano oltre il 50% del capitale complessivo, per cui la reale diversificazione che si ottiene questo prodotto è limitata.
3. SPDR® S&P® U.S. Technology Select Sector UCITS ETF
📍ISIN | IE00BWBXM948 |
⭐Dove comprare | Capital.com / eToro / Degiro |
💲TER | 0.15% annuo |
📈Metodo di replica | Fisica completa |
💱Valuta del fondo | Euro |
💰Strategia di reinvestimento | Accumulazione |
Altro ETF disponibile sia in versione internazionale che in versione UCITS, specifica per gli investitori europei. Questo fondo investe attualmente in 67 imprese, in base alla loro capitalizzazione di mercato, che sono tutte le imprese appartenenti al comparto tecnologico dello S&P 500. Da notare il fatto che le 5 società più rappresentate nel fondo sono esattamente le stesse dell’ETF precedente.
- Apple
- Microsoft
- Nvidia
- Broadcom
- AMD
Ciò che cambia, in questo caso, è il modo in cui si attribuiscono i pesi a ciascuna società. Nel caso dell’ETF di SDPR, Apple e Microsoft da sole valgono oltre il 40% del patrimonio complessivo del fondo. Dalla terza azione in poi, però, i pesi scendono notevolmente. In questo caso si parla di un ETF top-heavy, cioè un fondo in cui le fluttuazioni di una manciata di aziende molto grandi determinano quasi tutta la performance.
4. iShares S&P 500 Information Technology Sector UCITS ETF
📍ISIN | IE00B3WJKG14 |
⭐Dove comprare | Capital.com / eToro / FP Markets / Degiro |
💲TER | 0.15% annuo |
📈Metodo di replica | Fisica completa |
💱Valuta del fondo | Dollaro |
💰Strategia di reinvestimento | Accumulazione |
Altro ETF molto simile a quelli che abbiamo già menzionato, sempre con 66 azioni in portafoglio che prese dal settore tech all’interno dello Standard & Poor’s 500. La cosa interessante e che rende questo fondo differente dagli altri è che sia denominato in dollari, senza copertura valutaria. Questo significa che, pur essendo un fondo armonizzato UCITS, nel momento in cui si investe in euro la valuta viene automaticamente convertita in dollari.
Come nel caso del secondo ETF che abbiamo esaminato, anche in questo caso ci sono dei pesi limitati al 35% per l’azienda più rappresentata nel fondo e al 20% per tutte le altre. Considerando che si tratta di un fondo iShares, l’emittente è uno dei più grandi e stabili al mondo. Utile notare che il fondo è molto più giovane rispetto agli altri, esistendo dal 2015, ma ha già riscosso un grande successo.
5. iShares MSCI Europe Information Technology Sector UCITS ETF
📍ISIN | IE00BMW42413 |
⭐Dove comprare | Degiro / eToro / FP Markets / |
💲TER | 0.18% annuo |
📈Metodo di replica | Fisica completa |
💱Valuta del fondo | Euro |
💰Strategia di reinvestimento | Accumulazione |
Un fondo completamente diverso dagli altri, perché investe solo in azioni europee collegate al settore della tecnologia. Il settore tech europeo, ovviamente, non è grande come quello statunitense. Al tempo stesso uno dei motivi principali per cui si comprano gli ETF è quello di diversificare su più segmenti e più aree geografiche, ed è per questo che vale la pena di considerare di aggiungere questo fondo al proprio portafoglio.
Le società più rappresentate nel fondo sono:
- ASML
- SAP
- Infineon Technologies
- Capgemini
- Dassault Systems
Come si può notare, più che essere un fondo strettamente legato a software e hardware, la grande concentrazione è in azioni di semiconduttori. Questo è attualmente il maggior contributo che le imprese europee forniscono al settore tech. Non mancano nel portafoglio del fondo anche aziende che si occupano di telecomunicazioni, 5G e IoT: alcuni esempi sono Nokia, Ericsson e Dassault Systems.
Dove investire in ETF Tecnologia
Di seguito riportiamo le migliori piattaforme selezionate da TradingOnline.com® per investire in ETF tecnologici. Si tratta di broker online per investire in autonomia con costi nettamente inferiori a quelli previsti dalle banche tradizionali. Inoltre sono tutte piattaforme autorizzate Consob, testate e utilizzate quotidianamente dai nostri analisti.
FP Markets – Visita la piattaforma;
eToro – Visita la piattaforma;
Capital.com – Visita la piattaforma;
Trade.com – Visita la piattaforma;
Skilling – Visita la piattaforma;
Bitpanda – Visita la piattaforma.
Conviene investire in ETF tecnologia?
Il settore tech è sempre stato in forte crescita negli ultimi 15+ anni. Il problema era riuscire ad acquistare un titolo a prezzi ragionevoli rispetto ai fondamentali dell’azienda, cosa che fino all’esplosione della bolla speculativa tech a fine 2021 sembrava impossibile. Oggi le quotazioni sono scese molto, offrendo un punto d’ingresso migliore agli investitori interessati a investire sul tech. Inoltre le prospettive di crescita legate alle novità come AI, 5G e internet delle cose (IoT) forniscono dei trampolini di lancio per una fase di espansione del settore molto forte nel corso dei prossimi anni.
Detto questo, è importante ricordare che come sempre non si possono ottenere delle garanzie sull’andamento delle azioni. Soprattutto sul breve termine, le azioni tech possono essere molto più volatili rispetto alle azioni legate al petrolio o alle azioni value. Questo perché il settore è ricco di società ancora non profittevoli, oppure profittevoli ma con una valutazione che sconta in anticipo un tasso di crescita molto alto che potrebbe materializzarsi in ritardo rispetto alle attese.
Conclusioni finali
Le azioni connesse alla tecnologia si sono dimostrate un ottimo investimento nel corso degli anni e non abbiamo motivo di pensare che le cose siano destinate a peggiorare nel corso del tempo. I fondamentali rimangono molto buoni, e l’esplosione della bolla tech del 2021 -insieme ai rialzi dei tassi d’interesse negli ultimi due anni- hanno costretto le società tech a diventare più efficienti e pensare prima di tutto a produrre redditività per i loro azionisti. Al tempo stesso, molte azioni si trovano ancora al di sotto dei picchi raggiunti durante la pandemia e offrono buoni punti d’ingresso.
Il valore aggiunto degli ETF, in tutto questo, è quello di semplificare la diversificazione degli investimenti su un settore che altrimenti risulterebbe molto ampio e difficile da navigare. Rispetto ad altri settori, come gli ETF sull’idrogeno, ci sono decisamente più opportunità e decisamente anche un numero maggiore di fondi che offrono basse commissioni di gestione e una vera diversificazione -sia in termini geografici, sia di segmenti-. A fronte di tutto ciò, riteniamo che gli ETF tecnologia siano un investimento ottimo in questo momento e che abbiano, soprattutto per gli investitori meno esperti o con meno tempo da dedicare all’analisi delle azioni, un grande valore aggiunto rispetto all’acquisto dei singoli titoli.
FAQ: Domande e risposte frequenti sugli ETF tecnologia
Investire in ETF tecnologia è rischioso?
Gli ETF tecnologia sono più volatili rispetto a quelli su settori come l’industria farmaceutica o le telecomunicazioni, ma offrono anche un maggior potenziale di crescita: nel quadro complessivo del mercato azionario, li si può definire degli investimenti a rischio medio.
Dove investire in ETF legati al tech?
Le piattaforme migliori per investire in autonomia e in sicurezza sugli ETF di batterie al litio sono Capital.com, eToro, FP Markets e Degiro. Questi broker sono autorizzati Consob, offrono bassi costi d’intermediazione e piattaforme semplici da utilizzare anche via app.
Perché comprare un ETF tecnologia invece delle singole azioni?
Il settore tech è molto ampio, ricco di segmenti e sotto-segmenti. Gli ETF aiutano a navigare questa complessità, offrendo un modo semplice di diversificare su tutte le opportunità offerte oggi dal mondo delle azioni tecnologiche.
QQQ è un ETF tecnologia?
QQQ è un ETF che replica l’andamento dell’indice Nasdaq 100, del quale fanno parte le 100 società più capitalizzate quotate sul Nasdaq. Dal momento che la maggior parte di queste aziende è legata al settore tecnologico, solitamente Invesco QQQ è considerato un ETF tecnologia.
Guide ETF
Migliori Broker ETF
La nostra guida completa ai migliori broker del 2024 per investire in ETF in Italia in modo sicuro e a basso costo. Broker sicuri ed affidabili con PRO e CONTRO. La nostra classifica è rivista costantemente.
I broker ETF consentono di accedere al mercato degli Exchange Traded Funds offrendo agli investitori piattaforme di trading, strumenti di analisi e servizi per fare compravendita di questi titoli.
Gli ETF, da strumenti popolari quali sono, sono offerti da un gran numero di intermediari, sia tra i broker bancari, sia invece tra i broker specializzati nel trading online. Anche all’interno di queste sotto-categorie, non tutti però possono offrire le medesime condizioni.
Sarà necessario pertanto analizzare funzionalità, prestazioni, disponibilità di titoli e condizioni generali e particolari prima di compiere la propria scelta. Una scelta che non può prescindere anche dalla legalità e dalla reputazione del broker ETF che abbiamo davanti.
Perché gli Exchange Traded Fund sono diventati popolari al punto tale da essere utilizzati anche broker non all’altezza, o direttamente illegali, motivo per il quale dovrà essere posta un’attenzione anche maggiore alla scelta del nostro futuro intermediario.
Broker ETF – caratteristiche:
💰Quanto costano: | Gratis |
❓Tipologia di Trading: | DMA / CFD |
🤑Spreads: | Variabili |
🤔Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
🥇Migliori Broker ETF: | eToro / Capital.com / Trade.com |
Quali sono i migliori broker ETF sicuri ed affidabili in Italia del 2024?
Abbiamo selezionato i tre migliori broker che consentono di fare trading sugli ETF, alle migliori condizioni, con le migliori piattaforme e con il migliore assortimento di titoli. Li abbiamo scelti con criteri scientifici e trasparenti – dopo averli utilizzati per fare trading con capitale reale e averne certificato anche la legalità e la corrispondenza a quanto prevedono le leggi europee.
🥇ETORO
eToro è un broker con accesso in DMA e in CFD sia agli ETF, sia ad altri mercati, per i quali complessivamente sono disponibili oltre 5.000 titoli. È l’unico broker al mondo a permettere di investire in ETF sia tramite i contratti CFD, sia tramite acquisto diretto, dalla stessa piattaforma, con modulazione libera dei propri ordini anche attraverso leva finanziaria. Offre un parco di ETF soprattutto statunitensi, vantaggio importante per chi investe dall’Europa e – ormai da qualche tempo – non ha accesso diretto ai migliori titoli d’oltreoceano del settore.
eToro propone una piattaforma proprietaria per il trading – accessibile via web da qualunque browser e qualunque sistema operativo – in aggiunta ad App sviluppate sia per iOS (e dunque iPhone e iPad), sia invece per il mondo Android.
Tra le funzionalità aggiuntive offerte da questo broker troviamo l’esclusivo CopyTrader, sistema che permette di investire copiando le posizioni di altri investitori con un semplice click, insieme al social trading, che invece ci consente di accedere a post e indicazioni di investimento scritte da altri trader e di partecipare anche alla discussione.
Il conto demo gratuito di eToro include 100.000 USD di capitale virtuale, da poter utilizzare per testare sia gli investimenti in ETF (o in altri titoli), sia invece le funzionalità della piattaforma che mette a disposizione dei suoi clienti.
Esclusività: | CopyTrader / Social Trading |
N° ETF: | +150 |
Spread variabili: | Si |
Demo trading ETF: | Si |
Tipologia di trading: | DMA / CFD |
Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
Sito ufficiale: | https://www.etoro.com/it |
Guida: | eToro recensione ed opinioni |
🥇TRADE.COM
Trade.com è un broker multi-asset, che consente di accedere, seppur tramite due canali diversi, sia agli ETF via CFD, sia invece all’acquisto diretto degli stessi, con la sua piattaforma DMA.
Trade.com è uno dei broker storici che operano in Europa, con regolare licenza e che offre, limitatamente alla sua sezione in CFD, oltre 2.300 titoli, ai quali vanno aggiunte le decine di migliaia presenti nella piattaforma a investimento diretto.
La selezione di ETF è imponente e offre accesso a oltre 100 mercati dove questi titoli vengono negoziati, con un assortimento che è di molto superiore, per qualità e quantità, rispetto a quello che offrono gli intermediari bancari che operano soltanto sulle piazze locali come la Borsa di Milano.
Trade.com affida le sue prestazioni, per la sezione in CFD, a MetaTrader, piattaforma apprezzatissima anche dai professionisti, accompagnata comunque da una piattaforma proprietaria da utilizzare anche via Web. Per gli account oltre i 10.000 euro di bilancio, viene anche offerto Trading Central in versione gratuita. Trade.com si può testare in demo, con 10.000 € di capitale virtuale, da poter utilizzare illimitatamente per il test sia degli ETF presenti, sia della piattaforma in quanto tale.
Esclusività: | MetaTrader / Trading Central |
N° ETF: | +50 in CFD / +1.000 in DMA |
Spread variabili: | Si |
Demo trading ETF: | Si |
Tipologia di trading: | CFD /DMA |
Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
Sito ufficiale: | https://cfd.trade.com/it/ |
Guida: | Trade.com recensione ed opinioni |
🥇CAPITAL.COM
Capital.com è un broker esclusivamente in CFD, dotato però di un’imponente listino di titoli ETF, da poter inserire anche in portafogli più complessi. Nel totale, sulla piattaforma, vengono proposti oltre 3.000 titoli, con una selezione ridotta, ma comunque di grande spessore, per quanto concerne gli ETF, soprattutto tra quelli USA.
Capital.com propone anch’esso una piattaforma trading proprietaria, accessibile sia via web, sia tramite le App che si trovano sui principali Store, sia per soluzioni Apple che per soluzioni Android. All’interno della piattaforma inoltre è automaticamente inserita l’analisi in intelligenza artificiale, che segnala errori nella composizione del portafoglio, nonché eventuali occasioni di mercato.
Capital.com si può provare anche in demo, con 1.000 USD di capitale virtuale che possono essere liberamente rinnovati. Ottima piattaforma per verificare che quanto questo broker offre è in linea con i nostri bisogni e le nostre necessità.
Esclusività: | Investmate / Intelligenza artificiale |
N° ETF: | +40 |
Spread variabili: | Si |
Demo trading ETF: | Si |
Tipologia di trading: | CFD |
Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
Sito ufficiale: | https://capital.com/it/ |
Guida: | Capital.com recensione ed opinioni |
Broker ETF cos’è e cosa offre: definizione
Il broker ETF è responsabile di offrire, direttamente o indirettamente, accesso al mercato degli ETF. Deve inoltre garantire una piattaforma per gestire ordini e portafoglio, servizi aggiuntivi di analisi dei mercati, strutture informative sulla natura degli ETF che ha a listino.
Oggi un broker ETF – ma il discorso vale lo stesso anche per broker che trattano altri tipi di asset – non può più permettersi di offrire un banale deposito titoli. Deve essere il centro di servizi integrati, che aiuti investitori e risparmiatori a gestire al meglio anche questo tipo di investimenti.
- Accesso al mercato degli ETF
È lapalissiano che un broker ETF debba offrire la possibilità di acquistare Exchange Traded Fund e che dunque debba mettere a disposizione ai suoi clienti accesso al mercato. Anche su questo aspetto però, che è il primo e più basilare, possono esserci delle differenze importanti.
Alcuni broker – tipicamente bancari nazionali – si limitano però ad offrire soltanto gli ETF che sono quotati presso le principali borse europee, ovvero gli ETF armonizzati di diritto europeo. Alti invece continuano, direttamente o indirettamente, ad offrire listini più variegati e che includono anche prodotti che arrivano da oltreoceano.
- Diretto o indiretto
I broker che offrono ETF possono essere ad accesso diretto e permettere direttamente l’acquisto di titoli da mettere nel proprio conto, oppure indiretto, quando questo opera tramite CFD, i cosiddetti contratti per differenza. Le differenze tra questi due modi di intendere il trading ETF sono sostanziali, a livello di strumenti disponibili e anche a livello fiscale.
- Con piattaforma di trading
Un broker moderno non può limitarsi ad offrire accesso, a qualunque titolo, agli ETF e ai mercati dove questi vengono scambiati. Devono preoccuparsi anche di proporre ai loro clienti delle piattaforme, dei software per operare efficacemente sui suddetti mercati.
Le piattaforme di trading sono dei software che oggi, con il trading online, permettono al cliente/investitore di scegliere i propri titoli, comporre il proprio portafoglio, analizzare mercati e titoli che lo compongono. Le piattaforme si sono evolute in modo importante negli anni e oggi ciascuna può offrire le proprie particolarità e i propri servizi aggiuntivi.
- Servizi aggiuntivi per il trading di ETF
I broker ETF possono integrare all’interno delle proprie funzionalità strumenti di analisi, strumenti per servizi ulteriori come la copia di altri trader – come fa eToro con il suo CopyTrader – oppure ancora possono offrire analisi avanzate basate sull’intelligenza artificiale.
Oggi il terreno di battaglia principale tra i diversi broker che si occupano di ETF – e anche di altri strumenti – è proprio l’offerta di servizi aggiuntivi che possono essere utilizzati sia per l’analisi dei mercati, sia per la gestione del portafoglio, sia per altri tipi di necessità. Anche per noi, nel corso della nostra guida, saranno anche questi i fattori che ci aiuteranno nella scelta.
- Commissioni
I broker ETF sono società terze, che vivono proprio dell’offerta di questo tipo di servizi. Richiedono pertanto, per il loro utilizzo, commissioni di diverso tipo, che possono variare in modo importante tra diversi intermediari. Alcuni propongono piani molto convenienti, altri invece impattano sul trading di ETF più che delle commissioni trading per la gestione del fondo stesso. Una differenza, questa, che va debitamente considerata prima di compiere la nostra scelta.
Come funzionano nel dettaglio?
È necessario comprendere il funzionamento dei broker ETF, se il nostro scopo è quello di scegliere il migliore in relazione alle nostre esigenze. A complicare, se vogliamo, ulteriormente la situazione concorre la presenza di diverse tipologie di broker ETF, ciascuno con diverse caratteristiche, funzionalità e, come vedremo, anche con ripercussioni sul regime fiscale degli ETF che andremo a comprare e vendere.
- Il broker ETF può offrire diversi tipi di accessi al mercato
Non parliamo soltanto di diversi mercati – alcuni broker offrono accesso soltanto a Piazza Affari, altri a tutte le borse del mondo dove si trattano ETF – ma proprio di diverse tipologie di accesso. I broker classici infatti si preoccupano di offrire ai loro clienti un accesso diretto al mercato, facendo da binario per i propri ordini, che vengono poi risolti dallo scambio. Altri invece preferiscono offrire intermediazione in modalità market maker, ovvero facendo da controparte per ogni acquisto e vendita, tipicamente tramite CFD.
Parleremo in modo più approfondito di questa differenza, per comprendere a fondo quali implicazioni abbia, soprattutto in termini di gestione dell’investimento.
- Il broker permette di gestire l’ordine
Il broker non fa soltanto da canale di investimento, ma oggi offre sempre una piattaforma software tramite la quale gestire i propri ordini. Tali piattaforme si sono fatte sempre più complesse e ricche di funzionalità, soprattutto per aiutare i clienti nell’analisi dei titoli e nella creazione di strategie complesse. Rimane una responsabilità assoluta e totale del broker offrire ai propri clienti una piattaforma degna di questo nome e ricca delle funzionalità necessarie e aggiuntive.
- La tassazione degli ETF
L’intermediario o broker può anche occuparsi di gestire la tassazione alla quale sono sottoposte le eventuali plusvalenze. È il caso del regime amministrato – che è matematicamente il meno conveniente, ma il più comodo. Anche nel caso di regime amministrato, il broker ETF (o di altro tipo di titoli) può comunque offrire un solido sostegno per il calcolo delle tasse da pagare, tramite report.
Broker ETF: caratteristiche specifiche
I broker ETF sono intermediari, offrono tendenzialmente un accesso indiretto al mercato di questo tipo di titoli. Una scelta che a molti potrà apparire come bizzarra, perché dopotutto gli ETF sono titoli popolari anche in virtù della quotazione presso borse regolamentate. Esistono anche dei broker che offrono doppio accesso, come la piattaforma trading eToro, che propone sia un acquisto in DMA, sia invece una modalità in CFD.
Tra le altre caratteristiche specifiche che possiamo indicare per questo tipo di broker ci sono sicuramente:
- Località
I broker online europei godono di un vantaggio importante: rispettano la legge europea e possono offrire ai propri clienti tutte le tutele che sono previste dalla legge a favore dell’investitore. Sono mediamente più controllati e sono gli unici autorizzati ad operare con clienti residenti in Europa.
Questo non vuol dire che non ci siano tuttavia broker che non offrono accesso al mercato degli ETF pur essendo offshore. I rischi però in questo caso sono completamente a carico di chi investe, perché le tutele, legalmente parlando, sono davvero poche.
- Tipologia
Tema che analizzeremo tra pochissimo con maggiore dovizia di particolari. Ci sono broker market maker puri, ovvero che offrono di essere destinazione fissa dei nostri acquisti e delle nostre vendite, operando tipicamente tramite CFD. Ci sono poi anche broker DMA, che offrono invece accesso diretto al mercato. C’è poi la terza via, che è quella classica: gli intermediari bancari, che però oggi presentano delle problematiche, sia a livello di costi sia a livello di strumenti offerti.
- Strumentazione
Ne abbiamo già parlato in relazione alle piattaforme. I broker ETF oggi però possono essere molto di più: integrano servizi terzi, aiutano nell’analisi, forniscono informazioni e spesso anche sistemi di formazione. Sono diventati dei veri hub per l’investimento, anche a livello didattico.
- Altre tipologie disponibili
Qualche broker ETF si spinge ad offrire non solo altre categorie di titoli, ma modalità di investimento del tutto diverse. C’è chi propone anche IPO (come ad esempio il broker Trade.com), chi aggiunge portafogli gestiti, chi ancora offre CFD su titoli tipicamente non coperti. La varietà c’è, ed è a vantaggio dell’investitore, che oggi ha moltissime alternative tra le quali scegliere.
Broker ETF: tipologie
Le macro-famiglie, le tipologie tra le quali possiamo dividere oggi i broker ETF sono tre: i broker DMA, i broker CFD e gli intermediari bancari. Ciascuno ha le sue prerogative, qualcuno può essere più vantaggioso di altri in relazione alle esigenze di chi investe.
- Broker DMA per gli ETF
I broker DMA sono broker in Direct Market Access, ovvero dei broker che permettono l’accesso diretto al mercato, con modalità che sono comunque meno care rispetto a quelle praticate dalle banche. L’esempio in questo caso è eToro (qui per iscriverti gratis), broker che offre anche una sezione CFD dalla stessa piattaforma. In questo caso non possono essere applicati né leva finanziaria né tantomeno vendita allo scoperto, ma sono assenti anche le commissioni overnight.
- broker CFD per gli ETF
I broker CFD per gli ETF offrono tutta la strumentazione tipica di questi titoli, applicata a questo mercato. Accesso neutro a livello di costi a qualunque piazza di quotazione, modalità market maker, che consente di investire al margine.
E dunque applicando anche leva finanziaria – fino ai massimi consentiti da ESMA – nonché vendita allo scoperto. Vengono in questo caso applicate anche le commissioni overnight, che comunque ammontano a pochi centesimi al giorno per migliaio di euro investito.
- Intermediari bancari per gli ETF
Le banche mantengono un controllo saldo del mercato ETF quotato in borsa, in quanto comunque più radicati sul territorio e più capaci di proporre investimenti ai propri clienti. Oggi però presentano delle problematiche, fatte rarissime eccezioni, che possono rendere l’investimento attraverso questo canale molto meno conveniente. Le piattaforme – è opinione comune – sono spesso indietro rispetto a quelle offerte da broker DMA e CFD e i costi di transazione ancora troppo alti, soprattutto per chi investe poche centinaia di euro.
Come scegliere un broker trading in ETF: requisiti
Ci sono diversi criteri che possiamo applicare per individuare i migliori broker ETF. Criteri che abbiamo ritenuto come trasparenti ed equidistanti e tesi a selezionare davvero soltanto i migliori intermediari per gli ETF. Alcun di questi criteri saranno di carattere generale e validi per tutti. Altri invece saranno di maggior interesse per chi ha necessità specifiche in relazione a gestione, accesso ad altri mercati e servizi aggiuntivi.
Qualità degli ETF proposti
Non parliamo di numeri di ETF proposti, che è un valore piuttosto inutile, in quanto meglio avere a disposizione 30 ETF di qualità che 30.000 ETF di liquidità e qualità dubbia.
I broker che noi abbiamo selezionato integrano tutti, nei loro listini, tra i migliori ETF su scala mondiale, senza curarsi della differenza tra ETF Armonizzati e Non Armonizzati. Questo permette di accedere ai più liquidi ETF del mondo, che notoriamente hanno tutti sede negli USA.
Riteniamo pertanto importante che un broker, per quanto europeo, sia oggi in grado di offrire uno spaccato, un listino di ETF che comprenda anche i migliori ETF d’oltreoceano.
Legalità del broker e licenze
La legge UE è particolarmente chiara: i broker che vogliono intrattenere rapporti con clienti europei, devono dotarsi di regolare licenza per operare. L’assenza di una licenza europea rende i broker illegali, che trattino ETF o altro tipo di prodotto finanziario.
In aggiunta, non è soltanto al lato burocratico che dobbiamo guardare. Perché in realtà la presenza di licenze europee è segnale della presenza di tutele importanti per chi vuole investire e risparmiare. È infatti grazie alla licenza europea che possiamo essere sicuri di avere il nostro capitale protetto anche da eventuali fallimenti del broker.
Anche la protezione dal saldo negativo, la best execution policy e il controllo sulla trasparenza delle operazioni del broker possono esercitarsi soltanto laddove l’intermediario sia dotato di una regolare licenza europea. Scegliere, soprattutto ogi che le alternative a disposizione sono effettivamente tante e valite, un broker con licenza europea è un altro importantisismo requisito.
eToro: | CySEC 🇨🇾 FCA 🇬🇧 ASIC 🇦🇺 |
Capital.com: | CySEC 🇨🇾 FCA 🇬🇧 |
Trade.com: | CySEC 🇨🇾 FCA 🇬🇧 |
Piattaforme di trading offerte
La piattaforma rimane l’interfaccia unica tramite la quale condurremo le nostre operazioni di investimento sui mercati, compresi quelli degli ETF. Ciascun broker fa scelte proprie a questo riguardo, decidendo di offrire o una piattaforma proprietaria, oppure di affidarsi a soluzioni terze.
Possono esistere piattaforme di grande qualità sia nell’una che nell’altra versione. La piattaforma di trading di eToro (che qui si può testare in demo qui), non ha granché da invidiare rispetto a soluzioni professionali come MetaTrader, che sono invece gestite da terzi e disponibili presso diversi broker.
A fare la differenza sono l’affidabilità della piattaforma, gli strumenti che mette effettivamente a disposizione di chi investe, nonché la sua stabilità. Testare in demo una piattaforma che non conosciamo, per fare trading in ETF oppure su altro tipo di mercato, diventa pertanto necessario.
La buona notizia a riguardo è che il grosso dei broker di qualità oggi offrono una piattaforma demo gratuita, che può essere utilizzata con capitale virtuale per testare anche l’affidabilità delle stesse. Non perdiamo questa occasione, che è la migliore che abbiamo per farci un’opinione corretta su questo aspetto fondamentale.
eToro: | Web Proprietaria + App |
Capital.com: | Web Proprietaria + App |
Trade.com: | Web Proprietaria + MetaTrader |
Costi e commissioni ETF broker
Gli ETF sono apprezzati anche in quanto strumenti molto poco costosi, che ci permettono di avere un portafoglio fondamentalmente diversificato, senza spendere grosse cifre. Sono anche molto più economici dei fondi comuni a gestione attiva, con commissioni di gestione che sono mediamente dell’80% più economiche.
Rimane il fatto che in questo tipo di computi non vengono tenuti in considerazione i costi che il broker – che sia bancario o meno – applica alle negoziazioni. Costi che possono rendere anti-economico l’investimento in qualunque tipo di strumento, ETF inclusi.
I broker CFD che offrono ETF applicano una doppia commissione, in forma di differenziale tra prezzo di mercato effettivo e prezzi praticati dal broker. In aggiunta, i broker CFD applicano anche la cosiddetta commissione overnight, ovvero una commissione che viene calcolata soltanto sulle posizioni tenute aperte oltre le 23:00. Tuttavia, sebbene si tratti di due diverse commissioni, rimaniamo comunque su livelli mediamente più bassi delle commissioni applicate dalle banche.
Verificare la quantità di commissioni che vengono applicate dal broker ETF è altrettanto importante, rispetto agli altri criteri già fissati, per scegliere il migliore. A patto che i broker messi in comparazione offrano lo stesso livello di servizi.
BROKER | MSCI WORLD | ACWI |
eToro: | 0 in DMA | 0 in DMA |
Capital.com: | 0,40 USD | 0,29 USD |
Trade.com: | 0,37 USD | 0,40 USD |
Altri asset, titoli e mercati
Anche se la nostra intenzione dovesse essere di investire principalmente in ETF, è sempre meglio scegliere broker che abbiano dei listini forniti anche di altri tipi di strumenti. I broker che abbiamo proposto come migliori per gli ETF, hanno comunque a disposizione almeno altri 2.000 titoli su altri mercati, come il mercato azionario, il mercato del Forex, delle Materie Prime, delle Criptovalute.
Per permettere ai loro clienti di comporre dei portafogli effettivamente diversificati e per offrire accesso a mercati che possono essere ricchi di opportunità. A parità degli altri criteri, riteniamo che si debbano scegliere quei broker in grado di offrire accesso a tanti mercati.
La strategia di base per chiunque voglia investire il proprio capitale è di cercare di diversificare per comparto, paese, struttura dell’investimento. I broker che offrono listini particolarmente ricchi, sono i migliori per chi vuole operare in questo senso.
eToro: | +2.100 |
Capital.com: | +3.000 |
Trade.com: | +2.300 |
Servizi aggiuntivi
I broker ETF oggi non possono più permettersi di offrire soltanto servizi di base. Si danno battaglia, ad alta intensità, su tutta una serie di altri servizi, che possono essere utili per chi opera sia nel mercato degli ETF, sia in altri tipi di mercati.
Pensiamo ad esempio al CopyTrading di eToro, il quale permette di fare trading copiando gli altri trader presenti sulla sua piattaforma. Oppure possiamo pensare anche all’intelligenza artificiale non per il trading automatico, ma per aiutarci nella composizione del nostro portafoglio.
Ci sono poi broker ETF che offrono servizi terzi, come nel caso di Trading Central, che integrano piattaforme già comunque ricche di opportunità. Tutti servizi per i quali i servizi bancari per l’acquisto di ETF sono rimasti, innegabilmente, indietro.
eToro: | CopyTrading, Social Trading |
Capital.com: | Investmate, Intelligenza Artificiale |
Trade.com: | Trading Central, MetaTrader |
Affidabilità e sicurezza
La licenza europea non è l’unico possibile segnale di affidabilità e sicurezza, perché i controlli che questa comprende non possono che riguardare soltanto l’aspetto finanziario/economico del broker, in aggiunta alla verifica di alcune correttezze procedurali.
I broker ETF che possiamo ritenere migliori devono essere però considerati anche in virtù della sicurezza dell’affidabilità che possono offrire a livello informatico e di correttezza operativa anche in assenza dei controlli dell’autorità, controlli che non possono essere quotidiani e nemmeno costanti.
A questo scopo verificare opinioni e recensioni, sempre di fonti affidabili, può aiutarci a comprendere chi abbiamo davanti effettivamente, perché i clienti e gli utilizzatori effettivi non possono che offrire uno spaccato autentico per chi investe.
Broker ETF opinioni e recensioni verificate
Abbiamo raccolto opinioni e recensioni non solo tra la nostra redazione, ma anche da fonti terze e affidabili, trasparenti ed equidistanti, che possono aiutarci a formare un’opinione autentica sui migliori broker ETF. Opinioni che devono essere sempre integrate – dato che i broker oggi lo permettono – con la pratica diretta su di un conto demo gratuito, che potrà confermare o meno quanto raccontato da utenti terzi.
Conviene usare i broker ETF?
Assolutamente sì. È l’unico modo che abbiamo per accedere a questo tipo di prodotti finanziari. L’alternativa sarebbe quella di far gestire il nostro patrimonio a terzi, che si tratti di promotori finanziari oppure di altri intermediari di questo tipo.
I broker ETF garantiscono diversi tipi di vantaggi, che riteniamo essere fondamentali soprattutto oggi, un’epoca finanziaria dove si sarà costretti, volenti o nolenti, a gestire in proprio il nostro capitale e i nostri investimenti.
- Indipendenza
Rimane almeno a nostro avviso uno dei fattori fondamentali per chi vuole investire correttamente nel mondo finanziario. I broker ETF sono neutri e si limitano ad offrire accesso ai migliori ETF, senza in alcun modo cercare di indirizzare i nostri investimenti.
- Completezza
Tutti i broker ETF che abbiamo segnalato permettono di avere dei portafogli diversificati e di accedere a tanti altri mercati e titoli. Anche questo non è possibile rivolgendosi ad altri tipi di strutture rispetto ai broker. Perché sono in pochi ad offrire così tanti mercati e così tanti titoli. Ancora una volta vince – pertanto – la soluzione neutra che viene offerta dai broker ETF a dispetto di depositi titoli o promotori finanziari di ogni genere e grado.
- Costi e commissioni
Sotto questo specifico aspetto, il confronto è particolarmente impietoso. Chi sceglie infatti un broker ETF, rispetto ai classici canali bancari, si trova a risparmiare cifre molto importanti. Le commissioni che vengono praticate sono entrambe in percentuale sulla somma investita.
Banche e intermediari di vecchia generazione invece si ostinano ad applicare una commissione fissa, alla quale viene poi aggiunta una commissione invece variabile. Questo è a scapito soprattutto dei piccoli investitori, che dovrebbero poi essere i maggiormente interessati agli ETF.
- Accesso agli ETF non armonizzati
Gli ETF non armonizzati sono in larghissima parte scomparsi dagli intermediari classici, che prediligono listini che comprendono soltanto titoli armonizzati e quindi quotati in Europa. Val la pena però di ricordare che i principali 5 ETF quotati negli USA valgono, da soli, tutto il mercato degli ETF europeo. Rinunciarvi oggi sembra, almeno a noi, un percorso da evitare.
In aggiunta con i broker CFD la fiscalità degli ETF, anche quando non armonizzati, è migliorabile. Perché la forma dei CFD assorbe quella degli ETF, permettendo di pagar il 26% come capital gain classico, invece di veder confluire eventuali plusvalenze in quota imponibile IRPEF.
Con questa modalità, gli ETF non armonizzati tornano ad essere anche fiscalmente comparabili ai prodotti con sede in UE, cosa che non sarebbe ottenibile tramite il ricorso ad intermediari, per così definirli, classici.
Broker ETF: Pro e Contro
Riteniamo ci siano diversi vantaggi offerti dai broker ETF, ma siamo coscienti al tempo stesso che non tutti possono ritenere questi intermediari perfetti. Esistono anche, almeno per alcune categorie, dei contro, che devono essere debitamente tenuti in considerazione prima di effettuare la nostra scelta.
Partiremo dai vantaggi, che riteniamo essere preponderanti rispetto alle problematiche potenzialmente insite in questo tipo di intermediari.
- PRO dei broker ETF
Accesso neutro a qualunque mercato degli ETF: riteniamo essere questo uno dei vantaggi principali che derivano dall’utilizzo di un broker ETF. Quello che intendiamo dire è che i veri broker ETF consentono accesso a tutte le principali piazze che trattano questo tipo di prodotti, non restringendo, come fanno spesso le banche italiane, l’accesso soltanto a titoli quotati a Piazza Affari.
Il mercato degli ETF europei rimane infatti di poco conto rispetto a quanto avviene negli Stati Uniti e potrebbe essere più interessante per chi investe avere accesso ad entrambe le categorie di prodotti.
Costi e commissioni: li riteniamo essere un vantaggio importante per chi investe tramite i broker ETF che abbiamo segnalato. A conti fatti, non ci sono intermediari bancari in grado di offrire livelli di commissione così bassi. Anche se apparentemente sono meno costosi, le commissioni di transazione sono molto sconvenienti, soprattutto per i piccoli investitori.
Fiscalità omogenea: chi sceglie un broker CFD e dunque opera tramite questo tipo di contratti ha il vantaggio di riportare eventuali plusvalenze tutte nell’alveo dei redditi diversi. Il che vuol dire una tassazione più omogenea e possibilità di portare in compensazione eventuali minusvalenze di altri investimenti, cosa che invece è molto difficile fare con gli ETF acquistati direttamente.
Vendita allo scoperto: non ne abbiamo parlato finora, perché sono in pochi a pensare di poterlo fare, ma con i broker di ETF è possibile investire anche allo scoperto su questo specifico gruppo di titoli. Vuol dire che potremo puntare al ribasso dell’ETF, con strategie che possono essere molto proficue durante fasi calanti di mercato.
Leva finanziaria: anche la leva finanziaria è un’esclusiva dei broker ETF. Possiamo, aumentando il rischio medio dello strumento, moltiplicare l’andamento del titolo. Questa può essere una tecnica utile non solo per aumentare guadagni (ma anche perdite). Può essere utile anche a chi vuole fare hedging e dunque coprirsi per posizioni più ampie del capitale effettivamente impegnato.
- CONTRO dei broker ETF
Ci sono anche dei lati che qualcuno potrebbe trovare negativi, nel mondo dei broker ETF. Per completezza e per trasparenza li segnaleremo, lasciando al libero intendimento di ciascuno eventuali considerazioni.
Listini: i broker bancari tendono ad essere più completi, esclusivamente però sui titoli ETF che sono quotati a Piazza Affari. Chi è a caccia di ETF particolarmente di nicchia quotati a Milano, potrebbe trovare maggiori risorse presso gli intermediari bancari. Sono però pur sempre titoli che presentano, almeno a nostro modo di vedere le cose, spesso problemi di liquidità, che non possono essere ignorati.
Risparmio gestito: non è possibile accedere a strumenti di risparmio gestito classico tramite gli ETF. Ci sono alternative molto valide, ma chi cerca dai broker ETF che abbiamo descritto degli strumenti di gestione totale del portafoglio da parte di terzi, sarà destinato a rimanere a bocca asciutta.
Broker ETF TrustPilot
TrustPilot può essere una buona fonte di recensioni indipendenti per qualunque tipo di servizio, online o offline. Anche i broker ETF sono in genere rappresentati su questa piattaforma, dove utenti (talvolta però non verificati) possono dire la loro.
- Capital.com: 4,4 su 5 – con oltre 760 recensioni
TrustPilot conferma il nostro giudizio positivo su Capital.com, con un punteggio di 4,4 su 5,0, confermato da oltre 760 recensioni. Siamo davanti ad un broker che gode di commenti positivi da utenti che dimostrano di averlo già utilizzato, al netto di quelli che, avendo perso soldi per i propri investimenti, si trovano commentare negativamente – secondo noi in modo errato – sulle qualità del broker.
- Trade.com: 4,0 su 5,0 – con oltre 70 recensioni
Anche le recensioni lasciate dagli utenti di Trade.com confermano la nostra opinione. Un punteggio questo molto alto, soprattutto per un servizio che, non dovremmo dimenticarlo, tratta comunque di investimenti e denaro. Un settore nel quale clienti e utenti si fanno molto più sensibili, non essendo sempre in grado di distinguere i propri errori dai malfunzionamenti del broker.
Come già detto, TrustPilot può essere un ottimo spunto per comprendere la qualità di un broker – anche se i commenti andrebbero comunque analizzati uno per uno, invece che fidarsi del semplice numero. Questo perché non è raro – come abbiamo già segnalato – che operatori truffaldini attacchino con vere e proprie strategie di black marketing operatori invece completamente corretti.
Migliori forum sui broker ETF
I forum possono essere un’ottima fonte per chi vuole saperne di più su broker ETF e relative piattaforme: anche qui conviene però fare una distinzione tra i forum affidabili e quelli meno affidabili. Noi ne abbiamo selezionati cinque, che riteniamo essere il punto fermo all’intento del mondo dell’informazione finanziaria.
- FinanzaOnline
Probabilmente il miglior forum in italiano, sia per numero di utenti che di discussioni – senza parlare della qualità delle stesse. Un ottimo luogo virtuale per chiedere informazioni sulla qualità dei broker ETF e delle relative piattaforme – e anche per spuntare qualche consiglio di investimento.
- Borse.it
È il forum più legato agli investimenti di Piazza Affari e non poteva che essere uno di quelli più profondi sul mondo degli ETF. Per questo motivo lo riteniamo essere uno snodo importante per chi cerca opinioni e recensioni sul mondo degli ETF e dei relativi broker.
- InvestireOggi
Un altro mostro sacro del mondo degli investimenti in Italia – forum molto frequentato e molto affidabile, data la grande qualità dei suoi utenti. Lo riteniamo essere un punto di partenza importante per chi è completamente digiuno di informazioni di questo tipo, nonché ottimo snodo per chiedere delucidazioni anche su aspetti specifici dei vari broker.
- Investing.com
Da tempo è presente anche un’ottima sezione in italiano, sia tra i commenti, sia nei forum. È un sito che quasi tutti conoscono grazie alle quotazioni in tempo reale offerte. Ma è un grande luogo virtuale anche per chi vuole saperne di più sugli intermediari migliori, per ETF o per altri strumenti.
- MT5.COM
Forum in lingua inglese che è nato per coprire argomenti relativi a MetaTrader, ma che negli anni è diventato un centro di smistamento di opinioni e recensioni create direttamente dagli utenti. Anche qui si può discutere apertamente dei broker e delle loro offerte. Vale la pena anche per chi non è molto aduso ad interagire in inglese.
Broker ETF Opinioni AltroConsumo
AltroConsumo è un importante associazione italiana che si occupa di investimenti etici e – cosa che ci interessa di più in questo momento – un faro per segnalare intermediari non corretti. AltroConsumo non offre direttamente recensioni dei broker ETF, ma si limita a segnalare quelli che non operano in buona fede, con correttezza o con trasparenza.
Pertanto, quando stiamo scegliendo un broker ETF che sia adatto alle nostre operazioni, fare una breve ricerca anche su AltroConsumo ci permette di sapere se in passato o nel presente ci siano stati problemi di sorta. I broker che abbiamo segnalato come migliori nella nostra classifica non sono stati mai segnalati da AltroConsumo come broker truffaldini, cosa che ne certifica ulteriormente la qualità.
Il nostro parere sui Broker ETF
I broker ETF svolgono un ruolo fondamentale nel mercato di oggi, un mercato che vede gli ETF essere sempre più popolari soprattutto tra i piccoli investitori. Migliorano, a nostro avviso, le possibilità di accesso ai mercati, così come migliorano gli strumenti che sono, finalmente, a disposizione di tutti.
Scegliere un buon broker ETF rimane il passo fondamentale per chi vuole investire su questo specifico mercato. Perché un buon broker è sinonimo di buoni listini, di buoni titoli, di garanzie di sicurezza e affidabilità.
Tutte caratteristiche, queste, senza le quali sarebbe assolutamente impossibile investire con serenità e con profitto. Da un lato mancherebbero gli strumenti che i migliori investitori e trader hanno a disposizione, dall’altro invece mancherebbe la certezza di poter godere dei frutti di questi investimenti.
I broker ETF offrono inoltre modalità ulteriori di investimento, come ad esempio la vendita allo scoperto e la leva alla finanziaria, che aggiungono duttilità ad un mercato tendenzialmente molto statico, costituito appunto da gestioni passive e automatiche.
Considerazioni finali
I broker ETF hanno rivoluzionato anche il mercato degli ETF, mercato che riveste un ruolo sempre più centrale per chi vuole investire produttivamente i propri risparmi. Va riconosciuta a questi intermediari una spinta democratica, soprattutto per i gli investitori più inesperti e con meno capitali, verso i mercati.
Oggi tutti hanno, finalmente, accesso ai migliori strumenti di analisi e di gestione, a profili di costi e commissioni non eccessivamente invasivi e ad una neutralità totale rispetto ai mercati da scegliere. È per questo che ci siamo fatti promotori, sulle pagine di TradingOnline.com, di questi intermediari.
Senza che nessuno debba necessariamente credere alle nostre parole ad occhi chiusi: tutti i migliori broker di ETF permettono infatti di investire con capitale virtuale e un conto demo – conto che è trasparente anche nel farci comprendere quali siano le effettive potenzialità dei broker.
La decisione, nel mondo della finanza, deve essere sempre personale, in relazione alle proprie esigenze e soltanto dopo aver toccato con mano. Anche quando opinioni e considerazioni arrivano da chi si è sempre dimostrato una fonte affidabile.
FAQ
Cosa sono i broker ETF?
Sono broker che offrono accesso al mercato degli Exchange Traded Fund, sia in via diretta che indiretta, tramite contratti.
I broker ETF sono convenienti?
Se li valutiamo in relazione agli accessi classici a questo mercato, sono convenienti. Le commissioni sono più basse, l’accesso ai mercati neutro e gli strumenti maggiormente performanti.
Quali mercati offrono i broker ETF?
I broker ETF offrono accesso, al contrario di quanto fanno le banche italiane, a tutti i principali mercati degli ETF, con una preferenza per quelli americani. Questo non è un problema: i migliori ETF son quasi tutti quotati negli USA.
Che piattaforme offrono i broker ETF?
I broker ETF offrono o piattaforme trading proprietarie, o in alternativa delle piattaforme terze come MetaTrader. Quelli che noi consigliamo propongono comunque piattaforme di grande qualità.
Quante commissioni richiedono i broker ETF?
Se sono in CFD, fanno pagare un piccolo spread, di differenziale tra prezzo ufficiale e prezzo praticato dal broker. In aggiunta c’è una piccola commissione overnight, di pochi millesimi percentuali al giorno. Altri broker invece offrono anche accesso diretto senza costi aggiuntivi.
Quali sono i migliori broker per il trading di ETF?
Noi abbiamo selezionato, con criteri ampiamente spiegati nel corso della nostra guida, eToro, Capital.com e Trade.com. Tre broker con licenza e che offrono le migliori condizioni per questo trading.
I broker ETF si possono testare gratuitamente?
Sì, tutti i migliori broker ETF offrono un conto demo gratuito, con capitale virtuale che permette di investire senza rischi e testando la piattaforma, nonché i titoli che vengono offerti dalla piattaforma.
Guide ETF
ETF Cannabis
Quali sono i migliori ETF Cannabis su cui puntare nel 2025. La redazione di Tradingonline.com risponde in questo articolo, particolarmente completo.
Gli ETF cannabis permettono di ottenere esposizione a portafogli di azioni legate alla produzione e commercializzazione di cannabis legale. Inizialmente si è partiti con le società che producevano marijuana a scopo medico, la prima a essere legalizzata in molte nazioni del mondo; ora che anche la cannabis a scopo ricreativo è diventata legale in sempre più nazioni, questo nuovo mercato sta facendo nascere decine di imprese. Alcune di queste operano ancora su scala locale, mentre altre sono già diventate delle vere e proprie multinazionali.
Il settore della cannabis è fortemente regolamentato e presenta delle sfide uniche rispetto a qualunque altro tipo di commodity agricola. Avere successo in questo settore, tra una concorrenza sfrenata e un’imposizione fiscale che supera quella di qualunque altro segmento economico, è tutt’altro che scontato. Gli ETF permettono di diversificare l’investimento su tante aziende del settore senza doverne scegliere una in particolare. In questo modo ci si può esporre alla crescita di questa promettente industria senza dover scegliere per forza una o poche società specifiche su cui investire.
In un settore ancora così giovane, dove le regolamentazioni cambiano continuamente e i gusti dei consumatori stanno evolvendo, è molto difficile dire quale sarà la società che si affermerà come leader di mercato e quali saranno quelle destinate a scomparire o essere acquisite. Gli ETF aiutano a navigare questa complessità attraverso la diversificazione su più aziende, segmenti di mercato e aree geografiche.
Top 3: I migliori ETF Cannabis per il 2025
Abbiamo selezionato 3 fondi che offrono buone caratteristiche in termini di diversificazione geografica e su diversi segmenti del mercato della cannabis, selezionandoli in base a criteri precisi:
- Effettiva pertinenza al settore della cannabis;
- Diversificazione su diverse aree, segmenti di mercato e dimensioni delle società;
- Costi di gestione annui;
- Gestione dei dividendi;
- Armonizzazione UCITS.
Vogliamo ricordare ai nostri lettori che questa selezione rappresenta l’opinione della redazione di TradingOnline.com® e non è in alcun modo da intendersi come consulenza d’investimento o come un consiglio finanziario.
💡Conviene investire oggi: | Sì |
⛔Rischio dell’investimento: | Alto |
💸Costi e commissioni: | 0,35-0,75% TER annuo |
💼Dove acquistare: | Capital.com / FP Markets / eToro / Degiro |
💰Investimento minimo: | Una quota (15-20€) |
1. ETFMG Alternative Harvest ETF
📍ISIN | US26924G5080 |
⭐Dove comprare | Capital.com / eToro |
💲TER | 0.78% annuo |
📈Metodo di replica | Sintetica totale |
💱Valuta del fondo | Dollaro USA |
💰Strategia di reinvestimento | Distribuzione trimestrale |
Questo è un fondo storico, essendo stato il primo in assoluto a essere quotato negli Stati Uniti e ad avere come focus specifico quello della cannabis legale. Il suo obiettivo è quello di replicare la performance dell’indice Prime Alternative Harvest Index, che include tutte le principali società legate sia alla cannabis a scopo ricreativo che medico. Il fondo cerca di mantenere un’esposizione globale, ma il fatto che la regolamentazione favorevole sulla cannabis sia più permissiva rispetto ad altre nazioni del mondo fa sì che questo sia il mercato più rappresentato.
Le 5 azioni più presenti nel portafoglio del fondo sono:
- SNDL Inc.
- Cronos Group
- Tilray Brands
- Canopy Growth
- Aurora Cannabis
Oltre il 70% del portafoglio è rappresentato da aziende statunitensi, seguite poi da quelle canadesi (9%) e da una piccola esposizione ad altre nazioni del mondo. Interessante notare che circa la metà del fondo è attualmente investita in un contratto swap, tipico dei fondi che utilizzano la replica sintetica. Significa che il fondo non ha direttamente in portafoglio tutte le azioni che compongono l’indice di riferimento, ma ha dei contratti derivati che replicano la performance di tutto il paniere su cui il fondo non investe direttamente. Da notare anche le spese annue alte, che arrivano a somigliare a quelle di un fondo a gestione attiva.
2. AdvisorShares Pure Cannabis ETF
📍ISIN | US00768Y4531 |
⭐Dove comprare | Capital.com / FP Markets / eToro |
💲TER | 0.80% annuo |
📈Metodo di replica | Gestione attiva |
💱Valuta del fondo | Dollaro USA |
💰Strategia di reinvestimento | Distribuzione annuale |
Questo ETF vanta una capitalizzazione di mercato leggermente più alta rispetto al primo, collocandosi attualmente a circa 500 milioni di dollari. Al tempo stesso, però, ha dei costi maggiori e un profilo di rischio altrettanto più alto. Anziché replicare passivamente un indice, infatti, in questo caso i gestori fanno attivamente trading cercando di ottenere una performance migliore. Anche in questo caso abbiamo a che fare con un fondo a replica sintetica, che per oltre metà del suo capitale ha in portafoglio degli swap. Molto rischioso il fatto che oltre l’82% di questi swap sia presso una sola controparte (Nomura). Al contrario dei fondi armonizzati UCITS, che devono seguire regole precisa sulla diversificazione degli swap, quelli quotati negli Stati Uniti possono gestire più liberamente la propria esposizione.
Detto questo, rimane comunque uno dei maggiori ETF legati alla cannabis al mondo. Le società a cui si ottiene più esposizione sono:
- Green Thumb Industries
- Curaleaf Holdings
- Verano Holdings
- Trulieve Cannabis Corp
- Terrascend Corp
Le cinque azioni più possedute dal fondo rappresentano complessivamente oltre il 65% del portfolio totale. Questo significa che l’elemento di diversificazione è limitato, malgrado questa sia teoricamente una delle ragioni principali per acquistare un ETF. La gestione attiva non sembra star performando particolarmente bene, alla luce del fatto che dal 2020 a oggi il fondo ha ottenuto una performance annualizzata del -31.01% contro un +8.24% dello S&P 500.
3. Rize Medical Cannabis and Life Sciences UCITS ETF
📍ISIN | IE00BJXRZ273 |
⭐Dove comprare | Degiro / FP Markets / eToro |
💲TER | 0.65% annuo |
📈Metodo di replica | Fisica totale |
💱Valuta del fondo | Euro |
💰Strategia di reinvestimento | Accumulazione |
Questo è l’unico fondo attualmente disponibile con la sigla UCITS che sia interamente dedicato al mondo della cannabis legale. Traccia passivamente la performance dell’indice Foxberry Medical Cannabis & Life Sciences index, composto da aziende che ricavano una gran parte del proprio fatturato dalla cannabis. Teoricamente sarebbe un ETF con tutte le carte in regola per posizionarsi in cima alla nostra classifica: l’armonizzazione UCITS garantisce importanti vantaggi fiscali ai residenti UE, e la replica fisica totale diminuisce i rischi. Inoltre i costi di gestione annui sono più bassi rispetto a quelli degli ETF che abbiamo menzionato fino a questo momento.
Il limite principale di questo ETF è il fatto di avere scarsa liquidità. Con soli 14 milioni di euro di capitalizzazione, i volumi di scambi delle quote sono molto bassi e le transazioni possono avvenire a prezzi anche molto lontani rispetto a quelli di mercato. Questo è un problema da considerare, soprattutto dal momento che la quotazione in Borsa dovrebbe essere uno dei vantaggi principali di un ETF.
Al momento le aziende più rappresentate nel portafoglio sono:
- Jazz Pharmaceuticals
- Perrigo Co
- Perkinelmer
- Scotts
- Novartis
Come si evince bene guardando questo elenco, molte delle società su cui il fondo investe sono irlandesi. L’Irlanda è infatti la seconda regione a cui si ottiene più esposizione (38%) dopo gli Stati Uniti (47%). Questo non sembra però coerente con le proporzioni del mercato della cannabis negli USA e in Irlanda. Per questo, anche se sulla carta sembra un fondo molto attraente, nella nostra classifica si ferma alla terza posizione.
Migliore alternativa agli ETF Cannabis
Gli ETF non sono l’unico modo per esporsi in modo diversificato all’andamento dell’industria della cannabis. Ci sono altri modi, anche più innovativi e semplici, per investire su un portafoglio diversificato di società connesse a questo settore. Uno in particolare, su cui vogliamo concentrare la nostra attenzione, è lo SmartPortfolio CannabisCare di eToro. Si tratta di un prodotto creato direttamente da eToro. Il broker possiede direttamente le azioni del portafoglio su cui il cliente investe, esattamente come se si trattasse di un ETF a replica fisica. La differenza è che questo strumento non è quotato in Borsa.
Ci sono diversi vantaggi importanti che spingono verso questa scelta, il primo dei quali è il fatto di non pagare commissioni per la gestione annua del portafoglio, cosa che invece è presente negli ETF tradizionali. Inoltre questo Smart Portfolio ha un portafoglio estremamente diversificato, al punto da offrire un’esposizione più ampia rispetto a due dei tre ETF che abbiamo analizzato in precedenza. Considerando che nel settore della cannabis i costi di gestione degli ETF sono molto più alti rispetto alla media, un prodotto che non prevede alcuna commissione annua risulta piuttosto appetibile.
Dove investire in ETF Cannabis
Di seguito riportiamo la lista dei migliori broker per investire su ETF legati al mondo della cannabis ricreativa e a scopo medico. Si tratta di intermediari autorizzati Consob, selezionati manualmente dalla nostra redazione, che offrono delle ottime condizioni di negoziazione in generale e non soltanto per quanto riguarda questi prodotti. L’elenco è aggiornato continuamente dagli analisti di ®TradingOnline.com.
- FP Markets – Visita la piattaforma;
- eToro – Visita la piattaforma;
- Capital.com – Visita la piattaform;
- Trade.com – Visita la piattaforma;
- Skilling – Visita la piattaforma.
Conviene investire in ETF sulla cannabis?
A nostro avviso, gli ETF cannabis non sono così interessanti rispetto a quelli di altri settori. Questo per due ragioni principali: la prima è che i prodotti tra cui si può scegliere sono pochi, spesso non sono armonizzati UCITS e prevedono dei costi di gestione estremamente alti per essere degli ETF; la seconda ragione è che offrono una scarsa diversificazione sulle società del settore, al punto che un investitore potrebbe manualmente ricostruire lo stesso tipo di portafoglio e risparmiarsi delle commissioni piuttosto salate.
Inoltre c’è da dire che, nel corso del tempo, il settore non ha performato bene. Al momento il settore della cannabis legale è stretto tra problemi interni ed esterni:
- Anche laddove la cannabis è stata legalizzata, spesso il mercato nero rimane quello più florido. Questo perché la tassazione a cui la marijuana legale è soggetta rende i prezzi estremamente più alti di quelli praticati dai venditori illegali;
- Nelle aree dove la cannabis è legale per la vendita a scopo ricreativo, è legale anche la coltivazione in proprio. I consumatori si stanno dimostrando più interessati a coltivare in proprio che a comprare -a caro prezzo- dai rivenditori, sia per risparmio che per passione. Una sola pianta produce una quantità notevole di inflorescenze, per cui non servono grandi spazi e la coltivazione si può fare anche indoor;
- Le società che rimangono a spartirsi ciò che rimane del mercato sono troppe in questo momento. Lo dimostra il fatto che nessuna di queste sia profittevole. La concorrenza è fortissima e lo rimarrà probabilmente per diverso tempo, con impatti negativi per gli investitori.
Per una volta, riteniamo che la scelta migliore sia quella di fare una selezione manuale dei titoli. Approfittando di piattaforme come Capital.com, che offrono migliaia di titoli negoziabili, non è difficile costruire un portafoglio per esporsi alla cannabis. Al tempo stesso si risparmia sui costi di gestione e si possono scegliere con attenzione le aziende su cui investire, piuttosto che esporsi in modo diversificato a un settore che sta oggettivamente performando molto male.
Conclusioni e considerazioni finali sugli Etf Cannabis
Oggi gli investitori hanno a disposizione una grande quantità di titoli legati alla cannabis, ma pochi ETF e quasi sempre estremamente cari. La situazione è particolarmente poco felice in Europa, per lo meno se si intende andare alla ricerca di fondi armonizzati UCITS. Detto questo, quantomeno i tre fondi di cui abbiamo parlato ci sembrano dei prodotti soddisfacenti -anche se non eccezionali-. In altri settori, come nel caso degli ETF di energia rinnovabile o gli ETF sulle batterie al litio, la diversificazione offerta dai fondi appare sia più attraente che più efficace.
Siamo piuttosto convinti che nei prossimi anni emergeranno nuovi ETF cannabis, sempre più in grado di riflettere la situazione attuale del mercato. Ci sarà più spazio per imprese che si trovano in nuovi paesi dove la marijuana sta diventando legale -non solo gli Stati Uniti- e cominceranno a esistere più fondi dedicati in grado di offrire costi più bassi e un ventaglio di diversificazione più ampio. Considerato quanti capitali stiano andando verso le società grandi e piccole che si occupano di cannabis, di certo l’offerta di ETF migliorerà in futuro.
Nel frattempo, siamo quantomeno felici di aver trovato almeno tre fondi che possono essere negoziati facilmente usando delle piattaforme sicure e che offrono agli investitori una buona offerta di titoli. Torneremo immancabilmente ad aggiornare questa guida ogni semestre, per parlare di qualunque nuovo fondo interessante possa emergere in futuro.
FAQ: Domande e risposte frequenti sugli ETF cannabis
Gli ETF cannabis sono rischiosi?
Gli ETF sulla cannabis sono considerati piuttosto rischiosi, dal momento che i titoli del settore tendono a mostrare una volatilità elevata. In ogni caso, il rischio è proporzionale al ritorno potenziale.
Dove investire in ETF cannabis?
Le migliori piattaforme per investire in ETF sulla cannabis sono Capital.com, eToro e FP Markets. Si tratta di piattaforme autorizzate da Consob che offrono la possibilità di investire con piattaforme intuitive e costi nettamente più bassi rispetto a quelli delle banche o SIM tradizionali.
Quanti ETF cannabis sono approvati UCITS?
Al momento soltanto il Rize Medical Cannabis and Life Sciences UCITS ETF è armonizzato secondo le normative europee, ma si tratta di un fondo con costi di gestione elevati e un portafoglio sbilanciato verso il piccolo mercato irlandese.
Quali sono i rischi degli ETF cannabis?
Il settore della cannabis è fortemente concorrenziale, soggetto a imposte elevate e continua a risentire della concorrenza del mercato nero. La situazione migliorerà con il graduale consolidamento del mercato.
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