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Fed, i dati sull’occupazione e sul mercato immobiliare aumentano la speculazione su tagli ai tassi

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Gli ultimi dati sull’economia statunitense continuano ad aumentare la speculazione che riguarda un possibile taglio ai tassi d’interesse. Maggio si sta rivelando un mese di svolta per i dati macroeconomici statunitensi. Per mesi i dati americani hanno continuato a far pensare che la pressione sui prezzi restasse molto alta, che l’occupazione fosse eccessiva per poter permettere all’inflazione di scendere, che il mercato immobiliare fosse in una fase di boom e che la Fed non potesse pensare ad abbassare i tassi d’interesse. Ora all’improvviso sembra esserci un’inversione di trend, con i dati che mostrano un rallentamento importante dell’attività economica e potenzialmente un calo della pressione sui prezzi.

Questa fase di svolta è stata inaugurata dai dati sulle richieste di disoccupazione della settimana scorsa, è stata confermata dai dati sull’inflazione di questa settimana e ora anche dai nuovi numeri sul mercato del lavoro. Continua a essere troppo presto per dire se ci sia un vero trend di rallentamento per l’economia degli Stati Uniti, ma sicuramente a Wall Street sono già cominciati i dubbi. Se il calendario economico dovesse continuare a confermare questo calo dell’attività economica, allora la prospettiva di tagli ai tassi d’interesse diventerebbe molto più concreta.

Sarà interessante scoprire se il trend si confermerà nei prossimi mesi

Male mercato immobiliare e occupazione

Fino a questo momento sembrava che i tassi d’interesse in aumento avessero colpito soltanto il mercato degli uffici, ma ora il trend sembra starsi allargando anche al mercato immobiliare residenziale. Il numero di permessi di costruzione concesso ad aprile è stato di 1,44 milioni di unità, contro una previsione di 1,48 milioni. Il dato segna un calo del 3% anno su anno, mentre il numero di cantieri avviato ad aprile è stato di 1,36 milioni contro una previsione di 1,42 milioni. Al momento non si nota ancora un calo evidente dei prezzi, rispetto al trimestre scorso, ma i listini rimangono ben al di sotto dei picchi raggiunti nel quarto trimestre del 2022.

Anche i dati sul mercato del lavoro continuano a evidenziare delle difficoltà per chi cerca un nuovo impiego. Le richieste protratte di disoccupazione -cioè il numero di richieste per continuare a ricevere sussidi di disoccupazione a persone che li stanno già ricevendo- sono state 1,794 milioni, contro una previsione di 1,780 milioni. Più importante il dato sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione, che sono state 222.000 contro una previsione di 219.000. Anche se nessuno di questi dati è preoccupante per la crescita americana se considerato singolarmente, mettendo insieme tutte le rilevazioni economiche di questi giorni si ottiene un quadro in deterioramento per un’economia che aveva iniziato l’anno con un forte slancio.

Il grafico mostra l’andamento del prezzo di vendita medio degli immobili negli USA

Fed ancora prudente nelle dichiarazioni

Il presidente della Fed, Jerome Powell, per il momento continua a essere molto prudente nelle sue dichiarazioni e gli altri membri del direttivo della banca centrale statunitense mantengono la stessa linea. A differenza della Banca Centrale Europea, però, la Federal Reserve è sempre stata molto meno esplicita nel fornire indicazioni precise sulle sue prossime mosse -specie a breve termine-. Per questo ci sono già molti trader pronti a scommettere sui dati e non sulle dichiarazioni del direttivo della Fed, con i tassi di rendimento dei Treasuries che hanno iniziato a scendere in seguito alla pubblicazione degli ultimi dati sul mercato del lavoro e sull’occupazione.

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