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AirFrance, KLM e Lufthansa sotto inchiesta dall’UE: compagnie aeree accusate di greenwashing

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L’Unione Europea stringe il cerchio sulle compagnie aeree, accusando alcuni dei più grandi colossi del settore di stare utilizzando delle tecniche di greenwashing per attirare i consumatori. Al centro dell’investigazione ci sono 20 delle principali compagnie aeree europee: Ryanair, KLM, Lufthansa e AirFrance sono tra le società che hanno già confermato di essere finite nel mirino del regolatore. Il fatto che la Commissione abbia deciso di investigare tutte le principali aziende del settore potrebbe voler dire che in questo momento i sospetti non sono ancora chiari. In ogni caso, le multe miliardarie che l’UE ha già imposto in passato ad aziende che hanno avuto problemi di greenwashing fanno preoccupare le compagnie aeree coinvolte.

In questo momento il settore dell’aviazione si sta trovando ad affrontare la prima grande ondata di transizione energetica, con l’Unione Europea che ha già stabilito dei regolamenti per l’aviazione sostenibile. Il principale ingrediente di questa transizione sono i SAFs (Sustainable Aviation Fuels), combustibili ottenuti da fonti di scarto o rinnovabili -come olii esausti o biomasse- che emettono una quantità inferiore di CO2 nell’atmosfera quando vengono bruciati nel motore di un aereo.

A lungo termine si spera che l’idrogeno verde possa sostituire il cherosene e i SAFS

Indagine sulle emissioni dichiarate

La principale accusa su cui l’Unione Europea sta lavorando è legata al modo in cui le compagnie aeree dichiarano e monitorano le loro emissioni inquinanti. Molte compagnie aeree fanno dichiarazioni esplicite sulla loro gestione della sostenibilità, ad esempio indicando la quantità di CO2 emessa nell’atmosfera l’anno precedente o permettendo ai clienti di conoscere quante emissioni inquinanti sono associate all’acquisto di un certo biglietto aereo. L’UE vorrebbe che le compagnie aeree fossero più chiare riguardo al modo in cui queste aziende abbattono le loro emissioni: utilizzando più SAFs, piantando degli alberi o con altre soluzioni.

La Commissione Europea vorrebbe anche che le compagnie aeree facessero di più per informare i consumatori sulle opzioni a loro disposizione per abbattere le emissioni inquinanti del volo che stanno per prendere. Già oggi, ad esempio, ci sono compagnie che permettono di pagare un piccolo extra per piantare la quantità di alberi necessari a riassorbire la CO2 emessa dal viaggio in un dato arco di tempo. Bisogna comunque notare che al momento non ci sono obblighi legati a questo tipo di iniziative, per cui è difficile che l’UE possa realmente multare le compagnie aeree per non aver fatto di più per informare i clienti sulle opzioni per abbattere le emissioni dei voli.

L’investigazione potrebbe portare a un nuovo regolamento più chiaro sugli obblighi di divulgazione delle emissioni delle compagnie aeree

Compagnie aeree confuse sul da farsi

Alcune compagnie aeree, come Lufthansa, hanno confermato di aver ricevuto la notifica di essere parte dell’investigazione europea. Il gruppo Airlines 4 Europe, la più grande associazione di compagnie aeree in Europa, si è detta disposta a collaborare con le autorità per fare in modo che i clienti siano accuratamente informati sull’impatto ambientale dei voli. Dalle dichiarazioni di Norwegian Airlines e di buona parte delle compagnie aeree, però, traspare una notevole confusione: le linee guida europee sono poco chiare e in certi casi ci sono direttive nazionali che si sovrappongono a quelle dell’Unione. Di conseguenza non è chiaro in che modo le compagnie aeree abbiano effettivamente violato le normative. La sensazione è che l’UE stia minacciando di multare delle aziende per non aver soddisfatto dei requisiti che non sono mai realmente stati specificati.

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