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Crollo Borse
Si definisce “crollo delle Borse” un drastico e diffuso calo della quotazione degli strumenti di una Borsa Valori. Spesso questo calo si manifesta all’apertura di una giornata di negoziazioni e peggiora per via delle vendite dovute al panico del momento. Questo scatena una reazione a catena che provoca ulteriore panico, incertezza e vendite.
I crolli delle Borse, per quanto temuti, sono sistematici. Abbiamo documentazioni storiche di bolle speculative che risalgono all’alba delle Borse, così come abbiamo fresca la memoria dei crolli che si sono verificati durante il 2020 e il 2008. Molto spesso un ciclo di crescita economica termina con una bolla speculativa, che a un certo punto esplode portando a un crac finanziario.
Malgrado questo andamento ciclico dei mercati, nel lungo termine i periodi di crescita hanno superato per durata e per valore quello dei crolli. Ecco perché tutti i principali indici di Borsa, sia europei che americani, oggi valgono molto più di dieci, trenta, cinquanta o cento anni fa.
Per quanto imprevedibili e spesso accompagnati da un’ondata mediatica di cattive notizie, in realtà i crolli delle Borse non sono una cosa di cui bisogna essere preoccupati. In Borsa non si perdono soldi finché non si vende in perdita, e spesso i momenti di peggiore crollo sono proprio quelli in cui si riescono a fare gli affari migliori.
Crollo delle Borse – Introduzione argomento:
❓Cosa significa: | Le quotazioni dei principali indici di borsa internazionali perdono molti miliardi di $ in poche ore |
💡Possibilità: | Concrete possibilità di guadagno |
👌Cosa fare: | Due opzioni: Rastrellare titoli con potenziale e a prezzo ridotto / Investire al ribasso |
🥇Migliori piattaforme: | Top Piattaforme da Usare |
🤔Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
“Crollo della Borsa” cosa significa
Affinché si possa parlare di “crollo“, è necessario che l’evento abbia almeno due caratteristiche:
- La maggior parte degli strumenti finanziari di una Borsa deve vedere il suo prezzo ridursi in maniera importante. Non c’è una misura fissa per definire “importante“, ma possiamo parlare di un calo di almeno il 7% in una singola giornata di Borsa;
- Il calo delle quotazioni, oltre che drastico, deve verificarsi nell’arco di uno o pochi giorni. Anche se le sue ripercussioni possono durare a lungo, un “crollo” ha sempre una data di inizio precisa.
Se un singolo settore vede le sue quotazioni abbassarsi in modo importante, non è un crollo. Se invece il calo è diffuso ma molto graduale e protratto del tempo, allo stesso modo non si può parlare di “crollo”. Il termine stesso rimanda metaforicamente a un palazzo che crolla all’improvviso distruggendo gran parte della sua struttura.
Diversi eventi possono scatenare un crollo: la diffusione della pandemia Covid-19, ad esempio, ha causato la situazione drastica del 2020. Il fallimento della grande banca commerciale Lehman Brothers scatenò invece il crollo del 2008, ma la cosa che accomuna i crolli è il fatto di non avere mai una singola causa. C’è una goccia che fa traboccare il vaso causando il crollo, ma le cause sono spesso da ricercare andando a ritroso di diversi anni.
Normalmente i grandi crac finanziari nascono proprio all’interno del mondo della finanza. Quando l’economia reale rallenta, produce un effetto a catena sui mercati che gradualmente perdono quota. Quando invece è il mondo della finanza a causare il tracollo, invece, ci sono le basi per un calo drastico e repentino.
Leggi anche: Come investire in borsa online
Crollo borsa principali motivazioni
Ci possono essere tante cause dietro al crollo delle Borse. La più comune è la semplice esplosione di una bolla speculativa, un meccanismo in realtà strutturale all’andamento dell’economia.
Come sappiamo, l’andamento economico è fatto di cicli. C’è una fase di crescita ed espansione a cui segue una fase di recessione. Nella fase di crescita ed espansione i mercati finanziari performano bene e le quotazioni crescono, spesso scontando un eccessivo ottimismo per il futuro. Il rapporto tra prezzo e utile per azione aumenta, le azioni vengono scambiate a quello che si definisce un “premio” maggiore.
A un certo punto diventa evidente che le azioni vengono negoziate a prezzi troppo alti rispetto alle loro realistiche aspettative per i bilanci futuri. Specialmente se nel frattempo si inizia ad avvertire qualche segno di cedimento da parte dell’economia reale: PIL che rallenta, bilanci trimestrali che crescono meno del previsto e così via. I compratori smettono di comprare, manca la domanda per i titoli che vengono venduti e la bolla esplode.
Un’altra causa può essere imputata al debito. Il leggendario investitore Ray Dalio, noto per aver previsto la crisi del 2008, lo spiega in un modo molto semplice. Quando l’economia cresce, le persone sono ottimiste per il futuro e iniziano a contrarre debiti perché si sentono sicuri di poterli ripagare in futuro; questo processo va avanti finché i debiti creano una loro bolla, che poi esplode, come è successo appunto nel 2008.
Da ultimo, alle volte i crolli sono dovuti semplicemente a cause di forza maggiore. Una pandemia, una guerra, un embargo, cause che si sommano magari all’andamento già sopravvalutato dei titoli causando un crac improvviso. In questi casi, spesso, l’irrazionalità delle persone sui mercati causa un crollo molto più grande di quello che sarebbe giustificabile con l’avvenimento stesso. Un esempio celebre fu il crollo del giorno successivo al referendum sulla Brexit.
Cosa fare quando le Borse crollano?
Se hai un portafoglio titoli aperto durante un crollo dei mercati, è importante ricordare che non hai perso soldi. I soldi non si perdono finché non si vende. A meno che non sia giunto un evento apocalittico, del calibro di una guerra mondiale o un impatto con un asteroide di grosse dimensioni, nell’arco di qualche mese o al peggio qualche anno le Borse torneranno a salire.
Vendere durante il crollo di una Borsa è una pessima idea per due motivi. Il primo è che non si può sapere dove sia il fondo del barile: il peggio potrebbe essere già passato e un istante dopo la vendita quei titoli potrebbero tornare a schizzare verso l’alto. La seconda motivazione è che in questo modo si incassa una perdita certa, mentre il semplice crollo determina solo una perdita “su carta“ del patrimonio.
Per la maggior parte degli investitori, la scelta più saggia è semplicemente attendere che le Borse facciano il loro corso e che i titoli ricomincino a salire verso l’alto. Chi conosce il principio del dollar cost averaging, predicato anche da investitori come Warren Buffett e Ray Dalio, sa che questa è una parte del percorso.
Il dollar cost averaging parte dalla premessa che non si può sapere con precisione quando arriverà un crollo oppure un boom delle Borse. L’importante è investire con regolarità, in modo da entrare sul mercato in ogni fase del ciclo economico. I momenti migliori bilanceranno quelli peggiori e l’effetto del timing sarà completamente annullato, eliminando questa componente di rischio.
Come investire durante il crollo dei mercati
Durante il crollo dei mercati, l’ultima cosa da fare è farsi prendere dallo sconforto e vendere il prima possibile. Come in ogni settore, sono i momenti di difficoltà che rivelano chi è davvero capace. In tempi di grande crescita economica tutti possono ottenere risultati positivi, esattamente come un pilota mediocre può vincere il campionato se la sua auto è molto più veloce delle altre.
In tempi di crac finanziario è dove realmente emerge la capacità di rimanere lucidi. L’importante è ricordare che, nel corso del tempo, l’economia mondiale cresce. Tra un anno, cinque anni o vent’anni, le aziende più grandi e i settori economici più importanti al mondo continueranno a prosperare e a generare valore per gli investitori e il PIL sarà più alto di quello attuale.
Per questo, in realtà, durante il crollo dei mercati si aprono delle ottime finestre per comprare titoli in sconto. È piuttosto evidente: la stessa azione che fino al giorno prima costava 200€, magari ora costa 150€. Uno sconto finanziario del 25% per essere, alla fine, proprietari della stessa identica frazione della stessa identica società. Per quanto le Borse possano crollare da un giorno all’altro, le aziende sono le stesse del giorno prima.
Un buon punto di partenza per investire sono proprio le azioni di aziende consolidate. Società che generano stabilmente profitti, staccano dividendi, hanno tanta liquidità in cassa e un basso livello di debiti. Questo è il tipo di azienda che resiste facilmente a un crac finanziario e può persino beneficiarne, nel caso in cui la banca centrale decida di abbassare i tassi di interesse per dare uno stimolo all’economia.
Esempi di titoli che hanno queste caratteristiche sono:
Se per qualsiasi ragione domattina i mercati dovessero calare a picco, queste società continuerebbero a prosperare grazie al loro modello di business e grazie alle risorse liquide su cui possono contare per fronteggiare un periodo difficile. Le loro azioni avrebbero perso prezzo, ma non valore.
Crollo Borse & Trading Online: connubio perfetto!
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Il trading online permette di essere subito sul mercato quando si presenta un’occasione come un crollo delle Borse. In questi casi bisogna agire in fretta e tagliare le spese inutili, come le commissioni che normalmente vengono applicate da banche e promotori finanziari. Utilizzando una piattaforma di trading si può mantenere totale controllo delle proprie operazioni ed evitare i colli di bottiglia dei canali tradizionali.
Un altro vantaggio è quello di poter ricorrere alla leva finanziaria, che torna specialmente utile quando occorre effettuare operazioni di hedging o aumentare la propria esposizione sul mercato. Quando parleremo di strategie per investire durante il crollo delle Borse, poco più in basso, capiremo meglio di cosa si parla.
Quello che ci interessa sottolineare ora è che i brand consigliati all’interno della tabella sono i broker selezionati manualmente da TradingOnline.com® a fronte di una ricerca minuziosa sul mercato. Parliamo chiaramente di operatori regolamentati e autorizzati, che si distinguono dai loro concorrenti per la qualità delle piattaforme e del servizio offerto. Durante un crac, poter contare su un broker molto efficiente e affidabile è ancora più importante.
Come fare trading quando i mercati scendono: Opzioni percorribili
Il grande vantaggio di un momento di crollo dei mercati è che si aprono delle possibilità non disponibili prima per fare due cose: vendere allo scoperto i titoli che erano sopravvalutati o comprare quelli che sono diventati sottovalutati per via del tracollo. Ricordando sempre la frase di Warren Buffett: “Il prezzo è ciò che paghi, il valore è ciò che ottieni“, le due cose non viaggiano sempre di pari passo.
Vendere allo scoperto può sembrare la scelta ovvia: se i mercati stanno scendendo, si può trarre profitto da un’operazione di questo genere. In realtà, nella maggior parte dei casi non funziona. Per meglio dire, ha senso vendere allo scoperto se prevedi che il crollo delle Borse sia vicino; se l’evento si è già verificato, la maggior parte delle quotazioni sopravvalutate ormai si è sgonfiata.
Quando ormai il colpo è stato accusato, diventa tempo di pensare a ciò che verrà dopo. Non è detto che il mercato continuerà ad accusare perdite, mentre è sicuro che prima o poi arriverà la ripresa. Può non succedere subito, ma è inevitabile; se un’altra discesa non avviene nell’immediato, invece, una strategia di vendita allo scoperto causerà perdite sicure.
Qualcuno potrebbe scegliere di puntare sui beni rifugio, come l’oro o più di recente Bitcoin. Tuttavia anche questa è una strategia piuttosto miope, dal momento in cui subito dopo il crollo i grandi investitori istituzionali saranno già entrati pesantemente sul mercato inflazionando la quotazione dei metalli preziosi. Anche in questo caso, a meno che non si venda poi all’apice esatto della crisi, quando la crescita economica ritornerà farà crollare il prezzo dei beni rifugio.
La scelta migliore, valutate tutte le possibilità, è quella di coprire le perdite momentanee acquistando titoli di aziende solide che attraverseranno il crac e torneranno a crescere. Usando la leva finanziaria si può anche aumentare la propria esposizione oltre il capitale disponibile sul conto, in modo da capitalizzare al massimo sulla prossima fase di espansione. Va usata con molta cura, perché altri ribassi potrebbero ancora arrivare, ma difficilmente dopo un crollo le Borse scendono ancora quanto il primo giorno.
Storia delle Borse: I crolli dei mercati più famosi
Vogliamo raccogliere alcune delle storie dei crolli delle Borse più celebri dopo la Grande Depressione del ’29. La storia di questo specifico evento sarà approfondita nel prossimo paragrafo, in modo da darle il suo tristemente meritato rilievo. In ogni caso si ricordano almeno 10 bolle speculative emerse prima, con il primato storico che va alla bolla dei tulipani scoppiata nel 1637 nei Paesi Bassi.
- Maggio 1937, Stati Uniti
Dopo aver recuperato i livelli di produzione, salari e profitti delle società private precedenti alla crisi del ’29, gli Stati Uniti sembravano aver finalmente superato la loro Grande Depressione. Tuttavia, per sostenere questa ripresa, fu necessaria una dura politica di elevata imposizione fiscale e minima spesa pubblica.
Questo tipo di politica costrinse le aziende a rivedere i loro budget, riducendo la forza lavoro e causando un’improvvisa ondata di disoccupazione. La disoccupazione portò a un calo della domanda di beni, facendo tracollare la produzione industriale e rimpicciolendo drasticamente le dimensioni dell’economia americana. Una lungimirante e ambiziosa nuova linea liberale di Roosevelt riuscì a far tornare il Paese in carreggiata dopo 13 mesi di recessione.
- Il crollo “flash” del 1962
Durante la presidenza di J.F. Kennedy, dopo decenni di crescita dei listini azionari, gli investitori iniziarono a diventare preoccupati del prezzo delle azioni. In molti consideravano inflazionati gli strumenti finanziari e iniziarono a vendere allo scoperto i titoli, spesso anche con somme molto importanti. Facendo precipitare su base giornaliera il prezzo di alcuni asset, alcuni importanti player di Wall Street fecero i loro migliori affari della carriera.
Ben presto questa continua aggregazione di grandi capitali dedicati alla vendita allo scoperto divenne insostenibile, anche per mancanza di un’adeguata regolamentazione, facendo così precipitare gli indici. Nel giugno del 1962 lo S&P500 perse il 22,5% della propria quotazione, ma recuperò tutto il terreno perso entro il novembre dello stesso anno.
- Black Monday, 19 ottobre 1987, Stati Uniti
Il lunedì nero nella storia dei mercati americani arrivò all’apice di una forte rincorsa dei principali indici di Wall Street. Il Dow Jones Industrial Average, per esempio, era appena uscito da un rally del 44% in un singolo anno. Nello stesso tempo le aziende avevano rallentato il ritmo di crescita dei loro bilanci e sempre più debito circolava nell’economia.
Alla fine la situazione è implosa. Con l’arrivo di un report molto negativo sulla bilancia commerciale degli USA, che fece percepire debole e instabile il dollaro americano, si accumulò una pressione senza precedenti sulle vendite dei titoli azionari. Un grande problema fu anche quello dell’eccessiva leva finanziaria usata dalle banche, che mise in dubbio la loro capacità di resistere al collasso. Ci vollero due anni per un recupero completo.
- Bolla delle dot-com, 10 marzo 2000, Stati Uniti
Anche se questa crisi ebbe origine negli Stati Uniti, in realtà i suoi effetti furono globali. Alla fine degli anni ’90 si era concentrata una grande attenzione sui titoli legati a internet. Gli investitori avevano troppa poca competenza pratica del settore per capire quali fossero dei numeri sostenibili per la crescita di queste aziende, che sembravano destinate a spazzare via la capitalizzazione di tutte le altre.
La bolla implose quando divenne evidente che molte delle società che avevano visto i loro titoli schizzare alle stelle, in realtà, erano ampiamente incapaci di onorare le aspettative.
- Grande Recessione, 16 settembre 2008, Stati Uniti
La più grande crisi economica americana dopo quella del ’29 fu quella del 2007-2008, che probabilmente tutti i nostri lettori ricorderanno. Una politica finanziaria troppo poco severa permise alle banche di creare titoli estremamente rischiosi cartolarizzando i mutui dei creditori più a rischio. Ecco perché viene anche ricordata come crisi dei mutui sub-prime.
Al primo segno di cedimento del mercato immobiliare, divenne evidente che le garanzie dietro ai mutui non erano più così solide. E quando fu chiaro che i mutuatari non erano solvibili, un’enorme crisi finanziaria e poi economica ebbe ricadute a catena su tutto il mondo. Fu anche l’evento che diede il via alla serie di eventi che conducono alla crisi del debito in Europa.
- Crisi del debito sovrano, 27 aprile 2010, Unione Europea
La crisi economica globale nata negli Stati Uniti tra il 2007 e il 2008 ha scoperto alcuni problemi strutturarli dell’economia pubblica di alcune nazioni europee. Prima fra tutte la Grecia, che è quasi arrivata a dichiarare default nel 2012. Molte banche si sono trovate colme di debiti in sofferenza e alcuni nazioni (Spagna, Italia, Grecia e Portogallo) erano evidentemente troppo indebitate.
Una dura politica di austerity, la coesione all’interno dell’Unione e l’adozione di importanti riforme politiche hanno permesso gradualmente alla situazione di rientrare. Nonostante ciò, il decennio 2007-2017 è stato pressoché un decennio perso in Europa.
- Crollo di marzo 2020, Globale
Il crollo delle Borse del 2020 è in gran parte dovuto alla pandemia Covid-19, ma non solo. Nel 2019 gli indici americani avevano iniziato a tentennare, sulla scia di una serie di paure -prima fra tutte la guerra commerciale con la Cina- che non si sono mai concretizzate.
Con l’arrivo della pandemia e le conseguenti misure restrittive, necessariamente l’economia si è contratta causando un crollo dei principali indici di Borsa. Nonostante ciò, nell’arco di 12 mesi tutti i principali indici americani, asiatici ed europei hanno recuperato i loro livelli pre-crisi.
Martedì nero – New York 29 ottobre 1929
Il crollo di Borsa più famoso della storia è sicuramente quello del Black Tuesday, il martedì nero delle Borse americane che diede inizio alla crisi del ’29. Gli anni ’20 furono un grande periodo di espansione per gli USA, ma insieme alla crescita economica arrivò anche una grande ondata di speculazione sui mercati finanziari. Al tempo, chiaramente, le regolamentazioni erano molto diverse da quelle di oggi.
Il sentore comune era che la crescita dei mercati azionari sarebbe andata avanti all’infinito, al punto che molte banche rilasciavano prestiti garantiti al 100% sul valore dei titoli acquistati con il prestito. Fu un’isteria di massa sostenuta dalla storia molto breve dei mercati finanziari fino a quel tempo.
Tra il 24 ottobre e il 29 ottobre 1929 i mercati furono presi d’assalto dalle vendite, con una serie di effetti a catena. Al tempo i mercati non erano digitalizzati, per cui ci vollero ore prima che i prezzi delle azioni venissero comunicati in tutti gli Stati Uniti. Questa mancanza di aggiornamento peggiorò il panico, che portò altri investitori a liquidare le loro posizioni.
Al tempo, tra l’altro, non c’era separazione tra banche commerciali e banche private. Molte banche avevano concesso prestiti ad aziende di cui possedevano le azioni: quando le azioni caddero a picco e le aziende fallirono rendendo impossibile ripagare i loro debiti, le banche dovettero tollerare un doppio colpo.
La vera fine della crisi del ’29 arrivò soltanto con la mobilitazione di massa e la grande spesa pubblica che seguirono all’entrata degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. Ancora oggi si considera la Grande Depressione il peggior tracollo dell’economia reale mai avvenuto negli USA, e molte delle misure contro l’eccessiva speculazione sui mercati finanziari sono state introdotte proprio negli anni ’30 per scongiurare che la cosa potesse ripetersi.
Crollo Borse Opinioni e recensioni reali
Molti grandi economisti si sono espressi nel corso del tempo sulle crisi e sui crolli che avvengono sui mercati finanziari. Bisogna comunque diffidare dal tipico atteggiamento di chi grida “Al lupo!”, perché ogni giorno qualcuno prevede che il prossimo grande crollo sta per arrivare. Molto spesso queste persone vengono viste come grandi analisti quando le loro previsioni si rivelano corrette, ma per semplice effetto della statistica è normale che prevedendo ogni giorno un tracollo si finisca prima o poi per avere ragione.
Opinioni autorevoli degli esperti dei mercati
Essendo uno degli argomenti più richiesti dai giornali, molti grandi analisti e investitori si sono espressi sull’argomento del crollo delle Borse. Warren Buffett, famoso per aver sempre tratto ottime occasioni di investimento da questo tipo di occasioni, ha espresso molto chiaramente il suo punto di vista sul tema. La sua visione è che le crisi, nei prossimi anni, arriveranno. Non sappiamo esattamente quando, ma ci saranno crolli diffusi.
Ron Chernow, celebre storico e studioso della storia americana, scrisse che “Dopo il 1929, così tante persone furono traumatizzate dal crollo delle Borse che ci fu una generazione perduta“. Questa è una frase che raccoglie bene il dramma che può essere causato dalle vendite dovute al panico durante un crac di grandi dimensioni.
Il leggendario Peter Lynch, autore di One up on Wall Street e citato sempre tra i più grandi gestori di fondi della storia, disse “Vengono persi molti più soldi dagli investitori che cercano di anticipare o prepararsi ai crolli di quanti ne sono stati persi con i crolli stessi”. Una citazione importante per ricordare che, in realtà, nessuno sa mai realmente quando arriverà il prossimo grande crollo.
Lo scrittore e magnate John Bogle, considerato uno dei più lungimiranti uomini d’affari americani, disse molto semplicemente che “Se hai problemi a immaginare una perdita del 20% sul mercato azionario, non dovresti proprio interessarti alle azioni”. Un chiaro ricordo del fatto che i crolli possono avvenire, ma non dovrebbero mai essere fonte di reazioni eccessive e panico esagerato.
La nostra opinione sul crollo delle Borse: come comportarsi?
Nessuno si sveglia la mattina sperando che le Borse crolleranno, ma dall’altra parte questi eventi sono inevitabili se si considera un orizzonte di tempo abbastanza lungo. L’ideale è semplicemente agire di conseguenza già prima che il crollo avvenga: investire regolarmente, sfruttando il dollar cost averaging per assicurarsi di entrare sul mercato sia nei momenti migliori che in quelli peggiori. Le due cose si annulleranno a vicenda.
Durante un crollo, piuttosto che pensare a quali titoli vendere, bisognerebbe pensare a quali comprare. Se si ha a disposizione della liquidità extra da investire sui mercati, è uno dei momenti migliori per farlo. Dopo ogni notte sorge il Sole, per quanto buia o lunga la notte possa sembrare. Nel lungo termine ciò che fa la differenza è che l’economia mondiale cresce e le aziende con lei.
Guardando oggi un grafico storico dello S&P500, la crisi delle dot-com o quella del 2008 sono a malapena riconoscibili. I loro effetti sono stati ampiamente cancellati dalla fase di crescita successiva lo stesso succederà quando arriverà il prossimo crollo. L’importante è investire sempre con criterio, scegliendo strumenti finanziari che abbiano un valore intrinseco concreto.
Anche se quando si manifesta un tracollo delle Borse gli altri investitori manifestano panico e follia, il nostro compito è rimanere calmi e lucidi. Allocare il nostro capitale in maniera intelligente, aspettando che il tempo faccia il suo corso portando alla ribalta un nuovo periodo di crescita. In secoli di mercati azionari, questo approccio non si è mai rivelato sbagliato.
Considerazioni finali
Il crollo delle Borse è un avvenimento che fa sempre parlare di sé. Persino quando è lontano, ogni giorno si legge qualche notizia catastrofista che farebbe pensare a un imminente catastrofe finanziaria. Cercare di anticipare questi avvenimenti è come una lotteria: non riesce spesso nemmeno ai più grandi analisti e gestori di fondi del mondo.
Anche se non possiamo fare niente per evitare che il crollo avvenga, possiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per reagire alla situazione. Prima scegliendo con attenzione i nostri investimenti, poi entrando sul mercato per approfittare delle azioni vendute a prezzi scontati in seguito al crollo.
Il motivo per cui è così difficile prevedere il momento esatto in cui un crac si verificherà è legato alla natura irrazionale delle persone di fronte ad alcuni eventi. Mano a mano che gli indici salgono nel corso del tempo, aumenta la paura che i titoli possano essere eccessivamente inflazionati. A quel punto una notizia negativa al momento sbagliato potrebbe causare un’ondata di panico.
Malgrado l’imprevedibilità sia essa stessa una fonte di paura, il rischio di un crollo non dovrebbe essere un motivo per evitare di investire con raziocinio sui mercati finanziari. Sono una semplice parte del percorso che, a ben vedere, è anche una di quelle che offrono le migliori opportunità di investimento.
FAQ – Domande e Risposte comuni sul crollo delle borse
Cosa si intende per “crollo” delle Borse?
Un crollo è un calo importante della quotazione della maggior parte degli strumenti quotati in una Borsa che avviene in modo rapido e improvviso.
Conviene comprare azioni durante un crollo di Borsa?
Anche se può sembrare controintuitivo, i crolli sono uno dei migliori momenti per comprare azioni approfittando dei prezzi “sgonfiati“.
Su cosa investire durante un crac finanziario?
In caso di tracollo finanziario è bene puntare sulle aziende solide e profittevoli, che hanno tanta liquidità in cassa e poco debito. Sono quelle posizionate meglio per uscire in fretta dalla crisi.
Cos’è il “panic selling”?
Con questo termine si indica l’ondata di vendite di strumenti finanziari, dovuta più al panico che al ragionamento oggettivo, che segue a un crollo delle Borse.
Quando arriverà il prossimo crollo delle Borse?
Nessuno può dire con esattezza quando arriverà il prossimo tracollo finanziario. Possiamo solo essere certi che prima o poi arriverà, perché i mercati e l’economia hanno un andamento ciclico.
Cosa provocò il crollo delle Borse del ’29?
Gli anni ’20 furono un periodo di ottimismo e crescita per gli Stati Uniti, due fattori che diedero origine a una bolla speculativa molto inflazionata e scoppiata durante l’ottobre del 1929.
Qual è stato l’ultimo crollo delle Borse?
Il crollo più recente è stato quello del 2020, dovuto alla diffusione della pandemia Covid-19, al timore che gli indici fossero sopravvalutati e al pessimismo per le relazioni tra Cina e Stati Uniti.