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Bank of England allerta per la crisi nel settore bancario

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La Bank of England (BoE) è stata messa in allarme a causa dell’attuale caos globale nel settore bancario, a seguito della chiusura di alcune istituzioni finanziarie negli Stati Uniti, ma ha anche affermato che il Regno Unito non sta attraversando una situazione di stress legata alla chiusura di Silicon Valley Bank e Credit Suisse.

Il governatore della Banca d’Inghilterra, Andrew Bailey, ha dichiarato alla commissione del Tesoro del Parlamento britannico che la banca centrale è in un periodo di tensione molto elevata e quindi di allerta, ma ha anche sottolineato che il Regno Unito non sta attraversando una crisi simile a quella del 2008, quando la crisi finanziaria colpì il sistema bancario del Paese.

Le autorità britanniche in stato di tensione a causa della crisi nel sistema bancario globale

Il Regno Unito non è sotto stress per il crollo di SVB e Credit Suisse

Le recenti turbolenze del mercato sono state causate dal collasso del prestatore tecnologico americano Silicon Valley Bank, un’istituzione finanziaria specializzata nell’offerta di servizi bancari alle startup della Silicon Valley. Al fallimento di SVB hanno fatto seguito quelli di altre banche regionali americane, nonché il salvataggio di emergenza della storica banca svizzera Credit Suisse da parte della rivale UBS Group AG. Questi eventi hanno causato grandi preoccupazioni sui mercati finanziari in tutto il mondo.

Il vice governatore della Bank of England, Dave Ramsden, ha affermato che è questo il motivo per cui si deve rimanere incredibilmente vigili. Ha, inoltre, aggiunto che continueranno a monitorare da vicino i costi di finanziamento delle banche e le conseguenze che si potrebbero avere su famiglie e imprese, prestando attenzione anche ad altri fattori di rischio.

Andrew Bailey, da parte sua, ha dichiarato che le recenti fluttuazioni nei prezzi delle azioni di alcune banche hanno mostrato che gli investitori stanno mettendo a dura prova il settore. Ha, inoltre, sottolineato che la caduta di Silicon Valley Bank è stata la più veloce dal fallimento nel 1995 di Barings Plc, un’importante banca di investimenti britannica che collassò a causa di trading sconsiderato effettuato da uno dei suoi broker.

Il governatore lo ha definito come il fallimento più veloce che abbia mai visto in 30 anni di carriera. La transizione da una situazione “di salute a una di morte” è stata molto rapida. Le autorità statunitensi stanno ancora cercando di gestire le conseguenze delle vicende e dei problemi con le banche regionali che si sono viste con Silicon Valley Bank, ha aggiunto.

Il fallimento della Silicon Valley Bank, tuttavia, non può essere paragonato alla crisi finanziaria del 2008, ha continuato il governatore. In quell’occasione, infatti, si era avuta una crisi finanziaria globale, causata principalmente da un forte calo dei prezzi delle case negli Stati Uniti e da una eccessiva assunzione di rischi da parte delle banche e degli investitori a livello globale. Questi fattori hanno portato a una crisi finanziaria diffusa in tutto il mondo, con molte banche che hanno subito grosse perdite e milioni di persone che hanno perso il lavoro. Altre cause concorrenti sono state l’aumento di indebitamento delle banche e degli investitori e l’insufficiente regolamentazione del settore dei prestiti subprime e degli MBS (mortgage-backed securities, titoli garantiti da ipoteca).

Il sistema bancario del Regno Unito è in una posizione solida, sia dal punto di vista del capitale che della liquidità

In questo contesto, comunque, nonostante la solidità del sistema bancario britannico, è chiaro che tutte le banche e le istituzioni finanziarie, inclusa la Bank of England, dovranno essere molto attente e preparate ad affrontare qualsiasi rischio che potrebbe presentarsi, in modo da mantenere l’attuale stabilità del sistema bancario e la fiducia dei clienti.

Nel corso dell’ultimo mese, anche altri Paesi, tra cui India, Messico e Giappone, hanno dichiarato che i rispettivi sistemi bancari non sono stati influenzati dalla crisi finanziaria in corso negli Stati Uniti e in Europa, affermando che i loro sistemi bancari siano stabili, resilienti e ben capitalizzati e che dispongono di ampie riserve di liquidità.

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