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Banca Centrale Tedesca: inflazione rimarrà alta in primavera

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Per Joachim Nagel, presidente della banca centrale tedesca, l’inflazione rimarrà elevata per lo meno nel corso dei prossimi due o tre mesi. Secondo le previsioni della Bundesbank, la pressione sui prezzi è ancora difficile da combattere e bisognerà aspettare la seconda metà dell’anno per arrivare a vedere dei risultati concreti.

La banca centrale ha fornito anche delle cifre: per il 2023, si aspetta che il tasso di inflazione medio in Germania rimanga tra il 6% e il 7%. Nel frattempo, dopo i numeri pubblicati dalla BCE sul tasso di inflazione a febbraio, i mercati hanno iniziato ad aspettarsi aumenti più alti dei tassi di interesse per i prossimi mesi.

L’euro sta già soffrendo le notizie recenti contro il dollaro e le altre principali valute, con gli investitori spaventati dal tasso di inflazione e dalla possibilità che l’intervento della BCE possa causare una recessione. La Moneta Unica ha avuto un rimbalzo da settembre in avanti, ma ora torna a soffrire sul mercato Forex.

I dati relativi a febbraio 2023 hanno dimostrato che è ancora presto per dichiarare vinta la lotta all’inflazione

Aumentano le attese per i tassi

Tra dicembre e gennaio, i dati sull’inflazione sembravano indicare un netto calo dei prezzi al consumo. Bisogna però considerare che, proprio in concomitanza con queste misurazioni, il prezzo del gas naturale e dell’energia stavano precipitando dopo aver toccato livelli record. Per questo motivo è stato rilevato un calo notevole del tasso di inflazione che, in realtà, potrebbe non essere stato legato alle mosse della banca centrale.

Negli ultimi sette giorni, però, gli economisti si sono trovati di fronte a una spiacevole sorpresa: dalla Francia alla Germania, passando per l’Italia, tutti i paesi dell’Eurozona hanno riportato un’inflazione più alta delle attese nel mese di febbraio. Il 2 marzo è stato pubblicato anche il dato aggregato dell’Area Euro. I prezzi sono cresciuti del 8,5% su base annua, contro le previsioni degli analisti al 8,2%. Il dato Italiano è del 9,2% anno su anno, contro un’attesa del 9,4%.

Ora risulta evidente che, per riuscire ad abbassare l’inflazione, la Banca Centrale Europea dovrà proseguire più a lungo del previsto con gli aumenti dei tassi di interesse. Per marzo ci si aspetta un aumento di 50 punti base, cosa che probabilmente si ripeterà ad aprile. Intanto l’attività delle imprese manifatturiere ha segnato un calo per l’ottavo mese consecutivo, alzando le previsioni di una recessione nel corso del 2023.

La banca centrale europea inizierà presto a tagliare i suoi investimenti in bond e altri asset degli Stati Membri

Per la Bundesbank i tassi si alzeranno notevolmente

Nagel ha dichiarato espressamente che, secondo le sue previsioni, quello di marzo non sarà certamente l’ultimo aumento dei tassi di interesse. Prevede anche che nel corso dei mesi successivi continueranno a essere necessari degli scatti significativi, indicando probabilmente aumenti di 50 o addirittura 75 punti base.

Nel frattempo, la banca centrale tedesca ha chiuso il suo bilancio 2022 con la prima perdita degli ultimi quarant’anni di storia. In parte sono dovuti a perdite su obbligazioni concesse a prezzi molto bassi alle banche commerciali, in parte alla svalutazione di tutte le obbligazioni in portafoglio dovuta alla serie di aumenti dei tassi. La perdita non è significativa rispetto al bilancio della banca centrale (€172 milioni) e sarà facilmente coperta dalle riserve messe da parte nel tempo.

Questa settimana la banca centrale europea inizierà anche a tagliare gli acquisti di bond pubblici, che attualmente stanno seguendo un maxi-programma da 3.3 triliardi di euro pianificato durante la pandemia. Secondo la Bundesbank, sarebbe utile che la BCE accelerasse i tagli all’acquisto di bond da luglio in avanti. Attualmente la banca centrale ha pianificato solo il periodo da marzo a luglio, con un taglio di 15 miliardi di euro al mese al suo Asset Purchase Program.

L’inflazione si sta dimostrando dura da combattere, specie ora che i prezzi dell’energia hanno interrotto la loro corsa ribassista. In tutta risposta, l’euro è già sceso a quota 1.06 sul dollaro perdendo parte del terreno recuperato dall’inverno. Che il governatore della banca centrale tedesca abbia ragione o meno, la guerra all’aumento dei prezzi è ancora lontana dall’essere vinta.

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