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Bahrain, raccolti $7.8 miliardi con nuove obbligazioni

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Il Tesoro del Bahrain può festeggiare il notevole risultato di aver raccolto oltre 7.8 miliardi di dollari con l’emissione di nuove obbligazioni, con una formula mista che prevede sia bond tradizionali che bond islamici. Questi ultimi sono strumenti pensati per essere coerenti con i precetti della religione islamica, che prevede alcuni limiti rispetto agli interessi e ai prestiti. Si tratta di un’ennesima conferma del fatto che le nazioni del Golfo stiano sviluppando un ecosistema finanziario sempre più dinamico e sempre più vicino a quello delle nazioni Occidentali.

I dati provengono da un documento ufficiale della banca centrale. Per quanto riguarda gli interessi, gli obbligazionisti tradizionali riceveranno un interesse del 6.5% annuo sui sukuk e del 7.75% annuo sui bond tradizionali. I primi hanno una scadenza a 7 anni, mentre i secondi prevedono una durata di 12 anni. Il tasso di interesse risulta piuttosto alto, soprattutto se si considera la solidità finanziaria di una nazione come il Bahrain. Trattandosi di uno dei maggiori esportatori di petrolio al mondo, il rischio-paese è piuttosto basso.

La finanza islamica ottiene sempre più successo, anche grazie alla solidità di emittenti come il Bahrain

Un mercato crescente in Medio Oriente

Nel corso del tempo, questo tipo di operazioni da parte delle nazioni del Medio Oriente sta diventando sempre più frequente. Il GCC (Gulf Cooperation Council) è un emittente di bond sempre più accreditato sui mercati internazionali, con gli Emirati Arabi Uniti che spiccano come la nazione più attiva nella raccolta di capitali. Questo risulta essere anche un periodo relativamente favorevole, dal momento che i tassi stanno scendendo rispetto al picco toccato durante la crisi bancaria statunitense del mese scorso.

Una delle mosse più interessanti è arrivata proprio da parte degli Emirati Arabi Uniti quando, proprio all’inizio di quest’anno, il paese ha emesso green bonds per la prima volta. Si tratta di obbligazioni il cui rendimento è anche vincolato al raggiungimento di alcuni obiettivi ambientali, non una scelta casuale per il governo emiratino. Considerando Dubai ospiterà la prossima edizione del COP 28, il più grande evento al mondo sul cambiamento climatico, gli Emirati si stanno allineando anche finanziariamente alle politiche favorevoli per la transizione ecologica.

Anche l’Arabia Saudita sta diventando più favorevole all’emissione di obbligazioni. A gennaio, il governo saudita ha appoggiato la decisione delle banche regionali della nazione che hanno complessivamente raccolto oltre 10 miliardi di dollari con l’emissione di bond. Il mese successivo, il fondo sovrano dell’Arabia Saudita ha raccolto a sua volta $5.5 miliardi attraverso l’emissione di obbligazioni green.

Grandi progetti immobiliari e nuove infrastrutture sono una priorità per il Bahrain, giustificando la raccolta di capitali sui mercati

Sukuk, i bond compatibili con la finanza islamica

Uno strumento essenziale per la finanza islamica, considerando che questa religione vieta gli interessi, è il sukuk. Si tratta di una tipologia di bond particolare, pensata per fornire all’emittente e all’investitore vantaggi paragonabili a quelli di un’obbligazione ma evitando gli interessi in quanto tali. I sukuk sono strumenti finanziari che rispettano i principi dell’Islam e sono utilizzati per la raccolta di fondi da parte di enti governativi o società private. Invece di offrire un tasso di interesse come i tradizionali bond, i sukuk forniscono un rendimento basato sulla ripartizione degli utili e delle perdite dell’investimento sottostante.

Il principio fondamentale dei sukuk è quello di evitare gli, vietato dalla legge islamica. Invece, gli investitori acquistano una quota di proprietà dell’attivo sottostante, come ad esempio un immobile o un progetto di infrastruttura. In questo modo, il sukuk consente agli investitori di ricevere un reddito in base alla loro quota di proprietà.

Ci sono diversi tipi di sukuk, trai quali il più comune è il sukuk istituzionale. Esso prevede la creazione di un’entità separata che detiene l’attivo sottostante e emette il sukuk. Gli investitori acquistano quindi il sukuk, diventando proprietari di una quota di questa entità, e ricevono un rendimento in base alla performance dell’attivo sottostante.

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