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ETF UCITS
Gli ETF UCITS sono quegli ETF che rispettano le normative collettive europee sulla gestione dei fondi d’investimento. La sigla UCITS sta per Undertakings For Collective Investment In Transferable Securities (“Direttive per gli investimenti collettivi in strumenti finanziari trasferibili”). La prima volta in cui i paesi europei hanno deciso di adottare delle regole comuni sulla gestione dei fondi d’investimento era il 1985: da quel momento, hanno continuato a lavorare insieme per aggiornare il testo regolarmente.1
Molti investitori non fanno caso alla differenza tra i fondi UCITS e non-UCITS, una caratteristica che spesso viene etichettata come un “dettaglio”. In realtà esistono differenze sostanziali e molto percepibili per gli investitori europei: sia a livello di tassazione che a livello di costi e di accessibilità, le differenze tra i fondi che seguono le normative europee e i fondi che non le seguono sono tante e hanno un impatto concreto.
Alessandro Calvo – Analista e caporedattore di TradingOnline.com®
Gli ETF non sono gli unici fondi a essere soggetti a questa differenza. Anche per quanto riguarda i fondi comuni d’investimento, rimane la stessa separazione tra fondi armonizzati UCITS e fondi che non lo sono. In molti casi, i gestori di fondi aperti ed ETF decidono addirittura di creare due versioni dello stesso prodotto: una per gli investitori europei, l’altra per tutti gli altri investitori.
💡Cosa sono: | ETF quotati in Europa |
⛔Limiti: | No replica fisica delle commodity, no crypto, no leva o short |
💸Costi e commissioni: | 0,05-2,50% TER annuo |
💼Dove acquistare: | Capital.com / eToro / FP Markets / Degiro |
💰Investimento minimo: | Una quota |
Cosa sono gli ETF UCITS
Gli ETF UCITS sono fondi regolamentati in Europa, che devono essere quotati presso una Borsa europea e sottostare a tutte le leggi europee sulla gestione dei prodotti per il risparmio collettivo. Tra fondi comuni ed ETF, attualmente circa il 75% di tutti i capitali investiti in strumenti finanziari dai risparmiatori europei sono investiti in fondi UCITS.2 Considerando che tutti i singoli bond e le singole azioni non sono oggetto della regolamentazione, significa che quasi tutti i capitali europei investiti in fondi sono investiti in fondi UCITS.
L’obiettivo di questo regolamento è fare in modo che i fondi offerti agli investitori europei siano gestiti secondo dei criteri di prudenza e trasparenza, stabiliti dall’UE. Tra questi criteri ci sono quelli sugli asset che i gestori possono comprare, la catalogazione del profilo di rischio, la gestione delle operazione speculative come la vendita allo scoperto, e così via. I fondi UCITS devono necessariamente essere quotati in Europa, in un paese considerato “fiscalmente neutro” dell’Unione. Anche i gestori del fondo devono essere residenti in una nazione europea, assicurando dunque che la giustizia possa facilmente fare il suo corso nel caso in cui le regole non dovessero essere rispettate.
Detto questo, non significa che ai gestori venga chiesto di investire soltanto in strumenti europei. Inoltre il fondo può essere denominato in una valuta diversa dall’euro, specialmente nel caso degli ETF che investono principalmente in strumenti quotati al di fuori dell’UE.
ETF UCITS vs ETF non-UCITS
Soltanto una parte relativamente piccola degli ETF esistenti al mondo segue le regole UCITS. Attualmente ci sono oltre 6.400 ETF nel mondo, di cui poco più di 1.200 sono contrassegnati dalla sigla UCITS.3 Questo significa che la scelta dei prodotti su cui investire, anche solo in base a questo criterio, divide il mondo dei fondi a gestione passiva in modo piuttosto netto.
Le differenze sono di due tipi:
- Quelle per l’investitore, le più percepibili da chi compra ETF;
- Quelle per il gestore, che talvolta non permettono di creare la versione UCITS di un fondo che esiste negli Stati Uniti o in altri paesi.
Nel corso degli ultimi anni, le normative UCITS sono rimaste quasi totalmente invariate. Anche se l’UE ha sempre la facoltà di cambiare le cose, si può dire che in questo momento si è giunti a un momento di relativa stabilità e prevedibilità. Di conseguenza, imparare le differenze tra i fondi UCITS e non-UCITS non è un esercizio di stile ma è un passaggio importante per poter investire in ETF con maggior consapevolezza.
Cosa cambia per chi investe
Per chi investe ci sono due grandi differenze tra i fondi UCITS e non-UCITS. La prima è l’accessibilità: le piattaforme regolamentate in Europa possono esclusivamente permettere ai loro clienti di investire in fondi caratterizzati dalla sigla UCITS e armonizzati in base alle regole europee. Non possono permettere l’acquisto diretto di fondi quotati al di fuori dei confini UE, ma esiste una soluzione alternativa: possono offrire la possibilità di acquistare prodotti derivati che hanno dei fondi non-UCITS come sottostante. In particolare sono molto popolari i CFD, che ormai spopolano nel mondo del trading online.
I CFD sono degli strumenti che replicano l’andamento dell’asset sottostante. Un buon esempio può essere quello degli ETF Bitcoin, che in Europa non sono disponibili a causa dei regolamenti dell’Unione ed esistono esclusivamente in versione non-UCITS. Su un broker regolamentato in Europa, che si tratti di una banca o di un broker online, non sarà possibile comprare le quote vere e proprie di questi fondi. Però sarà possibile acquistare i CFD che seguono lo stesso andamento dei fondi sottostanti. Questi strumenti derivati sono regolamentati in Europa e hanno la totale libertà di replicare l’andamento di qualunque asset.
La seconda grande differenza è che le plusvalenze ottenute dai fondi UCITS vengono tassate con l’imposta sostitutiva del 26%, esattamente come quelle ottenute sui CFD, ai sensi dell’art.44 del TUIR.4 Invece, se si ottengono delle plusvalenze da fondi non-UCITS, questi profitti andranno a fare parte del reddito Irpef. Considerando che quasi tutte le aliquote Irpef sono più alte rispetto all’imposta sostitutiva, per la gran parte degli investitori significa andare a pagare più tasse rispetto agli investimenti in prodotti UCITS.
I migliori broker che permettono di investire sui CFD di ETF non-UCITS sono:
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Cosa cambia per il gestore
Uno dei grandi obiettivi della regolamentazione UCITS è quello di costruire un quadro normativo unico a livello europeo per gli investimenti in fondi, assicurando ai risparmiatori che questi prodotti siano soggetti a dei vincoli precisi per evitare truffe e operazioni eccessivamente rischiose. Tra le regole che il gestore deve seguire, alcune delle più distintive a livello europeo sono:
- Almeno il 90% del patrimonio del fondo dev’essere esposto a strumenti liquidi e non è possibile investire oltre il 10% del portafoglio in asset come immobiliare, operazioni speculative (es. short selling) e materie prime;
- Il prestito di titoli non è concesso;
- Il prospetto deve seguire delle regole precise ed essere pubblicamente disponibile per gli investitori;
- L’indice replicato dall’ETF deve essere pubblico e accessibile senza costi;
- Per i fondi che utilizzano il metodo di replica sintetica, i contratti swap devono essere contratti con un pool di banche per diversificare il rischio di liquidità della controparte bancaria.
Queste poche regole sono sufficienti a spiegare l’assenza in Europa di molti degli ETF che sono disponibili negli Stati Uniti e in altre giurisdizioni. Negli USA sono popolari gli strumenti che ad esempio replicano negativamente l’andamento degli indici attraverso delle posizioni di vendita allo scoperto. Ci sono anche fondi passivi che replicano l’andamento di certe criptovalute, altri ancora che investono in leva e così via.
Dove investire in ETF UCITS
Visto che sono stati menzionati i migliori broker per investire in CFD, di modo da poter ottenere esposizione anche ai fondi non-UCITS, è importante anche evidenziare quali siano gli intermediari finanziari più efficienti per investire in fondi UCITS. La tabella di seguito riporta i broker consigliati da TradingOnline.com®, testati e continuamente aggiornati dalla nostra redazione.
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- Alcuni utenti hanno trovato differenze tra la versione proposta in Australia e quella utilizzabile in Europa;
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Conviene investire in fondi UCITS o non-UCITS?
La risposta a questa domanda è da cercarsi nelle esigenze del singolo investitore. Indubbiamente i fondi UCITS sono più facili da acquistare e hanno una tassazione più agevole, ma limitano anche molto il campo di scelta. I fondi non-UCITS vengono definiti dalle normative finanziarie europee come strumenti per investitori sofisticati, persone che hanno una grande dimestichezza con i mercati finanziari e sono in grado di valutare in modo appropriato le caratteristiche di un fondo.
Essenzialmente i fondi UCITS sono un “ambiente protetto“, all’interno del quale gli investitori possono muoversi liberamente sapendo di avere delle forti tutele di sicurezza garantite dalla supervisione dell’Unione Europea. Invece i fondi non-UCITS hanno una grande libertà di movimento, che dipende dalle regole della nazione in cui sono quotati. La maggior parte dei fondi non-UCITS è ovviamente quotata negli Stati Uniti, che rimangono una piazza finanziaria molto libera e flessibile per quanto riguarda la gestione dei fondi.
I vantaggi dei fondi UCITS
I fondi UCITS hanno due vantaggi. Il primo è quello di poter comprare le quote di questi fondi in un modo molto semplice, dal momento che sono disponibili presso qualunque broker regolamentato in Europa. Banche, promotori finanziari, broker online, ci si può letteralmente rivolgere a qualunque intermediario per investire su questi strumenti.
Il secondo grande vantaggio è quello fiscale, sia in termini di aliquote che di rendicontazione. L’aliquota sostitutiva del 26% sulle plusvalenze è più bassa rispetto a pressoché qualunque fascia di reddito Irpef; inoltre solo questo tipo di fondi è disponibile presso le piattaforme che fanno da sostituto d’imposta, versando automaticamente le imposte sulle plusvalenze dei loro clienti.
I vantaggi dei fondi non-UCITS
Il grande vantaggio dei fondi non-UCITS è la flessibilità. Pur di garantire la sicurezza e la tutela degli investitori, cercando di limitare i prodotti che potrebbero causare volatilità eccessiva, i regolatori europei hanno messo dei paletti molto stringenti -del tutto imparagonabili a quelli americani- sull’operatività dei gestori. Niente ETF su Bitcoin, niente ETF in leva, niente ETF che fanno short selling, niente ETF dedicati a una singola azione o a una singola materia prima, e così via.
Per avere un’idea di quanto forti siano i limiti dei fondi europei, alcuni dei fondi più grandi al mondo sono quotati negli Stati Uniti e sono ETF legati all’oro che comprano lingotti fisici con i fondi degli investitori. L’UE non ha mai chiarito esattamente quale sia il motivo per cui un ETF del genere possa essere considerato pericoloso o speculativo; in Europa esistono solo ETP e ETC legati all’oro fisico, ma hanno una capitalizzazione infinitesimale rispetto agli ETF sull’oro fisico che vengono proposti negli USA.
Una diatriba enorme è scoppiata sul caso degli ETF su Bitcoin, ad esempio, che negli Stati Uniti hanno raggiunto capitalizzazioni multimiliardari in pochi giorni dal loro lancio; in Europa un investitore può comprare Bitcoin in diversi modi, ma per i gestori degli ETF è un territorio off-limits. Queste sono controversie che riguardano tante tipologie di fondi a gestione passiva, per cui le normative UCITS sono state piuttosto criticate dagli investitori al dettaglio negli ultimi anni.
ETF UCITS e non-UCITS: la nostra opinione
Precisando che le opinioni espresse dalla redazione di TradingOnline.com® non devono essere interpretate come consigli finanziari o come una consulenza d’investimento, dopo aver attentamente esaminato le differenze tra i fondi UCITS e non-UCITS riteniamo utile esprimere il nostro contributo.
Gli ETF UCITS sono indubbiamente più facili da comprare e hanno dei vantaggi fiscali, per cui è evidente che quando lo stesso fondo è disponibile sia in versione UCITS che non-UCITS, la versione regolamentata in Europa sia più conveniente. Al tempo stesso ci sono occasioni in cui è semplicemente troppo limitante fermarsi alla scelta tra i fondi UCITS: in questi casi è molto utile avere la possibilità di utilizzare i CFD come strumento per investire in ETF quotati al di fuori dell’Unione. Anche se ovviamente bisogna farlo con consapevolezza e solo dopo essersi assicurati di aver letto e compreso il documento con le informazioni chiave di un fondo, già i broker europei fanno un lavoro eccellente per limitare la loro offerta di CFD agli ETF non-UCITS che presentano delle caratteristiche solide.
Alessandro Calvo – Analista e caporedattore di TradingOnline.com®
Conclusioni
Le normative UCITS hanno permesso all’Unione Europea di fare un grande passo avanti per la circolazione dei capitali tra un paese e l’altro, stabilendo un quadro normativo che ha come priorità la trasparenza nella gestione dei fondi e la protezione degli investitori da eventuali comportamenti scorretti o eccessivamente rischiosi da parte dei gestori.
Grazie a questa semplificazione negli investimenti infra-europei, l’UE ha potuto affermarsi come un mercato rilevante a livello mondiale per gli ETF. Anche se le normative nascono inizialmente per tutelare gli investitori che risiedono nei confini UE, sono ormai diventati popolari in tutto il mondo.5 Esattamente come ci sono dei contesti in cui può risultare che le normative europee limitino la libertà di un investitore, ci sono altrettanti contesti in cui è molto positivo sapere che si può contare su un quadro normativo preciso e sicuro.
FAQ: Domande e risposte frequenti sugli ETF UCITS
È legale comprare ETF non-UCITS?
Sì, è perfettamente legale investire in ETF non-UCITS. Semplicemente è più difficile acquistarli perché le piattaforme regolamentate in Europa non possono offrire questi prodotti agli investitori non professionali.
Dove investire in ETF UCITS?
I broker più consigliati per investire con basse commissioni e in totale trasparenza sono Capital.com, FP Markets, eToro e Trade.com. Tutti e quattro sono autorizzati Consob e molto intuitivi, con la possibilità anche di esporsi a ETF non-UCITS utilizzando i contratti derivati.
Perché non ci sono ETF UCITS sull’oro fisico?
Le normative UCITS non permettono di realizzare degli ETF che investano oltre il 10% del loro portafoglio in materie prime, rendendo di fatto impossibile la costruzione di un fondo a gestione passiva che investa solo in oro fisico. Gli ETC e gli ETN possono invece farlo, e sono altre categorie di prodotti che in Europa sono comunemente utilizzare per la replica fisica delle materie prime.
Gli ETF UCITS sono meno rischiosi?
Dipende dal fondo e dalle sue caratteristiche, ma in generale le normative UCITS mettono un forte freno all’attività speculativa che può essere condotta dai gestori di un fondo. Di conseguenza, anche i rischi sono più contenuti.
Fonti e bibliografia
- https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=celex%3A31985L0611
- https://www.ig.com/en/trading-strategies/what-does-_ucits-mean-and-what-is-a-ucits-compliant-etf–220428
- https://www.ucits-etfs.com/
- https://www.brocardi.it/testo-unico-imposte-redditi/titolo-i/capo-iii/art44.html
- https://thehedgefundjournal.com/ucits-and-cross-border-registration/