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Marijuana legale: negli USA è boom della domanda, e i titoli attendono altre notizie positive

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Un nuovo studio pubblicato dall’Università di Carnegie Mellon rivela che la legalizzazione della marijuana da parte di molti Stati negli USA ha portato a un boom nel numero di consumatori che utilizzano la sostanza su base quotidiana. La ricerca rivela anche che in questo momento ci sono più americani che consumano cannabis su base quotidiana (17.7 milioni) rispetto a quelli che consumano alcol ogni giorno (14.7 milioni). L’ultima volta in cui fu fatto questo confronto diretto era il 1992: in quell’anno, solo 900.000 americani stavano usando cannabis quotidianamente, mentre i consumatori giornalieri di alcol erano 14.7 milioni. Questa è la testimonianza del cambiamento dei tempi, ma anche dell’effetto della legalizzazione della sostanza su gran parte del territorio americano.

Il report arriva in un momento molto sensibile per l’industria della cannabis, con i principali ETF settoriali che sono in rialzo del 20% rispetto alla quotazione di inizio anno. Infatti gli USA stanno valutando la possibilità di cambiare il modo in cui la sostanza è classificata, potenzialmente portando a un grande cambiamento nel modo in cui le società del settore -tra cui Tilray, Canopy Growth e Aurora Cannabis- ricevono finanziamenti e operano il proprio business.

A livello federale, la cannabis è ancora equiparata alle droghe pesanti

Aumento significativo dei consumatori

L’aumento nella domanda di cannabis arriva, senza sorpresa, soprattutto dai consumatori più giovani che la vedono come una sostanza meno dannosa rispetto all’alcol. Inoltre si segnala di pari passo un calo drastico nel consumo di tabacco, indicando appunto un effetto di sostituzione che riguarda soprattutto i millennials e la Gen-Z. Non soltanto ci sono meno consumatori giovani che bevono alcol, ma quelli che lo fanno bevono meno rispetto alle generazioni precedenti. Questo è un tema da tenere a mente nell’analisi di titoli come Diageo, Martini e altre azioni che sono strettamente correlate al consumo di bevande alcoliche.

Non soltanto esiste una correlazione, ma esiste anche un calcolo preciso svolto dagli analisti di Bernstein: in Canada, la legalizzazione della marijuana ha avuto un impatto stimato del -2,30% nel consumo di birra; negli Stati Uniti, l’impatto è attualmente limitato al -0,75%. Ora rimangono soltanto i dubbi legati alla possibilità che gli Stati Uniti approvino la riclassificazione della sostanza, un tema che nel 2024 ha fatto la differenza nell’andamento dei titoli del settore.

Attualmente la cannabis è legale in 24 dei 50 Stati americani

Gli investitori sperano nella riclassificazione

Negli Stati Uniti esiste un sistema di classificazione delle sostanze vietate dalla legge, che le distingue per livello di controlli e restrizioni. La marijuana appartiene, a livello federale, alla categoria-I in cui si trovano droghe pesanti come la cocaina e le metanfetamine; per questo motivo, ad esempio, un’azienda che produce cannabis in uno Stato dove la sostanza è legalizzata non può portarla in un altro Stato dove la sostanza è legalizzata se questo significa attraversare un territorio dove non lo è. Anche a livello di finanziamenti, conti correnti e logistica, tutto questo causa delle grandi inefficienze alle aziende del settore. Ora l’amministrazione Biden sta vagliando il passaggio a sostanza di categoria-III, al pari degli steroidi anabolizzanti: anche se non sarebbe equivalente a una totale legalizzazione, le aziende del settore ritengono che sarebbe un grande passo avanti.

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