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Argentina pronta a emettere nuove banconote da 2.000 pesos

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La banca centrale argentina si arrende all’evidenza dell’inflazione: per facilitare le transazioni, è pronta a emettere una nuova banconota da 2.000 pesos. Si tratta del taglio più alto che verrà stampato dalla banca centrale, ma il valore rimane comunque estremamente basso: se il cambio ufficiale vede il valore della nuova banconota fissato a 7,90€, al cambio non ufficiale varrà circa 4€. Da tempo gli argentini chiedono che la banca centrale si faccia carico della responsabilità di guardare in faccia l’inflazione ed emetta banconote che permettano un flusso efficiente delle transazioni economiche.

Dall’altra parte, per la banca centrale emettere banconote di taglio più alto significa rischiare che l’inflazione possa aumentare ancora più rapidamente. Per questo motivo la decisione di aumentare il taglio più alto di banconote è stata presa solo dopo anni di iperinflazione, ma anche in questo caso decidendo di fare solo un piccolo passo rispetto a quanto fatto in precedenza. La nazione sudamericana continua a trovarsi in ginocchio a livello economico, facendo molta difficoltà anche ad attirare gli investimenti esteri che potrebbero aiutarla a ripartire.

Il tasso di cambio praticato per le strade è attualmente di 480 pesos per dollaro americano

Previsioni di inflazione al 130% annuo

La banca centrale argentina, di recente, ha annunciato una previsione che vede il tasso di inflazione a fine anno ritrovarsi vicino al 102%. Per questo motivo, all’inizio della settimana i tassi centrali sono stati alzati al 97% annuo nel tentativo di difendere il valore del peso: una mossa che difficilmente potrà dare i suoi frutti, dal momento che i tassi sono ancora ben al di sotto della pressione sui prezzi. Inoltre è incerto il clima che accompagnerà la stagione del raccolto della soia, una delle principali voci dell’export argentino che aiuta le imprese locali a ottenere flussi di cassa in entrata in dollari americani.

Gli economisti indipendenti, però, ritengono che il tasso di inflazione attuale sia già al di sopra del 100% e che entro fine anno si possa arrivare al 130%. Le previsioni di inflazione sono esse stesse un fattore che ne influenza l’andamento: se i consumatori si aspettano prezzi in rapida crescita, cercano di comprare il più presto possibile ciò di cui hanno bisogno; questo comportamento aumenta la cosiddetta velocità del denaro nell’economia e dunque aumenta l’inflazione. Per l’Argentina la strada verso il recupero della stabilità sembra ancora molto lunga, con l’emissione di nuove banconote che difficilmente potrà avere un impatto concreto sui dati macroeconomici.

Per le strade delle “comunas” di Buenos Aires, la vita continua a essere dura per via della crisi economica

La decisione per facilitare le transazioni

Attualmente circa la metà delle transazioni che avvengono in Argentina sono regolate in contanti. Considerando la situazione di una nazione in iperinflazione, questo origina scene davvero difficili da immaginare in un’economia sviluppata: turisti che trasportano con sé borse piene di contanti, banche che non hanno più spazio per custodire le banconote e lunghe file per pagare date dal tempo che i cassieri necessitano per contare le banconote. Una situazione non sostenibile, che con la nuova emissione di banconote da 2.000 pesos potrebbe cambiare leggermente per il meglio.

Bisogna comunque ricordare che in Argentina continua a essere in vigore un tasso di cambio artificiale mantenuto forzosamente dalla banca centrale. Secondo il cambio ufficiale servono 235 pesos per comprare 1 dollaro americano, ma per le strade il cambio è ormai arrivato a 480 pesos per dollaro. Questo significa che le nuove banconote, per quanto abbiano un taglio doppio rispetto alla attuale banconota di maggior valore -quella da 1.000 pesos- non riusciranno a risolvere granché il problema di facilitare le transazioni all’interno dell’economia.

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