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Argentina, misure d’emergenza per difendere il peso

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Il Ministro dell’Economia argentino, Sergio Massa, ha annunciato nuove drastiche misure per cercare di risollevare le sorti dell’economia locale. La nazione sudamericana lotta contro il default ormai da tempo, trovandosi in uno stato di iperinflazione che rende estremamente difficile per privati e imprese gestire le proprie finanze. Dopo 7 ore di colloquio tra il Ministro e i suoi consiglieri, è emerso un nuovo pacchetto di contromisure che dovrebbero portare gradualmente a un miglioramento della situazione. Considerando i trascorsi, però, lo scetticismo non manca.

I colloqui hanno seguito la pubblicazione dei nuovi dati sull’inflazione, che sono stati resi noti nella giornata di venerdì. L’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 8,4% su base mensile ad aprile, contro il 7,7% di marzo: ancora una volta cresce la pressione sui prezzi, aggravando le difficoltà economiche argentine nel cercare di stabilizzare la situazione economica. Per Massa è arrivato il momento di alzare gli sforzi per contenere il tasso di inflazione, ma la situazione richiederà degli interventi estremi per poter convincere gli investitori istituzionali a ritrovare fiducia nel paese.

Il governo argentino sta cercando in tutti i modi di risolvere il problema dell’iperinflazione, di cui la nazione è ormai preda da diversi anni

Tassi di interesse vicini al 100%

La prima misura decisa dal governo argentino è quella più tipica che viene praticata dalle banche centrali interessate ad abbassare la pressione sui prezzi, cioè alzare i tassi di interesse malgrado questi siano già estremamente alti. Inizialmente la proposta prevedeva addirittura di aumentare i tassi al 110% a partire dal 15 maggio, ma secondo alcune indiscrezioni si dovrebbe rimanere al di sotto del 100%. La previsione più comune tra gli analisti è del 97%, dunque ancora al di sotto del tasso di inflazione annuale che attualmente dovrebbe aggirarsi intorno al 108%. Difficile dire se questo sia abbastanza, soprattutto dal momento che l’inflazione è un fenomeno che tende ad autoalimentarsi.

Il rialzo rimane piuttosto netto rispetto al tasso del 91% annuo praticato attualmente, ma questi numeri fanno vedere chiaramente quanto complicato sia il mercato del credito in Argentina in questo momento. Per abbassare il tasso di inflazione, il governo sta pensando anche a misure per favorire la concorrenza tra gli importatori di generi alimentari; per alcuni dettaglianti che vendono direttamente alle fasce più deboli della popolazione, tra cui i commercianti che operano nel mercato centrale di Buenos Aires, il governo sta per approvare un azzeramento dei dazi di importazione su determinati alimenti.

Per le classi sociali più deboli, il governo prevede una serie di aiuti necessari alla sopravvivenza che però favoriscono a loro volta l’aumento dell’inflazione

Accordi con il Brasile e accesso al dollaro

Attualmente le riserve di dollari dell’Argentina si aggirano intorno ai 34 miliardi di dollari secondo le stime ufficiali, ma gli investitori internazionali lamentano da tempo la mancanza di trasparenza riguardo alla dimostrazione di questi attivi. Una larga parte di queste riserve è custodita sotto forma di asset poco liquidi, che non possono essere trasformati in denaro in modo rapido se non a un prezzo inferiore al loro valore di mercato. Per questo motivo il governo sta cercando modi di finanziarsi in dollari, aumentando le riserve Forex e di conseguenza difendendo il valore del peso argentino.

Si cercano anche aiuti dal governo brasiliano, con Lula che ha più volte dimostrato la solidarietà verso il paese confinante anche per via di una notevole vicinanza politica. Il Presidente dell’Argentina, Alberto Fernandez, cerca l’appoggio di Lula per finanziare il gasdotto Néstor Kirchner. L’opera dovrebbe aiutare la nazione a produrre e trasportare più gas naturale dai giacimenti di Vaca Muerta verso i centri abitati più grandi, con un risparmio previsto di 2.2 miliardi di dollari annui in importazioni di beni energetici una volta che l’opera sarà completata. Il Brasile ha già finanziato parte dell’opera in passato, ma le trattative vanno avanti per la ricerca di un’ulteriore base di appoggio economico.

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