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Banca centrale francese ottimista, l’euro avanza sul dollaro
La banca centrale francese ha alzato le previsioni di crescita per il primo trimestre dell’anno, portando le stime sulla crescita del PIL al +0.2%. Al momento si tratta ancora di una stima, dal momento che il dato ufficiale non è ancora stato pubblicato. Anche se si tratta di una crescita poco significativa, le stime di molti analisti erano nettamente peggiori. Vista la situazione difficile con le forniture energetiche in Europa, specie all’inizio dell’anno, in molti si aspettavano che l’economia europea potesse entrare in recessione già in questa prima parte del 2023.
Bisogna comunque notare che l’economia francese è stata meno soggetta alla crisi energetica, dal momento che la nazione transalpina ha sempre appoggiato lo sviluppo delle centrali nucleari. Dipendendo dal gas molto meno di Italia e Germania, la Francia ha potuto attraversare l’inverno 2022/23 con meno problemi energetici rispetto al nostro Paese. Sembra comunque che l’ottimismo sia diventato generale negli ultimi giorni, con l’euro in rapido recupero sul dollaro americano e sulle altre principali valute.
Il caso dell’economia francese
È interessante osservare che la banca centrale ha accompagnato la pubblicazione delle sue proiezioni con alcune dichiarazioni circa i motivi di questo aumento delle stime. In particolare, ha voluto sottolineare che l’attività economica a marzo è cresciuta rispetto a febbraio e che lo stesso è avvenuto per quanto riguarda gli ordini industriali. Le aziende riportano meno problemi con la supply chain, soprattutto ora che la Cina è tornata a produrre quanto faceva in passato; soltanto il 20% delle imprese intervistate hanno citato problemi con gli approvvigionamenti o con la logistica.
Alcune delle motivazioni citate dalla banca centrale francese sembrano far pensare che l’attività economica sia in crescita anche nel resto dell’Unione, soprattutto dal momento che le economie europee sono fortemente interconnesse. Hanno sicuramente aiutato anche i prezzi più stabili delle materie prime, con l’unica eccezione dei generi alimentari che continuano a vedere aumenti di prezzo. Anche i dati riguardanti l’occupazione sono stati incoraggianti, con il 52% delle imprese che hanno citato tra i loro problemi il fatto di non riuscire a occupare le posizioni aperte. Anche se per un’azienda questo può essere un collo di bottiglia, significa anche che nell’economia più in generale continuano a crescere i posti di lavoro.
Migliora la fiducia degli investitori
Complessivamente sembra che l’Europa abbia lasciato da parte i timori per la crisi bancaria appena attraversata negli Stati Uniti e in Svizzera. La regolarità nelle forniture e il calo dei prezzi del gas sta lasciando l’economia libera di funzionare a pieno regime. Indubbiamente anche il graduale calo dell’inflazione favorisce un clima di fiducia per gli investitori, malgrado i tassi di interesse continuino a essere in aumento. Chiaramente rimangono ancora delle incertezze legate all’impatto che i tassi potrebbero avere sull’economia, ma il clima complessivo è positivo.
L’euro sembra rispondere di conseguenza, guadagnando forza rispetto alle altre principali valute. Anche se non ci sono ancora i segnali di un forte trend rialzista per la Moneta Unica, i segnali sono comunque incoraggianti. Gli investitori sembrano credere nella tenuta del sistema economico e nel fatto che l’inflazione riuscirà a scendere prima che l’economia entri in recessione, permettendo poi alle banche centrali di adottare una politica monetaria più favorevole alla crescita.