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Australia, Reserve Bank blocca aumento dei tassi al 3,6%

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La banca centrale australiana, in seguito ai segnali di diminuzione dell’inflazione, ha deciso di lasciare il suo tasso di interesse di riferimento al 3,6% e il tasso di interesse sui saldi dei regolamenti di cambio al 3,5%. Si tratta della prima riunione mensile in cui il consiglio di amministrazione della Reserve Bank of Australia non ha aumentato il tasso di interesse di riferimento, dopo 10 aumenti consecutivi dal 6 aprile dello scorso anno.

Questa decisione segue infatti un aumento cumulativo dei tassi di interesse di 3,5 punti percentuali, ma il sistema bancario australiano rimane forte, ben capitalizzato e altamente liquido. È ben posizionato per fornire il credito di cui l’economia ha bisogno, secondo le dichiarazioni della banca centrale.

I recenti problemi del sistema bancario negli Stati Uniti e in Svizzera hanno provocato volatilità nei mercati finanziari e una rivalutazione delle prospettive per i tassi di interesse globali. Si prevede che questi problemi porteranno a condizioni finanziarie più rigide, il che costituirebbe un ulteriore ostacolo per l’economia globale.

La Reserve Bank dell’Australia blocca temporaneamente i tassi di interesse per osservare meglio le conseguenze dei precedenti aumenti

L’inflazione inizia a diminuire

Secondo quanto riportato dalla banca centrale, l’inflazione annua australiana sembra aver raggiunto il picco a dicembre con l’8,4%, per poi scendere al 7,4% a gennaio e al 6,8% a febbraio. L’obiettivo della Reserve Bank è quello di mantenere l’inflazione entro una fascia compresa tra il 2% e il 3% e per fare ciò manipola i tassi. Una situazione simile si sta verificando anche in altri Paesi, come il Messico, dove il governo ha deciso di allentare gradualmente l’aumento del tasso di interesse di riferimento.

Il governatore della banca, Philip Lowe, ha affermato che il consiglio di amministrazione riconosce che la politica monetaria opera con un certo ritardo e gli effetti dei precedenti aumenti dei tassi di interesse devono ancora essere avvertiti: da qui la decisione di interrompere l’aumento per osservare il pieno impatto delle decisioni prese da maggio dello scorso anno. In tal modo si vuole valutare l’impatto dell’aumento dei tassi di interesse fino ad oggi ed analizzare eventuali prospettive economiche.

D’altro canto, però, il consiglio prevede che potrebbe essere necessario un ulteriore inasprimento della politica monetaria per garantire che l’inflazione torni all’obiettivo, come affermato da Lowe. La decisione della banca di lasciare invariato il tasso rimane comunque una buona notizia per molte famiglie e imprese australiane, in quanto la combinazione di tassi di interesse più elevati, pressioni sul costo della vita e un calo dei prezzi delle case ha portato ad un sostanziale rallentamento della spesa.

L’inflazione rimane la sfida chiave dell’economia e riportarla all’intervallo target è una priorità del governo australiano. Il governo pubblicherà il suo budget annuale il 9 maggio, ma il portavoce del Tesoro Angus Taylor ha esortato a non aumentare le tasse a causa delle pressioni dovute all’elevata inflazione e ai tassi di interesse.

La crescita dell’economia è rallentata

La crescita dell’economia australiana è rallentata e il mercato del lavoro rimane molto teso: il tasso di disoccupazione è al minimo di quasi 50 anni e anche la sottoccupazione è bassa. Molte aziende continuano a incontrare difficoltà nell’assumere lavoratori, e con il rallentamento della crescita economica la banca centrale prevede che la disoccupazione aumenterà.

Il tasso di disoccupazione tenderà a crescere se non si agisce subito per riportare l’inflazione al target prefissato

La crescita dei salari continua invece ad aumentare in risposta all’aumento dell’inflazione e, a livello aggregato, è ancora coerente con l’obiettivo di inflazione, a condizione che si riprenda anche la crescita della produttività. Di conseguenza, il consiglio della Reserve Bank continuerà a prestare molta attenzione sia all’evoluzione del costo del lavoro sia alla fissazione dei prezzi da parte delle imprese.

L’alta inflazione rende la vita difficile alle persone e danneggia il funzionamento dell’economia: se l’inflazione elevata dovesse diventare radicata nelle aspettative delle persone, sarebbe molto costoso ridurla, comportando tassi di interesse ancora più elevati e un aumento maggiore della disoccupazione. Nel valutare quando e quanto debbano aumentare ulteriormente i tassi di interesse, la banca presterà molta attenzione agli sviluppi dell’economia globale, alle tendenze della spesa delle famiglie e alle prospettive dell’inflazione e del mercato del lavoro.

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