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Tassazione ETF

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Quante tasse bisogna pagare sugli ETF? Anche se il sistema è stato da qualche tempo semplificato, eliminando i complessi calcoli che riguardavano il NAV. Oggi si pagano tasse sia sulla plusvalenza che possiamo incamerare dalla vendita delle nostre quote, sia dai dividendi che eventualmente l’ETF distribuisce.

Capire quanto si deve pagare, non è semplice – ed è altrettanto difficile stimare in anticipo quanto costoso potrebbe essere uno strumento di tipo ETF nel caso di profitti ottenuti dall’investimento, anche attraverso il trading.

Le differenze principali si hanno tra ETF che replicano portafogli principalmente obbligazionari e tutti gli altri, nonché tra ETF armonizzati e ETF non armonizzati, con i primi che continuano ad essere, fatte rarissime eccezioni, più convenienti.

Tassazione degli ETF – Principali caratteristiche:

Tassazione generica ETF26% sulle plusvalenze
Tassazione dividendi ETF26%
Tassazione ETF obbligazionari12,5% se in white list
Tassazione ETF non armonizzatiConcorrono a imponibile IRPEF
Le principali tassazioni applicabili agli ETF

Tassazione ETF: la nostra guida completa

Come tutti i profitti di tipo finanziario / da capitale, anche quelli generati dagli ETF sono tassati dal Fisco italiano. Rimangono però delle complicazioni in termini non di aliquota, ma di divisione (per molti incomprensibile) tra modo in cui sono trattate le plusvalenze e le minusvalenze generate da questa categoria di strumenti.

ETF redditi tassazione - infografica a cura di ©TradingOnline.com
Le famiglie di redditi tassabili generati tramite ETF
  • Tassazione degli eventuali dividendi

I dividendi che vengono eventualmente percepiti tramite gli ETF – quando questi siano ETF a dividendo distribuito, vanno tassati. Sono trattati come redditi da capitale, proprio come avviene con la tassazione dei dividendi derivanti da azioni.

  • Tassazione degli eventuali profitti di realizzo alla vendita

Quando si vende un ETF ad un prezzo più alto di quello d’acquisto, generiamo una plusvalenza, anche questa da tassare secondo il Fisco. L’aliquota del 26% andrà applicata soltanto sulla differenza positiva tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto. Stranamente, questo tipo di proventi è per il fisco italiano da ascriversi sempre a redditi da capitale, cosa che crea più di qualche problema per un portafoglio composto soltanto di ETF, con qualcuno di questi che genera minusvalenze.

  • Minusvalenze: non si possono portare in compensazione

Il problema principale della Tassazione degli ETF è che le minusvalenze vanno iscritte come redditi diversi e quindi non possono essere portate in compensazione a eventuali profitti generati da altri ETF.

  • Ancora diverso il caso degli ETF non armonizzati

Gli ETF non armonizzati – che sono gli ETF emessi al di fuori dell’UE e che non vengono commerciati tramite le principali borse del continente – contribuiscono invece con le loro plusvalenze a generare imponibile IRPEF, per una tassazione che per la maggioranza dei contribuenti sarà più alta.

  • Per chi investe tramite CFD

Da qualche tempo gli ETF possono essere trattati anche tramite CFD. In questo caso la forma del contratto – il CFD per l’appunto – assorbe la forma del sottostante. Il che vuol dire che un investimento in ETF di questo tipo può essere trattato come un qualunque altro tipo di reddito ottenuto tramite compravendita di CFD. Il che è fiscalmente vantaggioso, perché non permarrà la – per noi assurda – assegnazione di eventuali plusvalenze alla categoria dei redditi da capitale.

Fiscalità degli ETF: come funziona esattamente?

La fiscalità degli ETF è forse la più complessa – almeno per quanto concerne gli strumenti finanziari e di investimento disponibili anche per il grande pubblico. Esistono infatti diversi distinguo che devono essere fatti per capire quanto effettivamente pagheremo su eventuali profitti generati da un investimento di questo tipo.

Mappa infografica tasse ETF a cura di ©TradingOnline.com
La mappa concettuale della tassazione degli ETF
  • I profitti vanno incasellati tra i redditi da capitale

Sia che si tratti di proventi derivanti da eventuali dividendi o interessi (pensiamo agli ETF che hanno in paniere obbligazioni), sia quelli che derivano da eventuali plusvalenze al momento della vendita.

  • Le perdite vanno incasellate in redditi diversi

Le perdite eventuali, pertanto, non possono essere portate in compensazione rispetto a plusvalenze ottenute da altri ETF. Potranno però essere portate in compensazione su altri tipi di strumenti, come i redditi derivanti da vendita di azioni, di contratti CFD o di altro tipo di strumento finanziario.

  • Solo quando gli ETF sono armonizzati

Quanto abbiamo appena affermato vale soltanto nel caso degli ETF armonizzati, ovvero per quegli ETF che sono quotati in Europa e gestiti nell’ambito del diritto comunitario. Gli ETF non armonizzati generano profitti che vanno a integrare l’imponibile IRPEF, generando, il più delle volte, imposte più alte da pagare.

  • Regime amministrato, o dichiarativo

La differenza è rilevante, sul piano operativo, soltanto perché vuole gestire in proprio il pagamento delle tasse e non accede a regime amministrato (cosa che è impossibile tramite gli intermediari bancari). Chi sceglie il regime amministrato infatti si vedrà detrarre il dovuto al Fisco direttamente dall’intermediario, che pagherà le tasse al posto nostro.

Dettagli della normativa fiscale sugli ETF

A fare da riferimento della tassazione in generale sui prodotti finanziari rimane il TUIR – Testo Unico Imposte Sui Redditi, che in relazione ad ETF armonizzati e non armonizzati sono stati poi modificati dal Decreto Legislativo 44/2014 del 4 Marzo, che a sua volta recepisce la direttiva 2011/61/UE in materia di società di gestione, fondi Europei e fondi non Europei.

Tra i grandi meriti della più recente normativa fiscale segnaliamo l’eliminazione del calcolo del NAV per raggiungere l’imponibile, una procedura macchinosa, non sempre precisa e che spesso generava delle perdite secche in capo all’investitore. È a causa però dell’introduzione della medesima normativa che oggi tutti i proventi generati dagli ETF sono calcolati come redditi da capitale, mentre le eventuali perdite come redditi diversi, generando poi il problema della compensazione di queste ultime.

Regime fiscale ETF

Il regime fiscale degli ETF è particolare, nel senso che manca simmetria tra plusvalenze e minusvalenze, situazione piuttosto particolare e che rende difficile, in un portafoglio composto soltanto da ETF, avere una gestione fiscale ottimale dell’investimento.

ETF tassazione tipi regime - infografica a cura di ©TradingOnline.com
I due regimi diversi per il pagamento delle tasse sugli investimenti, ETF compresi

In aggiunta, vi è una differenza importante tra ETF Armonizzati e ETF non Armonizzati, ovvero tra gli ETF che hanno sede, come gestione e come regole, in Europa e quelli che invece non la hanno. Così come possono esistere delle differenze altrettanto importanti a seconda delle componenti del portafoglio che viene replicato dall’ETF stesso.

Nel caso in cui siano presenti nel paniere replicato, infatti, dei titoli obbligazionari statali (e di paesi in White List) si può godere della medesima fiscalità di favore al 12,5% che siamo abituati ad ottenere sui titoli di stato.

Tassazione del Capital Gain

Il capital gain che viene ottenuto tramite la compravendita di quote di ETF, è sottoposto a tassazione del 26% per la parte non investita in obbligazioni statali. Per quanto concerne invece la parte di ETF che investe in obbligazioni statali italiane o di paesi in white list, la tassazione è del 12,5%, così secondo la distinzione introdotta in Italia, allo scopo di favorire investimenti in questo tipo di strumenti.

Vale nel caso di portafogli misti un’imposizione per quote, dove dovrà essere sempre considerata la componente obbligazionaria in regime di favore fiscale a parte, con aliquota del 12,5%. Non vi è possibilità che la parte preponderante del portafoglio/paniere replicato possa assorbire l’altra.

Tassazione dei dividendi

Dividendi e/o cedole degli ETF sono tassati come redditi da capitale e dunque al 26%. Anche qui vale la differenza vista poco sopra, ovvero una tassazione del 12,5% per tutti i proventi derivanti da eventuali cedole obbligazionarie.

È da segnalare il fatto che la tassazione è dovuta se e soltanto se il fondo ETF distribuisce tali dividendi. Nel caso in cui siano ad accumulazione, in realtà non vi è nulla da pagare, in quanto il processo è gestito in modo completamente interno al fondo stesso.

Tassazione ETF italiani

Quanto appena detto vale in generale per tutti gli ETF “italiani, categoria entro la quale possono essere fatti rientrare tanto gli ETF con gestione in Italia (che riconosciamo con le prime due lettere ISIN, ovvero IT nel caso dell’Italia), sia per tutti gli ETF che sono quotati a Piazza Affari, che potrebbero essere tanto italiani quanto europei.

La differenza non esiste, perché dopo aver recepito la Direttiva 2011/61/UE tanto gli ETF Italiani quanto gli ETF gestiti nell’UE rispondono alle medesime regole e sottostanno alla medesima imposizione fiscale. Rimane dunque la differenza tra ETF obbligazionari – o con parte di portafoglio/paniere in obbligazioni – e ETF azionari o con altro sottostante.

Tassazione ETF esteri

La Tassazione degli ETF esteri dipende esclusivamente dal loro status di armonizzati o non armonizzati. Una distinzione che ha un impatto rilevantissimo anche e soprattutto a livello fiscale.

  • ETF Armonizzati:

Sono quelli che vengono gestiti fisicamente/legalmente all’interno dell’Unione Europea e che rispondono ai criteri imposti da quest’ultima. Per questo tipo di ETF, che siano italiani o stranieri, valgono le regole che abbiamo appena indicato, ovvero 26% in generale, 12,5% per gli obbligazionari.

  • ETF Non Armonizzati

Che sono gli ETF che invece non sono gestiti in Europa e che non seguono le regole indicate da UE. In questo caso la tassazione è molto più pesante, perché tutti gli eventuali guadagni che andremo a conseguire integreranno imponibile IRPEF, con un’imposizione che è sicuramente più alta di quella che pagheremmo su investimenti puramente finanziari.

Tassazione ETF USA

La tassazione degli ETF USA è la stessa degli ETF Non Armonizzati, dato che appunto a questa categoria appartengono. Acquistando pertanto (cosa difficilissima oggi, almeno tramite i broker bancari) un ETF USA, ci troveremmo con gli eventuali profitti ad integrare il nostro imponibile IRPEF.

Chi non vuole però privarsi del mondo degli ETF Americani, che è – lo sottolineiamo – il più importante al mondo, può decidere di operare su questi mercati tramite CFD di broker di trading online europei. In questo caso la forma – il CFD – assorbe il sottostante e pertanto ci troveremmo a pagare, legalmente, soltanto il 26% invece di vedere eventuali profitti degli ETF USA impattare sul nostro imponibile IRPEF.

Tassazione ETF: tipologie

La tassazione degli ETF può essere diversa anche a seconda della tipologia di ETF, nel senso di ordinamento di costituzione e di composizione dello stesso. Questa ulteriore differenziazione aggiunge un altro livello di complessità alla comprensione del funzionamento della tassazione degli ETF, che andremo però subito a sbrogliare.

ETF tassazione categorie - infografica a cura di ©TradingOnline.com
Una mappa per capire a quali categorie appartengono i diversi redditi generati tramite investimenti

Tassazione ETF armonizzati

Sotto il nome di ETF armonizzati si considerano tutti gli ETF di diritto europeo. Possono essere quotati presso le principali borse del continente (e tipicamente li troviamo anche a Piazza Affari). La tassazione per questo tipo di ETF è quella standard, ovvero:

  • 26% per quanto riguarda i dividendi e le plusvalenze

Generate su un paniere interno degli ETF che non ha al suo interno obbligazioni emesse dallo stato italiano, oppure emesse da altri paesi in White List. Questo tipo di tassazione riguarda dunque ETF Azionari e qualunque altro tipo di paniere che non abbia in pancia obbligazioni.

  • 12,5 per cedole/dividendi su portafogli obbligazionari

Quando gli ETF invece contengono al loro interno solo titoli obbligazionari, che siano emessi dallo Stato Italiano o da altri paesi in White List, la tassazione, tanto su dividendi/cedole eventualmente distribuite, sia su eventuali plusvalenze derivanti dalla vendita, è del 12,5%.

  • ETF “misti

Anche il mondo degli ETF si è evoluto e – in un certo senso – complicato ed oggi non è raro trovare degli strumenti che siano basati su portafogli misti, che possono contenere una certa percentuale di obbligazioni che andrebbero tassate al 12,5%. In questo caso il calcolo va fatto pertanto separando il peso del sotto-portafoglio obbligazionario dal peso degli altri strumenti. La prima parte dovrà essere tassata al 12,5%, la seconda al 26%.

  • Il caso dei CFD

Chi investe invece tramite CFD, con contratti che hanno come sottostante appunto un ETF, pagheranno comunque il 26% su eventuali profitti. Potrebbe sembrare una situazione nella quale ci troveremmo a pagare di più rispetto agli ETF classici (non potremmo beneficiare dell’aliquota ridotta del 12,5%).

In realtà però quando investiamo sugli ETF tramite CFD, potremo portare qualunque tipo di plusvalenza e minusvalenze incasellandola come redditi diversi e portando dunque in perdita le eventuali detrazioni, cosa che invece è più complicata per un portafoglio di investimento basato esclusivamente su ETF in acquisto diretto.

Tassazione ETF non armonizzati

La tassazione degli ETF non armonizzati è la peggiore, almeno sulla carta. Secondo le normative attualmente vigenti, tali ETF non armonizzati vedono i profitti tassati come imponibile IRPEF, ovvero le tasse sul reddito che tutti paghiamo.

Perché tutti o quasi ritengono che questo modo di trattare fiscalmente gli ETF non armonizzati sia meno vantaggioso? Semplice: perché l’imponibile IRPEF è tassato secondo i seguenti scaglioni:

  • Da 15.001 a 28.000 euro: 27%
  • Per la parte tra 28.001 euro e 55.000 euro: 38%
  • Per la parte tra 55.001 euro e 75.000 euro: 41%
  • Per la parte eccedente i 75.000 euro: 43%

Non serve essere degli esperti fiscalisti per comprendere che queste aliquote sono molto più alte di quelle che abbiamo visto applicate anche per gli ETF non obbligazionari.

È pertanto vero – anche se di nuovo, per riportare la tassazione verso un comune 26%, possiamo semplicemente affidarci ai CFD, che assorbono questa “differenza” e trasformano eventuali capital gain derivanti da ETF non armonizzati sotto i redditi diversi.

Con tutto quello che ne consegue in termini anche di detraibilità di eventuali minusvalenze. Per chi vuole investire pertanto in ETF non armonizzati – quando la cosa abbia senso – i CFD rimangono anche sotto il profilo della tassazione il meglio che abbiamo a disposizione.

Tassazione ETF obbligazionari

Gli ETF obbligazionari possono essere tassati al 26% o al 12,5% a seconda del tipo di obbligazione che è presente nel portafoglio del fondo stesso. Nello specifico avremo la ripartizione che segue:

  • Obbligazioni corporate

Sono sempre tassate al 26%, a prescindere da chi sia l’emittente, o che si tratti di obbligazioni italiane, europee, statunitensi o di qualunque altro paese. Le obbligazioni aziendali sono sempre tassate con aliquota massima.

  • Obbligazioni statali Italia o paese in White List

In questo caso si gode della fiscalità di favore con aliquota fissa al 12,5%, limitatamente alla parte del paniere che replica questo tipo di titoli. Si tratta di una fiscalità pertanto identica a quella dell’acquisto diretto del titolo, almeno in questo senso.

  • Obbligazioni statali non in White List

Anche se sono rimaste ormai pochissime, nel caso di presenza di questo tipo di titoli, la tassazione torna ad essere con aliquota al 26%, come se si trattasse di obbligazioni corporate o di ETF su altro tipo di titolo.

  • Quando il paniere è misto

Quando il paniere è invece misto, si devono calcolare separatamente le componenti in obbligazioni statali in fiscalità di favore dal resto. È un calcolo relativamente complesso, che presuppone la conoscenza della ripartizione esatta del portafoglio di investimento dell’ETF. Tipicamente di questo tipo di operazioni si occupa comunque il sostituito di imposta.

Tassazione ETC

Gli ETC, ovvero gli ETF sulle commodities (sebbene sia tecnicamente improprio definirli così), non seguono la disciplina fiscale degli ETF. Sul punto sono presenti diverse interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate – come la Risoluzione 72/E, che indicano chiaramente che secondo il nostro regime fiscale, i rendimenti degli ETC devono essere iscritti come redditi diversi.

La differenza non c’è a livello di aliquota – rimane quella generale del 26% – ma crea comunque differenze a livello di tipologia di reddito conseguito e relative possibili detrazioni delle plusvalenze. Gli ETC sono da considerarsi, pertanto, come più duttili sotto il piano fiscale.

Considerazioni finali

La disciplina fiscale del ETF è relativamente complessa, ma è consigliabile conoscerla anche nel caso di scelta di regime amministrato. Capire infatti il funzionamento degli strumenti finanziari include anche la necessità di capirne il funzionamento fiscale.

Nello specifico, chi investe in ETF direttamente e senza intermediazione di strumenti come i CFD, sa che andrà a generare un reddito da capitale, con aliquota del 26% e con le minusvalenze invece da incasellare come redditi diversi.

L’ottimizzazione fiscale di un portafoglio che contenga anche ETF è dunque complessa, con le eventuali perdite che possono essere sì detratte, ma soltanto dalle plusvalenze generate da redditi diversi. Una situazione molto complessa, che dovrebbe essere presa in considerazione già dalla prima fase di composizione del portafoglio di investimento.

FAQ Tassazione ETF: domande frequenti

Quante tasse si pagano sugli ETF?

Sugli ETF paghiamo il 26% su plusvalenze e dividendi, il 12,5% nel caso di obbligazioni in paniere. Gli ETF non armonizzati vanno invece iscritti in quota reddito IRPEF.

Quando si genera l’imponibile sul quale pagare le tasse?

Per i dividendi eventualmente percepiti, al momento della ricezione. Per le plusvalenze invece, al momento della vendita. Non vale più per gli ETF il calcolo del NAV.

Quante tasse si pagano sugli ETF Americani?

Se ETF non armonizzati, americani e non, eventuali plusvalenze vanno ad integrare il nostro reddito IRPEF e dunque pagheremo in relazione al nostro scaglione di appartenenza.

Quante tasse si pagano sugli ETF italiani?

Non esistono differenze tra tassazione di ETF Italiani o europei. Permane per entrambi aliquota del 26% generale e del 12,5% per la parte di portafoglio in obbligazioni.

Che tipo di reddito va dichiarato per gli ETF?

Sia nel caso di dividendi che di plusvalenze, per la legge italiana gli ETF generano reddito da capitale. Le minusvalenze invece vanno iscritte tra i redditi diversi.

Imprenditore digitale dal 2008, è CEO e Founder della ALESSIO IPPOLITO S.R.L., editore specializzato nella pubblicazione di progetti nel campo finanziario. Giornalista iscritto all'albo dal 22/02/2022 [Link per verifica iscrizione]. Direttore responsabile in carica della nota testata giornalistica a tema Crypto, Criptovaluta.it®, da Marzo 2023 direttore responsabile anche di Tradingonline.com®.

7 Commenti

1 Comment

  1. Nino

    23 Agosto 2021 alle 18:48

    Ottimo articolo. Chiaro e dettagliato.

    • TradingOnline.com

      24 Agosto 2021 alle 18:44

      Ciao Nino, grazie mille. Felice che tradingonline.com, primo sito in Italia sul trading online, abbia chiarito i tuoi dubbi riguardo la tassazione degli ETFs.

      A presto!

  2. Giuseppe Giugno

    27 Agosto 2021 alle 08:31

    Salve, se disinvesto parte dell’ETF, e quella parte la investo in un altro ETF, devo pagare le tasse?

  3. R

    1 Ottobre 2021 alle 18:44

    Bell’articolo. Una domanda: cambia qualcosa nel caso un ETF armonizzato sia acquistato e detenuto presso un broker europeo o estero da un cliente europeo? Nella fattispecie IBKR e Degiro.
    Grazie

  4. francesco

    4 Dicembre 2022 alle 19:43

    Ciao ottimo post. Vorrei chiedere se vendo ETF NON UCITS CFD su eToro senza applicare leva, la eventuale plusvalenza verrà tassata al 26% o secondo scaglione irpef? In altri termini gli ETF non ucits di eToro bisogna considerarli CFD anche se operiamo senza leva?

  5. Mirco

    10 Gennaio 2023 alle 23:58

    Buonasera, non mi è chiara una cosa, i dividendi di un ETF non armonizzato sono tassati come un qualsiasi dividendo al 26% e nel caso l’ETF sia composto da titoli di stato in White list al 12,5%?
    Grazie

  6. Giorgio

    15 Giugno 2023 alle 11:53

    Se sono in regime dichiarato e ho degli ETF armonizzati ci pensa il gestore a fare tutto o dovrò comunque inserire qualcosa nel modello unico?

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Guide ETF

Cosa sono gli ETF: Guida facile per principianti

In questo articolo spieghiamo nel dettaglio cosa sono gli ETF, come funzionano e perché è conveniente investire in questo tipo di strumenti finanziari.

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Cosa sono gli ETF: Guida facile per principianti

Acronimo di Exchange Traded Fund, gli ETF videro la luce negli corso degli anni ‘90. Nell’arco di poco meno di quarant’anni sono riusciti a guadagnare una loro popolarità tra gli investitori: a determinare il successo di questi prodotti sono principalmente la loro convenienza e la loro versatilità.

Ma perché gli ETF sono una buona soluzione d’investimento? E soprattutto perché gli investitori dovrebbero almeno prenderli in considerazione? In questa ampia guida abbiamo intenzione di capire cosa siano gli ETF e analizzare le loro caratteristiche principali.

Cosa sono gli ETF

ETFSettore
ETF AzionarioPunta su un indice azionario
ETF ObbligazionarioPunta su un indice obbligazionario
ETF ImmobiliareInveste in titoli che operano nel settore immobiliare
ETF SettorialeInveste in un determinato settore

Volendo sintetizzare al massimo un ETF – ossia un Exchange Traded Fund – è la quota di un fondo indice quotato in Borsa. A questo punto è necessario chiarire cosa siano i fondi indice: stiamo parlando di fondi comuni d’investimento aperti ed indicizzati, il cui obiettivo è quello di andare a replicare in maniera fedele e precisa l’andamento:

  • di un indice azionario;
  • di un indice obbligazionario;
  • di un indice del mercato immobiliare;
  • di un indice settoriale;
  • o di alcuni panieri di azioni/obbligazioni.

Questi particolari fondi possiedono una caratteristica: hanno una gestione passiva. I professionisti che gestiscono il fondo non acquistano quello che vogliono. All’interno del portafoglio, molto semplicemente, vengono mantenuti gli stessi titoli che fanno parte dell’indice di riferimento (benchmark). E fanno in modo che ogni singolo titolo sia contenuto con lo stesso peso percentuale.

Gli ETF puntano sui dei fondi che investono in titoli finanziari. Nel caso in cui i fondi indice dovessero, invece, investire nelle materie prime e nei loro derivati viene utilizzato il termine ETC. Gli ETF e gli ETC investono tranquillamente nell’oro: nel primo caso andando ad acquistare dei titoli; nel secondo puntando all’oro fisico.

Come abbiamo visto, quindi, gli ETF hanno uno scopo ben preciso: quello di andare a replicare un indice. Se è specializzato – solo per fare un esempio – sul FtseMib replicherà solo e soltanto questo indice. L’andamento dell’investimento, di conseguenza, è determinato dall’andamento dell’indice di riferimento.

Dove acquistare gli ETF

  1. FP Markets – Visita la piattaforma;
  2. eToro – Visita la piattaforma;
  3. Capital.com – Visita la piattaforma;
  4. Trade.com – Visita la piattaforma;
  5. Skilling – Visita la piattaforma.

ETF, perché sono interessanti

Perché gli ETF sono interessanti

Nel corso degli ultimi anni gli ETF hanno iniziato a guadagnare una certa popolarità tra gli investitori perché i fondi a gestione attiva hanno avuto alcune difficoltà a battere l’indice di riferimento. Non sono riusciti, in altre parole, a registrare delle performance più alte rispetto a quelle degli Exchange Traded Fund.

ETF interessanti
Perchè gli ETF sono interessanti

Una delle caratteristiche che rendono attraenti gli ETF è il fatto che possano essere comprati o venduti come un qualsiasi titolo azionario. Tra l’altro sono cresciuti numericamente e permettono agli investitori di muoversi con una certa disinvoltura e familiarità. Così come accade con un qualsiasi altro titolo quotato, è possibile:

  • impostare uno stop loss;
  • comprare a margine;
  • vendere short.

Gli investitori, in altre parole, hanno la possibilità di utilizzare tutti gli strumenti e le opzioni che sono messi a loro disposizione dal trading.

Ma perché potrebbe essere interessante investire negli ETF. Una delle caratteristiche più interessanti di questo tipo di prodotti finanziari è data dalla possibilità di diversificare il proprio portafoglio di investimento. Nel momento in cui si procede ad acquistare un Exchange Traded Fund si entra in possesso di un intero paniere di titoli. Non solo uno, sul quale si andrebbe a concentrare tutto il rischio dell’investimento.

Attraverso gli ETF, inoltre, è possibile andare ad abbattere i costi di gestione. Il modo nel quale sono strutturati, infatti, permette di ottimizzare le operazioni connesse con gli acquisti e le vendite, riuscendo, in questo modo, a ridurre i costi di gestione.

Non tralasciamo, poi, una delle caratteristiche intrinseche negli ETF: possono costituire anche degli investimenti di lungo periodo. Stando ai dati che vengono riportati in una lunga serie di statistiche, i mercati finanziari riescono sempre a crescere nel lungo periodo. Se è vero che questo assunto non sempre è valido per il mercato italiano, di certo è molto più probabile per quello statunitense o per gli indici azionari globali.

La gestione passiva, inoltre, ha un’altra caratteristica particolarmente importante: permette di conoscere anticipatamente dove e in quale modo viene investito il proprio denaro. Come abbiamo spiegato in apertura, infatti, i gestori degli ETF sono tenuti a replicare l’indice di riferimento.

Come viene determinato il prezzo

A determinare il prezzo degli ETF sono una serie di fattori. Indubbiamente la voce più importante è costituita dal valore della quota del fondo: stiamo parlando, in altre parole, degli strumenti sui quali il fondo sta investendo. A determinare i prezzo, inoltre, contribuiscono anche gli strumenti sottostanti – come, per esempio, il market maker – che possono togliere o aggiungere uno spread: aggiunge nel caso in cui un risparmiatore abbia intenzione di acquistare e toglie nel momento in cui vuole vendere.

Il market maker degli ETF si chiama Specialist. È sostanzialmente un intermediario, che viene incaricato di acquistare o vendere dei titoli, in modo che il mercato sia liquido. Lo Specialist attraverso lo spread che impone sul prezzo riesce a realizzare il proprio guadagno personale: in altre parole remunera la propria attività. Attenzione, però, lo Specialist riesce a fare un prezzo solo e soltanto se ci sono altri operatori che hanno intenzione di acquistare o vendere degli ETF. Nel caso in cui questi ci siano, il prezzo sarà determinato dalla libera contrattazione delle parti, anche se potrebbe discostarsi di parecchio rispetto al range stabilito e da quello previsto dal market maker. Ma proviamo a fare un esempio:

  • poniamo il caso che il prezzo degli strumenti sia pari a 100;
  • lo Specialist decide di aggiungere o togliere uno spread: il prezzo diventa 100,05;
  • nel momento in cui arriva un altro operatore che dovesse decidere di acquistare o vendere, il prezzo finale sarà quello pattuito tra i due investitori. Non c’è alcun obbligo di passare attraverso il market maker. La distanza tra il prezzo pattuito e quello fissato dallo Specialist non si potrà scostare di molto l’uno dall’altro.

I vantaggi degli ETF

Gli ETF generalmente sono degli strumenti finanziari particolarmente liquidi. È facile, infatti, riuscire a trovare un acquirente o un venditore: questa loro caratteristica fa in modo che difficilmente ci si possa trovare nella situazione di dover metterne in vendita uno senza che ci sia un potenziale acquirente dall’altra parte, situazione che potrebbe far crollare il valore del titolo.

Ma non solo: gli ETF permettono di accedere ai principali indici finanziari internazionali in maniera semplice e, soprattutto, con dei costi relativamente bassi. Come abbiamo anticipato in precedenza, essendo delle repliche, l’investitore, in qualsiasi momento, è a conoscenza dei titoli sui quali si sta investendo.

La negoziabilità degli ETF
Come funzionano gli ETF

È importante poi sottolineare che quanto viene investito negli ETF è completamente separato dal capitale della società che li ha emessi e ne sta curando la gestione. Questa particolarità è molto importante, perché l’investitore è tutelato: nel caso in cui la società di gestione dovesse fallire, il capitale verrebbe rimborsato senza problemi.

Come funziona la negoziabilità

Definiti come azioni indice gli ETF, così come accade per le normali azioni, possono essere acquistati e venduti nel corso della stessa giornata. L’operazione può essere effettuata a prezzi noti. Il lotto minimo che può essere negoziato è pari ad un’azione o quota.

Economicamente parlando gli ETF sono un investimento accessibile a tutti e che non richiedono necessariamente grandi capitali. Lo strumento è indubbiamente molto flessibile, rendendolo, di fatto, adatto ai piccoli investitori privati e a quelli più importanti (i cosiddetti istituzionali), che li usano per delle strategie di investimento a breve termine o per degli investimenti a più ampio respiro.

Dove acquistare gli ETF

  1. FP Markets – Visita la piattaforma;
  2. eToro – Visita la piattaforma;
  3. Capital.com – Visita la piattaforma;
  4. Trade.com – Visita la piattaforma;
  5. Skilling – Visita la piattaforma.

ETF, i costi da sostenere

Uno dei vantaggi che caratterizzano gli ETF, indubbiamente, è l’aspetto economico. A differenza dei fondi comuni non hanno delle commissioni di entrata, uscita o performance. A sostituire le prime due sono delle commissioni di intermediazione, che non sono uguali per tutti variando da banca a banca. Ma non solo, possono variare addirittura da cliente a cliente. La commissione di performance non viene applicata a chi acquista questo tipo di prodotti.

Indubbiamente inferiore è la commissione di gestione: l’onere deve essere pagato sulla base del periodo che si è stati proprietari dell’ETF. Viene trattenuto direttamente dal gestore quotidianamente, che lo sottrae dal valore della quota. Quando si investe in un fondo passivo azionario, questo onere si aggira grosso modo tra lo 0,15% e lo 0,60%. Per un fondo classico lo stesso costo si aggirerebbe tra l’1,5% e il 2,5%.

I costi minori degli ETF sono determinati dalla natura passiva della gestione dello stesso strumento, che come abbiamo visto in precedenza replica sostanzialmente l’indice benchmark: non deve cercare di batterlo a tutti i costi.

In un certo senso possiamo affermare che i vari investimenti vengono effettuati attraverso delle procedure automatiche. Non si devono effettuare degli investimenti in ricerche ed analisi dettagliate per scegliere i titoli migliori. Quelli che si ipotizza che possano battere il benchmark.

I costi impliciti degli ETF

Come qualsiasi altro strumento finanziario quotato in un mercato regolamentato, anche gli ETF hanno un costo implicito, che deve essere cercato nello spread denaro-lettera. Stiamo parlando dello scostamento che intercorre tra il migliore prezzo in acquisto e quello in vendita. 

Nella maggioranza dei casi tra i vari ETF italiani si registra uno spread vicino, grosso modo, allo 0,10%: dei valori praticamente trascurabili. Questo permette ai prodotti di avere un buon livello di liquidità che viene supportata dallo Specialist, l’intermediario che deve esporre le quotazioni in acquisto e in vendita in via continuativa.

Strumenti semplici da utilizzare

A caratterizzare in maniera positiva gli ETF è la possibilità di investire su un determinato indice/settore/area geografica con una sola operazione. Ma non solo: il risparmiatore ha la certezza di riuscire ad ottenere un rendimento molto simile a quello dell’indice di riferimento, ma senza l’obbligo di andare ad acquistare, singolarmente, tutti i titoli che appartengono a quel determinato comparto. I piccoli investitori, inoltre, hanno la possibilità di accedere agli indici sottostanti o a delle aree geografiche, che fino a qualche anno fa a loro non erano accessibili.

È importante sottolineare, inoltre, che gli ETF non sono a rischio insolvenza e, per questo motivo, non hanno bisogno di un rating. Neanche quando le società che li hanno costituiti e li gestiscono risultino essere insolventi: questo perché, come abbiamo anticipato in precedenza, gli Exchange Traded Fund quotati nella Borsa Italiana hanno un patrimonio separato rispetto a quello della società che li gestisce.

Come si fa ad investire negli ETF

Come si devono muovere gli investitori che hanno intenzione di puntare sugli ETF? Questi strumenti finanziari permettono di adottare delle strategie di investimento molto diverse tra di loro: è possibile utilizzarli per l’operatività di breve periodo o per delle strategie di lungo termine.

Nel caso in cui si volesse adottare la prima strategia è necessario essere in grado di cavalcare i movimenti di mercato di breve periodo. Se invece si ha intenzione di effettuare un investimento sul lungo periodo è necessario riuscire a tratteggiare nel modo giusto come possano procedere i mercati nell’arco di tempo che ci si è prefissati.

Ma come si fa a scegliere il migliore ETF presente sul mercato? È necessario tenere a mente alcune cose: prima di tutto la massa gestita dal fondo. Più è grande e più l’ETF è liquido. Ed è più facile da scambiare. Nelle proprie scelte è opportuno dare la precedenza a dei fondi che stiano gestendo delle quantità rilevanti.

È poi necessario prestare attenzione ai costi – ossia alle commissioni – più basse sono meglio è. Deve essere poi presa in considerazione la valuta di riferimento, perché il rendimento dell’investimento viene determinato anche dal rapporto di cambio: quindi è necessario verificare se l’ETF è denominato in euro o in dollari.

Considerazioni finali

Gli ETF possono essere un ottimo strumento di investimento, perché permettono di conoscere a priori dove verranno effettuati gli investimenti. Ma è importante conoscere il prodotto che si è scelto, in modo da avere un’idea di come si muoverà.

Gli ETF possono replicare un indice di Borsa. Se si decide di investire su quello italiano, per esempio, è bene avere un’idea su come si sia mosso negli ultimi anni e quali prospettiva nei prossimi, in modo da effettuare una scelta consapevole.

FAQ

Cosa sono gli ETF?

Etf

Volendo sintetizzare al massimo sono dei fondi che investono in un particolare settore o in un indice di riferimento. Solo per fare un esempio possono replicare l’indice Ftse Mib replicando al loro interno tutti i titoli quotati nell’indice, con lo stesso peso. L’ETF si muoverà come l’indice Ftse Mib

Sono dei prodotti liquidi?

Generalmente sono dei prodotti altamente liquidi, ma è sempre opportuno scegliere quelli un po’ più grandi in modo che possano garantire delle maggiori opportunità di vendita nel caso in cui li si volesse cedere.

Gli ETF hanno dei costi?

costi ETF

Sì, è necessario pagare delle commissioni, che possono variare da banca a banca, ma anche da cliente a cliente. Quindi è sempre opportuno, nell’effettuare la scelta del prodotto verificare anche gli eventuali costi.

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Guide ETF

ETF Cina: Migliori 5 per Investire in China nel 2025

Analisi dei migliori ETF Cina. Ecco le recensioni dei migliori exchange traded funds che la nostra redazione ritiene convenienti.

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ETF Cina: Migliori 5 per Investire in China

Gli ETF Cina permettono di ottenere esposizione al comparto obbligazionario e azionario cinese. Considerando che la Cina è ormai la seconda economia più grande al mondo e che molte aziende cinesi sono leader in settori estremamente strategici per lo sviluppo tecnologico, non è una sorpresa che molti investitori siano interessati a esporsi a questo mercato.

Considerando quanto grande e diversificata sia l’economia cinese, è molto difficile ottenere un’esposizione diversificata a quest’area acquistando manualmente ogni singolo strumento. Gli ETF legati ai mercati cinesi sono una risorsa estremamente utile per ottenere diversificazione in modo semplice, con bassi costi di gestione e con la possibilità di gestire facilmente la percentuale del portafoglio investita in asset quotati in Cina.

Il fatto che i mercati cinesi siano diventati così grandi in questi anni ha portato alla nascita di tantissimi ETF, diversi tra loro sia per indice benchmark che per strategia e costi. Ne abbiamo selezionati 5 in particolare che, a nostro avviso, sono i più validi su cui investire oggi.

💡Conviene investire oggi:Sì a lungo termine – No nel breve
Rischio dell’investimento:Medio-Alto
💸Costi e commissioni:0,40-0,97% TER annuo
💼Dove acquistare:Capital.com / FP Markets / eToro  
💰Investimento minimo:50 euro
ETF Cina – Riassunto sintetico tabellare

Migliori ETF Cina 2025

Abbiamo scelto gli ETF da includere nel nostro elenco in base ad alcune caratteristiche oggettive:

  1. Diversificazione su diversi strumenti e segmenti;
  2. Costi di gestione annui (TER);
  3. Armonizzazione UCITS;
  4. Liquidità del mercato per la compravendita di quote del fondo;
  5. Dimensione del fondo.

Prima di passare alla nostra lista, è importante ricordare che le considerazioni che stiamo facendo non sono da interpretarsi come consulenza finanziaria o consigli sugli investimenti. Rappresentano esclusivamente l’opinione degli analisti di ®TradingOnline.com.

1. Shares MSCI China A UCITS

📍ISINIE00BQT3WG13
Dove comprareCapital.com / eToro 
💲TER0.40% annuo
📈Metodo di replicaFisica completa
💱Valuta del fondoDollaro USA e Euro
💰Strategia di reinvestimentoDistribuzione ogni 3 o 6 mesi
ETF Cina – Principali caratteristiche del iShares MSCI China ETF

Il primo fondo che incontriamo è disponibile sia nella versione americana, sia nella versione europea armonizzata UCITS. Per questo motivo è anche disponibile in due valute, dollaro ed euro. La versione europea distribuisce i dividendi ogni tre mesi, mentre quella americana su base semestrale. Si tratta di un fondo molto diversificato che investe sugli strumenti inclusi nel MSCI China Index, di cui fanno parte 648 strumenti finanziari. Il fondo ha l’obiettivo di ottenere esposizione a società cinesi mid-cap e large-cap, appartenenti a tutti i settori.

infografica sui settori in cui l'economia cinese è leader a livello globale
Ci sono alcuni settori in cui le imprese cinesi hanno una quota di mercato da leader globale, talvolta con grande margine di vantaggio

Le azioni più rappresentate nel portafoglio del fondo sono:

  1. Kweichow Moutai
  2. Contemporary Amperex Tech
  3. China Merchants Bank
  4. China Yangtze Power
  5. Wuliangye Yibin

Allo stato attuale è il secondo ETF Cina più diversificato per quanto riguarda il mercato azionario cinese. Le società sono pesate per capitalizzazione e il settore più rappresentato è quello industriale dei beni di consumo, seguito dalle comunicazioni e dal comparto finanziario.

2. Ishares China Large Cap Ucits Etf Dist

📍ISINIE00B02KXK85
Dove comprareCapital.com / eToro 
💲TER0.74% annuo
📈Metodo di replicaFisica completa
💱Valuta del fondoDollaro USA e Euro
💰Strategia di reinvestimentoDistribuzione semestrale
ETF Cina – Principali caratteristiche del iShares China Large-Cap ETF

Questo ETF Cina è molto simile al precedente, ma ci sono due differenze importanti. La prima, come suggerisce il nome, è il fatto che questo fondo investa in modo specifico soprattutto su imprese a grande capitalizzazione. Si tratta di una caratteristica che può aiutare a ridurre la volatilità complessiva del portafoglio, ma che rimuove esposizione alle piccole società che potrebbero avere più potenziale per rivalutarsi nel tempo. La seconda grande differenza è che le società su cui il fondo investe sono quotate a Hong Kong anziché a Shangai, per cui possono mancare alcuni dei titoli.

Le società più rappresentate nel fondo sono:

  1. Alibaba
  2. Tencent
  3. China Construction Bank
  4. Meituan
  5. Netease

In questo caso il settore dei beni al consumo è ancora più pesante sul portafoglio (33%). Seguono i titoli finanziari (29%) e quelli legati alle telecomunicazioni (19%). Interessante notare che il tech rappresenta una parte molto piccola dell’esposizione complessiva, limitandosi al 3,40% degli asset totali.

3. KraneShares CSI China Internet

📍ISINUS5007673065
Dove comprareCapital.com / eToro 
💲TER0.69% annuo
📈Metodo di replicaFisica parziale
💱Valuta del fondoDollaro USA e Euro
💰Strategia di reinvestimentoDistribuzione annuale
ETF Cina – Principali caratteristiche del KraneShares CSI China Internet ETF

Questo ETF Cina è specificamente dedicato al comparto tech, e ancora più nello specifico alle società che hanno a che fare con il web. Questo limita per ovvi motivi la diversificazione complessiva, con soli 32 strumenti in portafoglio. Essendo un ETF che investe su una singola area geografica e su un singolo settore dell’economia, bisogna essere consapevoli del fatto che la reale diversificazione è bassa. Al tempo stesso, è innegabile che le prospettive di crescita per il comparto tech cinese siano molto promettenti.

Le azioni più presenti nel portafoglio dell’ETF di KraneShares sono:

  1. Tencent
  2. Alibaba
  3. Meituan
  4. PDD Holdings
  5. Trip.com

In questo caso il fondo investe sia su strumenti quotati a Hong Kong, sia a Shangai. Nuovamente il prodotto è disponibile in due versioni: quella internazionale e quella UCITS, pensata più specificamente per gli investitori europei.

4. SDPR S&P China ETF

📍ISINUS78463X4007
Dove comprareCapital.com
💲TER0.59% annuo
📈Metodo di replicaFisica completa
💱Valuta del fondoDollaro USA
💰Strategia di reinvestimentoDistribuzione semestrale
ETF Cina – Principali caratteristiche del SDPR S&P China ETF

Questo è l’ETF Cina attualmente più diversificato in assoluto per chi cerca esposizione al mercato cinese. Si tratta di un fondo che investe su oltre 3.000 società, andando ad abbracciare l’intero comparto azionario cinese a prescindere da dove siano quotate le azioni. Questo è uno dei pochissimi ETF che ha in portafoglio, ad esempio, anche strumenti quotati sulla Borsa di Shenzen. È stato lanciato nel 2007 e il suo obiettivo è replicare l’indice S&P China BMI.

Tra le società più rappresentate nel portafoglio si ritrovano comunque molti dei nomi già fatti in precedenza:

  1. Tencent
  2. Alibaba
  3. PDD
  4. China Construction Bank
  5. Meituan

La vera differenza non si nota nelle società più grandi su cui il fondo investe, ma sulla lunga lista di società meno capitalizzate. Interessante notare che le commissioni di gestione rimangono sensibilmente più basse a quelle di altri fondi meno diversificati.

5. Direxion Daily FTSE China Bull 3X Shares

📍ISINUS25460G1958
Dove comprareCapital.com
💲TER1.47% annuo
📈Metodo di replicaSintetica completa
💱Valuta del fondoDollaro USA
💰Strategia di reinvestimentoAccumulazione
ETF Cina – Principali caratteristiche del Direxion Daily FTSE China Bull 3X Shares

L’ultimo ETF Cina del nostro elenco è un fondo molto particolare, utilizzato soprattutto per operazioni di natura speculativa. Si tratta di un fondo che investe sul FTSE China 50 Index, ma con una leva finanziaria di 3X. Questo significa che, per ogni 1$ investito da chi partecipa al fondo, i gestori aggiungono un’esposizione di 3$ all’esposizione all’indice delle principali società quotate in Cina. Questo lo si può fare sia attraverso contratti derivati, sia prendendo in prestito capitali dalle banche.

Questo non è un ETF indicato per gli investimenti di lungo termine. Gli stessi gestori ricordano che l’obiettivo è arrivare ogni giorno, alla fine della giornata, a generare una performance moltiplicata di tre volte rispetto all’indice di riferimento. Questo significa che su lunghi periodi di tempo non c’è alcuna garanzia del fatto che la performance del fondo continui a moltiplicare quella dell’indice. Si tratta piuttosto di un prodotto pensato per fare operazioni speculative di breve termine, magari in occasione della pubblicazione di notizie importanti.

infografica su rischi e vantaggi degli ETF legati al mercato azionario cinese
Il potenziale di crescita per gli ETF Cina è grande, ma il rischio geopolitico è una variabile da tenere bene in considerazione

Dove investire in ETF Cina?

Di seguito riportiamo le migliori piattaforme per investire sugli ETF che abbiamo menzionato, e non solo. Le piattaforme riportate nella tabella sono quotidianamente utilizzate dai membri della nostra redazione, sono registrate Consob e sono selezionate in base a caratteristiche oggettive: costi, quantità di strumenti negoziabili e facilità di utilizzo.

FP Markets – Visita la piattaforma;

eToro – Visita la piattaforma;

Capital.com – Visita la piattaforma;

Skilling – Visita la piattaforma;

Trade.com – Visita la piattaforma;

Bitpanda – Visita la piattaforma.

Conviene investire in ETF Cina?

L’economia cinese ha avuto un anno poco felice nel 2023, ma pur sempre continuando a crescere. A prescindere dagli incidenti di percorso, è innegabile che questo colosso asiatico stia scrivendo la storia di un miracolo economico.

Con una leadership mondiale in mercati molto strategici, tra cui le batterie al litio, l’elettronica di consumo e la manifattura di beni essenziali, la Cina è diventata essenziale per la supply chain di quasi ogni settore. Ecco perché ottenere esposizione all’economia cinese, per un investitore che vuole davvero diversificare il proprio portafoglio, è diventato quasi obbligatorio.

Da anni, ogni volta che la Cina ha un anno difficile, un’ondata di investitori è pronta a fare il funerale alla crescita cinese. E puntualmente, a distanza di poco tempo, la Cina ritorna a crescere e mette a tacere lo scetticismo. La realtà è che ormai l’economia cinese si trova oltre la fase di sviluppo, in una posizione dove è già il punto di riferimento mondiale per tantissimi prodotti e servizi. Di conseguenza a nostro avviso è intelligente investire sui mercati cinesi, e gli ETF sono un prodotto ottimo per farlo in modo facile.

Conclusioni

La crescita dei mercati finanziari cinesi ha garantito agli investitori la possibilità di poter scegliere tra decine di ETF. Questo ha portato i costi di gestione a scendere, la qualità dei fondi ad aumentare, e oggi esistono a nostro avviso degli ottimi prodotti per esporsi alla Cina.

In ogni caso, è sempre bene mantenere il proprio portafoglio ben bilanciato. Anche se esporsi alla Cina è importante, non è una buona idea esporsi troppo o esclusivamente ai mercati finanziari cinesi. Questo anche considerando che si tratta di una nazione al centro di diverse controversie e tensioni geopolitiche, motivo per cui fare un “all-in” sulla Cina rimane una scelta sconsigliata.

FAQ: Domande e risposte frequenti sugli ETF Cina

Gli ETF sulla Cina sono rischiosi?

Gli ETF sulla Cina portano con sé un grande potenziale, ma anche un notevole rischio geopolitico dovuto alle tensioni tra Cina e Occidente. In ogni caso, il rischio si può bilanciare optando per ETF che coprono il rischio di cambio valuta e che diversificano molto il loro portafoglio.

Dove comprare ETF legati alla Cina?

Le piattaforme più valide per acquistare ETF azionari e obbligazionari legati alla Cina sono Capital.com, FP MarketseToro. Queste quattro piattaforme sono estremamente consolidate, registrate Consob e offrono sia bassi costi che un’esperienza di utilizzo molto intuitiva.

Meglio un ETF sulla Cina o sui mercati emergenti?

Normalmente gli ETF sui mercati emergenti includono anche una parte importante di capitale investito in asset cinesi. La domanda da farsi è se si prevede che gli asset cinesi ottengano performance migliori rispetto al resto dei mercati emergenti, oppure no.

Conviene vendere gli ETF sulla Cina?

La nostra opinione è che, se si investe su un orizzonte di lungo termine, vale la pena di mantenere esposizione ai mercati cinesi -anche attraverso gli ETF-. A meno che non si crei una profonda crisi di lungo termine in Cina, rimaniamo dell’idea che non valga la pena vendere.

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Guide ETF

ETF Azionario Globale: Migliori 5 per Investire nel 2025

Analisi dei migliori ETF azionario globale. Recensioni migliori exchange traded funds azionari mondiali che riteniamo convenienti.

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il

ETF Azionario Globale: Migliori 5 per Investire

Gli ETF azionario globale (o mondiale) sono il prodotto azionario più diversificato in assoluto, permettendo di ottenere un’esposizione a tutti i settori e mercati geografici. Per gli amanti della diversificazione estrema e della distribuzione dei rischi, questi sono dei prodotti che hanno un grande valore aggiunto. Nel corso del tempo sono diventati sempre più popolari, al punto che vari di questi ETF si collocano tra i fondi a gestione passiva più grandi al mondo.

Distribuire il proprio portafoglio su tanti settori e tante aree geografiche, quantomeno quando si guarda al lungo termine, si è storicamente dimostrata una delle strategie migliori in assoluto per gestire i propri risparmi. Con l’avvento degli ETF sul mercato azionario mondiale, raggiungere questo livello di diversificazione è diventato non soltanto possibile ma anche estremamente più facile rispetto al passato.

Detto questo, gli ETF azionario globale non sono tutti uguali nemmeno quando si guarda ai fondi che investono sull’azionario mondiale. Ci sono sempre delle differenze rilevanti, ed è per questo che abbiamo fatto una ricerca dettagliata e ne abbiamo scelti 5 in particolare. Questi sono, secondo la nostra opinione, i migliori su cui investire oggi.

💡Conviene investire oggi:
Rischio dell’investimento:Medio-Alto
💸Costi e commissioni:0,07-0,49% TER annuo
💼Dove acquistare:Capital.com / FP Markets / eToro
💰Investimento minimo:50 euro
ETF Azionario Globale – Riassunto sintetico tabellare

Migliori 5 ETF Azionario Globale su cui investire nel 2025

Abbiamo effettuato la nostra ricerca concentrandoci soprattutto su alcuni specifici aspetti dei vari ETF:

  • Livello di diversificazione;
  • Gestione del peso delle varie società sul fondo;
  • Costi di gestione annui (TER);
  • Liquidità del mercato delle quote;
  • Armonizzazione UCITS.

I nostri risultati non vanno interpretati come una consulenza finanziaria o come un consiglio d’investimento, ma esclusivamente come l’opinione degli analisti di ®TradingOnline.com.

1. iShares Core MSCI World UCITS ETF USD

📍ISINIE00B4L5Y983
Dove comprareeToro
💲TER0.20% annuo
📈Metodo di replicaFisica completa
💱Valuta del fondoEuro/Dollaro
💰Strategia di reinvestimentoAccumulazione
Principali caratteristiche del iShares Core MSCI World UCITS ETF

Con oltre $50 miliardi in asset in gestione, questo è decisamente un colosso nel mondo degli ETF ed è da anni ormai il prodotto di riferimento nella categoria dei fondi a gestione passiva sul mercato azionario globale. Il fondo proposto da iShares è disponibile sia in versione UCITS, quotata in euro, che nella versione tradizionale quotata in dollari americani. Il fondo ha come benchmark il MSCI World Index, l’indice di riferimento di tutti i principali ETF sull’azionario globale.

Complessivamente fanno parte del portafoglio di questo ETF più di 1.500 titoli, di cui i più rappresentati sono:

  1. Microsoft
  2. Apple
  3. Nvidia
  4. Amazon
  5. Meta

Interessante notare che, malgrado l’estrema diversificazione del prodotto, oltre il 15% del capitale è investito sulle 5 società più rappresentate in portafoglio. Il settore più rappresentato è il tech (26%), seguito da quello finanziario (13%). Gli Stati Uniti, rappresentando il 68% totale del portafoglio, sono nettamente l’area geografica a cui il fondo offre la maggiore esposizione.

2. Vanguard Total World Stock ETF

📍ISINUS9220427424 
Dove comprareeToro
💲TER0.07% annuo
📈Metodo di replicaFisica parziale
💱Valuta del fondoDollaro americano
💰Strategia di reinvestimentoAccumulazione
ETF azionario globale: principali caratteristiche del Vanguard Total World Stock ETF

Questa alternativa proposta da Vanguard è per certi versi ancora migliore rispetto al fondo di iShares, anche se non gode della stessa notorietà. Con oltre 9.000 azioni in portafoglio, è decisamente più diversificato rispetto al fondo che abbiamo appena analizzato. Questo grazie alla scelta di due benchmark allo stesso tempo: lo Spliced Total World Stock Index e il FTSe Global All Cap Index, che messi insieme riescono a includere pressoché qualunque azienda quotata sul Pianeta.

infografica che presenta dati sulla crescita degli ETF legati ai mercati finanziari globali e sulla dimensione di Vanguard VTI
Spesso l’andamento dell’ETF di Vanguard è usato direttamente come misura per l’andamento dei mercati azionari mondiali

Il fondo di Vanguard risulta decisamente più esposto ai mercati emergenti, di cui viene incluso un numero sensibilmente maggiore. Malgrado si ottenga una diversificazione più alta, il prodotto è persino meno costoso rispetto a quello di iShares. Complessivamente è un fondo molto difficile da battere in termini di esposizione, profilo di costi e rispetto del benchmark: indubbiamente è uno dei prodotti che ci piacciono di più nel contesto degli ETF sul mercato azionario globale.

3. iShares Edge MSCI World Quality Factor ETF USD

📍ISINIE00BP3QZ601
Dove comprareeToro
💲TER0.30% annuo
📈Metodo di replicaFisica parziale
💱Valuta del fondoEuro/Dollaro
💰Strategia di reinvestimentoAccumulazione
ETF azionario globale: principali caratteristiche del iShares Edge MSCI World Quality Factor ETF USD

Molti ETF che investono sul mercato azionario globale non lo fanno attraverso l’acquisto di tutti gli strumenti quotati, ma scegliendo un campione rappresentativo di quelli che rispettano una certa caratteristica. Nel caso dell’iShares Edge MSCI World Quality Factor ETF, si tratta di uno strumento che investe in 300 società scelte all’interno del MSCI World Index. Queste qualità vengono scelte attraverso un criterio di “qualità”, basato su:

  • Prevedibilità e crescita dei risultati di bilancio;
  • Crescita dell’utile netto nel corso degli anni;
  • Dimostrata leadership nel proprio settore;
  • Solido stato patrimoniale e basso indebitamento.

Attualmente le società più rappresentate nel portafoglio del fondo sono:

  1. Nvidia
  2. Microsoft
  3. Meta Platforms
  4. Visa
  5. Apple

Si tratta nuovamente di un ETF disponibile in versione UCITS e non-UCITS. Ricordiamo che gli ETF con sigla “UCITS” sono armonizzati in base alle normative europee sui fondi a gestione passiva, che garantiscono paletti più stringenti per i gestori e un profilo fiscale più favorevole per gli investitori.

4. iShares MSCI Global Impact ETF

📍ISINUS46435G5320
Dove comprareCapital.com
💲TER0.49% annuo
📈Metodo di replicaFisica completa
💱Valuta del fondoEuro
💰Strategia di reinvestimentoDistribuzione semestrale
ETF azionario globale: principali caratteristiche del iShares MSCI Global Impact ETF

Questo ETF ha come indice di riferimento il MSCI ACWI Sustainable Impact Index, che traccia la performance delle azioni globali connesse alla sostenibilità e alla transizione climatica. Lo si può guardare come una versione con una forte componente ESG dei primi due fondi che abbiamo analizzato. Li si nota immediatamente nel momento in cui si analizzano le azioni più presenti nel suo portafoglio:

  1. Alstom SA
  2. Umicore SA
  3. Novartis AG
  4. WHI Group
  5. Vestas Wind Systems

È interessante notare che questo fondo offre una distribuzione del rischio molto diversa rispetto agli altri fondi sul mercato azionario globale. In primo luogo perché il settore tech è decisamente meno rappresentato all’interno del portafoglio, e in secondo luogo anche perché anche il peso degli Stati Uniti è decisamente inferiore.

5. iShares Edge MSCI World Momentum Factor ETF USD

📍ISINIE00BP3QZ825
Dove comprareeToro
💲TER0.30% annuo
📈Metodo di replicaFisica completa
💱Valuta del fondoEuro/Dollaro USA
💰Strategia di reinvestimentoAccumulazione
ETF azionario globale: principali caratteristiche del iShares Edge MSCI World Momentum Factor ETF USD

Questo ETF ha l’obiettivo di replicare un indice azionario globale composto dalle società che stanno ottenendo un forte trend rialzista. Questo approccio è interessante, perché parte dal presupposto che i settore che stanno andando bene ora continueranno ad andare bene in futuro, e viceversa. Sul lungo termine non è necessariamente la strategia migliore, ma sul breve può permettere di cogliere delle fasi di importanti di mercato.

Per fare un esempio molto vicino nel tempo, il settore tech e i veicoli elettrici hanno avuto una performance ottima in Borsa nel corso degli ultimi 10 anni. Per la logica di questo ETF, questi settori avrebbero ottenuto un peso maggiore nel portafoglio a discapito di altri che hanno ottenuto una performance meno positiva. Nei periodi di trend rialzista, solitamente questo approccio funziona bene; nei periodi di trend ribassista per i mercati, però, spesso sono i software che hanno la performance peggiore.

Conviene investire in ETF azionario globale?

Il mercato azionario globale si è rivelato un investimento ottimo sul lungo termine, ed è probabile che lo rimarrà in futuro. La diversificazione su un alto numero di settori industriali e di aree geografiche fa in modo che, essenzialmente, questi ETF espongano l’investitore alla crescita finanziaria mondiale. E per una semplice questione di miglioramento tecnologico e aumento demografico, l’economia mondiale cresce.

Gli ETF azionari globali sono in assoluto tra i nostri prodotti preferiti per la costruzione di un portafoglio orientato al lungo termine. Non importa se il prossimo grande trend siano le azioni tech americane, le azioni farmaceutiche cinesi o le aziende che estraggono oro: questi fondi assicurano che avremo un’esposizione, anche se bassa, a tutto questo. La distribuzione del rischio è la più bilanciata a cui si possa pensare, e al tempo stesso ci sono diversi prodotti con dei costi di gestione annua estremamente competitivi.

Non saranno sicuramente il prodotto che offre le emozioni più grandi agli investitori, ma gli ETF sul mercato azionario globale sono una scelta intelligente. Lo dimostrano oltre 120 anni di storia dei mercati finanziari su cui abbiamo dei dati a livello globale.

infografica con valutazione del potenziale, dei rischi e della varietà di scelta sugli ETF legati al mercato azionario globale
Gli ETF sui mercati azionari globali hanno un basso rischio quando ci si orienta al lungo termine, proprio per la loro estrema diversificazione

Dove investire in ETF azionario globale

Di seguito è riportata una tabella con le migliori piattaforme per investire in ETF sull’azionario globale, scelte dalla nostra redazione in base alle commissioni e alla facilità di utilizzo. Sono regolamentate in Europa e registrate Consob, e sono tutte attivamente utilizzate dal team di ®TradingOnline.com.

FP Markets- Visita la piattaforma;

eToro – Visita la piattaforma;

Capital.com – Visita la piattaforma;

Skilling – Visita la piattaforma;

Trade.com – Visita la piattaforma;

Bitpanda – Visita la piattaforma.

ETF azionario globale: considerazioni finali

Gli ETF sul mercato azionario hanno risposto alla fondamentale necessità di diversificazione che qualunque portafoglio orientato al lungo termine dovrebbe avere. Negli ultimi 14 anni, sono passati dall’essere un prodotto pressoché inesistente a essere una colonna portante del portafoglio di milioni di investitori. Soprattutto di investitori al dettaglio, che dovrebbero spendere migliaia di euro in commissioni per acquistare manualmente tutti gli strumenti a cui possono esporsi grazie agli ETF sul mercato azionario globale.

Questo successo ha fatto sì che nel corso del tempo nascessero più prodotti in competizione tra loro, aumentando l’offerta e di conseguenza portando a un abbassamento generale delle commissioni; se guardiamo ai fondi a gestione attiva che investono sull’azionario mondiale, si può arrivare facilmente a costi 10-15 volte superiori a quelli degli ETF equivalenti.

FAQ: Domande e risposte frequenti sugli ETF azionario globale

Gli ETF azionario globale sono rischiosi?

Il rischio di questi prodotti, sul lungo termine, è medio-basso. Più ci si avvicina al breve termine e più aumenta, ed è per questo che sono strumenti solitamente indicati per gli investimenti su lunghi archi di tempo.

Dove comprare ETF azionario globale?

Le piattaforme migliori sono Capital.com, FP Markets e eToro. Si tratta di piattaforme registrate Consob, facili da usare e con un profilo di costi molto conveniente.

Perché investire in ETF azionario globale?

Gli ETF sui mercati azionari globali sono prodotti estremamente diversificati, che espongono direttamente l’investitore alla crescita economica del mondo nel suo insieme. Considerato il miglioramento tecnologico e l’aumento demografico, sul lungo termine questa crescita è pressoché garantita.

Come scegliere un ETF azionario globale?

Considerando che questi prodotti sono pensati per la massima diversificazione, il primo parametro da controllare è la quantità di azioni in portafoglio. Altri parametri importanti sono i costi di gestione, l’armonizzazione UCITS e la liquidità degli scambi di quote in Borsa.

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Guide ETF

ETF Aerospazio: Migliori 5 per Investire sull’Aerospazio

Analisi dei migliori ETF aerospazio. In questo articolo la nostra redazione ha recensito i migliori exchange traded funds aerospaziali che riteniamo convenienti.

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ETF Aerospazio

Gli ETF aerospazio permettono di ottenere esposizione a portafogli diversificati di azioni connesse all’esplorazione spaziale. Dalle prime missioni lunari a oggi, l’industria aerospaziale è cambiata drasticamente: sempre di più, le opportunità offerte da satelliti e viaggi fuori dall’atmosfera stanno diventando interessanti per il settore privato.

L’industria aerospaziale è fatta di centinaia di società sparse in tutto il mondo: chi si occupa di ingegneria, chi di componenti, chi di lanci aerospaziali, satelliti e così via. Gli ETF, essendo per loro natura dei prodotti con un’alta componente di diversificazione, aiutano molto a ottenere esposizione ai tanti segmenti dell’industria aerospaziale.

Ci troviamo in una seconda corsa allo spazio, segnata soprattutto dal boom dell’interesse delle società private. Si sente sempre di più parlare di “space economy”, il valore economico legato a ciò che si trova al di fuori della nostra atmosfera. E mentre assistiamo ai miracoli della tecnologia che ci permettono di aprire nuove strade per esplorare lo spazio, si aprono anche nuove opportunità economiche per gli investitori.

Abbiamo fatto un’analisi completa delle opportunità a disposizione degli investitori e a fronte delle informazioni che abbiamo trovato, abbiamo scelto 5 ETF in particolare. A nostro avviso questi sono i prodotti migliori per esporsi all’industria aerospaziale e al suo alto tasso di crescita.

💡Conviene investire oggi:
Rischio dell’investimento:Medio-Alto
💸Costi e commissioni:0,40-0,97% TER annuo
💼Dove acquistare:Capital.com / eToro / FP Markets
💰Investimento minimo:50 euro
ETF Aerospazio – Riassunto sintetico tabellare

Migliori ETF aerospazio 2025

Nella nostra scelta dei fondi migliori abbiamo tenuto conto di alcuni fattori precisi:

  • Effettiva appartenenza al settore;
  • Costi di gestione annua;
  • Liquidità e dimensione del fondo;
  • Diversificazione su vari segmenti dell’industria aerospaziale;
  • Diversificazione su varie aree geografiche.

Ricordiamo, in ogni caso, che la nostra guida rappresenta esclusivamente le opinioni della nostra redazione e non deve essere interpretata come un consiglio finanziario o una consulenza d’investimento.

1. iShares US Aerospace & Defense ETF

📍ISINUS4642887602
Dove comprareCapital.com / eToro / FP Markets
💲TER0.40% annuo
📈Metodo di replicaFisica parziale
💱Valuta del fondoDollaro USA
💰Strategia di reinvestimentoDistribuzione trimestrale
ETF Aerospazio – Principali caratteristiche del iShares US Aerospace & Defense ETF

Il primo fondo che menzioniamo è anche il più grande della sua categoria. Si tratta di un prodotto molto diversificato, che incorpora anche una parte di società legate al settore della difesa -ma purché siano legate anche all’aerospazio-. L’obiettivo dei gestori è replicare il Dow Jones US Select Aerospace & Defense Index, e attualmente le società più rappresentate nel portafoglio sono:

  1. RTX
  2. Lockheed Martin
  3. Boeing
  4. Transdigm
  5. Northrop Grumman

Interessante notare che il fondo ha un profilo più conservativo rispetto ad altri che si concentrano di più sulle società small-cap, dedicate in modo esclusivo alla space economy. Il fondo di iShares è molto focalizzato sulle società di grandi dimensioni, cosa che lo rende meno volatile. Una nota leggermente negativa è il fatto che il fondo investa esclusivamente in società americane, cosa che limita la diversificazione geografica.

2. ARK Space Exploration & Innovation ETF

📍ISINUS00214Q8078
Dove comprareCapital.com / eToro / FP Markets
💲TER0.75% annuo
📈Metodo di replicaGestione attiva
💱Valuta del fondoDollaro USA
💰Strategia di reinvestimentoAccumulazione
ETF Aerospazio – Principali caratteristiche del ARK Space Exploration & Innovation ETF

ARK, la società guidata dalla carismatica Cathie Woods, è stato uno degli sponsor più discussi nel mondo degli ETF nel corso degli ultimi anni. Nella sua offerta include anche questo fondo esclusivamente dedicato all’esplorazione spaziale, con la caratteristica molto particolare di non avere un benchmark. Questo è infatti un ETF a gestione attiva, in cui il gestore non tenta di replicare un indice bensì di ottenere la migliore performance possibile.

Attualmente le azioni più presenti nel portafoglio sono:

  1. Aerovironment
  2. Kratos Defense & Security
  3. Iridium Communications
  4. Trimble
  5. Teradyne
infografica con recensione del potenziale, dei rischi e della varietà di scelta sugli ETF legati all'aerospazio
Gli ETF legati all’aerospazio portano con sé un profilo di rischio medio-alto, ma anche un ottimo potenziale di crescita

Interessante notare che, in realtà, nel corso del tempo il gestore si sia leggermente allontanato rispetto agli obiettivi iniziali. Archer Aviation, ad esempio, è una società legata al mondo eVTOL e non all’esplorazione spaziale; il 3D Printing ETF, che attualmente è il sesto asset più detenuto dal fondo, è altrettanto piuttosto slegato dall’industria aerospaziale.

3. Procure Space ETF

📍ISINUS74280R2058
Dove comprareCapital.com / eToro / FP Markets
💲TER0.75% annuo
📈Metodo di replicaFisica completa
💱Valuta del fondoDollaro USA
💰Strategia di reinvestimentoDistribuzione trimestrale
ETF Aerospazio – Principali caratteristiche del Procure Space ETF

Questo è un ETF aerospazio che ci piace molto, perché riesce a garantire al tempo stesso una grande diversificazione geografica e sui vari segmenti della space economy. Inoltre ha una gestione passiva, tentando semplicemente di replicare l’indice S-Network Space Index. L’indice è composto complessivamente da 35 società altamente pertinenti al mondo dell’esplorazione spaziale. Quelle più rappresentate nel fondo sono:

  1. Sirium XM
  2. Garmin
  3. Sky Perfect
  4. GlobalStar
  5. Virgin Galactic

Interessante notare che attualmente nessuna società pesa per oltre il 6% sul capitale totale investito, garantendo che non ci sia un’esposizione eccessiva a una o poche aziende. Attualmente il 76% dei fondi è investito in società statunitensi, seguite da quelle giapponesi (7%) e olandesi (7%). Interessante notare che il fondo offre esposizione anche alla “nostra” Leonardo, ed è uno dei pochissimi ETF aerospazio che investe almeno una piccola parte del proprio portafoglio su questa realtà italiana.

4. Invesco Aerospace & Defense ETF

📍ISINUS46137V1008
Dove comprareCapital.com / eToro / FP Markets
💲TER0.57% annuo
📈Metodo di replicaSintetica con leva
💱Valuta del fondoDollaro USA
💰Strategia di reinvestimentoDistribuzione trimestrale
ETF Aerospazio – Principali caratteristiche del Invesco Aerospace & Defense ETF

Progettato per permettere di investire nelle società coinvolte nei settori aerospaziali e della difesa, l’ETF Invesco Aerospace & Defens tiene traccia dello Space Defense Index. All’interno di questo indice ci sono aziende impegnate nello sviluppo, nella produzione e nelle operazioni a supporto della difesa, della sicurezza nazionale. Alcune di queste sono anche impegnate in alcune operazioni aerospaziali.

ETF Invesco Aerospace & Defens ha importanti partecipazioni in queste società:

  • RTX Corp;
  • Boeing;
  • Lockheed Martin;
  • Northrop Grumman;
  • GE Electric.

5. VanEck Space Innovators UCITS ETF

📍ISINIE000YU9K6K2
Dove comprareDegiro / Capital.com / eToro / FP Markets
💲TER0.55% annuo
📈Metodo di replicaFisica completa
💱Valuta del fondoEuro
💰Strategia di reinvestimentoAccumulazione
ETF Aerospazio – Principali caratteristiche del VanEck Space Innovators UCITS ETF

In quinta posizione troviamo l’unico fondo armonizzato UCITS del nostro elenco. La sigla “UCITS” indica che il prodotto è pensato per il mercato europeo, e questo offre dei benefici dal punto di vista fiscale. Si tratta di un ETF ancora molto piccolo, con soli 6 milioni di euro in gestione, ma comunque di un prodotto ben diversificato e con costi relativamente contenuti. L’obiettivo del fondo è replicare l’andamento del MVIS Global Space Industry ESG Index, un indice composto da 25 azioni di cui le principali sono:

  • EchoStar
  • Wistron NeWeb
  • SES
  • Rocket Lab
  • Hanwha Aerospace

Soltanto la metà del capitale del fondo è investito in società statunitensi, cosa che lo rende uno dei più efficienti dal punto di vista della diversificazione geografica. Inoltre è quotato anche presso Borsa Italiana, cosa che rende più facile investire sul prodotto e abbassa le commissioni di intermediazione.

Conviene investire in ETF aerospazio?

L’economia dello spazio sta rivelando nuove frontiere, spesso inimmaginabili fino a pochi anni fa: viaggi commerciali fuori dall’orbita terrestre, vendita di big data raccolti attraverso i satelliti, mappatura satellitare del cambiamento climatico, servizi commerciali per il lancio di satelliti e persino per il trasporto di astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale. Tutto questo sta facendo sì che le società del settore possano approfittare di forte espansione dei ricavi e dei margini.

Con così tante applicazioni e opportunità legate all’economia dello spazio, gli ETF aerospazio sono molto utili per poter diversificare il proprio investimento senza aver bisogno di comprare manualmente decine di azioni. Soprattutto nel contesto di un mercato in rapida evoluzione come quello aerospaziale, il valore aggiunto dei fondi a gestione passiva è notevole. I prossimi 10-20 anni saranno molto probabilmente segnati da grandi traguardi per la space economy, non soltanto in termini di risultati scientifici ma anche della loro conversione in opportunità economiche per le imprese del settore.

Ovviamente gli investimenti in azioni portano sempre con sé un margine di rischio, specialmente quando si tratta di piccole società connesse a tecnologie ancora poco mature. Detto questo, i rischi sono anche proporzionali al ritorno potenziale: indubbiamente il settore aerospaziale è piuttosto volatile, ma porta con sé delle opportunità difficili da ignorare in questo preciso momento storico.

Dove investire in ETF aerospazio

Di seguito riportiamo una tabella con le migliori piattaforme per investire negli ETF che abbiamo menzionato nel corso della guida. Sono tutti broker autorizzati Consob, con piattaforme intuitive disponibili anche tramite app, che offrono bassi costi d’intermediazione e molta varietà in termini di strumenti negoziabili.

FP Markets – Visita la piattaforma;

eToro – Visita la piattafoma;

Capital.com – Visita la piattaforma;

Trade.com – Visita la piattaforma;

Skilling – Visita la piattaforma;

Bitpanda – Visita la piattaforma;

Avatrade – Visita la piattaforma.

Migliori alternative agli ETF aerospazio

Oggi il mondo fintech offre soluzioni molto valide per investire in modo diversificato sull’industria dell’aerospazio, anche al di fuori del contesto degli ETF. Un esempio molto interessante è lo Smart Portfolio SpaceTech proposto da eToro.

Gli Smart Portfolios sono dei prodotti d’investimento creati da eToro che offrono esposizione a un portafoglio diversificato di azioni legate a un certo settore. Sono quindi molto simili agli ETF, ma non sono quotati in Borsa e soprattutto non prevedono commissioni di gestione. Considerando che gli ETF legati al mondo dell’aerospazio hanno un TER piuttosto alto, risparmiare questi costi ha un impatto significativo nel corso del tempo.

presentazione dello Smart Portfolio SpaceTech di eToro
Gli Smart Portfolios di eToro offrono esposizione a molte società di un settore, ma senza i costi di gestione di un ETF

Attualmente il portafoglio contiene 30 titoli ad alta esposizione all’industria aerospaziale. Nel corso degli anni ha ottenuto delle performance molto positive, a dimostrazione della capacità di eToro di scegliere strumenti validi da inserire nel fondo. Anche se non si tratta di un ETF a tutti gli effetti, il suo funzionamento molto simile a fronte di minori costi ci porta a considerarlo un’ottima alternativa.

Considerazioni finali

L’industria aerospaziale sta conoscendo una privatizzazione molto rapida, sospinta dalle tante opportunità che si stanno aprendo nel mondo delle costellazioni di satelliti, dei viaggi spaziali a scopo ricreativo e dei contratti tra agenzie spaziali governative e società private. La filiera è estremamente lunga, dalle società che si occupano di progettare le singole componenti fino alle aziende che spediscono i satelliti dei loro clienti nello spazio. Gli ETF sono una soluzione pratica per esporsi al settore in modo diversificato a mantenendo esposizione a tutte le principali aziende del settore.

Con le dovute considerazioni su rischi e opportunità, riteniamo che attualmente gli ETF legati all’aerospazio siano tra i prodotti che possono performare meglio nel ramo azionario nel corso dei prossimi 10-15 anni. La privatizzazione del settore spaziale è un trend di lungo termine, per cui è molto importante avere un orizzonte di lungo termine per poter allineare le prospettive del settore con il proprio investimento.

FAQ: Domande e risposte frequenti sugli ETF aerospazio

Gli ETF aerospazio sono rischiosi?

Il settore della space economy è giovane e investire porta con sé, come sempre, dei rischi. Detto ciò, è anche uno dei settori che offrono il maggiore ritorno potenziale in termini di crescita nei prossimi 10-15 anni.

Dove comprare ETF aerospazio?

Le piattaforme più efficienti per acquistare ETF connessi all’aerospazio sono Capital.com, eToroFP Markets e Degiro. Tutte e quattro sono registrate Consob e abbinano un ottimo profilo di costi a una vasta gamma di strumenti negoziabili.

Perché investire sugli ETF aerospazio?

L’industria aerospaziale è molto diversificata in termini di segmenti e modelli di business, per cui gli ETF sono un modo conveniente di ottenere esposizione al settore nella sua interezza.

Quali sono le migliori alternative agli ETF aerospazio?

Lo Smart Portfolio di eToro chiamato SpaceTech offre una solida alternativa agli ETF aerospaziali, con un portafoglio ben diversificato di 30 azioni che non prevede commissioni di gestione.

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Guide ETF

ETF Oro: Migliori 5 per Investire sull’Oro – 2025

La nostra redazione ha effettuato un’analisi dei migliori ETF oro legati all’andamento del prezzo di questa materia prima. Scopriamo quali sono i migliori exchange traded funds sull’oro più convenienti.

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ETF Oro

Gli ETF oro permettono di ottenere esposizione sia alle azioni che al prezzo di questo metallo prezioso. Prima di proseguire è bene ricordare che gli ETF (Exchange Traded Funds) investono in azioni, mentre gli ETC (Exchange Traded Commodities) investono direttamente sul bene fisico sottostante. In entrambi i casi, esiste una grande varietà di prodotti tra cui scegliere.

L’oro rimane il principale bene rifugio in cui gli investitori possono cercare conforto nei tempi incerti per l’economia. Gli ETF e gli ETC offrono dei vantaggi importanti per gli investitori al dettaglio che vogliono ottenere esposizione alla filiera dell’oro. Gli ETF sono molto utili per investire in modo diversificato su asset produttivi come le azioni, mentre gli ETC sono un modo comodo per possedere indirettamente oro fisico evitando derivati complessi o la consegna fisica del bene.

Investire in questo modo sull’oro è decisamente più intelligente rispetto a comprare oro fisico e mantenerlo in casa o in banca. Questo perché le commissioni imposte sulla vendita di oro al dettaglio sono assolutamente proibitive, e lo sono nuovamente nel momento in cui si vuole liquidare il proprio investimento.

💡Conviene investire oggi:
Rischio dell’investimento:Basso
💸Costi e commissioni:0,12-0,51% TER annuo
💼Dove acquistare:Capital.com / FP Markets / eToro / Degiro
💰Investimento minimo:50 euro
ETF Oro – Riassunto sintetico tabellare

Migliori ETF oro 2025

Gli ETF e gli ETC sull’oro sono decine, e molti di questi esistono sia in versione UCITS che non-UCITS. Abbiamo navigato attraverso tutti gli strumenti disponibili per identificarne 5 in particolare che si distinguono per caratteristiche specifiche:

  • Diversificazione geografica
  • Costi di gestione
  • Liquidità
  • Volatilità

Ricordiamo, come sempre, che le nostre sono opinioni della redazione. Il nostro contenuto non va dunque inteso come un consiglio finanziario o una consulenza d’investimento, ma come la nostra lista di ETF preferiti in base alla ricerca di mercato che abbiamo condotto.

1. Invesco Physical Gold A

📍ISINIE00B579F325
Dove comprareCapital.com  / eToro / FP Markets
💲TER0.46% annuo
📈Metodo di replicaFisica completa
💱Valuta del fondoDollaro USA
💰Strategia di reinvestimentoAccumulazione
ETF Oro – Invesco Physical Gold A

Invesco Physical Gold A sostanzialmente replica il prezzo dell’oro in dollari Usa.

Invesco Physical Gold A è uno dei più importante ETC che segue passo a passo l’indice Gold e riesce a replicare anche la performance dell’indice sottostante grazie ad un’obbligazione garantita da dei titoli di debito, la quale viene sostenuta dalla detenzione fisica dell’oro.

Le dimensioni di Invesco Physical Gold A sono indubbiamente particolarmente grandi ed ha un patrimonio gestito che è pari a 16.998 milioni di euro. È stato lanciato il 25 giugno 2009 ed il suo domicilio fiscale è in Irlanda.

2. SDPR Gold Shares ETF

📍ISINUS78463V1070
Dove comprareCapital.com  / eToro / FP Markets
💲TER0.40% annuo
📈Metodo di replicaFisica completa
💱Valuta del fondoDollaro USA
💰Strategia di reinvestimentoAccumulazione
ETF Oro – Principali caratteristiche del SDPR Gold Shares ETF

SDPR Gold Shares è un fondo storico. Per avere un’idea di quanto sia grande, stiamo parlando di una delle prime dieci entità al mondo che possiedono più oro. Uno dei motivi per cui questo fondo è molto importante è determinato dal fatto che è stato il primo ETF costruire un proprio patrimonio composto solo e soltanto da oro fisico. Non possiede, infatti, azioni o altri asset. Per ogni 100.000 azioni, il fondo acquista 10.000 once d’oro: in questo modo, ogni azione ha sempre lo stesso valore di 0,1 once di oro.

Il fondo è quotato esclusivamente negli Stati Uniti e non è disponibile in versione UCITS, dal momento che le normative europee escludono la possibilità che un ETF possa investire su un solo asset. Fortunatamente è comunque possibile investire e fare trading sul fondo utilizzando broker con accesso agli strumenti quotati negli Stati Uniti, come quelli che abbiamo riportato nella tabella. L’unico punto a sfavore di questo ETF è il fatto che il suo TER dello 0,40% annuo sia più alto rispetto ad altri fondi simili.

3. VanEck Gold Miners ETF

📍ISINUS92189F1066
Dove comprareCapital.com  / eToro / FP Markets
💲TER0.51% annuo
📈Metodo di replicaFisica completa
💱Valuta del fondoDollaro USA
💰Strategia di reinvestimentoDistribuzione annuale
ETF Oro – Principali caratteristiche del VanEck Gold Miners ETF

Il secondo fondo che presentiamo non investe sull’oro fisico, ma sulle azioni delle principali società connesse al mondo dell’estrazione e della commercializzazione di oro. Questo è un punto a favore importante, dal momento che in ogni caso le azioni legate all’oro tendono ad avere una performance estremamente correlata al prezzo del metallo. Al tempo stesso le azioni sono quote di società produttive, che ottengono degli utili e li possono distribuire sotto forma di dividendi o reinvestire nel proprio business.

L’ETF di VanEck ha l’obiettivo di replicare il più fedelmente possibile l’indice NYSE Arca Gold Miners Index. Le società più rappresentate nel patrimonio del fondo sono:

  1. Newmont
  2. Agnico Eagle Miners
  3. Barrick Gold
  4. Wheaton Precious Metals
  5. Franco-Nevada

Per quanto riguarda l’esposizione geografica, il 41% del capitale è attualmente investito in società canadesi. Seguono gli Stati Uniti (17%) e l’Australia (12%). La grande maggioranza capitale, oltre il 72%, è investito in azioni large-cap. Una piccola parte del capitale viene investito anche in derivati per coprire il rischio di cambio dovuto all’esposizione a molte azioni quotate in mercati emergenti.

4. Aberdeen Standard Physical Swiss Gold Shares

📍ISINUS00326A1043
Dove comprareCapital.com / eToro / Degiro / FP Markets
💲TER0.30% annuo
📈Metodo di replicaFisica completa
💱Valuta del fondoDollaro USA / Euro
💰Strategia di reinvestimentoAccumulazione
ETF Oro – Principali caratteristiche del Aberdeen Standard Physical Swiss Gold Shares

Aberdeen Standard Physical Swiss Gold Shares mira a fornire agli investitori un modo efficiente per investire direttamente sull’oro senza possederlo fisicamente. I gestori hanno strutturato il fondo come un vero e proprio trust, che impedisce ai fiduciari di prestare l’oro sottostante.

L’ETF viene cambiato da quando Aberdeen ha concluso ha acquistato il fondo il 27 aprile 2018 da ETF Securities. Dopo la conclusione di questa operazione, Aberdeen ha ampliato i suoi accordi di custodia. Ora le attività del Trust di SGOL sono custodite da JPMorgan, con caveau a Zurigo e Londra. Il 21 giugno 2019, SGOL ha cambiato il suo nome da Aberdeen Standard Physical Swiss Gold Shares ETF ad Aberdeen Standard Physical Gold Shares.

5. iShares Physical Gold ETC

📍ISINIE00B4ND3602
Dove comprareDegiro / Capital.com / FP Markets
💲TER0.12% annuo
📈Metodo di replicaFisica completa
💱Valuta del fondoEuro
💰Strategia di reinvestimentoNessun reinvestimento
ETF Oro – Principali caratteristiche del iShares Physical Gold ETC

Nella quarta posizione della nostra classifica troviamo il primo ETC, quindi un prodotto che investe esclusivamente in oro fisico. Si tratta di un fondo estremamente interessante per chi vuole ottenere esposizione diretta al valore dell’oro, senza passare attraverso strumenti derivati. Inoltre è un fondo con spese molto contenute, visto il TER annuo dello 0.12% che si configura come uno dei più bassi all’interno delle categorie.

infografica che spiega la differenza tra ETF e ETC legati all'oro
Per lo meno in Europa, gli ETF oro sono tenuti per legge ad avere un patrimonio diversificato

Trattandosi di un ETC, però, è uno strumento che di fatto serve esclusivamente da bene rifugio. Non permette direttamente di avere esposizione a strumenti produttivi come le azioni delle società che producono oro, per cui non ci sono dividendi o flussi di cassa che possono venire reinvestiti. Per questo motivo siamo sempre un po’scettici quando si parla di ETC, per lo meno se si tratta di investimenti di lungo periodo.

Conviene investire in ETF oro?

Gli ETF oro e argento sono molto utili per ottenere esposizione ai beni rifugio, senza dover utilizzare contratti derivati e senza dover incorrere nelle commissioni molto elevate a cui solitamente si è soggetti nel momento in cui si compra oro in qualità di investitori al dettaglio. Inoltre hanno il grande vantaggio di poter scegliere tra gli investimenti in oro fisico e quelli in società produttive.

Gli investimenti legati all’oro sono sempre utili per la gestione del portafoglio, a prescindere dalle prospettive di breve termine. Gli ETF sono uno strumento efficiente per ottenere esposizione a strumenti che possono performare bene in tempi difficili, bilanciando le perdite che si potrebbero avere su altre componenti del proprio portafoglio.

A differenza di molti altri settori, in cui è difficile trovare dei prodotti validi, gli ETF connessi all’oro sono estremamente più interessanti dal punto di vista dei costi e della qualità dell’offerta. Ci sono decine di fondi tra cui abbiamo potuto scegliere, in modo molto selettivo, quelli da includere all’interno di questa guida. In generale, riteniamo comunque che la scelta più conveniente sia sempre quella di preferire gli ETF azionari a quelli che possiedono oro fisico. Questo perché rimane molto utile avere la possibilità di esporsi al prezzo dell’oro ma continuando a incassare dividendi e flussi di cassa.

infografica con recensione del potenziale, dei rischi e della varietà di scelta sugli ETF legati all'oro
Gli ETF connessi ai metalli preziosi sono strumenti che offrono rischi e rendimenti moderati, ma soprattutto protezione a eventuali momenti di ribasso dei mercati

Dove investire in ETF oro

Di seguito riportiamo le migliori piattaforme per investire in ETF oro. Si tratta di broker autorizzati da Consob, con basse commissioni e che offrono sia piattaforme che app per negoziare in modo intuitivo.

FP Markets – Visita la piattaforma;

eToro – Visita la piattaforma;

Capital.com – Visita la piattaforma;

Trade.com – Visita la piattaforma;

Skilling – Visita la piattaforma;

Bitpanda – Visita la piattaforma;

Avatrade – Visita la piattaforma;

Scalable Capital – Visita la piattaforma.

ETF oro, conclusioni finali

Gli ETF oro e all’argento sono strumenti indubbiamente utili. Gli investitori al dettaglio hanno poche opportunità concrete per esporsi ai metalli preziosi. Essenzialmente i piccoli risparmiatori sono esclusi dal mercato dei futures, e l’unica alternativa concreta agli ETF sono i CFD o comprare direttamente oro fisico. Comprare direttamente oro fisico, però, prevede dei costi così alti in termini di commissioni d’intermediazione che a conti fatti si tratta di una pessima decisione.

Gli ETF hanno semplificato molto il processo d’investimento in oro: niente consegna fisica del bene, niente derivati complessi, bassi costi d’intermediazione e costi di gestione annui decisamente inferiori a quelli dei classici fondi comuni attivi. Considerando che è sempre consigliabile avere almeno una piccola esposizione ai beni rifugio, questi strumenti sono una risorsa da non sottovalutare. Detto questo, è importante ricordare che sul lungo periodo i beni rifugio non sono l’investimento più produttivo o con il maggiore potenziale per rivalutarsi nel tempo: anche se meritano un ruolo nel portafoglio, non dovrebbero diventarne la colonna portante.

FAQ: Domande e risposte frequenti sugli ETF oro

Gli ETF oro sono sicuri?

L’oro è uno dei beni meno volatili su cui si possa investire, per cui tendenzialmente gli ETF connessi al metallo prezioso hanno un basso rischio. Detto ciò, gli ETF azionari sono più volatili rispetto a quelli che possiedono oro fisico.

Che differenza c’è tra ETF e ETC sull’oro?

Gli ETF, per lo meno in Europa, investono in azioni legate alle società di estrazione e commercializzazione di oro. Gli ETC, invece, tendono soprattutto a detenere direttamente la materia prima sottostante.

Dove comprare ETF oro?

I migliori broker per investire in ETF legati all’oro sono eToroCapital.com, FP Markets e Degiro. Tutti e quattro offrono bassi costi d’intermediazione, piattaforme intuitive e sono molto validi anche per investire su altri ETF o azioni.

Perché investire sull’oro con gli ETF?

Gli ETF legati all’oro permettono di ottenere esposizione all’andamento del metallo prezioso evitando il problema della consegna fisica o strumenti derivati complessi, offrendo al tempo stesso dei bassi costi di gestione.

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