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Ackman chiude short sui Treasuries, ma le vendite continuano

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Bill Ackman, gestore del colossale hedge fund Pershing Square e conosciuto come uno degli investitori più iconici degli ultimi decenni, afferma di aver chiuso la sua posizione di vendita allo scoperto sui bond americani. Ackman aveva annunciato l’avvio di questa operazione speculativa 12 settimane fa su Twitter, ora diventata X, e da quel momento si sono uniti al coro altri grandi fondi come T-Rowe Price. Nello specifico, Ackman aveva investito sul ribasso dei bond americani a 30 anni in base alla convinzione che l’inflazione ancora elevata e l’aumento dell’indebitamento degli Stati Uniti avrebbero portato il mercato a domandare tassi più alti sulle nuove emissioni di obbligazioni. La sua previsione si è rivelata decisamente corretta, e si parla di profitti per centinaia di milioni di dollari.

Il Financial Times è stata la prima testata ad aver pubblicato una cifra, che proviene da fonti vicine ad Ackman: $200 milioni. Un profitto estremamente considerevole ottenuto anche grazie all’impiego di strumenti derivati che aumentano la volatilità del capitale investito, ma parzialmente compensato dalle perdite che il portafoglio di Pershing Square ha registrato sulla componente azionaria nel corso delle ultime settimane. Per il momento sembra che i mercati abbiano comunque ignorato la decisione di Ackman di chiudere la sua posizione: in mattinata le vendite sono andate avanti, con i Treasuries a 10 anni che continuano a mostrare un rendimento molto vicino al 5% annuo.

La decisione spiegata così: Troppo rischio nel mondo”

Nuovamente sul suo profilo X, Bill Ackman ha dato l’annuncio ufficiale della chiusura della posizione insieme a una spiegazione breve e concisa. Il vertice di Pershing Square ritiene che ci sia “troppo rischio nel mondo” per rimanere esposti a lungo all’aumento dei tassi di interesse dei bond americani. Per comprendere bene queste parole bisogna ricordare che i Treasuries sono considerati strumenti risk-free, cioè privi di rischio. Nei momenti di forte incertezza sull’andamento dell’economia, gli investitori tendono a rifugiarsi in beni come l’oro e in obbligazioni molto sicure come quelle degli Stati Uniti. Vedendo rischi importanti sia nello scenario attuale che all’orizzonte, Ackman ha preferito chiudere la posizione.

Non si riferisce soltanto ad eventi che sono già sotto gli occhi di tutti, come l’invasione dell’Ucraina o la guerra tra Israele e Hamas. Ackman si dice spaventato dall’economia, che sta mostrando a suo avviso un rallentamento decisamente più forte rispetto a quanto suggeriscano gli ultimi dati. Anche se per il momento il calendario macroeconomico lo smentisce, Ackman ritiene che una recessione negli Stati Uniti nel corso dei prossimi 12 mesi sia uno scenario più che probabile. Nel 2020, Ackman fu uno dei primissimi gestori a comprendere realmente le dimensioni della pandemia Covid-19 e a speculare su di essa, con un profitto da $2,6 miliardi legato a quella singola operazione.

Il grafico mostra l’andamento dei tassi dei bond americani a 10 anni nel corso degli ultimi mesi | Fonte: TradingView

I mercati non sembrano seguire Pershing Square

Per il momento sembra che l’operazione di Bill Ackman non sia stata replicata su larga scala: la maggior parte degli investitori rimane bearish sui Treasuries e nel corso della mattinata si è di nuovo sfiorata la soglia psicologica del 5%. Inoltre i timori di tassi più alti nei prossimi mesi sono stati ulteriormente alimentati dai dati macroeconomici americani di oggi, che mostrano un PIL in espansione più rapida rispetto alle attese e un andamento più forte del previsto del mercato immobiliare. Continuano ad arrivare segni di surriscaldamento dall’economia, che inevitabilmente avranno un peso sull’inflazione e sulle mosse della Federal Reserve. Anche se Ackman ritiene che sia già iniziato un calo dell’attività economica, per il momento i numeri suggeriscono che l’economia americana sia ancora in una fase di forte espansione.

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