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Barcellona, niente piscine e autolavaggi: manca l’acqua

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In Catalogna non piove. Non piove da tanto, da troppo: la regione spagnola sta affrontando il suo peggiore periodo di siccità nella storia, con i livelli delle scorte d’acqua che si trovano appena al 16% della loro capacità. E siccome non si prevede un cambiamento delle previsioni a breve, l’amministrazione locale sta prendendo provvedimenti per razionare l’acqua. Per il momento si tratta ancora di misure piuttosto contenute, che non dovrebbero avere un impatto eccessivo sulla popolazione, ma la domanda è che cosa succederà nel caso in cui la situazione dovesse protrarsi ancora nel corso delle prossime settimane. La Catalogna ospita oltre 200 centri abitati tra cui Barcellona, la seconda città più popolosa della Spagna.

Il governo catalano ha un obiettivo chiaro: ridurre del 5% il consumo d’acqua per le attività domestiche e addirittura tagliare dell’80% il consumo d’acqua legato all’agricoltura. Una misura che, nel pieno di una protesta europea degli agricoltori, non potrebbe arrivare in un momento più sensibile. Per i residenti, il consumo d’acqua giornaliero consentito passerà da 210 litri a 200 litri. Rimarranno chiusi gli autolavaggi, almeno per un periodo, e sarà vietato riempire le piscine attualmente vuote a causa della stagione invernale. L’unica eccezione si potrà fare per i centri agonistici, ma soltanto a condizione di chiudere l’accesso alle docce e ad altre strutture che potrebbero contribuire al problema.

A rischio anche altre regioni, tra cui la Murcia

Una nuova realtà climatica

Secondo uno studio del 2022, la siccità che si sta verificando in Catalogna in questi anni è la peggiore in 1.200 anni di storia. Nel 2008 si era sfiorata una situazione simile, ma in quel caso al momento più basso si registravano bacini idrici pieni ancora per il 20%. Questo mostra anche il verificarsi di un trend, che giustamente non sta venendo ignorato dalle istituzioni. Pere Aragones ha apertamente parlato di una nuova realtà climatica, nella quale le siccità non saranno soltanto più comuni, ma si estenderanno anche per periodi maggiori rispetto al passato. In rete girano già diverse foto di fiumi e laghi prosciugati, oltre che di enormi bacini idrici che in questo momento sono pressoché vuoti.

Per garantire un consumo più responsabile dell’acqua, i parchi pubblici verranno irrigati soltanto con acqua reflua e in una quantità calcolata per essere sufficiente alla loro semplice sopravvivenza. Per chi dovesse infrangere le regole sono previste multe fino a 3.000€, anche se non sarà semplice monitorare le infrazioni specialmente nelle piscine delle abitazioni private. Nel frattempo è anche stato formato un comitato speciale per estire la situazione legata alla siccità, che si occuperà di stabilire le misure necessarie per aiutare gli oltre 6 milioni di abitanti della regione.

Il comparto agricolo è il primo a sentire gli effetti della siccità record

Le misure in vigore da lunedì

Le misure prese dal comitato di emergenza hanno ufficialmente portato la Catalogna al livello di emergenza 3, il più alto e quello che prevede le misure più drastiche. Oltre a quanto spiegato per le piscine, ecco le misure stabilite:

  • Nei giardini privati non si potrà irrigare, con nessun tipo di acqua;
  • I club sportivi non potranno irrigare i campi;
  • Le docce delle palestre e degli altri stabilimenti sportivi dovranno restare chiuse;
  • Non si potranno lavare le auto a casa, e resteranno solo aperti gli autolavaggi che potranno dimostrare di usare un sistema di recupero dell’acqua.

Per il momento soltanto la Catalogna si trova al massimo stato di emergenza per la siccità, ma altre regioni si trovano a rischio di finire nella stessa situazione. Nel frattempo, imprese e cittadini tengono gli occhi puntati sul meteo.

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