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Le banche britanniche temono un aumento delle tasse

In Gran Bretagna le banche temono un aumento delle tasse, dettato dalla necessità del nuovo esecutivo di far cassa.

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Le banche britanniche sono preoccupate per i possibili aumenti delle tasse che potrebbero arrivare. Gli istituti di credito con sede nel Regno Unito, infatti, stanno intensificando i loro sforzi di lobbying per evitare che possano arrivare degli incrementi delle imposte il prossimo 30 ottobre 2023, quando verrà presentato il bilancio inaugurale del governo. La preoccupazione, che sta aleggiando in queste ore, è che l’esecutivo in carica, per far cassa, possa attingere ad un settore ricco di liquidità per rilanciare le finanze della Gran Bretagna.

Stando ad alcune fonti autorevoli citate da Reuter, Rachel Reeves, Ministro delle finanze, dovrebbe incontrare i rappresentanti del settore bancario: in quell’occasione si dovrebbe discutere di un aumento delle tasse sugli utili.

Banche britanniche, i timori per le imposte

Keir Starmer, primo ministro britannico, e Reevs, al momento non hanno ancora confermato che le banche siano tenute a versare delle tasse più elevate. A preoccupare, però, è una recente affermazione di Starmer, il quale ha dichiarato che l’onere delle imposte più elevate ricade principalmente su quanti hanno le spalle più larghe: presa di posizione che avrebbe alimentato i timori sulla possibilità di un imminente cambio di passo da parte della politica.

Interpellato da Reuters, il portavoce del Tesoro ha preferito non rilasciare alcun commento sui timori delle banche inglesi. Ad ogni modo, stando alle indiscrezioni riportate proprio dall’agenzia di stampa, circola la preoccupazione che il Tesoro britannico possa aumentare gli incassi incrementando una sovrattassa sugli utili che i creditori già pagano.

Questo, sostanzialmente, sarebbe il modo più semplice attraverso il quale Reeves può attingere dal settore bancario per riuscire a colmare un buco di 22 miliardi di sterline nelle finanze pubbliche. Un piano che sarebbe più facile da realizzare rispetto ad taglio degli interessi che le banche del Regno Unito guadagnano sulle riserve depositate presso la Banca d’Inghilterra: una misura che potrebbe distorcere gli effetti della sua politica monetaria.

Gli utili delle principali banche britanniche

HSBC, la più grande banca britannica, ha registrato un aumento del 78% dell’utile ante imposte del 2023 a 30,3 miliardi di sterline a febbraio. Le filiali britanniche di NatWest Group e di Barclays hanno registrato rendimenti altrettanto elevati.

Le banche del Regno Unito sono già soggette a una tassazione più aggressiva rispetto a molti altri concorrenti internazionali e, secondo alcuni osservatori, l’aumento dei costi del settore tramite le tasse potrebbe avere un impatto sul costo e sulla disponibilità del credito.

L’attuale imposta sulle banche nel Regno Unito è stata introdotta nel 2011 per frenare la cultura di rischio eccessivo e di crescita sconsiderata che ha caratterizzato l’intero settore a seguito della crisi finanziaria globale.

Le azioni delle banche del Regno Unito hanno subito un breve calo la scorsa settimana dopo che il Financial Times ha citato un ex funzionario governativo rimasto anonimo, il quale sosteneva la necessità di un’imposta concepita con buon senso sulle banche che hanno registrato profitti elevati grazie a tassi di interesse più elevati.

Brilla il settore dei servizi in Gran Bretagna

Sotto i riflettori, in Gran Bretagna c’è l’attività nel settore dei servizi, che è cresciuta ad un ritmo più sostenuto a partire dal mese di aprile. Ad ogni modo, stando ad un recente sondaggio, le pressioni sui prezzi si sono allentate.

L’indice S&P Global UK Services Purchasing Managers Index è salito ad agosto a 53,7 da 52,5 di luglio, superando una stima preliminare di 53,3.

Le pressioni sui costi per le società di servizi e i loro prezzi di vendita sono aumentati al ritmo più debole dall’inizio del 2021, un dato che sarà accolto con favore dalla Banca d’Inghilterra in vista dell’annuncio sui tassi di interesse del 19 settembre.

Il mese scorso la banca centrale ha tagliato i costi di prestito per la prima volta da marzo 2020, al 5,0%, rispetto al massimo degli ultimi 16 anni del 5,25%.

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