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BofA avvisa: default sui bond in aumento, a rischio $46 mld
Bank of America avverte i mercati sullo stato del mercato obbligazionario high-yield negli Stati Uniti. La principale banca americana fa notare che i default obbligazionari stanno aumentando rapidamente nel corso degli ultimi anni e che la situazione potrebbe peggiorare il prossimo anno. In una nota diffusa ai clienti, BofA fa notare che alla metà del 2023 c’erano $30 miliardi di obbligazioni ad alto rischio di default negli Stati Uniti; si teme che il prossimo anno si possa arrivare a un aumento del 150%, con un totale di $46 miliardi di obbligazioni a rischio di non venire mai rimborsate. Questo potrebbe diventare uno dei temi caldi del mercato obbligazionario nel corso dei prossimi mesi, con possibili ripercussioni anche al di fuori dei mercati finanziari statunitensi.
Risultano particolarmente colpiti tre settori, che da soli rappresentano il 75% della quantità totale di obbligazioni a rischio di default: $14 miliardi nel comparto tech e telecomunicazioni, $13 miliardi nel settore della sanità e $8 miliardi nel mercato dei cavi. Complessivamente si arriva a 35 miliardi di dollari, senza considerare per il momento la crisi dell’energia eolica che potrebbe peggiorare la situazione nel corso dei prossimi mesi. C’è grande attesa per i dati trimestrali che le imprese dell’energia eolica presenteranno nei prossimi giorni e poi nelle prime settimane del 2024, perché da qui potrebbe nascere un quarto settore ad alta densità di obbligazioni a rischio default.
Picco di default previsto nel 2024
Secondo Bank of America, attualmente le obbligazioni corporate che portano con sé un alto rischio di default inizieranno nei prossimi mesi a rivelare una serie di bancarotte importanti. Dopo l’impennata del rendimento dei Treasuries, che ha portato i bond governativi americani a pagare tassi vicini al 5% per le obbligazioni decennali, tutto il resto del mercato obbligazionario ha dovuto aggiustarsi di conseguenza. Attualmente le obbligazionni corporate high-yield quotate negli USA pagano un rendimento del 8-9% sui bond decennali, cosa che per una società già in difficoltà rende il pagamento degli interessi uno dei problemi principali per la propria sopravvivenza.
Secondo Fitch Ratings, entro la fine dell’anno si arriverà a un tasso di default del 4,5-5% del totale dei bond in situazione di difficoltà. Un’indagine di Charles Schwab, il più grande broker statunitense, rivela che il picco dei default sulle obbligazioni dovrebbe arrivare all’inizio del 2024. Gli esperti parlano ormai da tempo della possibilità di un picco nelle bancarotte negli Stati Uniti legato ai tassi d’interesse, ma fino a questo momento non si è mai verificato. Questo anche grazie al fatto che i mercati si attendevano un calo dei tassi già nel breve termine, cosa che ha favorito le raccolte di capitale da parte di aziende in situazioni difficili. Ora che la Fed ha segnalato tassi elevati a lungo come driver della propria politica monetaria, però, è possibile che la situazione si deteriori rapidamente.
Un risultato della politica monetaria
Gli scorsi anni si è parlato molto delle “zombie companies“, cioè le società che da tempo si trovano a navigare in cattive acque ma che sono riuscite a sopravvivere nel corso degli ultimi 10 anni grazie a tassi d’interesse molto bassi. Con la possibilità di raccogliere liquidità facilmente e rinnovare le scadenze del debito quando i pagamenti si avvicinavano, molte società poco efficienti sono comunque riuscite a garantirsi una continuazione delle proprie operazioni nel periodo 2012-2021. Con l’aumento dei tassi, però, ora rinnovare i debiti è diventato difficile e caro.
Le “zombie companies” potrebbero andare incontro ad un’ondata di default nel corso del prossimo anno, soprattutto nel caso in cui i tassi d’interesse non dovessero cominciare a scendere entro l’estate. Molti dei debiti contratti durante la pandemia cominceranno ad arrivare verso la scadenza e dovranno essere rinnovati a tassi nettamente maggiori rispetto a quelli precedenti. Uno dei motivi per cui fino a questo momento i default sono stati pochi, infatti, è proprio il fatto che molte di queste “società zombie” stanno ancora vivendo di liquidità presa in prestito a costi estremamente bassi durante la pandemia.