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Aviazione sostenibile, in UK passa l’obbligo del 10% di SAF entro il 2030 e gli USA preparano incentivi
Continua a crescere l’adozione di regolamentazioni legate all’aviazione sostenibile e in particolare ai SAF, i combustibili ottenuti da fonti rinnovabili per gli aerei. Oggi il Regno Unito ha approvato una nuova regolamentazione che mette un paletto importante sul mix di carburanti utilizzato nei voli commerciali. A partire dal 2030, tutti gli aerei che decollano dallo UK dovranno avere almeno il 10% di SAF all’interno del proprio serbatoio. Nel frattempo il Parlamento inglese continua a lavorare verso l’obiettivo di mappare il Jet Zero -l’azzeramento delle emissioni nel settore dell’aviazione- entro il 2025. Con la nuova regolamentazione, il Regno Unito si impegna pressoché a decuplicare l’uso di SAF tra qui e la fine del decennio.
I SAF sono prevalentemente ottenuti dalla lavorazione degli olii usati, oppure da fonti vegetali. Anche se non sono dei carburanti totalmente puliti, quando vengono bruciati all’interno del motore di un aereo tendono a emettere il 30% in meno di CO2 e altri gas inquinanti rispetto al cherosene tradizionale. Per la IATA e per le associazioni ambientaliste, l’utilizzo dei SAF non è la meta di lungo termine; si tratta di uno step intermedio mentre si va alla ricerca di una soluzione valida sul lungo periodo, come gli aerei alimentati a idrogeno verde o elettrici. Per il momento, però, nessuna società ha ancora sviluppato un sistema credibile capace di alimentare l’aviazione commerciale in modo totalmente sostenibile.
Regolamento approvato malgrado i problemi di supply chain
Secondo il Dipartimento dei Trasporti inglese, gli effetti della nuova regolamentazione saranno macroscopici: si parla di 1,2 milioni di tonnellate di SAF di cui le compagnie aeree inglesi avranno bisogno per assicurare forniture sufficienti a rispettare la legge. In questo momento, però, le forniture sono un problema piuttosto importante: la produzione di SAF non sta crescendo al ritmo delle regolamentazioni e soprattutto la maggior parte dei combustibili sostenibili per l’aviazione usati in Europa vengono importati da Stati Uniti e Brasile. Questo significa che il carburante fa un viaggio intercontinentale estremamente inquinante prima di finire all’interno dei serbatoi degli aerei.
Il problema è esacerbato dal fatto che la regolamentazione dell’Unione Europea approvata pochi mesi fa abbia imposto alle compagnie aeree di aumentare velocemente i propri approvvigionamenti di SAF. In ogni caso questo può anche rappresentare un’opportunità per le imprese agricole, al punto che si stima la creazione di 10.000 posti di lavoro per costruire la supply chain necessaria alla produzione di combustibili sostenibili nel Regno Unito. Il Parlamento ha anche approvato l’istituzione di un ente regolatore, che avrà il compito di certificare i SAF. In questo modo ci si assicurerà che il carburante non possa essere dichiarato “sostenibile” se non rispetta tutte le normative applicabili.
Buone notizie anche sulla produzione
I problemi di forniture di SAF potrebbero essere vicini a migliorare in modo significativo grazie a Honeywell. L’azienda ha comunicato oggi di aver inventato un nuovo metodo per produrre combustibili sostenibili per l’aviazione, una tecnologia ribattezzata Hydrocracking. Secondo l’impresa americana questa novità non sarà soltanto per aumentare i volumi di produzione, ma anche per abbassare le emissioni inquinanti: i dati interni mostrano che il carburante ottenuto con il nuovo sistema emette il 90% della CO2 in meno rispetto al cherosene tradizionale quando viene bruciato. La nuova tecnologia, che permette di utilizzare in maniera più efficiente le biomasse da trasformare in SAF, sarebbe anche in grado di abbassare del 20% i costi di produzione. Se tutti i dati di Honeywell si rivelassero corretti anche una volta cominciata la produzione su larga scala, questo potrebbe essere un passo avanti decisivo per l’adozione dei combustibili sostenibili per l’aviazione.