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Agricoltori: UE cede alle proteste, in arrivo nuove regole

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Le proteste degli agricoltori europei potrebbero finalmente arrivare a un punto di svolta domani mattina, quando la Commissione Europea per l’Agricoltura presenterà all Parlamento Europeo nuove regole sulla gestione dei sussidi. Si tratta di una proposta che vede accolte quasi tutte le richieste degli agricoltori che in queste settimane hanno bloccato alcune delle più grandi città europee con i loro trattori. Lo ha fatto sapere il commissario Janusz Wojciechowski parlando alla stampa francese, per cui è molto probabile che ci siano già state delle negoziazioni con il Parlamento per permettere alla regolamentazione aggiornata di passare velocemente il suo iter burocratico.

Dall’inizio di gennaio, le proteste degli agricoltori europei sono state tra gli argomenti economici più impellenti sull’agenda delle istituzioni europee. Inizialmente sono stati gli imprenditori agricoli francesi a dare il via a queste manifestazioni, poi arrivate anche in Italia e in quasi tutti i paesi UE. Le proteste riguardano in parte anche degli obiettivi nazionali, ma è soprattutto a livello europeo che si cerca una soluzione. Gli addetti del settore chiedono meno burocrazia, meno regole sulla sostenibilità ambientale e lo stop alle importazioni di prodotti ucraini senza dazi. Tolte le importazioni dall’Ucraina, sembra che l’UE sia pronta a fare concessioni su tutto il resto.

Sembra che si sia arrivati a un punto di svolta per le proteste

Il nuovo piano della Commissione Europea

Il nuovo piano prevede che gli agricoltori europei possano continuare a ottenere sussidi anche se dovessero non rispettare alcuni dei provvedimenti presi dall’UE nel corso degli ultimi mesi. Sarebbe possibile continuare a ottenere i sussidi anche evitando la rotazione dei campi richiesta per migliorare la biodiversità, il mantenimento di una parte dei campi senza coltivazioni e altre regole ambientali. La rotazione dei campi e la necessità di mantenerne una parte senza coltivazioni a ogni raccolto erano due dei punti più alti sulla lista delle proteste degli agricoltori.

Rimane invece ancora in sospeso la domanda più forte che arriva dai paesi dell’est Europa e soprattutto dalla Polonia: le decisioni sulle importazioni dall’Ucraina. Qui i costi di produzione sono drasticamente più bassi rispetto a quelli pagati dagli agricoltori europei; di conseguenza gli agricoltori europei lamentano il fatto che le importazioni non tassate stiano tagliando le gambe ai loro prodotti, che risultano non competitivi sul fronte dei prezzi. Soprattutto per quanto riguarda i cereali, la produzione ucraina è estremamente alta e i prezzi che gli agricoltori locali possono praticare sono appena una frazione dei prezzi praticati dagli agricoltori europei.

I sussidi europei all’agricoltura valgono oltre €30 miliardi all’anno

Nel frattempo la Francia procede sul miele

Oltre alle discussioni europei rimangono anche tutte le discussioni locali sulla gestione delle dinamiche nazionali. In Francia, dove gli apicoltori si sono uniti alla protesta del settore agrario, il governo ha annunciato di aver accantonato €5 milioni per aiutare il settore. Si tratta di una cifra comunque piuttosto ridotta rispetto ai volumi di produzione e al numero di apicoltori, per cui sembra probabile che si tratterà di un sussidio una tantum per cercare di placare almeno un focolaio di protesta. Gli apicoltori francesi sono preoccupati soprattutto dalle vespe asiatiche, portate in Europa dal cambiamento climatico e in grado di distruggere un intero alveare in pochi minuti. Con 70.000 apicoltori e oltre 1,4 milioni di alveari, il settore in Francia è piuttosto grande e non sembra che saranno €5 milioni a cambiare la situazioni; se non altro, possono offrire un po’di respiro a un settore che si trova indubbiamente in un momento difficile.

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