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Williams Percentage Range
Il Williams Percentage Range, anche indicato come W%R, è tra gli indicatori più usati nel trading per analizzare la forza di un movimento di prezzo all’interno del grafico di un asset.
Il suo largo utilizzo è anche dato anche dalla nomea del suo ideatore, Larry Williams, un celebre trader che rappresenta una vera e propria istituzione per i neofiti investitori.
Lo strumento, sviluppato nel 1973, pone come primo obiettivo la misura del momentum, ovvero la combinazione tra velocità e volatilità di un movimento di prezzo e risulta dunque un ottimo aiuto per il trader per studiare e comprendere gli impulsi direzionali in un mercato, soprattutto la loro forza o debolezza.
Lo studio del momentum di una tendenza è una pratica fondamentale sia per strategia trend following sia per strategia di investimento basata sulla ricerca dei punti di inversione nel grafico. Entrambe le strategie di trading necessitano infatti di monitorare la forza della spinta rialzista o ribassista per valutare l’entrata o l’uscita dal mercato.
In questa guida verranno approfonditi questi concetti, oltre a fornire una comprensione completa sullo strumento William Percentage Range e sul suo utilizzo sia per aprire un’operazione di buy che per aprire un’operazione di sell.
Williams Percentage Range cos’è
Il W%R è un’indicatore di momentum, appartenente alla categoria degli oscillatori, che permette al trader di utilizzare la forza e la velocità di un trend come fattori per valutare l’apertura di operazioni short o long.
La differenza tra indicatori e oscillatori è principalmente grafica: mentre gli indicatori sono rappresentati nel grafico del prezzo, gli oscillatori sono posti in un grafico ad hoc al di sotto di esso.
Una caratteristica comune a tutti gli oscillatori è la loro rappresentazione, ovvero una linea che oscilla in un range di valori predefinito che evidenziano le zone estreme dal prezzo. Il Williams Percentage Range oscilla dunque all’interno di un intervallo compreso tra 0 e -100, il movimento dell’oscillatore all’interno di questo range viene monitorato per valutare la forza del trend in atto.
Il nome dello strumento ricalca fedelmente il suo funzionamento, questo indicatore restituisce una misura percentuale di quanto il mercato si stia allontanando in una direzione precisa, fornendo dunque un’informazione molto preziosa per l’investitore che può interpretarla in base alla sua strategia per aprire un’operazione di trading.
I livelli [0 -20] e [-80 -100] evidenziano rispettivamente situazioni di ipercomprato e ipervenduto, come avviene anche in altri oscillatori noti nel trading on line (RSI, Stocastico, MACD).
Larry Williams sviluppò il WPR proprio partendo dall’Oscillatore Stocastico, invertendo la scala ed eliminando l’influenza delle medie mobili sullo strumento. La differenza principale tra i due indicatori riguarda il loro calcolo, lo Stocastico ha infatti un andamento più smussato essendo formato da medie mobili e la loro derivata, smussando il grafico e restituendo di rimando segnali più affidabili ma con un timing ritardato.
La particolarità principale del Williams Percentange Range è quella di anticipare di 1 o 2 periodi la partenza di un nuovo trend, avendo un timing unico nel panorama degli strumenti di analisi dei grafici, caratterizzato spesso da strumenti affidabili ma che soffrono di lagging (ovvero il ritardo nella generazione dei segnali).
Williams Percentage Range Come Funziona
L’oscillatore basa il suo funzionamento sullo studio del momentum, che spesso viene confuso con il concetto di volatilità. Il momentum attribuisce una precisa direzione (long o short) alla volontà di muovere il mercato, essendo considerato un vantaggio da utilizzare per l’investitore.
Nel secondo caso, invece, viene esclusivamente segnalata la velocità con la quale avvengono gli scambi di mercato, al di là della direzione presa che potrebbe essere anche laterale. La volatilità, infatti, è un fenomeno da evitare per la maggior parte delle strategie, a meno che non si tratti di tecniche basate su di essa come la tecnica di scalping.
Il momentum, quindi, indica l’imposizione attuale del mercato rispetto al passato. Più sarà grande e veloce la distanza percorsa al rialzo e più forte sarà il momentum bullish e potrà essere sfruttato per l’apertura di operazioni long. Viceversa, dirigendosi al ribasso, fornirebbe un chiaro segnale bearish, permettendo al trader di aprire posizioni short. Questo aspetto verrà approfondito nel paragrafo dedicato al calcolo matematico dell’indicatore.
Il funzionamento alla base dello strumento è molto intuitivo, in un caso in cui il prezzo per X periodi (giorni, ore, minuti) rimane in un range ridotto di pip e successivamente sviluppa un impulso espansivo, allora il Williams Percentage Range aumenterà di valore dato il momentum crescente rispetto ai valori precedenti. Tramite questo algoritmo risulta più facile ed immediato individuare momenti di debolezza o di forza del mercato semplicemente osservandolo senza dover studiare il grafico continuamente tramite l’analisi tecnica.
Essendo il W%R un oscillatore, fornisce i suoi migliori segnali trading (di tipo reversal) nelle fasi di lateralità di mercato piuttosto che in un mercato dichiaratamente long o short. Questo però non implica una sua infallibilità in queste situazioni di range e non preclude il suo uso per operazioni di stampo trend following. Più avanti verranno esposte tecniche operative per entrambe le situazioni.
L’indicatore, a livello grafico, si presenta molto intuitivo: è composto da una singola linea che oscilla all’interno del range [0; -100] dove due livelli orizzontali delimitano le zone di ipercomprato e ipervenduto, rispettivamente i valori -20 e -80.
Il raggiungimento di questi due valori da parte della linea WPR genera segnali di buy e sell, i quali però sono di scarsa affidabilità. La validazione di questi segnali è spesso affidata ad una Media Mobile Esponenziale (EMA) a 26 periodi che conferma i punti di ingresso intersecandosi al rialzo o al ribasso con la linea di prezzo.
I segnali più affidabili generati dal Williams Percentage Range sono dati dalle divergenze rialziste e ribassiste tra i due grafico (di prezzo e dell’oscillatore). Si parla di divergenza, rialzista o ribassista, quando l’andamento della linea di prezzo di un asset differisce fortemente all’andamento mostrato nel grafico dell’oscillatore.
Un trader individua una divergenza in due casi, a differenza della direzione bullish o bearish del mercato. Viene identificata una divergenza rialzista nello scenario in cui all’interno del grafico principale si formano due minimi crescenti ma nel grafico dell’oscillatore il secondo minimo si forma su un livello inferiore a quello precedente. Viceversa, individuiamo una classica divergenza ribassista nel caso in cui la linea del prezzo formi due massimi decrescenti mentre nel grafico dell’oscillatore il primo massimo si attesta ad un livello più basso del primo.
Le divergenze restituiscono chiari segnali di inversione di tendenza all’investitore e, se rilevate correttamente, permettono di catturare un intero movimento direzionale che sarà tanto maggiore quanto più alto è il time frame in cui è individuato.
Come si calcola Williams Percentage Range
Prima di studiare le applicazioni dello strumento è necessario soffermarsi sulla struttura e calcolo per sfruttare al meglio le sue potenzialità. Non è naturalmente compito dell’investitore effettuare i calcoli dell’oscillatore, le piattaforme moderne sono state di algoritmi e calcolatori che sono in grado di svolgere migliaia di operazioni in tempo reale.
Tuttavia ogni trader esperto studia i fattori che influenzano lo strumento utilizzato, per comprendere quali eventi rischiano di falsare i segnali generati, ecco perché comprendere come è calcolato il Williams Percentage Range è estremamente importante.
La formula è il rapporto percentuale di due differenze:
- al numeratore la sottrazione dal valore massimo (H) dell’ultima chiusura quotata (C);
- al denominatore la sottrazione dal valore massimo registrato (H) il valore minimo del periodo analizzato (L).
La formula si presenta in questo modo:
%R = 100 * ( H – C ) / ( H – L )
dove:
- H indica il massimo prezzo registrato negli N periodi precedenti;
- L indica il minimo prezzo registrato negli N periodi precedenti;
- C indica l’ultimo valore di chiusura del periodo.
Un esempio tipico è quello dell’azione che nelle ultime 10 ore ha registrato un massimo a 100€ e un minimo a 50€. Ipotizzando che abbia appena chiuso a 75€ si ottiene un valore del Williams % Range di -50, così ottenuto:
%R = 100 * ( 100 – 75) / ( 100 – 50 ) = -50
Infatti il prezzo si trova a metà tra il massimo (100€) e il minimo (50€) considerati e questo suggerisce una fase di mercato laterale o di non preferenza per una direzione – nel solo contesto degli N periodi precedenti e non rispetto al trend generale.
Diversamente se il prezzo chiudesse a 95€ si otterrebbe un valore pari a -10.
%R = 100 * ( 100 – 95) / ( 100 – 50 ) = -10
Questo indicherebbe che i prezzi si trovano nelle vicinanze dei massimi e che il sentiment è attualmente indirizzato al rialzo.
Chiaramente lo stesso principio vale per una situazione bearish. Si considerino gli stessi massimi e minimi dell’esempio precedente (rispettivamente 100€ e 50€) ma una chiusura a 60€. L’oscillatore segnerebbe un valore pari a -80
%R = 100 * ( 100 – 60) / ( 100 – 50 ) = -80
con i prezzi vicini ai minimi.
Williams Percentage Range Grafico
A livello grafico, l’oscillatore W%R si presenta con una singola linea che oscilla tra [0; -100] e due livelli orizzontali per distinguere le fasi estreme, ipercomprato e ipervenduto, da quelle neutre. Le impostazioni standard previste dal suo sviluppatore, Larry Williams, per i parametri sono le seguenti:
- 14 periodi analizzati
- Valore -20, inizio fase di ipercomprato
- Valore -80, delimitazione fase di ipervenduto
I valori appena elencati sono indicati come parametri di default ma ogni mercato si muove diversamente a seconda della propria natura e per i differenti investitori che ci operano, di conseguenza potrebbe essere utile modificare i parametri per intercettare e individuare quelli più adatti per l’asset analizzato.
Queste variazioni dei parametri dell’oscillatore sono da applicare, però, solo dopo un’attenta analisi dedicata che può aiutare e migliorare di molto le performance del trader, a patto che comprenda a fondo il funzionamento dello strumento e le caratteristiche strutturali del mercato in questione.
Va inoltre ricordato che abbassando il periodo si aumenta la sensibilità dell’indicatore alle oscillazioni di prezzo e verranno generati più segnali e di conseguenza anche un numero maggiore di falsi segnali. Invece, alzando lo stesso parametro, è possibile filtrare una buona parte del rumore di mercato e ad ottenere input più validi per l’operatività. In ogni caso, anche l’impostazione standard, ovvero 14 periodi, risulta essere una valida opzione.
Il grafico del W%R non differisce molto dall’oscillatore Stocastico, se sovrapposti i due grafici restituiscono quasi lo stesso risultato se non per una variabile, infatti lo Stocastico presenta un ulteriore arrotondamento (solitamente chiamato “smoothing”) che smussa la linea %D ottenendola derivando ulteriormente una media mobile, in questo modo i segnali generati sono più affidabili e non necessitano di una seconda conferma.
La mancanza di questa smussatura rende il Williams %R più veloce nell’intercettare i diversi segnali e in particolar modo le inversioni di prezzo, risulta quindi più efficace per quanto riguarda il timing d’ingresso di un trade rispetto ad altri oscillatori alterati da “smoothing”, ma restituendo segnali più inaffidabili.
Una seconda differenza, solamente di carattere grafico e non concettuale, è il ribaltamento simmetrico rispetto alla linea dello zero: dove lo Stocastico segna il valore 20 (di ipervenduto) il Williams %R segna il valore -80 (sempre di ipervenduto). Le due immagini sottostanti rappresentano rispettivamente il grafico del W%R e in seguito quello dello stocastico, per evidenziare le differenze.
Come si usa Williams Percentage Range
Il Williams Percentage Range è uno strumento di trading utilizzato per identificare la forza delle varie spinte direzionali del prezzo nel grafico di un asset. Il suo utilizzo è simile a quello di altri oscillatori come il Relative Strength Index (RSI), il Commodity Channel Index (CCI) e il Rate of Change (ROC) poiché si basa sui concetti di ipervenduto e di ipercomprato.
Questo indicatore fornisce la posizione del mercato rispetto ai prezzi precedenti, aprendo a sue possibili scenari:
- Se il valore è compreso tra 0 e -20 le chiusure si trovano presso i massimi e quindi l’interesse degli operatori è al rialzo, si identifica dunque una situazione di ipercomprato;
- Se il valore è compreso tra -80 e -100 le chiusure sono in prossimità dei minimi precedenti e indica una momentanea pressione ribassista, identificando chiaramente una situazione di ipervenduto.
- Se la linea si muove all’interno dei valori centrali (da -20 a -80) i prezzi non si sbilanciano verso i massimi o minimi e rimangono in una fase di lateralità.
Proprio i concetti di ipercomprato e ipervenduto sono ottimi per analizzare il trend ed operare seguono strategia sia di trend following sia reversal se si comprende a fondo il suo funzionamento.
Dopo un impulso fortemente direzionale o sviluppato senza pause intermedie è normale aspettarsi una fase di pullback e quindi un’inversione che potrà essere momentanea o definitiva rispetto al trend di medio termine, seguendo le dinamiche (psicologiche e finanziarie) dei mercati di borsa.
È però necessario porre attenzione ai segnali del grafico, un tipico errore dei trader meno esperti è associare le situazioni di ipercomprato e ipervenduto ad una certa ed imminente inversione dei prezzi. In realtà, come si intuisce facilmente dalla formula stessa dell’indicatore, l’unica informazione che si riceve in output è la posizione del mercato rispetto al passato.
Inoltre, ipervenduto e ipercomprato sono caratteristiche proprie dell’indicatore e non dello strumento finanziario sui cui si applica il Williams Percentage Range. I prezzi, dunque, potrebbero salire e scendere senza sosta mentre l’oscillatore sarebbe costretto a rimanere entro i suoi valori di estremo [0, -100].
Proprio per questo il dato fornito dall’indicatore va messo in relazione con i prezzi in una visione di più ampio respiro e non analizzato a parte, poichè porterebbe a conclusioni fuorvianti e poco profittevoli.
Le zone di eccesso non sono le uniche interessanti per quanto riguarda l’operatività. Altri indicatori presentano la linea dello zero che funge da spartiacque per un mercato bullish e bearish, il Williams Percentage Range è, invece, caratterizzato dal livello mediano -50. Se con i livelli estremi (-20 e -80) gli investitori vanno alla ricerca di trade di stampo reversal, con quest’ultimo livello si può entrare nel mercato per sfruttare un impulso direzionale e quindi una speculazione trend following. Una volta aggiunto l’indicatore al grafico è piuttosto immediato e semplice riconoscere opportunità di questo tipo.
Il valore -50, più precisamente, segue due metodologie:
- Se la linea dell’oscillatore arriva dalla zona (inferiore) di ipervenduto e taglia al rialzo il livello -50 potrebbe innestarsi un trend long;
- Se il WPR arriva dalla zona (superiore) di ipercomprato e attraversa al ribasso il livello -50 potrebbe innestarsi un trend short.
Quindi il W%R performa ottimamente in mercati laterali per operazioni di stampo reversal ma può essere anche usato per operazioni concordi al trend di mercato.
Un ultimo appunto riguarda la parte più tecnica dell’indicatore, come per la maggior parte degli oscillatori il suo valore viene normalizzato, ovvero presenta un valore massimo e un valore minimo e dunque non può valere oltre gli estremi [0, -100]. Questa caratteristica porta a situazioni di falsi segnali che possono trarre in inganno il trader.
Per esempio, mentre il mercato segna nuovi massimi l’oscillatore rimane appiattito nella zona di ipercomprato [0, -20] senza segnare lui stesso massimi crescenti, questa situazione agli occhi del trader inesperto può sembrare una mancanza di forza e un pretesto per vendere.
Degli esempi lampanti possono essere mercati azionari come Netflix, Amazon e il Nasdaq; tutti e tre strumenti che per periodi prolungati hanno avuto impulsi direzionali al rialzo molto importanti.
Tuttavia gli oscillatori, Williams Percentage Range compreso, hanno segnato fasi prolungate di ipercomprato indicando di fatto opportunità ingannevoli per un ribasso agli occhi di un trader alle prime armi.
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William Percentage Range Indicatore: Dove si usa?
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Come fare trading con Williams Percentage Range
L’operatività dettata del Williams Percentage Range è simile all’operatività tramite altri oscillatori, basandosi su divergenze, fondamentali per la piena comprensione degli andamenti di mercato, e breakout.
Una divergenza si manifesta quando prezzo ed indicatore segnalano due differenti situazioni. Il mercato potrebbe essere indirizzato fortemente al rialzo mentre l’indicatore potrebbe segnalare una mancanza di momentum, l’affidabilità delle divergenze si basa però sullo studio del contesto di mercato e non del solo indicatore.
Un errore comune dei trader principianti è infatti la mancata contestualizzazione dei diversi segnali: ovvero prendere più input da fonti diverse senza metterli in relazione tra loro e con il mercato da analizzare.
Il W%R, come ogni indicatore, performa al meglio in un mercato laterale ma con le conferme adatte può essere utilizzato anche in situazioni di mercati con un trend ben definito. In particolare, possono essere sfruttare le divergenze concordi alla tendenza primaria in atto su timeframe superiori per capire meglio l’andamento futuro dell’asset.
Si consideri, ad esempio, un trend bullish su time frame giornaliero: analizzando timeframe inferiori si possono cercare divergenze scartando quelle ribassiste (perché contro trend) e concentrarsi esclusivamente su quelle rialziste. In questo modo si ottiene un vantaggio statistico seguendo la tendenza primaria del mercato ed attuando quindi una strategia trend following.
Come per ogni indicatore è consigliabile affiancare altre conferme per il trade che si vuole effettuare: a supporto di una divergenza, o di un’operazione reversal più in generale, può esserci un livello di supporto o resistenza (statico o dinamico) o un qualsiasi altro indicatore grafico a confermare il segnale.
Anche l’analisi dei volumi si rivela utile per capire se il segnale ottenuto è affidabile, è possibile dunque affiancare al W%R un indicatore di volume, come l’OBV, per ottenere conferme sui punti di ingresso rilevati. Un terzo elemento d’aiuto potrebbe essere il prezzo stesso con un pattern candlestick, ovvero una particolare conformazione assunta dalle candele, ad indicare debolezza e anticipare l’inversione.
La maggior parte degli investitori che utilizzano il Williams Percentage Range per le loro operazioni di trading, per cercare di filtrare solo le migliori operazioni, si avvalgono dell’utilizzo combinato di una media mobile o di un’EMA (media mobile esponenziale) per attendere conferma dell’inversione ed evitare di entrare nel mercato evidentemente in controtendenza.
Anche il valore mediano -50 offre spunti operativi molto interessanti per gli investitori che operano attraverso. Tuttavia, non è considerata una pratica di trading corretta entrare a mercato ogni qual volta l’oscillatore incroci il valore -50 perché si includerebbero anche situazioni poco volatili generando ripetuti falsi segnali.
Per escludere le occasioni meno favorevoli è consigliato aspettare che il trend in atto venga invertito e che l’indicatore sia da poco uscito da una zona estrema, ovvero ipervenduto e ipercomprato. In questa casistica, un nuovo impulso direzionale, nel caso superi il -50, potrà dare un’occasione d’entrata e l’operazione potrebbe proseguire fino al successivo segnale di inversione .
Williams Percentage Range: Segnale di acquisto (buy)
Il William percentage Range genera segnali operativi long in due situazioni: una divergenza rialzista o il breakout al rialzo del valore mediano.
Una prima situazione favorevole per un acquisto può dunque presentarsi attraverso una divergenza rialzista. Questo evento prevede la presenza di prezzi che formano massimi decrescenti e la curva dell’oscillatore W%R che si trova nella zona di ipervenduto [-80,-100].
La divergenza rialzista viene individuata quando l’indicatore mostra un doppio minimo o minimi crescenti. Una volta verificate queste condizioni, si palesa la divergenza tra il prezzo ribassista e l’indicatore che invece dà i primi segnali di inversione.
La divergenza rilevata assume ancora più valore in vicinanza di un supporto che respingerebbe il mercato al rialzo. Di seguito un esempio di divergenza rialzista sul grafico della piattaforma trading eToro (conto prova gratis), il broker che abbiamo usato per il nostro esempio pratico.
Una seconda opportunità per una posizione long si presenta con il taglio verso l’alto del livello mediano -50. È richiesto però che la curva dell’oscillatore arrivi dalla zona di ipervenduto (zona inferiore) e quindi segnalare un trend ribassista in esaurimento che potrebbe invertire e dare origine ad un nuovo impulso di direzione opposta. La conferma di un nuovo trend è proprio il passaggio per il valore -50, altrimenti potrebbe trattarsi di un ritracciamento.
Va quindi evitato ogni taglio del valore mediano che non arrivi dalla zona inferiore [-80, -100] perché indicherebbe una fase di lateralità del mercato. Questo segnale può essere ulteriormente confermato da una tendenza su timeframe superiori al rialzo, dando un vantaggio statistico per un esito positivo del trade.
Williams Percentage Range: Segnale di vendita (sell)
Il WPR genera segnali short tramite divergenze ribassiste e breakout del valore mediano (-50). Si individua una divergenza ribassista quando in un mercato dove sono prodotti minimi crescenti e che suggerisce dunque una pressione rialzista, l’oscillatore forma massimi decrescenti in fase di ipercomprato [-20, 0]. In questo caso si ha una perfetta situazione di disaccordo tra prezzi e indicatore. Di seguito l’innesco di un’inversione ribassista causata dalla divergenza, sulla piattaforma trading del medesimo broker eToro.
Per un’operatività trend following si può attendere il taglio al ribasso del livello -50. Anche in questo caso deve esserci una precedente fase estrema rialziasta, ovvero di ipercomprato [-20,0]. Le altre casistiche poco volatili vanno invece scartate.
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Consigli Utili
Come per ogni strategia e oscillatore nel trading online, più conferme da differenti strumenti si hanno e più il singolo trade e la strategia stessa avranno una maggiore probabilità di successo. Un trader esperto tiene sempre d’occhio il trend primario come non vanno ignorati i livelli di supporto e resistenza su cui il prezzo sta lavorando e sviluppando le dinamiche desiderate.
Il Williams Percentage Range non genera inoltre segnali affidabili attraverso il breakout dei livelli di ipercomprato e ipervenduto, i quali forniscono solamente una mera descrizione dei prezzi in quel momento, senza essere ritenuti però efficienti punti di ingresso, a differenza di una divergenza che offre ottimi spunti operativi.
Per quanto riguarda il settaggio dell’indicatore, l’impostazione di default prevede 14 periodi, come indicato dallo sviluppatore e trader Larry Williams, esiste però un settaggio alternativo divenuto molto popolare nel tempo, ovvero 10 periodi anziché 14.
Il W%R impostato a 10 periodi, però, genera segnali molto più frequentemente ed è necessaria la sua combinazione con indicatori grafici o di volume per validare i punti di ingresso individuati.
Conclusioni
L’oscillatore Williams Percentage Range si dimostra un ottimo strumento per studiare l’andamenti del prezzo dei mercati finanziari. Il suo calcolo è basato sui prezzi di mercato (massimi, minimi e chiusure) e questo lo rende versatile per i diversi asset e timeframe.
Il W%R può essere utilizzato in entrambe le direzioni (long e short) sia per operazioni che sfruttano le inversioni di prezzo sia per strategie trend following, ma restituisce i migliori segnali in fasi laterali di mercato.
Il grande vantaggio per il trader insito nel Williams Percentage Range è l’utilizzo di un indicatore leading, ovvero uno dei pochi strumenti sul mercato in grado di generare i segnali di inversione (reversal signals) in anticipo di 1 o 2 periodi prima dell’inversione stessa. Questo fattore differenzia il W%R dalla maggior parte degli altri strumenti sul mercato, i quali sono caratterizzati da lagging, ovvero un ritardo nella generazione dei segnali. Questi indicatori, però, forniscono segnali più affidabili di quello trattato in questa guida.
Esistono infatti molti altri indicatori che possono fornire segnali di buy e sell affidabili se si conoscono i loro meccanismi alla perfezione.
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