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Aramco, Eni, UA insieme per i carburanti sostenibili
Saudi Aramco, la più grande società di petrolio e gas naturale del mondo con sede a Dhahran, nell’Arabia Saudita, Eni, la multinazionale italiana dell’energia con sede a Roma, e United Airlines, un’importante compagnia aerea statunitense con sede a Chicago, hanno deciso di investire in una promettente start-up britannica specializzata nello sviluppo di carburanti per l’aviazione a basse emissioni di carbonio.
L’annuncio è stato fatto mercoledì 7 giugno dalle divisioni operative delle tre aziende, che hanno deciso di unire le forze per affrontare l’alto costo dei carburanti sostenibili nel settore dell’aviazione, che è responsabile di circa il 2% delle emissioni che contribuiscono al riscaldamento globale ed è considerato uno dei settori più complessi da decarbonizzare. L’obiettivo di questo settore, dunque, è quello di raggiungere emissioni nette zero entro il 2050, una sfida particolarmente impegnativa.
OXCCU punta a rivoluzionare il settore dell’aviazione
L’investimento di 22,7 milioni di dollari, guidato da Clean Energy Ventures, un importante investitore statunitense nel settore dell’energia pulita, sarà destinato ai ricercatori della OXCCU, una start-up che si dedica alla ricerca di soluzioni innovative per sostituire il cherosene e la benzina nei motori degli aeroplani, affiliata all’Università di Oxford, la più antica università anglosassone.
OXCCU sostiene di poter produrre carburanti combinando l’anidride carbonica catturata dalle industrie e dalle centrali elettriche con l’idrogeno prodotto da fonti di energia rinnovabile. La loro innovazione consiste nell’utilizzare un catalizzatore a base di ferro per realizzare questa reazione chimica in un unico passaggio, eliminando la necessità del processo a due fasi utilizzato finora e solitamente costoso. Secondo i ricercatori, grazie a questa semplificazione del processo, si ridurrebbe del 50% il costo di produzione e si genererebbero meno sottoprodotti indesiderati.
Michael Leskinen, il presidente dell’unità Ventures di United Airlines ha commentato la collaborazione sostenendo che questa soluzione all’avanguardia potrebbe rappresentare un modo economicamente vantaggioso per la compagnia aerea per raggiungere il suo obiettivo di emissioni nette zero entro il 2050, senza dipendere esclusivamente dai tradizionali sistemi di compensazione delle emissioni di carbonio.
Compagnie aeree in prima linea nella lotta al cambiamento climatico
Al fine di onorare la sfida impegnativa del raggiungimento dell’obiettivo di emissioni nette zero nei voli a lungo raggio entro il 2050, martedì le compagnie aeree globali si sono impegnate a stabilire obiettivi intermedi sul clima per il prossimo anno, mentre stanno cercando una collaborazione più ampia per affrontare le ardue sfide legate alle emissioni.
Durante un summit di tre giorni a Istanbul, Willie Walsh il direttore generale della Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (International Air Transport Association, IATA), che rappresenta l’80% del traffico globale e raggruppa 300 compagnie aeree, ha sottolineato la necessità che tutti i soggetti coinvolti, dai governi alle autorità governative, ai produttori di aerei e agli aeroporti, collaborino per garantire il successo di questo obiettivo cruciale.
L’incontro annuale della IATA ha inoltre evidenziato una ripresa dei consumatori, con molte compagnie aeree interessate all’acquisto di nuovi aeromobili per soddisfare la crescente domanda con flotte moderne e slot di produzione limitati. Tuttavia, i gruppi ambientalisti sostengono che questa rapida crescita sia in contrasto con gli impegni del settore sulle emissioni. I fornitori, d’altra parte, sostengono che i jet più recenti offrano un punto di partenza efficiente per sfruttare nuovi carburanti alternativi.
Nonostante le controversie e le sfide, però, le compagnie aeree si stanno impegnando a prendere sul serio gli obiettivi ambientali e a operare in modo efficiente.