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Argentina, $775 milioni dal Qatar per rimborsare il FMI
L’Argentina sta affrontando una sfida economica senza precedenti, con una grave crisi caratterizzata da un’alta inflazione e un costante calo delle riserve della banca centrale. Per far fronte agli impegni con il Fondo Monetario Internazionale (FMI), il paese sta adottando un’innovativa strategia con l’aiuto del Qatar, evitando di utilizzare le proprie riserve estere che si trovano a livelli minimi storici.
Il Ministro dell’Economia, Sergio Massa, ha annunciato con orgoglio che l’Argentina non utilizzerà “neanche un dollaro delle sue riserve” per effettuare il pagamento al FMI, previsto per il 4 agosto 2023. Invece, il paese ha ottenuto un prestito dal Qatar, soggetto al tasso di interesse variabile del FMI, che attualmente si attesta al 4,033% annuo.
L’accordo con il Qatar
Il Qatar sta fornendo un prestito di 775 milioni di dollari in diritti speciali di prelievo all’Argentina, detenuti presso il Fondo Monetario Internazionale con sede a Washington, come dichiarato dal Ministero dell’Economia argentino venerdì. La nazione sudamericana restituirà questa somma al paese del Medio Oriente ad agosto, a condizione che il consiglio del FMI dia il via libera a una erogazione di 7,5 miliardi di dollari, concordata con lo staff del Fondo il mese scorso.
L’Argentina aveva un debito pendente di 454 milioni di dollari con il FMI per gli interessi ordinari scaduto l’1 agosto, ma questa cifra sale a 775 milioni di dollari considerando anche gli oneri aggiuntivi correlati all’ingente ammontare del prestito. Durante l’amministrazione di Mauricio Macri, il FMI ha fornito un massiccio piano di salvataggio di 44 miliardi di dollari all’Argentina. Tuttavia, l’accordo è stato successivamente rinegoziato e rifinanziato sotto l’attuale presidente uscente, Alberto Fernandez.
Il prestito del Qatar rappresenta l’ultima di una serie di misure non convenzionali adottate da Buenos Aires per evitare di non rispettare gli accordi con il FMI, proprio mentre gli argentini si preparano a eleggere un nuovo presidente ad ottobre.
Il Ministro dell’Economia Sergio Massa, che si candida anche alla presidenza nelle elezioni di ottobre, ha negoziato l’accordo di rifinanziamento con lo staff del FMI a luglio, dopo mesi di trattative mirate a ottenere un maggiore finanziamento iniziale dal Fondo. Ci si aspetta che l’Argentina entri in recessione quest’anno, con un’altissima inflazione annuale stimata oltre il 115%.
Ulteriori prestiti
A maggio, le riserve estere dell’Argentina hanno raggiunto il livello più basso dal 2016 a causa di una situazione economica critica. La banca centrale ha cercato di sostenere il valore della moneta acquistando pesos con le riserve di dollari, ma ciò non è stato sufficiente a evitare un crollo della valuta.
La moneta argentina è scivolata del 13 percento quel mese a seguito di una siccità storica che ha gravemente danneggiato le esportazioni di colture chiave. La siccità ha innescato una carenza di dollari proprio nel momento in cui l’inflazione ha accelerato oltre il 100 percento.
Per affrontare la crisi, il governo argentino ha annunciato di aver ottenutoulteriori prestiti esteri. In particolare, è stato garantito un prestito di 1 miliardo di dollari dalla Banca di Sviluppo dell’America Latina (CAF) con sede a Caracas, Venezuela, e ulteriori 1,7 miliardi di dollari dalla seconda tranche di uno scambio con la Cina. Quest’ultimo scambio era stato concordato per completare parte di un pagamento dovuto al Fondo Monetario Internazionale a giugno.
Sebbene l’accordo con il governo cinese abbia evitato una crisi ancora più grave, esperti come Ariel Gonzalez Levaggi della Pontificia Università Cattolica dell’Argentina sono preoccupati per la sostenibilità di questa strategia. I termini rinegoziati del debito con il FMI sembrano non fornire una soluzione a lungo termine per l’Argentina.
L’Argentina è ora impegnata a guadagnare tempo, e il sostegno della Cina è risultato fondamentale in questa lotta contro la crisi economica. Tuttavia, rimane l’incertezza su quali concessioni il governo cinese potrebbe richiedere in cambio del suo aiuto finanziario.
Come parte degli sforzi per diversificare le riserve estere e ridurre la dipendenza dal dollaro, l’Argentina ha ampliato l’uso della valuta cinese negli ultimi mesi. Circa il 50 percento delle riserve estere del paese è ora detenuto in yuan. Inoltre, il governo ha recentemente approvato l’apertura di conti correnti in yuan presso le banche commerciali e ha permesso l’emissione di titoli denominati in yuan sul mercato locale. Queste mosse riflettono l’impegno del paese nel cercare nuove vie per superare la crisi e stabilizzare la situazione economica.